16. Falling Behind

New York, 1988

Mi ero liberato del cadavere del fattorino delle pizze ucciso da Ashley, e ora mi stavo recando da lei e Steve, per poi lasciare la città una volta per tutte.L'idea era quella di andare a St.Louis, scappare lontano prima che Harvey Darkblade ci trovasse, il che diventava probabile ogni giorno che passava.

Guidai fino a destinazione pensando che sarebbe stato difficile convivere con quei due se continuavano a stare dietro agli istinti malsani della bionda.

Notai che c'era solo Steve al luogo del nostro appuntamento. Parcheggiai la Mustang e uscii andando dritto verso di lui.

«Dove cazzo è finita la tua fidanzatina? Prima ce la filiamo, meglio è», gli dissi mentre lui si accendeva una sigaretta, per poi posare il pacchetto nel suo lungo spolverino di pelle.

«Sta sbrigando una faccenda, è qui in zona, non preoccuparti», replicò lui iniziando a fumare e alzando le spalle.

«Cosa sta facendo? Non puoi permetterle di fare tutto ciò che vuole! Devi tenerla sotto controllo, Steve!» lo rimproverai amareggiato.

«Cerco solo il modo di non farla stare male. Io... non sto uccidendo nessuno. La lascio semplicemente fare, la controllo quando posso. Non voglio che la sua situazione peggiori. Non sono contento di come stiano andando le cose, ma aiutarla vuol dire farla smettere un po' alla volta», mi rispose lui avvilito poggiandosi al muro di mattoni grezzi dietro di lui.

Le macchine sfrecciavano nel buio e la via di quella stradina era illuminata a intermittenza, perché alcuni lampioni non funzionavano. Era un postaccio e lo avevamo scelto come luogo di incontro per dare meno nell'occhio possibile.

«Era una drogata da umana, non smetterà mai. Devi essere più duro con lei, cercare di farle capire i suoi errori. A volte penso che sarebbe stato meglio lasciarla morire. Sono stato egoista e ho pensato a noi e non a lei. Io non...» mormorai passandomi una mano tra i capelli e poi scuotendo la testa.

«Non dirlo neanche per scherzo!Lei non meritava di morire. Sai cosa ha dovuto passare quella notte, ora semplicemente si sta vendicando di quello che le hanno fatto!» ringhiò Steve girandomi di scatto mentre io mi ero voltato a guardarmi intorno.

«Ha visto un gruppo di bulletti del college, ha fatto finta di volerli seguire per farli divertire. Sono andati nel vicolo dall'altra parte della strada. Quei bastardi avranno quello che si meritano»,sibilò ancora il biondo, mollando la sua presa.

«Basta con i cadaveri! Sono mesi che copro le vostre tracce! Quando bisogna scomparire si uccide lo stretto necessario, solo per restare nell'ombra. Dilettanti del cazzo! Se andiamo avanti così, mi farete beccare», gridai di rabbia e poi iniziai a dirigermi verso il luogo indicatomi dal vampiro.

Steve non era più se stesso e non potevo credere che l'amore per una pazza invasata come Ashley l'avesse cambiato in quella maniera. Lui voleva essere una brava persona, si era trasformato per amore e ora per lo stesso motivo stava subendo un'altra metamorfosi.

Ero sicuro mi avrebbe ostacolato, ma non lo fece. Dentro di lui sapeva che il mio tentativo di fermare Ashley dal continuare a seminare cadaveri era giusto. Steve credeva in me, nella possibilità che io potessi davvero controllare la bionda, almeno per il tempo necessario a lasciare la città.
Era molto combattuto, lo percepivo da come parlava e da come agiva negli ultimi tempi, sapevo che aveva perduto una donna che amava già una volta e non avrebbe accettato di farlo di nuovo.

Il vicolo era buio e angusto, l'unica fonte di luce era quella fioca del neon posta sopra la porta del retro di un negozio. La stradina finiva in un vicolo cieco, dove un muro di mattoni pieno di graffiti e disegni osceni faceva da cornice alla scena che avevo di fronte.

Ashley teneva dalla gola un ragazzo biondo e smilzo, lo aveva appena sollevato da terra. Un altro tizio giaceva con la gola squarciata, afflosciato contro a un cassonetto e un terzo individuo, moro e ben piazzato, osservava la scena pietrificato dalla paura.

«Della gente come voi mi ha uccisa! Io ora ammazzerò tutti quelli che me li ricordano», mormorò sensualmente la vampira bionda spezzando il collo della vittima che aveva tra le mani.

Ashley indossava degli shorts e una maglietta con il disegno di una tipa nuda con delle pistole in mano, sopra di essa il chiodo che aveva sempre avuto con sé da quando l'avevo conosciuta.

«Ashley, devi darti una cazzo di regolata! Dobbiamo lasciare la città senza tracce che possano condurre a noi. Cosa cazzo hai che non va in quella testa?» le gridai mentre lei lasciava il cadavere del biondo accanto a quello del suo compare contro il cassonetto.

«Non ho niente che non va. Sono bella, sono immortale, sono una cantante eccezionale, so ballare e sono bravissima a fare i po...» disse la vampira voltandosi verso di me con la bocca sporca di sangue.

«Basta così! Devi imparare a controllarti o ci prenderanno. I vampiri devono stare nell'anonimato. Non ho potuto insegnarti molto, cazzo, forse non ne sono capace, ma ascoltami. Fidati di me, voglio mettere le cose a posto», affermai cercando di farla ragionare.

«Tu mi hai già messa a posto, mi hai donato quello che ogni persona vorrebbe. Proprio perché apprezzo il tuo dono, io vivo seguendo quello che mi dice la  testa. Forse la mia testolina è un po' incasinata, ma è questo che mi rende unica e speciale», mi rispose Ashley piroettando su se stessa, per poi farmi un occhiolino e leccarsi il sangue sulle labbra con fare provocante.

Il ragazzo sopravvissuto intanto cercò di trovare la compostezza e smettere di frignare.

«Ashley, le persone che ti hanno fatto del male le ha uccise il nostro amico biondo. Lo sai che è finita quella brutta storia. Devi cercare di avere una vita più regolare. Devi provare a migliorare per Steve», dissi serio e comprensivo.

Gli occhi della giovane si riempirono di lacrime e poi gridò istericamente.

«Non è finita! Nella mia testa succede sempre e io non posso reagire, sono stordita e loro fanno le loro cose. Ma quando ammazzo questi inutili umani da macello smette tutto, e io mi sento libera. Amo Steve per quello che ha fatto per me, con quel gesto mi ha conquistata, ma ora le uccisioni le devo fare io e non più lui. Diventa strano quando fa fuori qualcuno, così mi ha detto», sentenziò Ashley mentre iniziava a ridere, anche se poco prima aveva pianto per alcuni attimi.

Era davvero bipolare e instabile.

Bloccai il ragazzo che stava cercando di fuggire strisciando adiacente al muro e sospirai mettendo le mani sulle spalle per poi guardarlo intensamente negli occhi.

«Vorrei tanto che fosse come nei romanzi sui vampiri, dove basterebbe fissarti così per cancellarti la memoria. La realtà è un tantino diversa. Io ho solo un modo per depennare questa notte macabra dalla tua mente», gli dissi con tono serio e cupo.

Feci scivolare le mani sulle sue guance e poi scossi la testa solennemente.

«Mi dispiace, ma non puoi raccontare quello che hai visto», conclusi infine spezzandogli il collo usando i palmi delle mani come strumento di morte.

«Credo di essermi bagnata le mutandine», affermò ansimante la vampira infilando una mano negli shorts mentre si mordeva un labbro. Scavalcando il cadavere, la bionda, arrivò di fronte a me e poi calciò all'indietro il morto per farsi più spazio.

«Questa è l'ultima volta che sistemo i tuoi casini, Ashley, non posso più farlo. Devo pensare ai miei problemi», dichiarai intanto che lei mi metteva le braccia attorno al collo.

«Amo anche te perché mi hai salvato. Io, te e Steve possiamo stare insieme per sempre, fare quello che vogliamo, come abbiamo fatto per tutto il tempo che ci siamo conosciuti», mi sussurrò all'orecchio leccandomi poi il collo e attirandomi ancora di più a sé.

«Volevo bene alla ragazza un po' ribelle e libertina che ho conosciuto a quel concerto. Era una ragazza solare e sopra le righe, mi faceva divertire, mi sentivo vivo e come se fossi davvero nato in quest'epoca. Quella ragazza è morta e io non ho saputo accettarlo», affermai con un nodo in gola e fissando gli occhi cristallini della vampira. Nuovamente due lacrime le scivolarono lungo le gote e le rovinarono il trucco esagerato.

Lei non disse altro e poi si chinò a baciarmi sulle labbra molto lentamente e delicatamente.

«Vorrei dire qualcosa di macabro e perverso sul sesso o sui cadaveri qui intorno, magari su entrambi, sesso sui cadaveri o coi cadaveri. Tecnicamente siamo cadaveri pure noi, quindi non sarebbe necrofilia, giusto? Il punto è che non mi è venuto niente in mente da dire, probabilmente queste tue parole hanno fatto uscire quella Ashley umana e quasi normale che vaga da qualche parte dentro di me», annunciò lei accarezzandomi una guancia.

«Sono stato egoista, impaziente ed ero arrabbiato. Ho scelto per te e per Steve. Non è la prima volta che faccio questo errore. Cercherò di non farlo più. Addio, Ash», mormorai baciandola io questa volta facendole una carezza.

Le spezzai il collo come avevo fatto al ragazzo poco prima, fissando il suo corpo privo di sensi afflosciarsi accanto a quello della mia vittima precedente, mentre una serie emozioni contrastanti mi assediava senza sosta.

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