Capitolo 5: Michael Romanov

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Lisandra

<<Non ti ricordi di me, mon amour?>> ripete la donna. <<Nemmeno un po'?>> domanda cercando di dondolare le spalle come farebbe un diavolo che finge di essere un angelo.

<<Ci sono altri intrusi?>> chiede Nicolae ad Alucard. La guardia gli rivolge uno sguardo esitante ed emana un sibilo. Dalla porta entrano altre due guardie, che tengono prigioniero un uomo e lo trascinano lentamente a testa alta. È la personificazione di Lucius Romanov, solo che ha i capelli corti e scuri. Indossa un completo grigio con una cravatta a righe e una camicia bianca e ha i suoi stessi occhi rosso sangue.

Questa incredibile somiglianza è solo una coincidenza, continuo a dirmi. Allora perché sento il mio cuore spezzarsi?

<<Non mi riconosci, papito?>> dice l'uomo a denti stretti, dipingendo sul suo volto un ghigno tenebroso.

Lucius inspira bruscamente e si sposta davanti al ragazzo, scrutandolo attentamente. Dopo alcuni istanti di silenzio, si volta e si allontana, mentre Alucard mi rivolge uno sguardo preoccupato. Qualcosa sta accadendo. Qualcosa è accaduto.

Tutto ciò è assurdo. Nel momento in cui Lucius inizia a ringhiare, l'intrusa dai capelli bianchi ride ad alta voce e io mi decido a leggere nella sua mente, osservando tutto dal suo punto di vista.

Era già tardi quando uscii dal locale di Viola. Il turno era durato più del dovuto a causa di alcuni ragazzi che avevano scelto di fare la guerra con il cibo. Il sole era già tramontato e tutti si erano già chiusi nelle loro case. Ero in ansia. All'improvviso, mi accorsi di non avere più i piedi sul marciapiede, ma che qualcuno mi aveva sollevato così velocemente che non me ne ero resa conto. I miei capelli vennero tirati con violenza e il mio corpo venne sbattuto contro un muro, in uno vicolo buio.

La figura nera davanti a me si muoveva così rapidamente che mi fece capire che si trattava di un vampiro, perciò tentai di afferrare l'accendino nella mia borsa. Non riuscivo a raggiungerlo e stavo quasi per impazzire, ma toccando i vestiti del vampiro riconobbi una particolare divisa: quella dei Romanov. Capì che l'essere non voleva uccidermi, o almeno non subito, ma solo approfittarsi di me, così lo lasciai fare. Pensai che ciò mi avrebbe giovato in futuro, perciò feci finta di godere ogni movimento, mentre il vampiro pensava palesemente a un'altra donna. Non appena tutto finì, venni buttata a terra e l'essere sparì nel buio, come se non fosse mai stato qui. L'unica cosa importante era che non aveva pensato di portare via la sua camicia strappata, abbandonata a terra. Dopo essermi ricomposta, cercai di alzarmi barcollando e presi l'unico pezzo di stoffa ancora integro che trovai per terra, sul quale erano incise due iniziali: L.R. Grazie a esse capii di avere in grembo il figlio di Lucius Romanov.

In un battito di ciglia vedo crescere quello che sarebbe il figlio di Lucius, fin quando non diventa l'uomo al centro della sala, tenuto fermo da due guardie.

Mi sento cadere il mondo addosso ed effettivamente stramazzo. Dragos mi afferra appena prima di toccare terra. Ho il viso sporco a causa delle mie lacrime e tremo.

<<Lisandra!>> esclama Dragos.

I miei occhi sono rivolti al pavimento e, poco prima di essere portata via, incrocio lo sguardo di Alucard, completamente sbigottito, il quale capisce che sono entrata nella mente dell'intrusa.

Dragos mi fa sedere e mi accarezza dolcemente. <<Lisandra, cos'è successo? Cos'hai visto?>>

<<Quello è il figlio di Lucius>>, balbetto singhiozzando. Non vedo nulla, se non il sangue rosso che esce dai miei occhi. Lucius ha un figlio. Un figlio.

Dragos mi afferra i polsi cercando di tenermi ferma, mentre Abel tenta di pulirmi il viso.

La cosa che mi fa più male, però, è che dopo tutto ciò che è successo, tutto ciò che ho sofferto per colpa sua, se lui arrivasse qui e mi prendesse fra le sue braccia, lo perdonerei.

Piano piano il mio animo si calma e capisco perché: Abel mi sta aiutando.

<<Calmati, Lisandra>>, dice Dragos continuando ad accarezzarmi la guancia.

<<Figlio... di... Lucius...>> ripeto. Sono scossa. Completamente fusa. Lucius ha un figlio, nato dal suo abuso ai danni di una cacciatrice che lavorava al Café di Viola Mabuse.

<<Lessie, guardami!>> dice con fermezza Abel. Mi prende le braccia e si mette davanti a me, accucciandosi. <<Parliamo>>, mi invita. So cosa vuole fare. Vuole distrarmi.

<<Ti ricordi che cosa mi hai detto mentre la Flaved Lessiesistemava la casa nel bosco?>> mi chiede.

Scuoto la testa e lei sorride.

<<Ricorda sempre che alla gente non frega mai un cazzo dei tuoi pensieri e dei tuoi problemi, di cosa ti tiene sveglio la notte quando non hai le forze per non farti sovrastare dall'ansia e quando perdi il controllo di mente e corpo, o di cosa ti spinge a dormire più del dovuto per non dover affrontare la vita. A dirla tutta, non gliene frega neanche se la notte dormi o meno, né tantomeno di cosa ti rende distratto e assente durante il giorno, di ciò che ti fa muovere quasi compulsivamente o di ciò che ti fa isolare e ignorare il passare della giornata, mentre il peso del tempo che corre ti ammazza, come se fosse acqua gelida e tagliente che ti scorre sulla pelle e scivola via per sempre. Ricorda che a loro non frega un cazzo se ti dai la colpa ogni giorno per ciò che sei o se sei arrivato al punto di decidere di annullarti e non opponi più resistenza al male. A nessuno di loro frega davvero, a nessuno, ma sta a te fare tutto, perché nessuno ti aiuterà davvero>>, afferma citando una mia vecchia frase. <<Devi lottare, Lisandra. Vi amate, dannazione! Lui ti ama. Non sai quanta fatica stia facendo e anche io...>> si blocca.

<<Anche tu, cosa?>>

<<L'ho aiutato ad aprirsi. Non me l'ha chiesto, ma te lo dovevo. Meritate entrambi di essere felici>>, sussurra. <<Che cos'è l'amore per te, Lessie? Che cosa provi per Lucius? Sii sincera>>.

<<Io...>> Ho un nodo alla gola. <<Io non pensavo che si potesse amare così tanto. Non pensavo che al pensiero del mio Ateyo mi sarebbe mancato così tanto il respiro, che il mio cuore si sarebbe fermato per via del suo sguardo, che mi sarei sentita in paradiso, e che immaginandolo accanto a qualcun'altra mi sarei sentita così male che avrei sentito la mancanza di tutto quello che non ho mai avuto. Io non pensavo che si potesse dipendere da qualcuno>>.

Lei sorride. <<Ti sei innamorata del tuo Ateyo. È normale>>, dice facendo spallucce. <<Puoi stare con quanta gente vuoi, ma alla fine saranno sempre e solo due le braccia che ti faranno sentire veramente a casa: quelle di Lucius>>.

<<Come ti fa sentire quello che ha fatto Lucius?>>

<<Su un'altalena. Tutta la storia con Lucius mi fa sentire così>>, rispondo. <<Mi sento una bambina incapace di dondolare, che continua a provare a capire come funzioni, ma che invece cade sempre>>.

<<Tu lo ami?>> chiede Dragos.

<<Più di ogni altra cosa>>, dico trattenendo le lacrime.

Sono molto più calma.

Tutto accadde velocemente: Dragos venne afferrato per una spalla e trascinato via. Abel venne chiusa in uno stanzino lì accanto e davanti a me rimase solo una donna formosa e squamata, con la pelle verde e gli occhi gialli.

Lucius

Osservo attentamente l'uomo che ho davanti: ha la pelle bianca come la mia, gli occhi rossi come i miei, i capelli corti e un po' di barbetta della mia stessa tonalità. Quella è la donna di cui ho abusato quel giorno in cui ho perso il controllo e sono tornato indietro nel tempo, solo che ora ha gli occhi rossi ed è stata trasformata. Non ho dato molto peso al fatto quando è accaduto: stavo pensando a Lisandra e mi sono lasciato andare al piacere dopo tanto tempo. Non pensavo che l'avrei ingravidata tanto facilmente: avrei dovuto stare più attento.

Peccato che la mia attenzione sia stata rubata da Lisandra Mikelaus, quando i suoi capelli corvini sono nel mio raggio visivo.

A proposito di Lisandra, mi volto e la vedo stramazzare a terra, sorretta da Dragos e Abel, con il viso ricoperto dalle sue lacrime di sangue.

<<Non te lo ricordi, eh?>> insiste il ragazzo trattenuto da due guardie mentre Lisandra viene portata via.

<<Che cosa dovrebbe ricordare mio fratello?>> chiede Nicolae. Il mio sguardo è ancora rivolto verso la piccola porta dalla quale gli amici di Lisandra sono usciti portandola via.

<<Non gliel'hai detto, paparino?>> prosegue il giovane vampiro di cui non conosco il nome.

<<Lucius...>> sussurra Sebastian con occhi inquisitori. Osservo Alucard, intento a tenere ferma la donna dai capelli bianchi che continuava a muoversi come un animale, e annuisco. Il mio segretario e Pollux si rivolgono uno sguardo d'intesa e fanno inginocchiare la donna.

<<Cosa fate?>> urla il ragazzo ribellandosi.

Sebastian si posiziona davanti alla donna, mentre Nicolae si mette davanti al ragazzo togliendosi il suo guanto di pelle nera.

<<Qual è il tuo nome?>> chiede Nicolae.

<<Mi chiamo Michael>>, risponde scontrosamente il ragazzo con un ringhio. <<Cosa volete fare a mi madre?>> domanda agitandosi ancor di più.

Nicolae si volta verso di me e mostra un sorriso divertito. Mi giro per un attimo verso Grigore, immobile tra la folla dei nobili, e i suoi occhi mi dicono che ha già capito tutto quello che c'era da sapere sugli intrusi.

<<Miei signori>>, dico rivolgendomi ai nobili. <<Ci sono cose che un re deve tenere nascoste: una l'avete appresa poco prima di questa sgradevole interruzione. Ora ve ne mostrerò un'altra>>, affermo. Guardo negli occhi tutti i nobili, dopodiché mi volto e poggio una mano sulla testa della donna.

<<Cosa sta facendo?>> bisbigliano i nobili.

<<Sta leggendo nella sua mente>>, risponde Grigore con un sorriso, mettendo tutti a tacere.

Cerco nella sua memoria l'unico momento che mi interessa. Ci metto poco a trovare conferma del fatto che è lei la donna dagli occhi azzurri di cui ho abusato. Vedo mio figlio crescere, la sua infanzia, la sua adolescenza precoce e la sua trasformazione in vampiro. Tuttavia, oltre a questo vedo un ricordo grigio, come se fosse bloccato da un incantesimo, e ciò mi incuriosisce.

Tolgo la mano dalla nuca della donna e guardo il figlio.

<<Adesso te lo ricordi, vero?>> sbraita mio figlio.

<<Non potevi scegliere un nome più carino>>, commento sarcasticamente rivolgendomi alla donna. È immobile e ha uno strano sorriso dipinto sulle labbra.

Mi posiziono davanti a Michael, mio figlio, e lo osservo mentre si dimena.

<<Perché ci hai abbandonato?>> urla il giovane.

<<C'è stato un tempo in cui... ho perso la testa. Molti di voi potranno capire, altri forse meno, ma non sentire più nulla e all'improvviso essere travolto dalle emozioni e dai sentimenti perché la tua Ateyo è vicina e ti ha trovato non è una cosa da poco. Lo ammetto davanti a tutti voi: ho commesso un'azione miserevole. Mi sono comportato in un modo che non si addice affatto a un re. Ecco il frutto del mio comportamento: Michael>>, dico indicando il ragazzo alle mie spalle. Mi aspettavo un brusio, ma nessuno osa proferire parola. Mi giro verso mio figlio, che mi guarda con un'espressione infuriata.

<<Non sapevo della tua esistenza>>, gli confesso.

<<E non avrai modo di conoscerlo!>> mi interrompe la donna. Le porte della grande sala si aprono improvvisamente. Non sono delle persone ad aprirla, bensì un urlo. È il grido della lucertola madre. Tutti ci tappiamo le orecchie, mentre mio figlio urla alla madre, la quale è in preda a una risata isterica.

<<¡Madre! ¡Me prometiste que no te habrías conchabado con ellos! ¿Qué hiciste?>> urla Michael.

Spazio autrice

Ecco qui un nuovo capitolo!

Che cosa ne pensate?

Lucius Romanov ha un figlio! Figlio illegittimo! Chi di voi sa lo spagnolo? Sapete cosa significa la frase che urla Michael?

Qualcosa di brutto sta per accadere!!!

Curiosi per il prossimo capitolo?

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Vi chiedo, gentilmente, se vi è piaciuto, di lasciare una 🌟 e di commentare con le vostre opinioni 🌈 (Sono davvero curiosa). Se magari vorreste invitare i vostri follower a leggere la mia storia, ne sarei più che felice.

Vi aspetto❤️

Un saluto a tutti con amore ❤️

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