Capitolo 39: Dopo così tanto tempo, le nostre anime tornarono a toccarsi
Lisandra
È strano. Vedere Lucius. Fermo e immobile, con lo sguardo stanco e ferito. È come se fosse diventato piccolo pur essendo più grande di me.
Scosto la coperta, stacco bruscamente dal braccio la farfallina che mi trasmette la fisiologica e mi alzo. È bizzarro tornare a camminare. Ho le gambe tremanti, ma non importa. Cammino verso il letto di Lucius, dove è seduto, ed esito per qualche secondo.
Cosa dovrei dire? Da dove comincio?
È così bello. Mi mancava. Mi mancava così tanto...
Quando ero in quella tomba, io... Non ricordo nemmeno come mi sentissi. È una cosa buona, no?
Lucius non mi guarda nemmeno. Ha lo sguardo fisso sulla sacca di sangue vuota che ha tra le mani ed è rigido. Che cosa lo preoccupa?
<<Cosa stai facendo?>> borbotta. <<Non devi sforzarti>>.
Mi avvicino a lui ignorando le sue lamentele e mi siedo sul suo letto. Lui mormora qualche parola senza senso e mi prende per i fianchi, mi solleva e mi fa stendere sul suo letto, lasciandolo quasi tutto a mia disposizione, mentre lui si siede in un angolino.
<<Sono stata sdraiata per troppo tempo>>, commento.
<<Stai bene>>, mormora lui con gli occhi bassi. <<Stai bene?>> chiede.
Mi sposto vicino a lui e tento di prendergli la mano, ma all'improvviso lui scatta in piedi.
<<Lucius...>> bisbiglio colpita dal suo comportamento.
<<Non dire nulla, per favore>>, mi supplica con la voce spezzata.
Le parole di Julian rimbombano nelle mie orecchie: <<...È stato un ottimo padre. Mi ha sempre dato tutto, senza viziarmi. È stato giusto, ma non se l'è passata bene in questi anni e nemmeno tu, immagino. Lui percepiva tutto: Alba sostiene che ogni volta che eri cosciente nella tomba, papà sentiva e provava tutto quello che sentivi e provavi tu...>>
Sono ancora troppo debole per poter entrare nella sua testa, perciò non lo faccio, ma non è necessario, perché i suoi occhi non esprimono altro che dolore.
<<Non ci saranno mai abbastanza volte necessarie per...>> mormora Lucius.
<<Che cosa significa?>> domando.
<<Perché non saranno mai abbastanza le volte...>> ripete lui.
<<Non capisco>>. Scuoto la testa e lo guardo confusa.
<<Perché non saranno mai abbastanza le volte in cui ti chiederò scusa>>, bisbiglia.
<<Lucius, no...>> dico, ma vengo interrotta.
<<E non saranno mai abbastanza le volte in cui ti dirògrazie>>, continua.
<<Grazie per cosa?>> chiedo.
<<Ogni volta ci sei tu a salvarmi. L'hai fatto dal primo giorno in cui hai messo piede a Vatra Dornei e anche poco fa... Tu mi hai dato il tuo sangue>>, mormora.
<<Abbiamo sbagliato entrambi>>, affermo sorprendendolo.
<<Io ti devo tante scuse e non so come tu possa essere ancora qui. La cosa di cui mi pento e per cui ti chiedo scusa è che non ho fatto in tempo a raggiungerti prima che il destino ci separasse... Forse era scritto nel destino che io dovessi...>> bofonchia senza finire la frase, ma le parole continuavano ad aleggiare nell'aria.
Che io dovessi soffrire in questo modo...
<<No. Ti sbagli...>> tento di ribattere.
<<No. Io. Ho sbagliato io>>, insiste.
<<No. Lucius. Basta. Non abbiamo avuto un bel periodo, lo ammetto... Ma è per il fatto che non abbiamo avuto del tempo per approfondire il significato di una relazione. Nessuno dei due era...>> intervengo.
<<Vorrei sapere perché quello che faccio è sempre sbagliato>>, commenta a bassa voce.
Questa frase mi spezza il cuore. Sembra davvero cambiato. Dov'è il presuntuoso e arrogante stronzo chiamato Lucius Romanov?
<<Michael è stato uno sbaglio? E anche Julian?>> cerco di farlo ragionare.
Io sono uno sbaglio?
<<No>>, risponde ad alta voce con tono offeso.
<<E allora?>>
<<Tutto quello che ho fatto per te. È stato sbagliato>>, dichiara.
Aggrotto la fronte.
Non so se sentirmi offesa per questa sua affermazione.
<<No. Aspetta. Nel senso... che ti ho ferito più e più volte e con te... non so mai come comportarmi, perché mi fai diventare matto... Dovevo dirti queste parole tempo fa>>, mormora.
<<E ti ho perdonato>>, ribatto.
<<Come hai fatto? Come hai fatto a trovare la forza per farlo? Ti ho trattata veramente male e...>>
<<Perché vuoi guardare sempre il lato negativo della vita?>> dico esasperata.
<<Perché per un secolo intero non ho fatto altro che chiedermi perché tu abbia continuato a insistere con me? Ti sei mai chiesta come sarebbe stato se al posto mio avessi trovato nella tomba... che ne so... Alucard o Alexandru?!>>
<<Non mi sarebbe importato, perché non saresti stato tu>>, rispondo.
<<Ricordi che cosa mi hai scritto quando al mio compleanno mi hai portato il thermos con il tuo sangue?>> chiede.
In questo momento, no.
Scuoto la testa e lui sorride di nascosto.
<<Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza. Oscar Wilde>>, dice. <<Perché allora non segui il tuo stesso consiglio?>>
<<Perché sai che non posso farlo>>, rispondo mordendomi il labbro inferiore.
<<Perché non ti arrendi con me? Perché ti sei data a me? Perché mi ami?>> domanda con voce spezzata.
<<Bukowski diceva: Bisogna essere coraggiosi e anche un po' folli per aprire il cuore e donarlo a qualcuno>>.
Io sono folle di te, Lucius. Lo sono stata dalla prima volta in cui, a quattordici anni, mi sei comparso in un sogno, come una visione.
Lucius
<<Perché mi hai perdonato?>> le chiedo con estrema disperazione.
Lisandra.
Lisandra.
Lisandra.
<<Spesso perdoni una persona perché la sua assenza fa più male dell'errore che ha commesso>>, risponde dal letto in cui l'ho fatta sdraiare.
Sono in piedi davanti a lei. Due opzioni aleggiano nella mia testa. La prima è inginocchiarmi, chiederle perdono per la milionesima volta e farla di nuovo mia.
Ho bisogno di sentirla vicina. Ho bisogno di sentire la sua pelle calda vicino alla mia.
La seconda, invece, è lasciarla andare via per sempre e concederle una vita felice, rinchiudendomi di nuovo nella sala Sulbén.
Ho la testa piena di pensieri, tutti per Lisandra, e mi rendo conto che non riesco nemmeno a guardarla negli occhi.
La amo. La amo così tanto che fa male.
<<Opto per la prima opzione>>, commenta all'improvviso Lisandra incrociando le braccia al petto.
Mi sta leggendo nella mente? Non deve. Non deve usare le sue forze per me.
<<Smettila di leggermi nella mente>>, dico severamente. Sei molto stanca. Non indebolirti ancor di più.
<<L'ho fatto solo ora>>, risponde facendo spallucce. <<Comunque hai ragione>>, afferma annuendo pensierosa.
<<Che cosa?>> Mi acciglio.
<<Mi sono innamorata di una persona che con il tempo si è rivelata l'esatto contrario di quel che era>>, risponde.
<<Come?>> Non sono contrariato, perché la capisco – non sono l'ideale perfetto -, ma solo confuso. Che cosa intende?
<<Mi sono innamorata di un bisbetico, presuntuoso e arrogante, ma allo stesso tempo dolce Lucius Romanov. Non di uno così, che molla tutto perché qualcosa è andato storto>>.
Mi volto di scatto e la sento all'istante dietro di me. Si alza velocemente dal letto e mi raggiunge, punzecchiandomi le spalle.
<<Sono sempre lo stesso Lucius! Ho solo...>> mormoro.
<<Paura. Hai paura ed è normale, ma non allontanarmi anche per questo>>.
<<Sei appena tornata e...>> balbetto.
Lisandra mi rende vulnerabile. Ed è fantastico, perché è questo che mi fa sentire vivo. Quello che non sentivo più da un secolo. Ma ho paura. Paura di farle del male. Paura che possa farsi male per colpa mia. Io...
<<Il momento giusto per agire è adesso. Perché sprecare del tempo stando lontani quando possiamo stare insieme da subito?>>
<<Io commetto un sacco di sbagli>>, confesso.
<<Lo so>>, ridacchia.
Viene davanti a me e sospira. I suoi occhi seguono i lineamenti del mio collo e il suo cuore batte all'impazzata. Sento l'odore del suo desiderio e il fatto che si morde il labbro me lo conferma.
<<Ti sto chiedendo di fare tutto con me>>, sussurra con malizia.
<<Non posso>>, dico voltandomi rapidamente.
<<Perché?>> chiede con voce tremante.
<<Perché ti metterei in pericolo>>, borbotto senza capire se la mia voce arrivi al suo orecchio.
<<Perché?>> ripete implorante.
Sospira e mi sorprende arrivando rapidamente davanti a me. <<Se pensi di sbagliare tutto... Bene, allora. Fallo con me il tuo prossimo sbaglio. Anche quello dopo e quello dopo ancora. Perché io sarò al tuo fianco. Sempre. Così come deve fare una regina con il suo re. Anche se magari non mi vorrai, io ci sarò>>.
Grugnisco e cerco di combattere contro me stesso. Invano.
Perché deve essere così testarda?
Perché deve essere così bella?
Perché deve essere così Lisandra?
Dio, quanto mi era mancata.
La afferro per i fianchi e la bacio. La bacio come non ho fatto prima d'ora. Come se volessi divorarla, ma senza ferirla. Voglio essere un tutt'uno con lei.
Le sue mani giocano con i miei capelli e il suo corpo aderisce perfettamente al mio. Il suo respiro è caldo e affannoso e il suo cuore batte sempre più forte. La sua bocca emette suoni che mi fanno letteralmente impazzire, ma il mio cervello inizia a pensare alla sua incolumità.
<<No, aspetta...>>
<<No>>, biascica. <<Non fermarti. Ti prego>>.
Tentai di farla ragionare, ma dopo le sue sfacciate insistenze persi il controllo e la feci mia, lasciando a lei il comando.
Dopo così tanto tempo, le nostre anime tornarono a toccarsi, così come i nostri corpi e i nostri cuori.
Spazio Autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Che cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Se vi piace, lasciate una ⭐️ e commentate con cosa vi è piaciuto di più.
Piango per Lisandra e Lucius. Sono finalmente di nuovo insieme.
Ps. - 3 capitoli alla fine di questa avventura. Piango.
Le pubblicazioni future saranno a SORPRESA❤️ Se volete essere sempre aggiornati, scrivetemi su Instagram ❤️
Vi aspetto❤️
Un saluto a tutti con amore ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top