34. One call away

I preparativi per attaccare Cole erano stati affrettati cosicché in un solo giorno avevamo fatto il possibile per prepararci a quello scontro.

Gabriel, Nick e Markoos erano la mia unica speranza per salvare Faith e cercare di annientare quel demone maledetto una volta per tutte.

Le coordinate che quello schifoso mi aveva mandato portavano fuori città, in un ospedale militare abbandonato e dall'aspetto inquietante che al calar del sole non migliorava molto. Mi chiedevo dove Cole scegliesse i posti per gli incontri, probabilmente, pensai, da "Creepyplaces.com".

L'edificio si evolveva su quattro piani con un terrazzo ampio e grande, da dove Cole ci salutò tenendo in ostaggio Faith.
L'atmosfera da film horror era palpabile: barelle rovesciate, mobili marci e strumenti medici erano sparpagliati ovunque, così come il terreno pieno di crepe e i muri ammuffiti.

L'odore di chiuso e la polvere a strati su ogni superficie facevano da cornice alle numerose ragnatele che pendevano dai soffitti coperti di muschi e licheni.

«Non dovevo farmi coinvolgere in queste stronzate» mormorò Gabriel J.Lewis, con il suo distintivo in vista sulla giacca a vento blu scuro; indossava inoltre un paio di pantaloni da addestramento militare e gli scarponi da soldato.

«Sono un vampiro, e questo posto mette i brividi pure a me!» rispose Nick, cercando di consolare l'umano.

«Hai sempre avuto paura dei fantasmi, mi ricordo ancora lo scherzo che ti facemmo quella notte» affermai ridacchiando per stemperare la tensione mentre salivamo le scale centrali per raggiungere il terrazzo.

«Fu davvero spassoso! Rob si è divertito parecchio, anche se non ho ricordi completi» disse Markoos indicandosi la tempia.

«Siete stati dei maramaldi!» si difese il biondo.

«Marache?» domandò Gabriel mentre avevamo raggiunto il secondo piano.

«Niente, a volte si crede ancora nel 1800»sbuffai osservando il mio vecchio rivale.

«Cazzo, l'idea fu proprio di Faith, sicuro che tu voglia salvarla?» sentenziò Markoos mentre ormai eravamo quasi in cima.

«Cosa? Pensavo fosse opera del tuo amico, tu eri troppo stupido per escogitare qualcosa del genere!» disse sorpreso Nick nel mentre che eravamo di fronte a due scagnozzi di Cole, i quali ci intimarono di restare fermi lì dov'eravamo sopra l'ultima rampa di scale.

«Vieni da solo, lascio la possibilità a quelli che sono con te di uscirne vivi, è un'offerta che non potete rifiutare» asserì teatralmente Cole dalla cima delle scale.

«Lascia stare Faith e mi consegnerò a te!» gridai al demone.

Venni tuttavia trascinato su per i gradini da una forza invisibile, dietro di me, intanto, i due demoni si fiondarono ad aggredire i miei compagni.

Non vidi cosa successe dato che mi ritrovai in ginocchio al cospetto del mio nemico.

«Ti sei già consegnato, ma morirà come ti ho promesso. Solo lei, non cercherò gli altri, rispetto gli accordi, lo sai» mormorò Cole per poi colpirmi con un calcio sul viso.

Rotolai sulla pietra ruvida del terrazzo e poi guardai verso Faith, legata e inginocchiata tra le grinfie del demone.

«Come la uccido? Decidi tu!» ringhiò mentre alle mie spalle i miei compagni si facevano strada a loro volta sul terrazzo. Nuovi uomini di Cole, in numero nettamente superiore, non persero tempo che già li raggiunsero per fronteggiarli.

All'improvviso un forte rumore di pale di elicottero squarciò il silenzio e una luce abbagliante arrivò dal cielo.

«Polizia di Miami, fermate questo scambio illegale!» gridò un megafono.

Il piano era andato a buon fine e Gabriel aveva fatto la sua parte, l'elicottero doveva disorientare Cole e i suoi e poi perlustrare le zone vicine per catturare i fuggiaschi.

Mi mossi velocemente e placcai un accecato Cole facendolo volare insieme a me e a Faith giù dal palazzo.

Nessuno dei tre sarebbe morto per quella caduta, ma ci saremmo fatti molto male.

La caduta fu rapida e il dolore fu attutito dal fatto che impattai contro Cole, che a sua volta aveva sbattuto con la testa sul pavimento.

Cercai di trascinarmi verso Faith, la quale era riversa su un fianco e sembrava svenuta.

Cole rantolava cercando di alzarsi dalla parte opposta, strisciando anche lui come un verme sull'asfalto.
Voltai di lato la vampira e la vidi totalmente priva di sangue anche se ferita gravemente, tuttavia le abilità speciali di noi non-morti avrebbero curato il tutto con un po' di pazienza.

Diverse mie ossa erano rotte e notai che la ripresa del demone era più avanti della mia nonostante avesse subito più danni.

Lo sentii farfugliare una richiesta di aiuto mentre si portava due dita alla tempia, in tutta probabilità, un altro di quei trucchetti da demone.
Intanto quel bastardo si era alzato usando una parete del muro come sostegno, tuttavia dopo qualche passo crollò di nuovo in terra, maledicendo quel corpo maledetto che nonostante i suoi poteri non ne voleva sapere di funzionare bene.

Qualche osso iniziò poi lentamente a sistemarsi facendomi gridare; Cole sembrava tentato dall'attaccarmi, ma quando il portellone di un furgone nero si spalancò di fronte a lui, parve preferire conservare le forze, convinto forse dal fatto che pure i miei alleati erano intanto scesi a grande velocità dal terrazzo.

«Non finisce qui! Vi ammazzerò tutti!» gridò il demone prima di lasciarsi andare a peso morto dentro il furgone che schizzò infine via a tutta velocità.

Poco dopo mi si annebbiò la vista, considerato il dolore delle ossa che guarivano lentamente grazie al vampirismo. Non resistetti a lungo e svenni accanto a Faith.

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