2 COMPLEANNO


Mia mamma aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, aveva ordinato del cibo d'asporto, preso il classico striscione di auguri, i palloncini, e la torta al mio gusto preferito, cioccolato, panna e caffè, che bontà!

«Vado a comprare altri palloncini, quale colore preferisci tesoro?»

«Mamma, ho compiuto sedici anni, non sei! Non c'è bisogno dei palloncini!»

«Su, Mattia, non fare il guastafeste!»

«Lo ammetto mammina, è stata una bella battuta! Ad ogni modo scelgo il blu, il nostro colore preferito»

Mia mamma sapeva che nostro significava che il blu era anche il colore preferito di Leo, ormai parlavo sempre al plurale e pensavo sempre a lui...

Lui era diventato parte integrante della mia famiglia, formata solo da me e da mia madre. Mio padre ci aveva abbandonati tanti anni prima e si era rifatto una vita chissà dove e con chissà chi, non gli importava nulla di noi, per me esisteva solo mia madre. Era stato un duro colpo per lei trovarsi da sola a gestire una casa e un bambino senza aiuto, mi aveva fatto anche da papà, era la mia roccia, il mio supporto, dolce e gentile, si era fatta in quattro per me e desideravo ripagarla un giorno per tutto ciò.

 Ricordo quando trovava il tempo di starmi vicino mentre studiavo, quando veniva a vedere le recite scolastiche o le partite di calcio, nonostante i turni massacranti c'era sempre, ricordo il suo sentirsi in colpa quando aveva i turni di notte e doveva lasciarmi a casa da solo, per questo sono cresciuto in fretta, non avevo scelta, dovevo aiutarla e sono diventato intraprendente, ho imparato a cucinare, a fare le pulizie domestiche, a prendere da solo i mezzi di trasporto per potermi spostare, e nei periodi di "magra" trovai un lavoretto che mi permetteva di portare qualche soldino a casa. 

Per fortuna in azienda apprezzarono il duro lavoro di mia madre che divenne capo reparto, turni accettabili, fine settimana libero e uno stipendio che ci permetteva di vivere più che dignitosamente.

Mia mamma aveva rinunciato a tutto per me

Quella sera pioveva, io nato nel cuore dell'inverno e Leo in estate, potevamo così festeggiare prima al calduccio e poi al mare. Avevamo lo stesso sfondo del cellulare, la foto della sabbia scattata durante il compleanno di Leo sulla spiaggia. 

Erano le diciannove ed ero pronto per la festa che mi attendeva al piano di sotto, la mia casa era disposta su due piani e fuori c'era il giardinetto, mi guardai allo specchio e pensai "Niente male Mattia!".

Indossavo jeans e camicia bianca con i primi bottoni aperti, andai ad accogliere gli ospiti pensando "Che la festa abbia inizio!".

Notai subito il mio amico che era stato tra i primi ad arrivare (naturalmente), indossava jeans e camicia nera, bello come il sole, sorriso smagliante e un pacchetto tra le mani, mi abbracciò canticchiando "Tanti auguri a te".

«Leo, mi bastano i palloncini, la canzoncina no, ti prego!» ridemmo entrambi.

Non c'erano tante persone alla mia festa, soltanto i miei zii, i miei cuginetti di cinque, sette e dieci anni, e alcuni amici di scuola, una ventina di persone in tutto. I rapporti con i parenti di mio padre erano chiusi già da tempo, e certamente non mi sarei mai aspettato una telefonata di auguri da parte loro, ma non mi importava, ci avevo fatto l'abitudine ormai.

A me bastava solo il mio migliore amico

Il caminetto acceso ci riscaldava e rendeva la casa accogliente e la serata piacevole, sul tavolo prelibatezze e bevande di ogni tipo, i bambini giocavano in cerchio, tessere di puzzle, pupazzi e disegni erano sparsi ovunque sul pavimento.

«Attenti al fuoco bambini» dissi accarezzando le loro testoline.

«Certo, Matttt» risposero in coro quelle adorabili piccole pesti.

C'era una bellissima atmosfera e mi sentivo bene. Mia mamma parlava con gli zii, indossava un abito lungo di seta blu, i capelli legati in una coda, un trucco leggero che metteva in risalto il suo viso stanco.

«Finalmente ho ottenuto una promozione» disse mia madre raggiante parlando con zii.

Le mie compagne di scuola erano in posa a scattare foto da postare poi sui vari social, ormai si viveva in un'epoca in cui contava solo mettersi in mostra, a differenza mia che ero sempre stato riservato. Marta e Giulia indossavano minigonne e tacchi vertiginosi, come se fossero pronte per andare in discoteca!

«Mattia, vieniiii che facciamo il selfie» mi prestai a quelle foto sorridendo con spontaneità,  ricordando alle ragazze di evitare il tag con il mio nome.

Dopo un paio di scatti mi voltai e vidi Leo...

«Matt, possiamo andare un momento sopra in camera tua?»

«Certo!» risposi.

La mia camera era sempre ordinata, la finestra si affacciava sul giardino e c'era tutto il necessario, letto a una piazza e mezzo, armadio grande, scrivania con il pc, un mobile con modellini di auto, libri, action figure, cd musicali, console con videogiochi e tanto altro, i miei libri scolastici sparpagliati ovunque e lo zaino a terra. Alle pareti non avevo i classici poster che i ragazzi amavano tanto, ma preferivo le foto, mi ritraevano in vari momenti della mia vita, nascita, compleanni vari, vacanze, foto con mia mamma, e quella con i nonni materni a cui tenevo particolarmente.

I tempi belli e spensierati di una volta...

C'era una foto in particolare che amavo, io e il mio migliore amico abbracciati all'età di otto anni.

«Questo è per te» disse dandomi il pacchetto regalo.

«Grazie! Ma sarà costato una fortuna, non dovevi!»risposi guardando quel completo sportivo di un noto marchio Italiano, l'avevo visto nelle vetrine dei negozi ma non avevo mai chiesto a mia madre di comprarmelo, visto che il prezzo era eccessivo.

«Ma che dici, per te questo e altro! Dai su, provalo, voglio vedere come ti sta!»

«Adesso?»

«Certo!»

E adesso che faccio?

Decisi di cambiarmi in bagno, mi imbarazzava l'idea di spogliarmi davanti a lui, nello spogliatoio avevo sempre distolto lo sguardo quando eravamo nella doccia e lui aveva fatto lo stesso.

Chissa com'è senza vestiti...

«Sbrigati» urlò e questo mi svegliò dai miei pensieri poco casti...

«Sei bellissimo, Mattia» mi disse quando finalmente decisi di uscire dal bagno in cui mi ero rintanato da ormai cinque minuti.

In quel momento si avvicinò e mi diede un leggero e quasi impercettibile bacio sulle labbra...

Mi sento male, ho il cuore a mille che sta per esplodere

In quel preciso istante mia madre bussò alla porta:

«Il festeggiato è richiesto» disse. 

Leo uscì, io mi presi qualche momento per riflettere sull'accaduto, non mi ero ancora ripreso da quelle emozioni strabordanti...

Leo mi ha baciato, non posso crederci

Tornai in salotto e trovai tutte le luci spente, poi vidi la torta con le candeline che illuminavano la stanza e tutti in coro iniziarono a cantare "Tanti auguri a te!" Ero felicissimo e guardai il mio migliore amico che mi guardava e mi sorrideva.

Il compleanno più bello della mia vita!

Tutte le persone a cui tenevo erano con me, mia mamma era finalmente serena e poi Lui...Ripensai per un attimo alle sue labbra prima di spegnere le candeline, il mio cuore iniziò di nuovo a battere forte, espressi un desiderio:

Vorrei che tutto restasse così



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