Capitolo 20:Lisandra è più importante in questo momento
Lisandra
<<Cosa vuoi, Alexia?>> chiedo. Mi rivolge un sorriso estremamente falso e cammina lentamente verso di me.
<<Ti consiglio di abbassare la cresta!>> mi intima una delle pecorelle di Alexia.
<<Lei è la nostra futura regina!>> dichiara un ragazzo alle mie spalle.
<<Futura regina?>> domando iniziando a ridere sotto i baffi.
<<Come ti permetti di ridere?>> urla una ragazza dietro di me. Quest'ultima mi afferra i capelli e me ne strappa qualcuno. Con l'aiuto di un altro ragazzo, mi fa ingonocchiare e mi ordina di tenere la testa alta in direzione di Alexia.
<<Non lo sai? Ben presto sarò nominata Regina>>, dichiara Alexia pavoneggiandosi Alexia. Tutti applaudono.
<<Beh, non lo mettevo in dubbio>>, commento acida con la mascella rigida.
<<Spero che prima tu ti sia goduta lo spettacolo, Lisandra. Non sai quanto ha goduto Lucius. Hmmm...>> sussurra con tono sensuale.
<<Chi sarebbe la puttanella?>> chiedo. Ricevo un pugno in faccia. Muovo la mascella per cercare di contenere il dolore e uccido con lo sguardo Alexia, che si fa beffe di me.
<<Non preoccuparti. Quel ruolo è tuo>>, ridacchia mettendomi un dito sotto il mento.
<<Che cosa vuoi, Alexia?>> dico aggressivamente. Sto per esplodere. Vorrei tanto prendere la sua testa fra le mie mani, distruggerla e incenerirla.
<<Miei seguaci, siete stati fedeli fino alla fine e per questo vi ricompenserò presto. Abbiamo completato il percorso per diventare guardie reali: quello del monte Lomnický štít. Adesso possiamo fare tutto>>, continua Alexia. Si abbassa e raccoglie un grosso ramo spezzato. <<Per festeggiare, che ne dite di un sano spargimento di sangue?>>
<<Sì!>> urlano tutti.
Alexia inizia a colpirmi allo stomaco con quel grosso ramo e qualcuno mi blocca le mani dietro la schiena.
Ogni colpo è seguito da un urlo di gioia dei seguaci di Alexia: uno, due, tre colpi. All'improvviso, però, il mio corpo esplode e la rabbia prende il sopravvento.
<<Cazzo!>> esclama qualcuno.
<<I suoi occhi>>, afferma qualcun altro.
Urlo e tutti vengono scaraventati in aria, andando a battere contro i tronchi degli alberi. Mi alzo repentinamente e individuo subito Alexia: è a terra e sul viso ha un'espressione stupefatta e atterrita. Inizio ad avanzare verso di lei e indietreggia lentamente, appoggiando le mani a terra. Quando la raggiungo, i suoi occhi si riempiono di paura. Le metto una mano sotto il mento, le sollevo la testa e mi avvicino così tanto da vedere il rosso dei suoi occhi brillare.
<<Mi sono stancata di vedere persone come te, Alexia. Persone ignobili e ignoranti. Sono rimasta a guardare, rispondendo solo a voce ai tuoi soprusi, ma questa volta mi hai snervato!>> ringhio a denti stretti. <<Vuoi essere una Regina? Vuoi essere come me? Vuoi avere tutti i miei poteri? Era per questo che mi complicavi la vita, no? Bene! Prenditi le tue responsabilità, allora>>.
Le tengo ferma la testa con una mano dietro al collo e una sulla fronte, dove esercito maggiore pressione. Pronuncio una frase latina che mi disse Lucius tempo fa, quando mi spiegò il valore di essere un Re: <<Ut dici tantum, non oportet dare>>.
<<Così come pretendi, devi anche dare?>> traduce Alexia a voce bassa. È confusa. <<Che cosa significa?>> balbetta. All'improvviso, i suoi occhi diventano bianchi e la sua testa cade all'indietro.
Oh mio Dio!
Che cosa ho fatto?
Perché l'ho fatto?
Ho appena mostrato tutta la mia vita ad Alexia. NO!
Maledizione!
Mi stacco da lei con uno scatto fulmineo e osservo i suoi seguaci guardarmi impauriti.
Perché sono spaventati?
Faccio così paura?
<<Che cosa sei?>> mi chiede un ragazzo con voce tremante.
<<Perché?>> domando.
<<I tuoi occhi sono...>> balbetta una ragazza minuta dai capelli ramati spalancando la bocca.
<<Sono cambiati di nuovo>>, afferma un'altra pecorella smarrita.
<<Cosa hanno i miei occhi?>> urlo. Il corpo di Alexia cade a terra, rimanendo immobile.
<<Che cosa le hai fatto?>> mi domanda aggressivamente un ragazzo facendo un passo in avanti.
Tutti iniziano ad accusarmi e a guardarmi come se fossi un animale orrendo e malvagio in uno zoo malfamato di qualche piccola cittadina sperduta.
<<Non le ho fatto nulla>>, rispondo, ma Alexia continua a non muoversi. Qualcuno si abbassa e scuote il suo corpo, ma sembra non dare segni di vita.
<<Sei un mostro!>>
<<Perché hai il sangue nero?>>
<<Ibrido>>
<<Mezzosangue!>>
<<Sangue sporco!>>
Continuano a insultarmi, ma d'un tratto Alexia si rialza con movenze robotiche. <<Silenzio!>> urla.
Tutti i suoi seguaci abbassano la testa e ammutoliscono. Alexia mi fissa e, con il gelo negli occhi, mi si avvicina lentamente ma con passo deciso. Arrivata a meno di mezzo metro da me, si inchina continuando a osservarmi i suoi occhi freddi. Dopo qualche secondo di stupore da parte mia e dei suoi discepoli, abbassa la testa.
<<Il mio nome è Alexia Futy. Mi presento qui, davanti a lei, Lisandra Mikelaus, conosciuta tra la mia gente come sanguinaria, nobile della casata Mikelaus, Skiarat di nascita e Ateyo del nostro re, Lucius Romanov, per chiederle umilmente la sua indulgenza e il suo perdono>>, pronuncia lentamente scandendo ogni parola.
<<Come?>> balbetto a bassa voce.
Improvvisamente, tutte le foglie secche prendono il volo e i capelli mi finiscono davanti al viso: si è alzato un vento freddo e fastidioso. Cerco di togliermi i capelli dalla faccia, ma alle mie spalle sento un tonfo grave. Alexia, ancora davanti a me con il capo chino, alza di colpo la testa e, vedendo chi c'è alle mie spalle, spalanca gli occhi. Nel frattempo, tutti gli altri presenti fanno un passo indietro con cautela. Mi volto gradualmente e vedo tre Akamu muoversi sul posto.
La lucertola al centro si avventa su di me, mentre le altre due inseguono Alexia e i suoi discepoli, che si disperdono nel bosco. La mano rugosa dell'Akamu mi afferra i capelli; la creatura mi soffia in faccia una strana polvere viola. Scorgo la sagoma di Lucius correre verso di me, ma perdo i sensi.
Lucius
Nella mente di Michael erano racchiusi diversi ricordi riguardanti Lisandra. La vidi ridere insieme a mio figlio mentre parlavano di qualche serie tv, ma soprattutto la vidi stare male. Non mangiava quasi più e quando lo faceva correva in bagno. Non riusciva più a dormire e i suoi occhi non si illuminavano più molto spesso; anzi, quasi mai.
Sto correndo nel bosco da circa dieci minuti e ancora non ho captato alcuna traccia di Lisandra. All'improvviso, però, percepisco dei movimenti alle mie spalle. Torno sui miei passi e avverto un odore pungente, quasi secco, e di stantio.
Sono gli Akamu!
Li seguo fino a un dirupo. Saltano giù e rimango per qualche minuto a pensare al da farsi.
Lisandra è più importante in questo momento. Devo trovarla e farmi perdonare. Sono stato davvero uno stronzo.
Mi volto. Inizio a correre, ma le mie orecchie percepiscono immediatamente delle urla e il mio naso avverte una traccia di Lisandra. La rabbia si impossessa del mio corpo. Salto giù dal dirupo e vedo Lisandra: è trattenuta da una lucertola che le soffia una polverina viola sul viso. L'essere squamato mi vede e sorride. Inizio a correre verso Lisandra, che si accascia per terra, e all'improvviso tutto diventa nero.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Ci vediamo lunedì con il capitolo 21!
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