Capitolo 8: Il vero senso di essere Ateyo
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Lucius
<<Alucard, fa' scortare Lisandra nella sua stanza e falla visitare da Alec>>, dico con autorità.
Volgo un ultimo sguardo a Lisandra: ha gli occhi spalancati e lo sguardo assorto. La guardia annuisce e si posiziona al fianco della mia Ateyo, e mi dirigo nella sala dove mi attende tutta la nobiltà.
Non appena apro la porta, Emilian arriva davanti a me.
<<Lisandra!>> esclama.
<<Sta bene. L'ho fatta portare nella sua stanza e Alec la starà già visitando>>, lo rassicuro. Il padre della mia Ateyo fa un cenno al figlio, Licano, il quale intercetta il gesto e si allontana dalla sala con rapidità, e infine si rivolge a me.
<<Pensavamo di averle uccise tutte, ma l'abbiamo trovata agonizzante mentre spostavamo i corpi>>.
Mi volto verso i miei fratelli, in piedi vicino ai loro troni. Guardano il vuoto: probabilmente stanno riflettendo sull'accaduto. Osservo i nobili, i quali parlano a bassa voce vicino alle pareti della sala.
<<Andate tutti nelle vostre case. Aumentate la vostra sicurezza>>, dichiaro. In un battito di ciglia, tutti spariscono e noi e la famiglia Mikelaus restiamo soli.
<<Dov'è la creatura sopravvissuta?>> chiedo.
<<Nelle profondità del castello, in una delle celle più remote>>, risponde Nicolae, ancora con lo sguardo perso.
<<Come hanno fatto?>> domanda Sebastian a bassa voce.
Mi volto per un secondo verso Grigore e scorgo il suo sguardo compiaciuto: ha letto ciò che è successo con Lisandra.
Viene da sorridere anche a me.
<<Non lo so>>, risponde Emilian.
<<Dov'è Pollux?>> chiedo.
<<Con la lucertola>>, sibila Nicolae cercando di nascondere l'ira.
Io, i miei fratelli, Emilian e Grigore Mikelaus andammo giù per scale di pietra. Sentimmo degli schiamazzi e raggiungemmo la cella più buia del castello, dove la lucertola fu rinchiusa sotto la supervisione di Pollux e di altre due guardie robuste.
Cammina avanti e indietro a quattro zampe, proprio come un animale in gabbia. Gli occhi saettano da una parte all'altra e la lunga coda striscia sul pavimento.
<<Perché l'avete lasciato vivere?>> chiedo a denti stretti.
<<Perché così possiamo studiarlo>>, risponde Nicolae con il mio stesso tono.
<<Parla, ora!>> ordino a Emilian, il quale si mette al mio fianco e inizia a parlare.
<<Come sappiamo, si fanno chiamare Akamu. Noi li conoscevamo in altri modi e soprattutto con altre sembianze. Gli uomini rettile o uomini serpente erano delle creature leggendarie menzionate nelle mitologie e nelle storie folcloristiche di diverse culture. Nel tempo queste creature vennero definite in diversi modi: rettiliano, Homo saurus, uomo lucertola e altri. Un insieme di queste creature forma ilpopolo lucertola>>, racconta Emilian.
<<Quindi ci erano già noti?>> domanda Nicolae.
<<Sì>>, risponde Emilian. <<Per esempio, in Europa abbiamo loro notizie attraverso la mitologia greca: il re di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Tuttavia, in Sudamerica abbiamo incontrato un piccolo clan nativo, come il nostro, che ci ha raccontato che i nativi americani, chiamati Hopi, parlavano spesso dell'esistenza di una razza di uomini rettile che vivevano sottoterra, chiamata Shetio. Abbiamo raccontato loro che cosa abbiamo affrontato e loro hanno dichiarato di non aver visto nulla del genere e...>>
<<E cosa? Come hanno fatto questi luridi animali a eludere le nostre difese?>> lo interrompe in malo modo Sebastian, perdendo le staffe.
<<Fratello!>> lo ammonisce Nicolae posandogli una mano sulla spalla.
<<Avremmo voluto trovare risposte esaurienti, ma non ci siamo riusciti>>, continua Emilian mantenendo lo sguardo sulla lucertola, la quale non smette di camminare nella cella.
<<Lasciatemi passare!>> urla una voce giovanile. Mi volto: è Michael, fermo davanti alle due guardie. <<Posso aiutarvi>> afferma con tono supplichevole.
<<Fino a poco fa eri qui per vendicarti di tuo padre>>, interviene Emilian.
<<Vendicarsi non significa uccidere>>, ribatte alzando un sopracciglio.
Grigore mi volge uno sguardo interrogativo e, con un cenno, permette al ragazzo di raggiungerci.
<<Dicci tutto quello che sai>>, lo invita Grigore.
<<Sono venuti a casa nostra poco dopo la mia trasformazione. C'era una donna pelata, che ho riconosciuto grazie al seno in evidenza, e altre due lucertole. Volevano reclutarci per una vendetta, ma ho mai capito per quale motivo: perché all'epoca rifiutammo>>, spiega Michael.
<<Hai detto bene: "all'epoca">>, lo interrompe scontrosamente Sebastian.
<<Io non sapevo nulla dei complotti di mia madre>>, ribatte mio figlio.
<<È vero>>, lo difende Grigore.
<<Si definiscono Akamu>>, continua Michael.
<<Questo lo sappiamo>>, ribadisce in modo maleducato Sebastian.
<<Basta, Sebastian!>> lo ammonisce Nicolae in tono autoritario.
<<Sono esseri nati dall'antiche leggende orientali: una fusione dei Kappa, muta forma dragoni in oriente, e dei Shetio, vampiri nelle Americhe. Se non ricordo male, la donna lucertola aveva citato un nome: Correia>>, continua il ragazzo.
<<Non è possibile>>, interviene subito Nicolae.
<<I Correia sono morti>>, dice Sebastian a denti stretti.
<<Chi sono i Correia?>> chiede Michael.
<<L'altra famiglia originale>>, risponde Emilian. Entrambi i miei fratelli mi guardano turbati.
<<Tutto nacque da una piccola tribù di indiani del Sudamerica. Il capotribù, chiamato Achak Correia, fece lo stesso patto di Lucius per difendere dagli invasori la propria tribù. Ovviamente, vinse lo scontro con i conquistadores, facendoli unire al suo clan, e quando venne a sapere che in Europa esisteva un altro clan molto potente, quello dei Romanov, decise di affrontarlo. Perse l'incontro e morì in battaglia insieme a tutto il suo clan. Credevamo fossero tutti morti, almeno fino a questo momento>>, spiega Grigore.
<<Allora conoscete una certa Saqui?>> domanda Michael.
<<Non conosciamo i loro nomi>>, borbotta Sebastian.
<<No, non ricordo nessuna Saqui>>, rispondo con freddezza. Sebastian mi rivolge uno sguardo confuso.
Non è possibile.
Quel cognome...
<<Una delle lucertole aveva chiamato la donna Saqui>>, dichiara mio figlio.
Osservo la lucertola muoversi velocemente nella gabbia. A un certo punto, sbatte contro le pareti e agita la coda.
<<Sai qualcosa che può tornarci utile in questo momento?>>
<<Quella donna, Saqui, emanava una strana aura, come se lei fosse l'ape regina>>, riflette Michael.
<<Lei è la regina>>, affermo.
<<Hanno vissuto sempre al buio. È per questo che lo amano. Tendono a muoversi di notte e odiano tutto ciò che è caldo>>, spiega mio figlio.
Mi torna subito in mente la trovata di Lisandra durante la battaglia: il fuoco.
<<Pollux!>> La guardia si avvicina in segno di rispetto.
<<Voglio che questa cella diventi il sole per il nostro castello. Tutto deve essere acceso. Ogni angolo. Trova un modo per aumentare la temperatura qua sotto e chiama qualcuno per analizzare questa creatura>>, ordino.
<<Signore, come la si analizza se è quasi impossibile entrare?>> chiede con diffidenza e paura.
<<Trova un modo per legarlo a una sedia di ferro e divertiti a dargli la scossa almeno cinque volte al giorno per un'ora, subito dopo averlo bagnato>>.
Lisandra
<<Grazie, Alucard. Non dovevi aiutarmi anche a sedermi>>, dico sorridendo mentre Alucard mi aiuta a salire sul letto.
Alec entra velocemente con una valigetta da medico e un sorriso finto sulla faccia.
<<Cos'è quella faccia? È successo qualcosa?>> chiedo preoccupata.
<<Non è successo nulla>>, risponde sorridendo asimmetricamente, a labbra serrate. Prende un panno bianco, una pinzetta e un ago e si avvicina.
<<Vediamo un po' che cosa mi hai portato>>, dice ridendo. Mi tampona per qualche secondo la ferita e tenta di osservarla, senza farmi male ulteriormente.
<<Non dovresti andare da Lucius?>> chiedo.
<<Il mio signore mi ha dato il compito di assicurarmi che tu stia bene>>, risponde accennando un sorriso.
<<Com'è andato il viaggio?>> chiedo. Alucard si agita, come se avesse sentito qualcosa che lo turba.
<<Non è stato poi così istruttivo...>> risponde alzando le spalle. <<Com'è andata con Lucius?>> chiede con un ghigno nascosto. Alec mi volge uno sguardo sorpreso.
Ripenso a tutto quello che ho sentito quando ero accovacciata nel buio del mio incubo.
Ho passato tutta la vita a cercare una persona in grado di colmare il vuoto che ho dentro, finché non ci ho rinunciato. Ero stanco di cercare e non ne capivo più il significato. Non sentivo più nulla e ho creduto di non voler nemmeno più farlo. Ero stufo di inseguire qualcuno che non esisteva.
Lucius si era ormai rassegnato e si era rinchiuso in se stesso, dando ascolto alle uniche due sensazioni che ero ormai in grado di provare: la rabbia e la sete di sangue.
Ovunque andassi, c'era il tuo viso. Andavo lontano per distrarmi, ma non c'era via d'uscita. Eri un chiodo fisso. Adesso sei un quadro.
Si trattava di una confessione d'amore? Si stava dichiarando? Ero e sono sempre nella sua testa?
Decisi di venire a cercarti. I miei fratelli non ne erano a conoscenza: lo sapeva solo Alucard e adesso anche tu. Ti trovai in quella casa, e ammetto di non aver fatto caso agli umani: non mi accorsi che in realtà erano cacciatori, ma in quel momento decisi di lasciarti davvero libera. Così ti portai una scatola con tutti gli effetti personali che riuscii a trovare. Non è stata Anca: sono stato io.
Lui? Lui? Lui? Aveva pensato lui di portarmi la scatola con alcuni miei vestiti e le foto di Jules? Non ci credo.
Siamo due bombe a orologeria che vagano per il mondo: solo noi siamo capaci di detonarci, ma siamo anche in grado di farci esplodere.
Ha ragione: ognuno è per l'altro sia la miccia che il codice detonatore.
Lisandra, tu sei l'unica persona per la quale chiuderei il mio libro preferito. Ucciderei per te, perciò ti prego: apri gli occhi.
<<Lisandra>>, ripete Alucard facendomi ritornare alla realtà.
<<Ho finito. Era un piccolo taglio sulla nuca. Solo riuscito a cucirlo senza dover tagliare nulla. Se ti senti svenire, vieni subito da me oppure fammi chiamare>>, afferma Alec guardando Alucard vicino alla porta, il quale gli sorride aspramente.
La porta si apre e Licano entra velocemente. Mi rivolge uno sguardo e tira un sospiro di sollievo.
<<Stai bene>>, dice abbassando le spalle per la liberazione.
<<Sana come un pesce>>, confermo arricciando un labbro.
Alec mi saluta ed esce. Mentre Licano discute con Alucard, il mio cervello ritorna a Lucius.
Dopo il suo discorso si è avvicinato e poi... oddio. Ci siamo baciati. Ed è stato bello.
Solo bello? mi chiedo.
È stato stupendo, splendido, magnifico, incantevole, affascinante, attraente, piacevole, leggiadro, elegante, grandioso...
<<Riposati, ora>>, mi consiglia Alucard, con Licano al suo fianco. <<Noi dobbiamo andare>>.
Licano si avvicina, mi accarezza la guancia, mi dà un bacio ed esce, seguito da Alucard.
Non appena la porta si chiude, vado a sedermi sul davanzale della finestra per osservare il buio tenebroso e magico dei boschi della Romania. Dopo alcuni istanti, decido di uscire per sentire sulla mia pelle il brivido del vento notturno. Mi incammino lentamente.
Devo capire che sono viva e che la morte di Lucius è stato solo un brutto incubo.
L'odore della natura mi pervade le narici e finalmente sono felice di essere viva, di aver svegliato Lucius e di amarlo.
Inizia a piovere, prima a piccole gocce e poi sempre più forte, e solo il tempo mi fa pensare a quanto questo sia romantico. Immagino una scena sotto la pioggia, con una bella musica sentimentale di sottofondo. Fantastico su quanto potrebbe essere bello baciare di nuovo Lucius, non solo come routine, ma sotto questa pioggia, proprio come in un vecchio film nel quale ai protagonisti non interessa altro che la propria anima gemella, perché il pensiero di un'eventuale separazione li ucciderebbe.
Finalmente ho capito il senso dell'Ateyo. Sono al settimo cielo. Potrei essere più felice?
Sono bagnata fradicia, ma non mi importa. Voglio rimanere qui, con la mia pace dei sensi, a fantasticare su Lucius. Sorrido, camminando lentamente in modo spensierato, ma all'improvviso, all'inizio della fitta vegetazione, intravedo una figura più scura della notte. È ferma a una certa distanza da me. In un battibaleno, spuntano due occhi rosso sangue che mi fanno capire immediatamente che si tratta del mio Ateyo, Lucius.
<<La verità è questa!>> urla.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Che cosa dirà Lucius? Lo scopriremo solo nel prossimo capitolo!
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