5. I just died in your arms tonight
New York, 1988
«Sei sicuro che la situazione sia così tragica? Insomma in quest'ultimo anno avete superato altri tira e molla e, alla fine, avete sempre fatto pace», riferii sereno a Steve che, però, sembrava parecchio agitato.
Era vestito con il suo solito spolverino nero, un paio di jeans strappati, anfibi e portava i suoi consueti anelli stravaganti alle mani.
«Questa volta è andata a una festa con quelli della confraternita di un'università. Ho paura che si metta nei guai, sai che spesso non si frena», affermò il biondo, alzandosi di scatto dal mio divano e dandomi un lieve calcio alle gambe distese su un tavolino posto di fronte.
«E io a cosa dovrei servirti, amico?» gli domandai sollevando un sopracciglio e spegnendo il televisore.
«Ho bisogno che tu mi imponga una cazzo di regolata, nel caso in cui perda il controllo a seguito di quello che vedrò», confessò senza guardarmi.
«Non mi importa se ammazzi qualche arrogante. Sai come la penso in merito: le cose capitano», ribattei tirando un angolo della bocca in un sorriso malizioso.
«Importa a me! Io... rischio di perdere totalmente il cervello se uccido qualcuno. Non so spiegarti», reagì lui coprendosi il viso con le mani.
Rimasi in silenzio per un lungo momento e poi mi misi in piedi sbuffando.
«Mi devi un favore, però», esclamai prendendo il giubbotto di pelle e indossandolo sopra la maglietta grigia.
La festa della confraternita era abbastanza sofisticata per i nostri gusti. Non era stato facile imbucarsi, ma avevamo avuto successo grazie alle nostre abilità "fuori dal comune". Infatti, era bastato saltare oltre un altissimo cancello, lontano da occhi indiscreti.
La villa dove si svolgeva il party era enorme e la festa continuava anche nel bosco che la circondava.
Di Ashley non c'era traccia e, mentre io ero convinto che stessimo perdendo tempo, Steve era molto preoccupato. Chiedere informazioni a qualcuno era come cercare un ago in un pagliaio, così decidemmo di dividerci: io avrei cercato nel bosco e lui ancora nella villa.
I grilli cantavano melodicamente, il cielo era privo della luna e delle stelle, ma l'aria lassù era pulita e inebriante. Come di consueto respirai la brezza notturna, quasi dovessi farlo per vivere, anche se non era cosi da oltre un secolo. La notte mi donava tutto ciò di cui avevo bisogno sia per cacciare, sia per perdermi nei ricordi, sia perché rendeva magico tutto ciò che mi circondava. Il buio e le tenebre erano l'unica lieta costante della mia lunga esistenza, e ogni giorno aspettavo quel momento con trepidazione.
«Avanti, sono sicuro che si sveglierà, non preoccupatevi.».
Udii una voce sicura e determinata, grazie al mio udito vampiresco, che mi riportò alla realtà.
«Oddio, e se è morta? Cosa diavolo facciamo?» mormorò una seconda persona molto più titubante.
«Questa volta abbiamo fatto una bella stronzata, ma possiamo cavarcela lasciandola qui. Basta che torniamo in fretta alla festa», esordì una terza voce.
Scattai a velocità massima, sperando che la giovane in pericolo non fosse Ashley, ma, appena mi fermai in prossimità di quei ragazzi, mi resi conto che le mie preghiere erano state vane.
«Cosa cazzo le avete fatto?!» gridai raggiungendo la bionda stesa a terra tra due alberi.
«Rilassati, bello, ha mischiato solo un po' di roba», sbraitò uno dei tre, quello che sembrava il più arrogante.
Aveva i capelli lunghi e neri, con un ciuffo che gli copriva un occhio, e indossava una polo rossa sopra dei pantaloni scuri.
«Cazzo, Riley! Ti avevo detto che potevano scoprirci, io me ne vado!» farfugliò un altro. Non lo vidi bene, perché iniziò a correre nel bosco. Notai solo che aveva una maglietta a righe e jeans chiari.
L'ultimo del trio, un biondino in camicia e pantaloni, imprecò e trascinò via il tizio con il ciuffo, per poi essere pronti a inseguire il tipo che era fuggito.
Li lasciai scappare, ma solo perché mi concentrai su Ashley, pallida come uno straccio e con i vestiti ridotti male.
«Cosa cazzo le è successo?» chiese disperato qualcuno alle mie spalle.
«Tre tizi l'hanno drogata e forse violentata, sono scappati. Posso salvarla, stai tranquillo», cercai di calmarlo, anche se vedevo che la giovane era in gravi condizioni.
«Ho capito chi sono. Ho chiesto in giro, per quello sono corso nel bosco. Non è la prima volta che si comportano così con una ragazza. Non preoccuparti, non faranno più del male a nessuno», ringhiò furibondo Steve, scorticando la corteggia di un albero a cui era poggiato e chiudendo la mano in pugno.
Non riuscii neanche a pronunciare il suo nome che il biondo si era dileguato, senza lasciare traccia.
Non persi altro tempo e mi morsi il polso, facendo scorrere il mio sangue nella bocca della giovane in fin di vita.
Ashley era importante per Steve e mi andava a genio, non avrei permesso che morisse di overdose dopo essere stata violentata da dei ricchi snob.
Mi inoltrai un po' nel bosco e rimasi con lei: le poggiai la testa sulle mie gambe e le accarezzai i capelli biondi, restandole vicino fino a quando lentamente il suo battito non si fermò del tutto.
Ero dispiaciuto e una singola lacrima scese sulla mia guancia: avrei voluto uccidere tutti e tre quei bastardi, ma Ashley aveva bisogno di me in quel momento, non potevo abbandonarla.
La portai nel mio appartamento il più velocemente possibile, ci avrebbe messo un po' a riprendersi e volevo essere presente durante la transizione, avrei dovuto spiegarle tante cose una volta ritornata.
Steve poteva cavarsela da solo, non mi importava, poteva massacrarli tutti, l'importante era che non si facesse beccare.
Passarono un paio di ore e Ashley era sempre sul divano con me al suo fianco. Non avevo notizie di Steve da quando avevo abbandonato il bosco, non rincasava e il tempo sembrava non finire mai.
Accesi il televisore e ciò che sentii al notiziario mi lasciò sconvolto e senza parole.
"I corpi di tre ragazzi decapitati sono stati rinvenuti in collina, nei fitti boschi che circondando le lussuose ville della zona. Si pensa all'attacco in qualche feroce belva, risalito in qualche modo fino all'area abitata. Lo stato è di massima allerta. La ferocia e la crudeltà di questa bestia è agghiacciante, e consigliamo i cittadini di stare in casa. La guardia forestale è già alla ricerca dell'animale colpevole.
Un testimone in stato confusionale è stato trovato, sporco di sangue, nella stessa zona: sembra sia miracolosamente sopravvissuto all'aggressione e ora le autorità stanno provvedendo a interrogarlo appena potrà parlare, visto la gravità della sua condizione mentale."
https://youtu.be/Ac4J9344s2s
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top