20. Fantasmi dal passato

Ancora una volta avevo combinato un casino. Ero steso sul letto di casa a fissare il soffitto da ore e sinceramente mi andava bene. In un paio di giorni avrei provato a portare indietro Rob ed era l'unica cosa che mi motivava veramente.

Credevo che con Sharon le cose si potessero mettere a posto, ma non era stato così. Era sempre troppo brava a giudicare e poco disposta ad ascoltare o avrebbe capito che Josephine non contava niente per me.

«Scusa se ti disturbo, è un brutto momento?» mi chiese qualcuno dal nulla.

Sobbalzai di scatto e mi guardai intorno, da quello che sapevo ero da solo in casa.Mi alzai dal letto pronto a lottare e ringhiai in direzione della voce. Posai lo sguardo su una strana figura incorporea, circondata da una strana aurea argentea.

«Ci ho messo tanto tempo a riuscire a fare questa cosa, almeno fingiti contento di vedermi!» continuò lo spettro misterioso.

Avevo avuto a che fare con fantasmi in passato e quasi mai erano pacifici.

«Vedo che usi ancora le mie invenzioni, sono davvero fiero di te...e anche un po' di me, a dire la verità. Mi manca lavorare a quegli aggeggi infernali», affermò sognante il defunto.

Riconobbi finalmente la voce e il suo viso, era Alex!

«Finalmente ci sei arrivato! Non posso abbracciarti o lo farei, ma sai... non ho un corpo!» ridacchiò lui mentre si avvicinava al meccanismo col paletto che era sulla mia scrivania.

«Perché non sei venuto da me prima? Ti ci sono voluti tutti questi anni per imparare a fare lo spettro?» ironizzai rilassandomi e sorridendogli.

«Ti confesso che è una cosa molto difficile, si rischia di perdere se stessi in questo processo. Spesso i fantasmi sono pericolosi proprio per la bramosia di tornare qui, perdono il lume della ragione e diventano malvagi. Ho comunque poco tempo, non posso annoiarti con tutti i dettagli tecnici», dichiarò saccente il mio vecchio amico.

«Lui come sta?» domandai tornando serio.

«Sono stanco morto, e la prima cosa che mi chiedi è questa? Grazie per esserti informato sulle mie condizioni. Sono qui proprio per lui! Non so se sia una buona idea la tua, volevo sconsigliarti di procedere con il rituale, ecco perché sono qui», mormorò Alex.

«Stanco morto? Ti prego, dimmi che non era una battuta.Quindi non lo hai visto? So qualcosa di come funziona il Parallelo, ma non comprendo bene tutto il sistema», dissi confuso.

«Non sono mai andato in purgatorio. Quindi non so dove sia Rob, non voglio trasgredire le regole, anche se già essere qui tecnicamente è illegale per le leggi del paradiso. Non son sicuro di quando e se potrò tornare a trovarti, ma ti prego: lascia perdere! Si chiama Aldilà perché certi equilibri vanno al di là della comprensione di chi è sulla Terra. Ti chiedo solo di fidarti di me», sentenziò Alex preoccupato.

«Se tu scendi in purgatorio, posso provare a portare indietro anche te», affermai entusiasta.

«No, io ho accettato il mio destino. Sono un'anima pura che ha raggiunto la pace, non avrebbe senso tornare nel mondo dei vivi e sarebbe troppo rischioso per entrambi.»

Rimasi un attimo senza parole, già una volta volevo salvarlo e si era rifiutato di diventare un vampiro, ora si stava anche rifiutando di tornare in vita?

«So che molte persone stanno cercando di farti desistere da questa tua impresa, volevo dare il mio contributo, ma magari, a differenza loro, io so di cosa sto parlando», continuò il fantasma.

«Ormai andrò fino in fondo, amico, non posso e non voglio tirarmi indietro», risposi amaramente.

«Dovevo almeno tentare, ho esaurito il mio tempo per oggi. Per essere la mia prima volta non è andata male», concluse infine lui alzando le spalle.

«Vuol dire che tornerai a farmi visita?» chiesi felice di questa possibile eventualità.

«Ci proverò, amico mio, ci proverò», sentenziò sparendo lentamente dalla mia vista.

Rimasi solo nella mia stanza a pensare e passarono un altro paio di giorni. L'unica a cercarmi fu Giuly: mi disse di andare in ufficio perché qualcuno voleva vedermi.

La segretaria mi aprì con un'espressione soddisfatta sul viso, per poi farmi entrare e mostrarmi la persona di cui mi aveva accennato per messaggio. Giuly appariva colpita e affascinata da questo tizio, lo percepivo da come lo guardava.

«Stavi meglio negli anni 90, amico mio. Non ti vedo per niente in forma», affermò Steve con un sorriso divertito mentre mi veniva incontro.

Lui sembrava esserci rimasto negli anni 90, visto il suo look identico a quando lo avevo visto l'ultima volta: spolverino di pelle, abiti scuri a completare il suo abbigliamento e i suoi inseparabili anfibi.

«A te cosa cambia? Sei vestito alla stessa maniera dall'85!» ribattei stringendogli la mano e abbracciandolo velocemente.

«Io sono stata trasformata nell'85», esordì festante Giuly.

Steve mi indicò con un dito con aria interrogativa.

«Oh no, non è stato lui», mormorò la vampira con un'espressione triste, «è stata la mia migliore amica... aveva paura di trascorrere l'eternità da sola e così ha deciso di farmi diventare come lei. Lei fu trasformata a sua volta da uno sconosciuto. Qualche anno dopo, ironia della sorte fui io a rimanere senza di lei perché fu uccisa da un gruppo di cacciatori di vampiri», continuò Giuly perdendosi nei suoi ricordi.

«Quindi sei nata negli anni 50?» domandò incuriosito Steve.

«Vi racconterete le vostre cose un'altra volta, ora ho bisogno di parlarti», mi intromisi io attirando l'attenzione dei due.

«Ti è andata male con la ex fidanzatina umana e ora sei frustrato?» chiese accigliata e acida Giuly alzando un sopracciglio.

«Vai a farti fottere», risposi secco mostrando il medio e invitando Steve a seguirmi nel mio ufficio.

«Se non rompessi le palle magari lo farei!» urlò infine Giuly mettendosi alla sua scrivania.

Una volta seduti e soli, spiegai la situazione a Steve. Mi serviva il suo aiuto.

«Non posso dirti di no, dopo quello che tu e Rob avete fatto per me l'ultima volta che ci siamo visti», affermò deciso il biondino.

Non potevo che essere d'accordo con quello che aveva appena detto.

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