Capitolo 40: Felicità
Lisandra
Fuochi d'artificio.
È questo quello che ho visto nell'ultima ora.
Amore e passione.
Non pensavo che Lucius potesse essere così gentile con me. Me lo immaginavo un po' più brutale, ma invece è stato perfetto. Un mix strabiliante e sensazionale. Non che la prima volta con lui fosse stata terribile, ma questa è stata... magica. Anche perché non siamo prigionieri e io non devo dirgli addio.
Piangerei, ma non vorrei rovinare questa intimità.
Lucius mi tiene fra le sue braccia e mi accarezza dolcemente la schiena.
<<Julian è qui fuori>>, mormora riportandomi alla realtà.
<<Lo so>>, mi lamento. <<Dobbiamo alzarci?>> chiedo scherzando.
<<Il solo fatto che tu abbia messo l'insonorizzazione l'ha indisposto. Non so come stia facendo a resistere per tutto questo tempo. Le poche volte in cui la usavo io, entrava nella stanza urlando>>, ridacchia Lucius.
Mi bacia la spalla e sorride. <<Scusa>>.
Perché si scusa di nuovo?
<<Ancora? Per cosa?>>
<<Per quello che sto per farti>>, sghignazza.
Si avvicina lentamente, come una pantera nera nella giungla, e all'improvviso si avventa su di me.
Avevo sempre desiderato questo tipo di rapporto, ma wow! Non pensavo di poterlo ottenere con Lucius Romanov. Potrei scoppiare per la felicità.
<<Comunque hai ragione. Dobbiamo alzarci. Io devo recuperare un sacco di cose>>, affermo. <<E tu devi mangiare ancora>>, lo intimo.
Lucius alza le mani. <<Sì, ai suoi ordini>>, risponde sorridendo.
Ridacchio e prendo i vestiti che Lucius mi aveva tolto con facilità, rendendomi conto di quanto siano orrendi.
Dopo essermi vestita, mi volto e vedo Lucius impeccabilmente pronto, perciò mi dirigo verso la porta e la apro.
Alec e Julian sobbalzano all'istante e ci guardano con sospetto, mentre Lucius mi mette una mano su un fianco.
Mio figlio sorride e ad Alec si illuminano ancor di più gli occhi.
<<Andiamo?>> mi chiede Lucius alle mie spalle.
Giro la testa verso di lui e annuisco.
Camminiamo per i corridoi e tutte le guardie iniziano a sbirciare.
<<Merda. Mi sono dimenticato del fattore stampa>>, impreca Lucius a bassa voce.
<<Ho fatto uscire l'articolo sull'accaduto ieri. Tutti ne sono già a conoscenza e sono molto felici>>, dice Julian.
<<Stanno caricando sul sito oscuro diversi video in cui salutano Lisandra e tutta la famiglia reale>>, continua Alec.
Camminiamo fino alla porta della mia stanza e guardo il mio Ateyo, confusa.
Perché siamo qui?
Lui apre la porta e mi fa entrare, bisbigliando qualcosa nell'orecchio di Alec e Julian, i quali si allontanano, dopodiché la richiude dietro di sé.
La mia stanza è rimasta esattamente come l'avevo lasciata. Julian aveva ragione.
La tristezza cerca di farsi spazio nel mio cuore, prendendo a pugni la felicità e la serenità.
<<Perché sono qui? Voglio incontrare gli altri...>> borbotto.
Apro nuovamente la porta, ma le sue labbra mi zittiscono.
Qualcuno bussa e pochi istanti dopo si spalancano entrambe le porte.
La stanza si affolla: la mia famiglia, quella di Lucius - che ora, a quanto pare, è anche la mia, vista la fusione dei due clan -, Jules e la sua famiglia e, infine, Alucard e Michael.
Okay, Lisandra. Trattieni le lacrime.
Inzio a ridere per la felicità e stringo la mano di Lucius sempre più forte.
Da dove inizio?
<<Che ne dici di un Ciao?>> suggerisce Lucius ridacchiando alle mie spalle.
Mi tremano le gambe, ma so che Lucius non mi lascerebbe mai cadere.
<<Ciao>>, dico.
Sposto il mio sguardo sulla famiglia Silver: Jules saltella sui talloni, Alec le cinge la vita sorridendomi, il non più piccolo Leonardo tiene per mano la figlia di Michele, Sara Romanov - che ha un aspetto completamente diverso dall'ultima volta in cui l'ho vista. Accanto a loro si trova una ragazza alta, con lunghi capelli rossi, pelle bianca come il marmo e occhi rosso sangue che si abbinano perfettamente al rossetto scarlatto sulle labbra carnose.
<<Tu devi essere Alba>>, affermo sorridendo. Lei china la testa e fa una leggera riverenza.
<<Alba Silver. Molto piacere>>, mormora a bassa voce.
<<È un piacere anche per me>>, rispondo leggermente confusa dalla sua riverenza.
Lucius mi accarezza il braccio e lo sento sorridere alle mie spalle. <<Fai parte della famiglia reale, adesso. Dovrai abituartici>>, mi sussurra nell'orecchio.
Non la famiglia Silver, o almeno non con me, ribatto nella mia testa, cosciente dell'abilità di Lucius di leggere nella mia mente con facilità.
Con loro avrai lo stesso rapporto, ma le riverenze devono essere fatte per una questione di uguaglianza, mi dice Lucius nella mente.
Adesso comunichiamo così? gli chiedo con malizia.
Ci sono altri modi in cui vorrei comunicare con te, ma devo condividerti, risponde nella testa seccato. Alza le spalle e tutti ci guardano ridacchiando.
<<Sei uguale a tua madre>>, dico ad Alba.
<<Ne sono contenta>>, sogghigna la figlia di Jules.
Mi sposto davanti alla mia migliore amica e fremo. <<Jules>>, mormoro con la voce spezzata.
Lei lascia immediatamente la mano del compagno e mi abbraccia. <<Mi sei mancata così tanto>>, sussurra stringendomi forte. Mi mancava la mia migliore amica. È solo grazie a lei che Julian ha avuto la possibilità di vivere.
Passai tutto il pomeriggio a parlare con Jules, che mi aggiornò su molte cose; salutai i fratelli di Lucius, entusiasti del mio ritorno, e le loro compagne – Davina e Cleo Romanov-Mikelaus -; abbracciai i miei nonni e strinsi mio padre e mio fratello fra le braccia.
Mi ero persa a tal punto che, tra le parole di Jules, Licano e mio padre e gli sguardi di Lucius, la malinconia tentava in ogni momento di farsi strada nel mio cuore. Mio fratello si era sposato con una di quelle ragazze che avevo aiutato durante il mio lavoro da recruiter, Cocco Klaudiurius. Anche Leonardo e Michael avevano celebrato un'unione insieme ai loro Ateyo: il giovane Silver con la nipote di Lucius, Sara, e Michael, ormai degradato a borghese vampiro, con Alucard.
Aluxandru e Ruxandra erano tornati in città e si erano sistemati nella vecchia tenuta della mia famiglia.
Mio figlio Julian era cresciuto in modo impeccabile, sviluppando il potere di curare persone e animali.
Lucius saluta gli ultimi visitatori e chiude la porta sospirando e guardandomi dritto negli occhi.
<<Che c'è?>> chiedo imbarazzata.
<<Non è solo un sogno, giusto?>> domanda. Viene vicino a me e gioca con le mie mani. Abbasso la testa.
<<Sono qui>>, assicuro a entrambi. Ci sembra un sogno: siamo di nuovo insieme. Provo a pensare al secolo passato nella tomba e trasalisco: vedo soltanto il buio e l'oscurità che mi inghiottivano...
<<Non pensarci>>, dice Lucius sollevandomi il mento e costringendomi a guardarlo negli occhi. I suoi occhi sono fissi nei miei: mi trafigge l'anima e il cuore.
Può un dolore essere così bello? E mi chiedo: Andrà mai via questa sensazione? Smetterò mai di amare Lucius?
<<Spero di no>>, chiarisce rispondendo al mio pensiero con un sorriso.
<<Non succederà>>, singhiozzo. Scuoto la testa e mi passo la lingua sulle labbra secche.
<<Hai fame?>> mi chiede.
<<No>>, rispondo scuotendo la testa.
<<Hai sonno?>> mi domanda preoccupato.
<<Non lo so>>. Vorrei solo stare con te e sentire la tua voce...
Anch'io, dice nella mente.
Ma devi mangiare, ribatto.
Anche tu, borbotta.
Non ho fame.
Allora non mangio, ribatte facendo i capricci.
Non se ne parla, dico contrariata.
Non voglio lasciarti, sussurra nella testa.
<<Non me ne vado. Io ti amo>>, gli dico trattenendo il respiro.
<<Sono davvero fortunato ad averti>>, commenta felice.
<<Lo sei veramente>>, concordo.
Mi stringe e inala il mio odore, facendomi ridere.
<<Se vai a mangiare, vengo con te>>, propongo.
Ci stacchiamo l'uno dall'altra e per qualche secondo Lucius mi guarda pensieroso. La sua testa è bombardata da idee per ribattere alla mia offerta.
<<Ti prego>>, lo esorto.
<<Va bene>>, accetta finalmente. Si volta e si incammina verso la porta.
Senza riempirmi la testa di pensieri inutili e senza farmi scoprire da Lucius, prendo la prima cosa che mi capita sotto mano - una lampada bordeaux sul mio comodino - e la lancio verso di lui, colpendolo sulla schiena.
<<Perché l'hai fatto?>> mi chiede sorpreso, voltandosi confuso.
<<Se ti azzardi a mentirmi o a nascondermi delle cose soltanto un'altra volta... giuro su tutto quello che ho che quella lampada non sarà l'ultima cosa che ti arriverà addosso>>, lo minaccio.
Inizialmente mi guarda sbigottito, ma poi comincia a ridere.
<<Faccio così ridere?>> domando oltraggiata, mettendomi le mani sui fianchi.
<<No, sei soltanto bellissima>>, ribatte sorridendo.
Fingo un broncio e incrocio le braccia al petto, mentre lui mi cinge. Abbracciandomi mi fa tornare finalmente a vivere.
Passarono cinque giorni. Lucius non mi lasciava da sola nemmeno per un momento. Restava con me al mattino, di pomeriggio, di sera e di notte. In quei giorni non incontrai nessun'altro che non fosse della mia famiglia o di quella di Jules. Ho capito come e cosa mangiare: bistecche al sangue e beveroni di zero positivo. Rimasi in camera ad ascoltare tutto quello che potevo. Ero curiosa: tutto era cambiato.
<<Questo è il tuo nuovo documento>>, mi disse mio padre.
Avevo cambiato nome. Ero diventata Lisandra Romanov-Mikelaus.
Mio figlio aveva dato un nuovo volto al bunker in cui io e Lucius eravamo stati intrappolati, trasformandolo in una specie di municipio e di scuola di addestramento della nostra società. L'aveva chiamato Flaved Lessie per onorare la mia memoria e quella di tutti coloro che sono morti negli anni.
Scoprii che Alexia aveva dato la sua vita per salvare quella di mio fratello, che aveva aperto un blog in cui tutti potevano postare video e foto – una specie di Facebook dei vampiri – e che era cambiata. Tutto sommato, si era fatta perdonare.
In quei giorni venne a trovarmi Phoenix Romanov, ora Phoenix Mancini. Parlammo e scherzammo come vecchie amiche, riuscendo a cacciare Lucius per qualche ora. Mi chiese come stessi, che cosa provassi per Lucius e se volessi ancora sposarlo... La risposta era così ovvia che dissi di sì all'istante.
Ero finalmente sola, ma all'improvviso Lucius entrò.
<<Posso entrare?>> chiese.
<<Certo>>, risposi. Mi sedetti sul letto e mi sdraiai.
Avevo voglia di leggere un po'.
<<Ti va se leggo io e tu ascolti?>> propose e aggiunse nella sua mente: E così spero di guardarti dormire. Voglio... ammirarti.
Sorrisi e mi morsi il labbro.
A un certo punto, lui mi guardò confuso per qualche secondo e sospirò preoccupato.
<<Che c'è?>> domandai.
<<Io... C'è qualcosa... che...>> mi turba, terminai la sua frase.
Senza dire altro, aprì di scatto la porta e disse qualcosa che non afferrai a qualcuno che non vidi.
<<Che succede?>> chiesi.
Lui si avvicinò velocemente a me e mi accarezzò la guancia.
<<Parlami>>, lo supplicai turbata.
La porta si aprì e Alec si presentò con due contenitori di plastica, quelli con il coperchio blu che si usano per fare gli esami clinici.
<<Lisandra>>, disse Lucius, guardandomi preoccupato. <<Potresti, per favore, fare degli esami con Alec?>>
<<Che tipo di esami?>> chiesi.
Fu in quel momento che capii il motivo della sua preoccupazione: sentiva un cambiamento nel mio corpo. Pensava fossi incinta.
Aveva paura non del mio stato, ma del cambiamento. E avrei tanto voluto stringerlo fra le mie braccia e dirgli che sarei stata al suo fianco per sempre.
Feci l'esame delle urine e il risultato fu...
Spazio Autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Che cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Se vi piace, lasciate una ⭐️ e commentate con cosa vi è piaciuto di più.
-1 alla fine 😭😭
Le pubblicazioni future saranno a SORPRESA❤️ Se volete essere sempre aggiornati, scrivetemi su Instagram ❤️
Vi aspetto❤️
Un saluto a tutti con amore ❤️
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