30. Dreamland
Ero meravigliato da quel posto, ed ero emozionato perché finalmente avevo raggiunto l'obbiettivo dopo tanti anni di sacrifici e duro lavoro.
Con poche falcate raggiunsi Rob e lo abbracciai con le lacrime agli occhi, lo strinsi forte e lui fece lo stesso con me.
«Questa cosa sta diventando un po' gay...» mormorai con un sorriso mentre mi staccavo da lui.
«Lo ha fatto Kassandra per me, ti piace?»domandò il mio amico guardandosi intorno.
«Sì, peccato che non ci resterai più... Però sono lieto che abbia reso il tuo soggiorno qui gradevole. E ... sai, ho visto Carolina...»mormorai un po' imbarazzato.
«Anche io, ed è per questo che Kassandra non è qui con me. Ha deciso di andare via...»affermò Rob dispiaciuto.
«Io... Mi dispiace...» affermai abbassando lo sguardo.
«Le sarò sempre grato per tutto, ma il mio posto è in Paradiso con Carolina» sentenziò risoluto il mio amico indicando il cielo limpido con un dito.
«Non capisco...» sussurrai appena, sperando di aver capito male.
«Non ti seguirò, Henry, non verrò via con te. Non voglio tornare nel mondo dei vivi. Mi sono guadagnato un posto in Paradiso. Ho espiato i miei peccati qui nel Purgatorio, ho aiutato gli Angeli, ho protetto i deboli, ho combattuto i Demoni» mi narrò Rob, mentre per me era come se avessi ricevuto un paletto nel cuore.
«Non puoi rimanere qui, ho fatto di tutto per raggiungerti... Non posso andare via senza di te...»mugolai disperato.
«Non ti ho chiesto di fare questo per me, tutti hanno provato a dirti di rinunciare, tutti hanno provato a dirti che io non volevo essere salvato. Perché io meritavo di stare qui, e in tutti questi anni trascorosi non ho fatto altro che cercare la mia redenzione. Il tempo qui scorre diversamente, amico...»continuò lui, cercando di trattenere le sue emozioni ma senza riuscirci.
«Io... non... Tu... non puoi farmi questo. La città ha bisogno anche di te. Ho cercato di portare sicurezza, pace e giustizia nella Miami sovrannaturale. Ma da solo non posso farcela» lo pregai cercando di convincerlo.
«Non era per questo che lavoravamo. La nostra agenzia restava in piedi per proteggere chi non poteva dal mondo sovrannaturale, non abbiamo mai puntato a voler dominare i nostri simili nella città» ribatté lui con tono triste.
«Cosa dovrei fare secondo te?» gridai frustrato da quella situazione.
«Ho fatto un patto con gli Angeli. Io salirò in Paradiso e continuerò ad aiutarli per sempre, in cambio tu non verrai punito per questa trasgressione. Volevano ricorrere alla Purificazione delle razze sovrannaturali, ma ho cercato di farli ragionare. Ogni millennio gli Angeli cercano di far tornare il mondo in mano agli umani, cancellano il sovrannaturale, tuttavia in un modo o nell'altro qualcuno crea nuovamente i vampiri, i mannari e qualsiasi altra creatura che appartenga al nostro mondo. Questo ciclo si ripete dall'alba dei tempi» mi spiegò Rob, anche se parte di questa storia la sapevo.
«Vieni via con me! Ci occuperemo insieme di questi casini! Insieme, uniti come sempre» provai a convincerlo ma lui scosse la testa e si voltò.
«Pensami felice e sereno al fianco di Carolina. Ricordati di quel ragazzo umano che frequentavi nel 1870. Ora è giunto il momento che tu mi lasci andare» mormorò con voce rotta il mio amico, destabilizzandomi completamente.
Nello stesso momento in cui tentavo seppur invano di metabolizzare la cosa, una forte luce squarciò il cielo limpido, e a una velocità accecante qualcosa piombò dall'alto.
Quella che pareva una sagoma indistinta veniva avvolta da un'aura completamente bianca, e così lo era anche la sua toga; aveva un paio di ali piumate e candide come la neve ed emanava un bagliore chiarissimo.
Non riuscii immediatamente a scorgere il suo viso alla perfezione, ma ciò che al contrario risaltò immediatamente al mio occhio furono i capelli biondi e lunghi.
«Sono Estamael, sono un Angelo del Signore e sono venuto per te» affermò verso Rob che annuì impercettibilmente.
L'Angelo puntò una mano nella mia direzione senza guardarmi e una forte scarica magica e invisibile mi fece sbalzare di diversi metri. Quel suo potere, poi, mi trattene schiacciato contro l'erba fresca.
«Non sfidare la fortuna, creatura della notte, o sarò costretto a cancellarti» ordinò l'essere lucente.
Avevo solo pensato di scagliarmi contro di lui per non far sì che s'avvicinasse al mio amico, ma era bastato per l'appunto il pensiero, e ora ero a terra mentre osservavo Rob mettere una mano sulla spalla di Estamael.
L'Angelo annuì solenne e poi permise al vampiro di avvicinarsi, la sua mano smise di usare il potere su di me e si adagiò sulla schiena di Rob. Il vampiro urlò e poi cadde in ginocchio.
Gridai con lui e tesi una mano verso la sua direzione.
«Ora sono libero, non ho più questa maledizione addosso. Il viaggio con te è stato lungo con alti e bassi, ma ora è finito. Dobbiamo andare avanti, andare oltre. Forse un giorno ci rivedremo. Passeranno secoli o millenni, ma ti prometto che un giorno ci riuniremo. Se riuscirai a redimerti mi troverai ad aspettarti» disse Rob una volta ripresosi dal forte dolore dopo l'azione di quella strana magia di Estamael.
Anche io mi alzai barcollante.
«Non hai più molto tempo, umano» mormorò con tono caldo Estamael avvicinandosi appena.
Notai il suo viso gioviale e perfetto, anche se dal carattere sembrava risoluto e deciso.
Non gli avrei permesso di portare via Rob.
Con rapidità accecante scostai il mio amico da quella creatura alata e trafissi il petto dell'Angelo per mezzo della lama mistica.
Estamael non fece nulla, rimase immobile, poco dopo estrasse l'arma dal petto candido e la gettò lontano; i suoi occhi divennero bianchi come pure i suoi capelli, una forte aura divina lo investì e sollevò ancora la mano per farmi sbalzare all'indietro. Mentre soccombevo riverso a terra una strana luce iniziò a bruciarmi su ogni lembo di pelle attraversando i vestiti.
«Markoos è cattivo, lui è il male! Dovevi combatterlo, non unirti a lui quando sei arrivato qui nel Purgatorio!» gridò disperato Rob fissandomi mentre alzavo una mano verso di lui dopo l'attacco devastante di Estamael.
«Dal mio punto di vista gli Angeli sono cattivi!» gridai di rimando.
«Allora sei completamente perso! Non c'è redenzione possibile per te e resterai qui!» pianse il mio amico mentre avanzava verso l'Angelo.
Provai a seguirlo, ma fui nuovamente scaraventato a terra e scottato da quella forte luce divina.
«Tu eri mio fratello! Io ti volevo bene, Henry!» sbraitò infine Rob ormai pronto ad accedere al Paradiso.
«Ti odio!»gli gridai con tutta la forza che avevo e alzando un braccio verso di lui mentre venivo costretto a terra sotto i colpi del potere mistico di Estamael.
Rob sparì così, come inghiottito dallo stesso cielo, quando l'Angelo spiccò il volo aprendo un portale mistico verso l'alto.
Rimasi sull'erba, ferito nel corpo e nell'anima, senza più aver nulla per cui combattere.
Potevo rimanere lì per sempre.
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