Capitolo 33
" Non c'è problema così terribile a cui non si possa aggiungere un po' di senso di colpa per renderlo ancora peggiore."
Bill Watterson
Parco nazionale dello Yellowstone, Montana, 2018
Bridget ricordava ogni particolare del loro primo viaggio, e tutti i luoghi che avevano visitato. E passare di nuovo per quei posti era come rivivere quei bei momenti.
Le sembrava quasi, mentre attraversavano il parco, di sentire la piccola mano di Lily stringersi alla sua, mentre saltellava allegra lungo il sentiero.
Le sembrava quasi di ricordare ogni albero, ogni foglia, ogni pianta e ogni sasso.
Come se il tempo non fosse mai passato. E invece quindici anni erano trascorsi.
Nick era molto silenzioso mentre la conduceva all'interno del parco, sempre davanti a lei.
Non si guardava attorno, treva la testa bassa e fissa all'orizzonte, quasi non si rendesse conto di tutto ciò che gli era attorno.
Un comportamento diverso rispetto all'ultima volta che erano stati lì.
Aveva perso l'entusiasmo per le belle cose, quasi non fosse neanche più cosciente che oltre a lui c'era un mondo, un mondo che si era perso.
Nick non era più il ragazzo di quindici anni prima. Come Bridget non era più quella di una volta.
E per quanto si sforzasse, non poteva riprendersi il tempo perduto e cambiare ciò che era stato.
Quando decisero di fermarsi in una zona addetta al pic-nic, simile anche a quella dove erano stati anni prima, Bridget non poté fare a meno che guardarsi intorno.
Immersi tra gli alberi e la natura, c'erano solo loro due, da soli con i loro ricordi.
Nick scelse un tavolo in legno posto proprio sotto l'ombra di albero e prima di sedersi ripulì la superficie da alcuni rami e foglie secche con un gesto del braccio.
Poi iniziò a tirare fuori dallo zaino tutto il cibo e le bevande che avevano comprato in città quella mattina. Il tutto continuando a restare in silenzio.
Quelle lunghe pause innervosivano Bridget, al punto che sentiva quasi d'impazzire immersa in quell'assenza di parole.
Perché era consapevole che non fosse un silenzio dettato dal bisogno di non dire nulla.
Sapeva, al contrario, che tra di loro c'erano molte cose non dette in sospeso, che quasi fremevano e scalciavano per poter uscire.
«Oggi è proprio una bella giornata», iniziò lei, mordendosi un labbro non appena si rese conto di aver usato la banale scusa del tempo per attaccare bottone.
In risposta Nick grugnì: «Fa un caldo infernale».
Ancora una volta il suo ex marito non era in vena di parlare.
Ma ancora una volta Bridget non gliela diede vinta.
«Mai caldo quanto in New Mexico... Ricordi?».
Avrebbe voluto immergersi di nuovo dei bei ricordi, ma Nick tagliò corto con poche parole.
«Come potrei dimenticarlo».
Quando era così di cattivo umore, tanto al punto da rovinare ogni cosa che lo circondava e tentare di smorzare perfino l'atteggiamento positivo di Bridget, sapeva che ben poco poteva fare.
Di sicuro non era un'ottima idea continuare a rivangare quei momenti che lo facevano stare peggio.
Ma Bridget era certa di poter parlare, invece, di un'altra parte della loro vita passata.
Anni e ricordi che non per forza avessero un sapore dolce/amaro.
«Ti ricordi uno dei nostri primi appuntamenti?», gli chiese, cambiando discorso e cercando di distrarlo.
Lui alzò la testa, mostrando per la prima volta da quella mattina una qualche emozione. Almeno sembrava interessato.
E per questo Bridget prese coraggio: «Mi hai portato a quella fiera dei rettili», iniziò a dire, ricordando con una smorfia di disgusto.
«Io ho sempre odiato i rettili e gli insetti, ma questo non te lo avevo detto...».
«Però devi ammettere che era un luogo originale per un appuntamento», affermò lui, fiero di se stesso.
Per Nick, quando era giovane, era un vanto trovare posti nuovi e sempre più bizzarri dove portare le ragazze agli appuntamenti.
E ancora se ne vantava.
«Questo te lo concedo», annuì Bridget: «Sei sempre stato bravo ad organizzare uscite romantiche».
Anche se di romantico c'era stato ben poco, eppur lei riusciva a ricordare quel pomeriggio passato alla fiera. E nonostante ancora non amasse i rettili, era un bel ricordo quello che si portava dietro.
«Sicuramente sono più bravo di te», la punzecchiò lui, alludendo ai loro anni di gioventù e probabilmente a qualche giorno in particolare.
Bridget si fonde offesa mentre chiedeva: «Non capisco a cosa ti riferisci, io sono un'ottima organizzatrice di eventi», a testa alta, con tono borioso, cercò di darsi un po' di aria, facendo sorridere Nick.
«Ottima dici? Forse ti sei dimenticata di quella sera che volevi portarmi a ballare in un locale chiuso da anni, nel bel mezzo del nulla e che mi hai fatto girare per chilometri per poi finire per cenare nel parcheggio di un distributore, accontentandosi di merendine e caramelle».
Si fermò a riflettere qualche istante, tornando indietro nel tempo e cercando di ricordare determinati avvenimenti.
E quando li tornò in mente un fatto in particolare, sbarrò gli occhi rise e aggiunse: «E non dimentichiamoci di quella volta che hai voluto giocare a bowling e siamo finiti all'ospedale dopo che ti sei data una palla sul piede».
Non riuscì a smettere di ridere, con in testa ancora il ricordo dell'ex moglie che gridava e saltellava su un piede mentre tutti i clienti del locale la guardavano attoniti.
Bridget cercò di trattenersi, per darsi un contegno e non mettersi a ridere di se stessa, così si concentrò sul guardare l'uomo in cagnesco.
«E poi c'è stata anche la sera del granaio... Quella sì che è stata una delle uscite più strane e finite male che tu abbia mai organizzato», continuò lui, riferendosi ad un giorno in particolare.
Bridget ricordava benissimo la sera del granaio, ma avrebbe tanto voluto dimenticarla. Per questo evento una reazione che di solito non aveva. Arrossì imbarazzata.
Ma invece di puntare i piedi e continuare a fingere di essere offesa, si lasciò andare ad un sorriso sincero e affermò con sicurezza: «Forse perché ti sei dimenticato dello strano caso del gatto avvelenato e rimasto a marcire nel capanno di mio zio».
Per qualche istante Nick la guardò con espressione confusa. Ma lei riuscì ad intuire immediatamente quando lui si rese conto a cosa si stesse riferendo.
«Ma certo, come ho fatto a dimenticarmene? C'era una tale puzza in quel capanno...»
Entrambi scoppiarono a ridere all'unisono. Così di gusto che i loro occhi iniziarono a lacrimare.
E poi all'improvviso Nick tornò serio. «Siamo stati davvero molto felici...».
Bridget annuì, senza però riuscire a dire nulla.
«Per molti anni».
Nick quasi si era dimenticato di quegli anni, quando erano solo dei giovani spensierati senza alcuna paura del futuro.
«Sei stata l'unica con la qualche io abbia passato tutto quel tempo felice, l'unica. E non cambierei mai il nostro passato, mai...».
«Neanche dopo tutto quello che è successo?».
«Di rimpianti ne ho molti, ne abbiamo molti tu e io... Di errori ne abbiamo fatti così tanto che è stancante doverli contare tutti. Ma non rimpiango di averti conosciuto, di averti chiesto di uscire e sicuramente non rimpiango di aver avuto Lily. Ma molte cose che la riguardano sono state un errore...».
Non ebbe il coraggio di continuare ad andare avanti, anche se Bridget sapeva dove voleva andare a parare.
Ne avevano parlato molto, in quegli anni, e spesso avevano litigato per divergenze di opinioni.
Bridget si morse il labbro. Non era lì per discutere con Nick, ma solo per rinfrescargli la memoria e regalargli qualche momento di gioia.
Così Nick aggiunse: «Nel mondo c'è tanta gente malata, questo non lo metto in dubbio. E una di queste persone malate ha preso nostra figlia e ce l'ha portata via per sempre...».
Ogni volta che Nick parlava apertamente di ciò che era successo, senza mezzi termini, Bridget non riusciva a trattenere le lacrime.
E anche gli occhi di lui era lucidi mentre continuava: «Ma se lei è scomparsa è solo colpa nostra Bri, e tu lo sai... Solo che non vuoi ammetterlo».
La sua voce era severa, non ammetteva repliche ne scuse. Era ciò che aveva fatto per tutti quegli anni.
Vivere nei sensi di colpa, con rabbia e disperazione.
Bridget si alzò di scatto, battendo le mani sul tavolo di legno e si allontanò a passo svelto, quasi correndo.
Non voleva farsi vedere mentre perdeva il controllo. Per questo trovò un angolo appartato e lontano dal suo ex e scoppiò in un pianto carico di dolore, furia e risentimento. Prima di tutto risentimento nei confronti di se stessa.
Perché anche se non lo avrebbe mai ammesso di fronte a Nick, sapeva che aveva ragione.
Lily era scomparsa e la colpa era solo la loro.
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