Il segreto di Eric

Pov Sara:

< SBAAM!! >

Il contatto tra le nostre labbra viene interrotto dal rumore di una porta che sbatte. Ci voltiamo e incontriamo il cipiglio arrabbiato di Marina : gli occhi sono ridotti a due fessure, le sopracciglia sono tese verso il basso, il labbro superiore è sollevato, il naso è arricciato. Sembra infastidita; quindi ci ho visto giusto : lei prova qualcosa per Eric. Per la prima volta mi sembra di leggere nello sguardo oceano di Eric un'espressione non dissimile dalla paura: le sue sopracciglia sono sollevate e ravvicinate, la sua fronte è increspata dalla presenza di rughe, i suoi occhi sono ben serrati e fissi sulla sua figura. Di colpo il suo viso si distende in un'espressione serena, sta cercando di ritornare l'imperscrutabile di sempre.

< Marina, cerchi qualcosa? >, il suo timbro di voce è modulato, contenuto e incredibilmente calmo; considerata la situazione in cui ci ha beccato, questa sua reazione è irreale. Lei ci concede un'occhiataccia e sembra volermi fulminare.

< No, nulla. Ti cercavo, ma vedo che sei impegnato, molto impegnato > sottilinea sul termine impegnato.

< Ero impegnato a togliere una ciglia dall'occhio di Sara > dice lui senza alcuna remora, ma sono convinta che lei non se l'è bevuta.

Io abbasso lo sguardo e mi stupisco di come io possa ancora respirare, considerato il terrore che sto provando. Un'idea mi sta balenando in testa, un'idea terribile.

< Sarei curiosa di sapere cosa ne penserebbero i vostri genitori di questa ciglia nel suo occhio > pronuncia malignamente, virgolettando sulle parole "genitori" e "ciglia". Mi concedo un profondo sospiro, carico di tensione, mentre lei ci tiene in pugno.

Il suo braccio viene afferrato da Kevin.

< Forse è meglio che andiamo via, Marina! > le ammonisce. Rimasti soli regna il silenzio in casa, perché i nostri genitori sono andati ad un convegno. Io mi sento stranamente a disagio: questa situazione è assurdamente irreale; se non ci avesse interrotti, ci saremmo baciati sul serio, di nuovo.

Con la coda dell'occhio lo vedo procedere a grosse falcate verso la cucina. Lo seguo con passo incerto. Arrivata lì, con le mani al grembo e lo sguardo rivolto al pavimento, non so cosa fare. Vorrei chiedergli il motivo per cui quella Marina sia così tanto gelosa nei suoi confronti, vorrei chiedergli cosa c'è stato tra loro due in passato. Nonostante io voglia dirgli tante cose, nulla esce dalla mia bocca. La apro per far uscire quello che ho dentro , ma un groppo in gola mi rende impossibile articolare anche una singola sillaba. Lui se ne sta lì, seduto tranquillamente sullo sgabello, a bere il suo bicchiere d'acqua. Perso nei suoi pensieri, fissa un punto indefinito davanti a sé e sembra non far minimamente caso a me.

-Come ci riesce? Come riesce a fare finta di niente? Chissà a cosa pensa... -

Comincio a pensare di essere io quella sbagliata tra i due.

Devo essermi incantata, perché lui finalmente sembra notarmi. Le sue labbra si arricciano in un sorriso sghembo.

< Una fotografia dura di meno > ripete la stessa frase di quella sera, al night-club.

Percorre a grandi falcate la cucina per venire qui, di fianco a me.

< Ti sbagli! Non ti stavo fissando! Pensavo a... > annaspo alla ricerca di una scusa plausibile, poi continuo < Al progetto che devo portare a termine per domani! Sì! Proprio quello! >. Mi alzo dalla sedia su cui ero seduta, non riesco a stargli troppo vicino; questo ragazzo mi fa paura ed elettrizza allo stesso tempo. I suoi occhi sono incollati su di me, decisi a non perdere ogni mia singola mossa o parola.

< Cosa riguarda? > mi chiede inaspettatamente.

-Cosa?-

< Ti interessa? Mi prendi in giro! > esclamo sbigottita e se fossi in un anime giapponese, quasi sicuramente la mia mascella ora sarebbe a terra.

< Se te l'ho chiesto, evidentemente sì. Suvvia! Fai poche cerimonie e dimmi il tema del progetto > mi dice con un tono divertito poggiandosi lievemente sul tavolo.

< Da quando in qua tu sei un esperto di arte? > gli chiedo con un leggero scietticismo.

< Da quando sono stato costretto a seguire corsi formativi sul design e sulla moda, da quando ho fatto un esame a scelta sul Marketing della moda > mi rivela.

< Assurdo! E li hai fatti perché... > non mi lascia terminare : < Perché sarebbe curioso vedere il CEO di una casa di moda non saperne niente di moda. Ci sono i creativi e gli stilisti per le creazioni e io mi occuperò maggiormente del marketing, della gestione e del profitto. Ciononostante sarò io a decidere quali collezioni accettare e quali no, non posso fare una scelta solo in relazione al reddito,alle spese della forniture, al possibile profitto e ai bilanci, ma deve anche essere una scelta in base alle esigenze dei compratori >.

< Non sei solo perspicace, analitico e intuitivo, ma sei anche molto intelligente > mi lascio sfuggire. Lui ghigna per poi dirmi : < Cosa credevi? Mi credevi un asino per caso? >.

< No, è solo che... l'ultima volta con la prof non credo voi abbiate parlato di psicologia >, mi tappo la bocca quando è ormai troppo tardi.

Lui scoppia in una fragorosa risata.

< Hai ragione, non ti facevo così perspicace, un punto a te! Ottima deduzione Sherlock! > mi scherza.

< Quindi non mi sembra che tu ti strugga sui libri come noi comuni mortali > continuo, tanto ormai la bomba l'ho sganciata. Avvicina le sue labbra al mio orecchio al punto da farmi sentire il suo respiro su di esso.

< Ed è qui che ti sbagli, ci tengo alla mia preparazione. Quell'esame non ho potuto prepararlo per mancanza di tempo, per via della tesi e del mio doppio lavoro >

Decisa a togliermi un sassolino dalla scarpa che mi dà il tormento, gli pongo una domanda che mi assilla da quella notte : < Pe-perché sei costretto a fare un do-doppio lavoro, Eric? >.

Mi soffermo a guardare il bancone della cucina, pur di evitare il contatto visivo con lui che, invece, non è del mio stesso avviso: mi alza il mento e mi inchioda al ghiaccio delle sue pupille.

< Ti interessa? > mi soffia sul viso.

< Sì >

< Lo faccio per aiutare una persona a me

cara > mi confessa.

< U-una donna? > gli chiedo impunemente.

-Dimmi di no! Dimmi di no! Dimmi di no!- lo imploro telepaticamente, nei film a volte funziona.

< Sì >

-NOOOOOO!-

< Ah... >

Se il pesce lesso avesse un volto umano, sarebbe il mio in questo istante : la mia bocca è rimasta aperta come in piena paralisi facciale.

Una vibrazione ci distoglie l'uno dall'altra.

Lui si adombra : i suoi lineamenti si induriscono, per un attimo la sua mano stringe fortemente lo spigolo del tavolo.

< Eric! Ehi! Eric, cosa c'è? >

< Devo andare, a dopo > pronuncia velocemente, per poi andare via a passo spedito.

A me non rimane altro che fissare il punto in cui è scomparso.

POV Eric :

< Sì, ho capito! Sta' tranquilla! Lo so! Raul è tornato! Ho ricevuto proprio ora il messaggio, me ne occupo io. No, tranquilla! Andrà tutto bene! > dico tutto d'un fiato al telefono. Era mia nonna, letteralmente a pezzi per via della notizia : Raul è tornato. Quel delinquente che ha distrutto la vita di Rossella, è ritornato.

"Il tempo passa per tutti, ma non per Rossella. Bellissima come allora" mi ha scritto.

< Un bastardo! > pronuncio sferrando un pugno sul muro.

Entro velocemente in macchina e sfreccio via. La velocità dell'auto aumenta sempre di più, ma non mi importa, devo arrivare all'appuntamento da quel maledetto. Vorrei sfogarmi, urlare, piangere, ma non posso. A persone come me non è concesso: persone, che portano il peso di una responsabilità più grande di loro, non hanno il tempo di disperarsi. Gente come me deve agire per difendersi dalle avversità di un destino spietato. Parcheggio in una stradina di campagna che, se fosse notte, sarebbe un perfetto scenario da film horror. Attendo alcuni minuti, finché non appare di fronte a me una sagoma che conosco fin troppo bene: un ragazzo alto, robusto quanto basta, con le braccia interamente coperte dai tatuaggi, con i capelli un po' più lunghi del normale e gli occhi grigi.

-È lui! È Raul!-

< Eric, da quanto tempo! Ti trovo bene! >

< Dimmi senza tante cerimonie cosa vuoi da Rossella! > lo sollecito minacciosamente.

Lui fischia per poi ridermi in faccia.

< Uh! Dimenticavo che sei il suo angelo custode. Dimenticavo che sei il suo

carceriere! >

< Smettila di fare l'idiota e dimmi cosa vuoi! Soldi? È questo quello che vuoi? > ribadisco duramente.

< Ieri l'ho rivista, bellissima come un tempo! Mi chiedo come sarebbe poterla toccare

come... > non gli permetto di terminare la frase perché una furia si impossessa di me. Lo afferro dal giubbotto di pelle e lo sbatto violentemente al muro.

< Non. Ti. Azzardare. A. Ripetere. Queste cose. > scandisco ogni parola digrignando i denti.

Lui continua a ridere mentre le mie nocche sono quasi viola a causa della forza con cui le sto stringendo, nel tentativo di mantenere la calma.

< Non hai idea... non sai quanto è stato bello stringerla tra le mie braccia quella notte, peccato che poi quell'incidente non ci ha permesso di cont... >.

Un mio pugno lo stende e si ritrova con il sedere sull'asfalto.

< Lei non voleva stare con te, non voleva avere più nulla a che fare con te, sei solo una larva umana! Tu quella notte l'hai costretta a salire in macchina con te, ma, anche quella notte eri strafatto di eroina e hai perso il controllo dell'auto! >

Anche di fronte alle mie parole, lui rimane impassibile, come se ciò non gli interessasse.

-Come può un uomo essere un abominio simile? Come può distruggere la vita di una ragazza e rimanerne indifferente?-

Non sono un santo, ma di fronte a quest'uomo anche un diavolo risulterebbe un angelo e anche un angelo perderebbe le staffe.

Lui sembra voler continuare il suo delirio :

< Questa volta non me lo impedirai, non mi impedirai di averla, farò quello che avrei voluto fare tanto tempo fa, la stringerò tra le mie braccia e... > farfuglia in tono delirante, sono sicuro che si è fatto una dose prima di incontrarmi.

Queste parole suonano come delle lame sotto pelle, per me è troppo.

Mi scaglio contro di lui e iniziamo una scazzottata che insanguina le nostre mani, le braccia, una parte del petto e il labbro. Il terreno è in un mare di sangue, il nostro.

Io sembro avere la meglio e sono sopra di lui per dargli colpi più decisi, ma in un attimo mi ritornano alla mente le sue parole e mi fermo.

< No-non po-posso, non po-posso diventare un assa-ssassino, ho macchiato le mie mani per un abominio come te, non avrai altro! >, poi concludo < Non avvicinarti a lei, MAI PIÙUUU! SEI SOLO UN RELITTO UMANO! >.

Barcollante, raggiungo la macchina. Il dolore della ferita al petto mi fa vedere letteralmente le stelle. Parcheggio velocemente nel garage di casa mia.

-Devo assolutamente trovare un kit medico, così mi disinfetto!-

POV Sara:

Mi siedo sulla sedia trasparente policarbonato per stare più comoda, mentre continuo a tracannare il bicchiere. Mi poggio lievemente sul tavolo e avverto un brivido di freddo sulla fronte, deve essere il marmo bianco del tavolo.

-Che sonno! Mi sto per addormentare-

Il rumore di qualcosa che va in frantumi mi fa sobbalzare. Alzando gli occhi incontro quelli sofferenti di Eric, che se ne sta lì, appoggiato alla porta in legno della cucina. Io mi tiro su a sedere, limitandomi ad osservarlo.

< Eric... cosa fai qui? > gli domando, perché non so veramente cosa dirgli.

< Po-tre-i farti la stessa domanda? > mi chiede di rimando, il tono della sua voce è sofferente.

Mi avvicino a lui che, stranamente, resta fermo nella sua posizione, solo ora mi accorgo che ha ha il viso sporco di sangue, le mani anch'esse nella stessa condizione. Non so cosa sia successo. La sua respirazione è pesante.

< Cosa ti è successo? >

Una mia mano cerca di sfiorarlo, ma lui si allontana. Io corro a prendergli il kit del pronto soccorso.

< Stai fermo lì, non muoverti! Ti medico io >

< Allora sono veramente destinato a fare una bru-brutta fine, AHHH! > ha il coraggio di prendermi in giro anche in questa situazione.

Immergo la spugna nell'acqua saponata e inizio a pulire la ferita sulle mani. In seguito aggiungo l'acqua ossigenata.

< Questa brucerà, stringi i denti! >.

La applico e il suo viso sudato si contrae a causa delle smorfie, dovute alla sofferenza.

< Stai tranquillo, è solo il dolore iniziale dovuto alla combustione che si crea a causa del contatto con la ferita aperta >.

Inizio a fare lo stesso anche per il suo petto, privo di camicia, anche se mi limito a sfiorarlo. In questo silenzio carico di tensione si udiscono solo le sue risate sommesse.

< Puoi avvicinarti di più, non mordo >

< S-smettila, ho-ho finito >.

Avvolgo le parti lese nella garza.

< Mi-mi raccomando, do-domani devi fare lo stesso, chiama un'infermiera per... >

< Non ne ho bisogno, ci sarai tu o sbaglio? > mi pone quella che è una domanda retorica anche per me.

< Sì, ci sarò io >.

Corro di sopra, passano le ore ma la mia mente è occupata solo da Eric, poi ad un certo punto prendo sonno.

< Biip!!! > la massacrante sveglia al mio fianco mi desta.

-Chissà come sta Eric?-

Preso il kit, busso alla sua porta e dopo aver udito un segno positivo da parte sua, entro.

Se ne sta lì, supino sul letto con l'addome nudo, devo ammettere che è ben definito.

-Ma che stai pensando, Sara? Svegliati!-

< Sono qui per medicarti, ma prima devi dirmi la verità, Eric > lo esorto con tono perentorio.

< Ho avuto contrasti con un ragazzo che ha distrutto la vita ad una persona a me molto cara > mi confessa con un timbro di voce atono, quasi assente. Il suo sguardo è perso nel vuoto.

< Questa persona di cui parli è la donna di cui mi hai accennato ieri? >

< Sì, lei >

< Come puoi ridurti così, per... >

< Sarei disposto anche a morire per le persone che amo > mi confessa e per la prima volta scorgo nel gelo dei suoi occhi qualcosa, un amore incondizionato, puro e sincero. Il suo è un sentimento che si dà, senza pretendere nulla in cambio; per la prima volta avverto che Eric è in grado di capirmi.

< Non sarebbe meglio se lo dicessi a John >

< Non esiste. Lui le ha fatto del male in passato e gliene farebbe ancora se sapesse >.

Vorrei sapere tutto, ma il dolore silenzioso che lo opprime in questo momento, mi spinge a tacere. A volte è proprio il silenzio la migliore cura, a volte le parole possono darti il colpo di grazia ed annientarti.

Gli tolgo la fasciatura per fargliene una nuova. Il vero problema, come ieri, si presenta quando devo toccare il suo petto. Provo così tanto disagio che, leggermente poggiata all'estremità del letto, sfioro quel punto. Non riesco a guardarlo negli occhi. Le mie mani tremano sulla sua pelle. Il tremolio viene fermato dai suoi palmi così caldi, affusolati e avvolgenti ; stringono e inducono le mie a fare maggiore pressione proprio lì. Il suo braccio, quello che non presenta ferite, si posa sulla mia schiena lasciando delle leggere carezze. La sensualità di questo gesto mi fa mozzare il fiato e una scossa lungo la spina dorsale mi accappona la pelle. Il mio cuore accellera quando il suo avambraccio mi accosta a se.

< Non mordo, sai. Se devi medicarmi, fallo in modo preciso > sibilla con tono beffardo e, allo stesso tempo, soave.

< E-Eric, s-smettila di-di fa-fare questo > biascico avvampando.

< Fare cosa? > fa il finto tonto lui ghignando.

< Lo sa-sai, te-te ne sta-stai approfittando >

< Nulla che tu non voglia > mormora con voce suadente ad un soffio dal mio viso. Le mie labbra, ansanti di riassaggiare il suo sapore così intenso, si schiudono. C'è qualcosa di forte e devastante che mi spinge verso questo ragazzo, qualcosa a cui io non riesco ad oppormi. Le mie braccia vorrebbero posarsi sul suo petto per allontanarlo, ma restano a mezz'aria, in balia di questo sentimento. L'unica cosa che riesco a fare ora è trarre respiri profondi e serrare gli occhi. Le sue labbra così morbide e umide si posano sulle mie delicatamente. Lo scocchio tra di esse inizialmente è dolce, sembra si accarezzino a vicenda. La sua lingua si insinua lentamente nella mia bocca e il suo contatto con la mia è surreale : mi manda in estasi con un semplice tocco. La sua si sofferma ad assaporare la mia e in sincronia si muovono dando inizio ad una danza che aumenta di intensità fino a farmi mancare il respiro. Il movimento delle sue è vorticoso e impetuoso: sembra vogliano divorarmi. Si tuffa a capofitto su di me.

Un suo braccio mi attira a sé e mi ritrovo spaccicata su di lui. La sua mano è sulla mia nuca portando le nostre bocche ad aderire sempre di più. Il suo capo si incurva leggermente per permettere alla sua bocca e alla sua lingua di lambire ogni singolo centimetro della mia. Avverto il contatto della pelle dei suoi palmi sul mio fianco, un contatto casuale e intenso. Capovolge le posizioni e lui toreggia sopra di me, senza mai smettere di baciarmi in modo così impetuoso. L'aria è pregna dei nostri scocchi. Le mie mani affondano nei suoi capelli, tirandoli leggermente. Lui non riesce a trattere un gemito e aumenta la presa sul fianco. Potrebbe cascare il mondo, mi importerebbe solo di quello che sta accadendo ora tra noi. Il suo labbro superiore gioca con il mio, prendendo a mordicchiarlo. In un attimo entrambe le sue labbra divorano nuovamente le mie per poi prendere a stuzzicare, alternandole a colpi di lingua. La mia testa si incurva per poter seguire tutti i suoi intensi movimenti.

Afferra con forza i miei fianchi facendo in modo che i nostri corpi premano l'uno contro l'altro. Un inferno si scatena nel mio basso ventre, uno sfarfallio devastante e bellissimo mi scuote e mi travolge sempre di più in questo vortice di passione.

Aumento la presa sulle sue braccia, perché vorrei che tutto questo non finisse mai. La sua lingua, le sue labbra e i suoi denti divorano la mia bocca che corrisponde alla sua, facendosi risucchiare completamente. Esistiamo solo io e lui, nessun'altro. Non voglio nessun'altro in questo momento, l'unica cosa che riesco a pensare mentre seguo i suoi movimenti curvando il capo da una parte all'altra per poter lambire ogni cm di esse. Lui tira con leggera forza i miei capelli dietro la nuca.

Le sue labbra e la sua lingua bramano, provocano e mordicchiano le mie. Questo gesto è così rude da farmi provare un leggero dolore, ma ciò non fa altro che aumentare il piacere del bacio.

Una forza passionale e audace mi spinge sempre di più contro il letto e una sua mano si insinua sotto la mia maglietta, ciò mi fa trasalire.

-Il letto? Oddio! Solo ora mi rendo conto di cosa ho fatto! Sono sotto di lui che mi sta baciando in un modo non proprio casto! -

Spalanco gli occhi e realizzo quello che la mia mente per interi minuti non ha compreso. Mi sembra di essere su un pianeta in cui nulla ha importanza ed esistiamo solo io e lui.



ANGOLO AUTRICE:

Sara ed Eric sono stati travolti dalla passione. Eric si è aperto con Sara in questo capitolo, seppur seguiti mantenendo la sua enigmaticità. Ci sono ancora molti punti interrogativi : chi sarà mai Rossella? Che ruolo gioca nella sua vita? Chi ha rubato il registratore incriminante Isabel e il killer misterioso? Quale sarà l'obbiettivo di Isabel? Eric? Nasconde ancora qualcosa?


Spero vi stia piacendo la storia. Se vi va, lasciate una recensione 😊.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top