Capitolo 4

(La copertina è stata fatta da me)

Sara’s POV


-Dov’è?! Dov’è la donna che hai portato qui!-.
Una voce al di là della porta mi fece svegliare di colpo e con cautela cercai di sedermi. Avevo ancora varie ferite in tutto il corpo, il petto era praticamente tutto fasciato.

-Al’ab*! Aspetta!- disse Nyssa e dopo pochi istanti la porta della stanza si spalancò e un uomo entrò, la spada ben salda nella mani destra.

Sussultai e sgranai gli occhi, la paura si faceva strada nel mio corpo.
-Padre aspetta!- disse Nyssa entrando poco dopo.

-È soltanto un peso, meglio farla finita ora che non sa niente- disse ed alzò la spada, puntandola verso di me.
-No non è un peso! La allenerò io stessa, diventerà un membro della Lega, ne sarà all’altezza! Garantirò io per lei!-.

Suo padre mi guardò negli occhi, sembrava analizzare le parole che la figlia aveva appena detto.
Non so per quale motivo lo feci, ma l’unica cosa che mi venne in mente di fare fu ridere.

Sì, un pazzo assassino stava decidendo se uccidermi o lasciarmi vivere ed io mi ero messa a ridere. Anche Nyssa mi guardava con aria stranita senza capire il perché della mia risata.

-E sia, la affido a te. Ma se non sarà all’altezza degli altri morirà- disse suo padre e uscì.
Nyssa tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò a me.

-Immagino che dovrò riprendermi il prima possibile, dico bene?- chiesi.
-Esattamente. Mentre il tuo corpo guarisce ti spiegherò qualcosa di teoria e qualcosa sulle varie lingue che dovrai imparare-.

Annuii. Quel giorno avevo iniziato una nuova vita anche se ancora non lo sapevo.





-La tua ragazza a volte sa essere davvero inquietante- disse Thea mentre si sedeva al tavolo.

Eravamo andate a fare colazione quel giorno, con l’intenzione di passare una mattinata tra amiche come non facevamo da tanti anni.

-Sono passati due mesi e ancora non ti sei abituata al suo modo di fare?- dissi ridacchiando.

-Beh mi fa ancora un certo effetto vederla uccidere o quasi uccidere persone a sangue freddo senza provare nessuna emozione-.
Sì capivo bene come si sentiva, anche a me succedeva all’inizio.

Quando l’avevo vista in azione la prima volta uccidere qualcuno ero rimasta terrorizzata.
Nyssa era la tipica ragazza che sembra tranquilla e innocente ma che in realtà di mette KO in pochi secondi.

-Oh no guarda!- disse Thea indicando il televisore.


Rapina in corso ad una delle banche più importanti di Star City.
Fermi tutti, abbiamo un messaggio dai rapinatori!
-Un messaggio per Arrow e i suoi compagni: venite a prenderci se ne avete il coraggio!- disse e poi sparò ad uno del personale -Questo è un avvertimento!-.
La polizia sta facendo il possibile per fermarli, speriamo che qualcuno arrivi in fretta! Vi terremo aggiornati.


-Oliver è fuori città con John e Laurel è in aula. Siamo solo noi due e Nyssa- dissi e lei annuì.

Mezz’ora dopo eravamo tutte e tre sul retro della banca, pronte ad entrare in azione.

-Io penso a liberare gli altri, voi occupatevi degli altri uomini- disse Thea e noi annuimmo.

-Dividiamoci, io vado al piano di sotto e tu a quello sopra- disse Nyssa.
Annuii e iniziai a salire verso i piani più alti; non c’era nessuno, molto strano.
-Sono contento che sia venuta tu- disse una voce che conoscevo molto bene.

Mi voltai e lo vidi: Mark, uno degli assassini che mi aveva aiutato durante il periodo in cui ero in via di guarigione. Era un medico bravissimo e a mio parere le sue doti erano sprecate nella Lega.

-Lo sapevo che avresti portato Nyssa sulla strada sbagliata- disse avvicinandosi.
-Quindi era una trappola- dissi indietreggiando.

-Esattamente. I miei uomini staranno catturando la tua ragazza ed io prenderò te. Il nostro signore ci riempirà di onore e denaro per avervi prese entrambe- disse e iniziò a cercare di colpirmi.

Evitai tutti i colpi, finchè qualcosa non mi colpì da dietro, facendomi cadere a terra con forza.
-Ops, mi ero dimenticato di dirti che non sono solo- disse e infatti accanto a lui comparve Margot, sua moglie.
La guardai con odio, quella donna non mi era mai piaciuta.

-Sarà un onore vederti morire- disse e intanto Mark si avvicinò con un pugnale.

Scattai in piedi e con un calcio lo disarmai, colpendolo poi in faccia e facendolo cadere di schiena; dalla testa dell’uomo iniziò ad allargarsi una macchia di sangue.
-Maledetta!- disse e venne verso di me.

Parai ogni colpo; stavo perdendo il controllo, lo sentivo. E non era un buon segno.

La colpii e lei perse l’equilibrio. Cadde a terra ed io continuai a colpirla, in preda alla furia. Se l’avessi uccisa mi sarei sentita meglio, ma non potevo…

Uccidila…

Uccidila…

No, non potevo farlo…

Uccidila…

Uccidila…

Sì, potevo farlo.

Presi il pugnale e la colpii in pieno petto più volte, la sete di sangue non sembrava placarsi.

-Sara! Sara che stai facendo?!-.
La voce di Thea mi fece tornare alla realtà: sotto di me il corpo della donna era orribile e c’era sangue ovunque.

Mi guardai le mani, anch’esse sporche di liquido rosso e poi spostai lo sguardo su di lei.
-Che significa?- chiese.

-Non qui- le dissi e poco prima che arrivasse la polizia lasciammo l’edificio.


Un’ora dopo eravamo a casa di Thea ed io e Nyssa iniziammo a raccontarle quello che era successo.

-Era una missione in Georgia e sembrava andasse tutto bene…

-Attenta!- disse Nyssa, ma non feci in tempo a spostarmi che una freccia mi colpì in pieno nel petto, seguita da un’altra.
Caddi a terra a peso morto, mentre il colpevole fuggiva.
-Sara!- sentivo la voce di Nyssa lontanissima e poco dopo le sue braccia mi afferrarono.
-Va tutto bene, va tutto bene- disse valutando la ferita.
-Nyssa… Grazie…- dissi sorridendo e le diedi un ultimo bacio, prima di chiudere gli occhi.


… Mi sono risvegliata qualche giorno dopo con la sete di sangue e da allora ci convivo. Di solito riesco a dominarla ma a volte perdo il controllo- raccontai.

-Qualcuno sa di questa sete di sangue?- chiese Thea.
-Solo noi due e nessuno deve saperlo. Ti prego, mantieni il segreto!- le dissi implorandola.

Thea annuì: -Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno-.




Ero nella mia stanza e cercavo di riposare dopo essere “tornata in vita” quando la porta si aprì ed entrò il padre di Nyssa.

Feci per inginocchiarmi, come dovevo fare in sua presenza, ma lui mi fece cenno di fermarmi.

Chiuse la porta e mi fece cenno di seguirlo al centro della stanza.
Che stava succedendo?

-Ti ho fatto un dono, Ta-er al-Sahfer, ne sei consapevole?- mi chiese.
-Sì, ne sono perfettamente consapevole-.

-E sei consapevole che questo ti legherà ancora di più a me?-.
Annuii ancora una volta.

-Molto bene. Non mi aspetto esitazioni d’ora in poi- disse e si avvicinò tantissimo a me, dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo possibile per non scattare indietro.

-E smetti di amare mia figlia, a lei serve un uomo forte, non una donna come te. E prima che tu lo dica, ho visto come la guardi e come ti comporti con lei. Non farle capire che sei innamorata o ci saranno conseguenze molto gravi- aggiunse e poi se ne andò.

Accidenti.


Note:

*Al’ab = padre (arabo)

Ci sono molti flashback, lo so, ma servivano per la trama. La scena in cui Sara ride, nel primo flashback, è simile a quella della serie (non ricordo in che episodio venga detto, credo nella terza stagione).

Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top