4. La lettera
Pov. Gizem;
Ho perso la cognizione del tempo da quando ho iniziato a camminare avanti e indietro per il salotto, dopo che mi sono svegliata tutta indolenzita sul divano ancora adesso averto tutti i miei muscoli contratti per via della posizione scomoda ma nonostante questo non riesco a stare ferma. Come non lo è nemmeno la mia mente che lavora ogni informazione in modo veloce, dovrei mangiare qualcosa ma il mio stomaco è chiuso in una morsa ed al solo pensiero di toccare cibo mi assale un senso di nausea.
Non ricordo come la notte prima mi sono addormentata, un attimo prima fissavo il vuoto e poi c'era solo il buio ma sono sicura che i complici sono state tutte le lacrime che ho versato e la notte insonne del giorno prima: il mio corpo non ha retto a tutto ciò.
Sono passate ventiquattro ore da quando li ho visiti e sfiorati per l'ultima volta, non so come funzionerà il resto il Detective Scott mi aveva accompagnato gentilmente nella mia nuova casa, non mi ha posto nessuna domanda: una volta arrivati mi ha suggerito di prendermi un po' di tempo per digerire il tutto, come se fosse possibile una cosa del genere ma mi sono limitata ad annuire. Non ero pronta per gestire il tutto, non appena ero finalmente da sola sono scoppiata in un pianto liberatorio e di dolore.
Ma adesso sono pronta.
Sono più che decisa a mantenere fede alla promessa che ho fatto: vendicare la morte ingiusta dei miei genitori da chiunque sia stato il vero responsabile, i giornali ed i tg locali parlano che ciò che è successo si tratta di una rapina andata male già sicuri sebbene la polizia non ha ancora dichiarato niente, ma è ovvio che anche quest'ultimi la pensano come loro. Ma ladro o meno non c'è nessuna differenza è una questione d'onore, lo sento nel mio sangue che pulsa dritto nel mio cuore.
Non esiste più nessuna pace nella mia vita fino a quando non avrò la mia vendetta e la loro, dopo ho tutto il tempo del mondo per gestire il lutto ma questo non è affatto il momento.
So che una volta compiuta non riavrò la mia famiglia di nuovo con me, non sarà mai come prima ma è giusto, mi volto posando lo sguardo sulla lettera lasciata con cura sul tavolino di fronte al divano mentre un sospiro esce dalle mie labbra: lì dentro ci sono delle risposte, come tutti i segreti che i miei genitori mi hanno sempre nascosto forse per il mio bene. Tutte le foto in giro per casa sono degli indizi.
Si tratta di una caccia al tesoro inventata da mio padre che ad ogni mio compleanno o per passare il tempo facendo qualcosa di diverso, organizzava aggiungendo sempre qualcosa di diverso ogni anno: era il nostro gioco, almeno credevo fino ad oggi forse mi stavano solo preparando per questo giorno. Non ho nessun dubbio riguardo a questo.
Un sorriso malinconico appare sul mio volto mentre annullo la distanza avvicinandomi verso il divano, mi metto seduta per terra incrociando le gambe guardando la foto dei miei genitori: l'avevo rimessa con cura nella cornice appoggiandola sul tavolino basso accanto alla lettera.
Senza pensarci ulteriormente e perdere ancora tempo prendo quest'ultima tra le mie mani iniziando ad aprirla con delicatezza, non volevo rovinare nulla specialmente la scritta di mio padre. È l'ultimo ricordo che ho di loro. Tiro indietro le lacrime cercando di rimanere concentrata, faccio un respiro profondo appoggiando di nuovo la busta sul tavolino dopo aver tirato fuori un foglio piegato con cura e non appena lo apro sulla mia gamba cade un petalo secco di orchidea. Il mio respiro si blocca nella mia gola mentre prendo con cura il petalo tra le mie dita per poi appoggiarlo accanto alla busta, ho bisogno di concentrarmi sennò non sarei riuscita a concludere nulla.
Riporto la mia totale attenzione sulla lettera, le mie dita iniziano a tremare non appena riconosco la calligrafia elegante di mio padre: dopo anni di prove e di mani sporche di inchiostro era riuscito a trovare il suo stile.
"Ciao amore mio,
so che sai benissimo cosa vuol dire questa lettera e che non sono le mie solite poesie o le mie frasi sagge sulla vita, ma credimi scrivere questa lettera non è facile né per me e né per tua madre sapendo nel nostro cuore il motivo per cui siamo arrivati a questo.
Se la stai leggendo vuol dire solo che: io e tua mamma siamo morti.
Sapevamo fin dal primo momento che avresti trovato ogni piccolo indizio sparso nel nostro vecchio appartamento, non abbiamo mai avuto nessun dubbio al riguardo.
Non abbiamo mai voluto che tu provassi un dolore così grande, lo so sembra una frase fatta ma nei nostri cuori fin nel profondo eravamo coscienti che abbiamo sbagliato a gestire il tutto fin dal primo momento ma è necessario più di tutti che tu sappia la verità, bambina mia. Hai bisogno di sapere cosa ti abbiamo nascosto in tutti questi anni.
Immagino che sei ferita ed arrabbiata con noi: in questo assomigli molto a tua mamma più di quanto tu possa immaginare, sebbene hai anche una parte del mio carattere il resto è identico al suo; però voglio solo specificare che non lo abbiamo fatto con le cattive intenzioni. Volevamo e vogliamo tutt'ora solo proteggerti e donarti la libertà che tu hai diritto, una vita tranquilla senza che il nostro passato inquina la tua vita e la tua anima.
Io e tua madre sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, fin dal primo momento in cui abbiamo deciso di prendere le redini del nostro destino ma prima o poi quella trama sarebbe arrivata: non ci siamo mai opposti del tutto il nostro amore è stato sempre più forte e testardo di tutto. La scelta che abbiamo fatto era per stare insieme, senza che nessuno ci ostacolasse più e di poter vivere il resto della nostra vita senza nessun rimpianto.
Ogni giorno che passava ringraziavamo per averci donato dei momenti stupendi con te, che abbiamo visto quasi ogni tua prima volta fino a diventare la donna stupenda che sei. La nostra luce. Il frutto del nostro amore.
Non siamo mai stati troppo tecnologici e per paura abbiamo preferito scriverti queste lettere in modo che rispondiamo a quasi a tutte le domande che ti stai ponendo, so che riuscirai a trovare tutto il resto che abbiamo trascorso.
Sapendo del nostro destino il nostro lavoro è stato solo uno: riuscire a salvare te. E ci siamo riusciti, nessuno sa della tua esistenza: io e tua madre l'abbiamo sempre tenuto nascosto anche quando sei nata in Turchia, la donna che aiutò tua madre a partorire ci garantì che il nostro segreto sarebbe morto con lei. E così è stato. Sei al sicuro, bambina mia.
Lo so cosa vorresti fare, ciò che il nostro onore vuole fare ma ricordarti che la vita è un dono meraviglio anche se ci fa soffrire e toglie persone a noi care, non sprecare ogni attimo di essa.
Non sprecarla per vendicarci, quella gente è spietata non ha il briciolo di amore nel cuore ormai consumato dalla cattiveria. Stai lontana da loro.
So che ti senti sola ma ricordati che ti amiamo e ti ameremo sempre: non sei sola siamo e saremo sempre al tuo fianco anche se non ci vedi.
Ti amo.
Papà."
Accarezzo lentamente la calligrafia di mio padre mentre le lacrime corrono lungo il mio viso senza sosta, come potevo avere dubbi? Mio padre mi conosce fin troppo bene, ogni mio pensiero lui lo sapeva già forse prima di me. Come posso non vendicarvi? Mi hanno levato la mia famiglia senza darmi nemmeno il tempo di salutarvi, di darvi un addio decente sebbene è difficile.
Osservo silenziosa la calligrafia di mio padre la lettera è perfetta: non c'è nemmeno l'ombra di una sbavatura dell'inchiostro, posso immaginare l'espressione di mio padre dopo averla scritto. Con tutto il suo dolore ma aveva il suo sorriso soddisfatto sul volto per non aver fatto nessun errore.
Ha scritto l'intera lettera in turco usando giusto qualche parola antica, ha sempre detto che è il suo hobby per non dimenticare la storia di quella scrittura e che da essa in qualche modo si ricollega alla sua anima. Qualcosa del nostro passato che dobbiamo riscoprire, nei miei momenti liberi quando mi annoiavo mi mettevo al suo fianco: mi ha insegnato ogni parola o qualche trucco della calligrafia.
Infatti questo tipo di carta che aveva usato proveniva direttamente dalla Turchia, in un paesino dove la creavano ancora e so che il signor Hasan del piccolo supermercato qui a Brooklyn, gliela ordinava al suo posto.
Ripiego con cura la lettera di mio padre sistemandola nella busta ponendola di nuovo sul tavolino, non voglio che si rovini nulla, il mio sguardo cade sull'altro foglio con la scrittura di mia madre. Il mio cuore si stringe per il dolore facendomi mancare di nuovo il fiato.
Non mi sono sbagliata: questo appartamento era stato fin da subito la prima risposta alle mie domande, dei miei sospetti di quando ho messo piede qui dentro: loro hanno sempre saputo della loro morte e hanno preparato tutto per questo momento. No, non era un caso che sul tavolo della cucina c'erano dei fiori vecchi di un giorno raccolti dal piccolo giardino di mia madre o che alcuni vestiti erano riposti con cura dentro l'armadio. Pochi per non far sospettare nulla o attirare l'attenzione, almeno a chi non sa guardare con attenzione.
Tutto era pronto per il mio arrivo qui: dove tutto era iniziato dal nostro arrivo qui in America.
Mi mordo il labbro inferiore prendendo tra le mani la lettera di mia madre, non ha senso rimandare ancora questo momento.
"Ciao bambina mia,
io.. Non sono affatto brava a scrivere una lettera è più da tuo padre che da me, so che questo lo sai e immagino la tua sorpresa a leggere queste righe. Volevo lasciarti un ricordo di me e tutta la verità, perché è giusto che te la racconti io.
Perché tutto il dolore che stai provando in questo momento è colpa mia: solo mia, tuo padre sicuramente starà dicendo che non è così ma sappiamo entrambi che è vero solo che non vuole ammetterlo del tutto.
Non sai quanto mi sono odiata e quanto mi odio ancora quando ogni volta che tu mi dicevi: « Dimmi la verità. » io dovevo mentirti in continuazione anche se il mio cuore mi faceva male ogni volta che incontravo il tuo sguardo deluso, o quando ti sgridavo nei momenti in cui provavi a scoprire chi eri davvero. Sei sempre stata uguale a me: testarda e orgogliosa, non ti fermi mai fino a quando arrivi al tuo obiettivo.
E so che frequentavi quel corso con la professoressa McGranitt.
Ma tornando a noi.. Devi sapere che il cognome di tuo padre non è mai stato "Aydin" quello apparteneva alla tua nonna paterna prima che si sposava con tuo nonno, tu sei una Altun. La famiglia di tuo padre sebbene non era ricca, era amata da tutti, cercavano sempre di aiutare con le loro disponibilità.
Da parte mia invece sei una Özdemir, non sai quanto odio o quanta vergogna provo per questo cognome.. Quante volte ho sperato di svegliarmi e trovarmi in una famiglia per bene come quella di tuo padre, ma ogni giorno ero sempre una Özdemir. Bloccato in quel cognome maledetto.
Devi sapere che la mia famiglia non è mai stata buona o per bene e non lo sarà mai, loro non hanno onore. L'onore per mio padre è il crimine, il suo " impero" come lo definiva lui stesso, quando ho saputo della sua morte ne ero felice anche se non sarebbe cambiato nulla.
Io ero l'unica erede legittima per ereditare il tutto, ora posso finalmente rispondere alla tua domanda: si hai uno zio, di cui so che non ne andrai fiera perché come tuo nonno è un essere spregevole senza cuore. Tuo nonno tradì mia madre prima che convolarono a nozze, lo ha avuto dalla sua amante ed è molto più grande di me e so che è sempre stato il suo orgoglio.
Io sarei stata solo un affacciata, un nome legittimo mentre lui avrebbe controllato il tutto ma io non ero d'accordo. Non perché volevo quel maledetto impero, ma volevo ripulire il nome della mia famiglia o per lo meno fare del bene a differenza loro. La casa dove sono nata e cresciuta era sempre piena di sangue e di odio, non so come ho fatto a credere sempre nel bene ed a sognare una vita migliore.
Tuo padre per me non è stato solo un amico, un'amante o un marito: è stato anche la mia forza e lo è tutt'ora. Grazie a lui sono riuscita ad oppormi sia a mio padre all'epoca ancora vivo e sia al mio fratellastro.
Quando mi innamorai di tuo padre mi sono sentita amata, ho provato cose che non avrei mai immaginato di provare nella mia vita e soprattutto mi sono sentita: libera. Perché in una vita piena di decisioni prese contro la mia volontà per una volta, ho deciso io di chi innamorarmi e di avere qualcosa per me. Ma per tuo nonno, lui non la pensava in questo modo.
Aveva organizzato un matrimo combinato con il braccio destro di mio fratello, forse lo aveva deciso quando ha scoperto che mia madre non poteva avere altri figli o quando sono venuta al mondo. Sapevo che quello era solo un modo per avere più controllo su di me e che non mi potevo più opporre.
Fu per questo che io e tuo padre decidemmo di scappare via per avere una vita diversa da quello che avevamo lì, non era facile scappare dalla Turchia specialmente con le conoscenze di mio padre che si erano messi in moto quando scoprirono che avevo lasciato casa per scappare.
Dopo mesi e mesi di scappare in ogni paese nascosto o far perdere le nostre tracce che una notte scoprì di essere incinta di te. Il nostro cuore scoppiava di felicità ma allo stesso tempo la paura non ci faceva dormire la notte, non abbiamo mai voluto metterti in mezzo a questo casino.
Non avevamo documenti e i pochi soldi che riuscivamo a racimolare stavano finendo, con la gravidanza nessuno mi voleva assumere nemmeno in mezzo ai campi e fu per questo che andammo ad Instabul. Mi ricordai di una vecchia conversazione di mio padre e mio fratello, dove la polizia di Istanbul gli dava la caccia senza sosta e non riusciva a corrompere la squadra speciale.
Il nostro piano è sempre stato quello di lasciare la Turchia, per salvarti e darti un futuro migliore dove tu potevi essere libera e ciò che volevi diventare senza la mia famiglia che ti avrebbe solo fatto del male. Come d'altronde aveva fatto a me stessa.
I servizi segreti di Istanbul che indagavano da sempre su tuo nonno, ci aiutarono e furono gentili con noi: ci diedero un posto sicuro dove vivere e delle nuove identità almeno fino a quando non saresti nata.
Continuammo a viaggiare per la Turchia per oltre un anno e mezzo, i mesi in cui ero incinta furono i più difficili: sia per nascondere il pancione e sia per scappare, ero lenta e mi stancavo facilmente. Dopo la tua nascita facevamo di tutto per non farti vedere da chi ci inseguiva, quando succedeva.. L'agente al nostro fianco si occupava di tutto.
Al nostro ultimo posto "sicuro" in Turchia chiedemmo di lasciarla per sempre, non fu facile trovare un altro paese pronto ad ospitarci senza destare sospetti: gli Stati Uniti erano il posto perfetto specialmente New York.
New York e Brooklyn erano perfette, piene di persone di nazionalità diversa ed era facile far sparire le proprie tracce: prima di partire avevano messo che noi eravamo morti durante una fuga. Nonostante ciò al nostro arrivo in America non abbiamo mai abbassato la guardia, ho sempre saputo dentro di me che il mio fratellastro non si sarebbe mai arreso.
E ci hanno trovato: sei mesi fa.
Se sei arrivata a questa lettera vuol dire che siamo stati ingenui e troppo lenti, il nostro piano era forse di scappare in un altro Stato ma era difficile spiegarti tutto quanto e non volevamo coinvolgerti più in tutto questo.
Scusa bambina mia, scusami di tutto. Ma nonostante la nostra morte sappiamo che sei al sicuro.
Ti chiedo solo una cosa: non fare niente, non vendicarci e non cercare nient'altro sulla nostra famiglia maledetta, dimentica tutto. Lo so è difficile ma devi farlo per te stessa, se scoprono di te è la fine non voglio immaginare cosa farebbero ed in ogni caso.. Non possiamo aiutarti più.
Rimani una Aydin sempre. Non cercare di riprendere il cognome di tuo padre o il mio, non ne vale la pena porta solo dolore. Il tuo cognome è il tuo porto sicuro, ricordalo sempre.
Ti amo così tanto.
Sono felice che la vita mi abbia donato te, aver cresciuto una famiglia stupenda come te ha eliminato ogni sofferenza dalla mia vita.
Sii la donna forte e fiera che sei, non cambiare mai.
Mamma."
Dopo aver letto l'ultima riga della lettera di mia madre rimango immobile per terra senza muovere nemmeno un muscolo, anche le mie lacrime si sono fermate ed ormai si sono asciugate lungo il mio volto. La mia testa era in totale confusione e il mio respiro si era fermato fino a qualche secondo fa, dopo tanto tempo ho ricevuto ogni risposta alle mie domande: sia quelle fatte a voce e sia quelle silenziose di questi giorni.
In modo automatico richiudo con cura la lettera rimettendola nella stessa busta dove c'era quella di mio padre, mi alzo da terra con calma sentendo le gambe deboli e la mia testa girare.
Mi allontano dal salotto avviandomi verso la cucina che dista solo pochi passi, prendo un bicchiere versandoci dell'acqua e ne sorseggio subito un sorso mentre fisso il vuoto dalla finestra.
Scuoto brevemente la teste mentre ripenso a tutto quello che ho sempre pensato sulla famiglia di mia madre, si tratta solo di una stupida fantasia e di illusione la realtà è completamente diversa da ciò che credevo.
La prima teoria che mi ero fatta, forse la più banale che si vedono in ogni telefilm, era quella che i genitori di mia madre non accettavano mio padre: forse per soldi, per terre o per la sua reputazione o quella di un suo parente. Non era sbagliato come pensiero, negli anni in cui i miei genitori erano giovani esistevano ancora i matrimoni combinati e non era facile sposare chi di cui eri innamorata.
La seconda invece era che mia madre aveva perso entrambi i suoi genitori in un tragico incidente o che entrambi l'avevano data in adozione senza lasciare le loro tracce, erano dei pensieri terribili in entrambi casi certo ma ciò che mi ha scritto mia madre supera il tutto.
Il mio cuore si stringe in una stretta facendomi mancare di nuovo il fiato, mentre le parole scritte da mia madre o quelle di mio padre in cui mi dicono di non vendicarmi né di trovare il loro assassino. Ma come posso farlo?
Come posso tradire una promessa fatta nel loro letto di morte?
- Angolo dell'Autrice:
Buon pomeriggio a tutti, ecco a voi il quarto capitolo!
Rispetto a quelli precedenti non è affatto molto lungo, anzi.. Forse dopo tanto tempo è il primo e forse anche l'ultimo. Ahah Ma a parte questo è stato voluto, volevo incentrare l'intero capitolo sulle due lettere lasciate a Gizem dai suoi genitori, la verità che ha sempre cercato fin da quando era piccola.
Questo capitolo è dedicato a lei e alla storia della sua famiglia che man mano andrà a scoprire.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se vi va lasciate un commento e dimmi cosa ne pensate!
Ogni errore verrà corretto prossimamente!
Piccolo spoiler: il prossimo capitolo sarà dedicato tutto ad Adrian, qualche racconto del suo passato e.. Chi lo sa!
A presto!
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