Capitolo II
Toby era di nuovo lì, davanti alla finestra della casa azzurra. Di nuovo di arrampicò sulla grondaia, e di nuovo aprì la finestra del bagno. Di nuovo attraversò il corridoio, fino ad artivare di nuovo all'ultima porta. Di nuovo spinse leggermente, ma stavolta non c'era nessuno che dormiva nel letto. Tutto come si aspettava. La polizia doveva aver già provveduto allo spostamento di Tori, e questo, per lui, era un grosso problema. Non poteva tornare senza averla uccisa. L'Operatore aveva di nuovo recuperato il controllo sul ragazzo, rinnovando la determinazione che brillava dietro alle lenti gialle. Aprì la finestra della camera, e si buttò in corsa. Stavolta non stava scappando. Stavolta era pronto per la caccia.
***
"Tori Moore?" La ragazza alzò leggermente la testa. "Da questa parte".
Tori si alzò, per poi seguire il poliziotto davanti a lei, percorrendo un paio di corridoi. Si fermarono in una stanza, al centro un tavolino con due sedie, e sul muro alla sua destra Tori poteva vedere un vetro a specchio, con tutta probabilità. "Si sieda" disse l'agente. Lei si sedette, obbediente; mentre l'uomo davanti a lei fece lo stesso. "Adesso vorrei che rospondesse con chiarezza e sincerità alle mie domande. Chiaro?" Tori annuì. "D'accordo... il suo nome è Tori Moore, ha diciassette anni e soffre della sindrome di Tourette. Corretto?" La ragazza annuì ancora, esibendosi in una serie di tic come per confermare quello appena detto dal proprio interlocutore. "Quali sono i nomi dei tuoi genitori?" Tori si guardò nervosamente intorno, non sapeva cosa rispondere. "Ecco..." sospirò "...sono adottata". "Oh." Scese un silenzio imbarazzante, prima che la ragazza ricominciasse a parlare.
"Le posso dire che il mio ultimo tutore -anzi, tutrice- si chiamasse Connie, Connie Rogers. Purtroppo non le so dire il suo cognome nubile" concluse Tori.
Il poliziotto la guardò negli occhi. "Quindi Connie Rogers sarebbe la donna ritrovata morta l'altra notte?"
"Esattamente"
"E mi dica... ha visto chi è stato ad ucciderla?"
Tori mosse una mano in preda ai tic. "Be'... ho visto un ragazzo..." rispose vagamente, ma il poliziotto la incalzò.
"Lo descriva"
"Ecco... aveva una maschera... non l'ho visto in faccia" l'uomo annuì.
"Ma so che stava male. Ad un certo punto si è messo ad urlare, poi si è accasciato a terra"
"Aveva per caso due accette con sé?"
"Sì..."
Il silenzio riempì la stanza per qualche secondo, mentre il poliziotto annotava qualcosa su un taccuino.
"Vede, signorina Moore, non è la prima volta che avvistiamo un soggetto del genere. È circa un mese che continua a sterminare famiglie, in questa zona, senza un apparente nesso logico o un movente particolare" l'uomo fece una pausa. "Però è la prima volta che qualcuno sopravvive, per di più illeso" Tori mosse nervosamente i piedi, mentre aspettava che il poliziotto continuasse a parlare.
"Pertanto, siamo costretti a trattenerla fino a quando le indagini non finiranno, oppure fino a quando non si presenterà un nuovo tutore. Mi spiace, signorina Moore, ma le posso solo augurare una buona permanenza" detto questo si alzò, mentre Tori rimaneva seduta con lo sguardo inchiodato al pavimento. intanto, dall'altra parte del vetro, Toby osservava; le asce insanguiate e due cadaveri ai suoi piedi. Nulla gli avrebbe impedito di infrangere quella barriera trasparente, e ,con un unico movimento, mettere fine alla vita di quella ragazza. Eppure, restava lì fermo, il corpo scosso di tanto in tanto da qualche tic.
***
Ormai il sole colorava di rosso le foglie degli alberi, mentre lentamente scompariva oltre l'orizzonte. Toby era accucciato sotto un albero, gli occhi sgranati, mentre sudava e respirava a scatti. Un urlo lasciò la sua gola non appena il dolore aumentò. Si schiacciò le mani sulle tempie nel tentativo di far cessare quel ronzio che da ore gli trapanava le orecchie, facendolo soffrire con l'unico modo possibile. La mente. Il suo solo punto debole, quello su cui aveva meno controllo. Sapeva che stava per perdere quello scontro con l'uomo alto, ma non poteva finire altrimenti. Urlò di nuovo, tremando sotto un attacco troppo forte. Non ce la faceva, non ce la poteva fare. La manica della felpa scivolò all'indietro, mostrando un lembo di pelle grigiastra. Toby guardò stupito quella pelle, poi chiuse gli occhi. Avrebbe trovato un modo. Sarebbe riuscito, prima o poi, a riprendersi se stesso. E alla fine di tutto, ad aspettarlo, ci sarebbe stata lei.
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