Capitolo 12: No, non va bene!
Lucius
Lisandra annaspa per qualche secondo, finché non si rende conto di avere la testa appoggiata sulla mia spalla. Così si allontana di scatto facendosi venire uno svarione che probabilmente le fa perdere la vista per qualche secondo. Espira rumorosamente sbattendo ripetutamente le palpebre e mi guarda con gli occhi spalancati. Il suo petto continua ad alzarsi e ad abbassarsi con estrema velocità e il suo battito cardiaco triplica.
Scapperà. Ne sono sicuro. Chi non scapperebbe?
Abbasso la testa e la scuoto leggermente, ma si avvicina e mi mette una mano sul viso con velocità sorprendente.
<<Non farlo>>, sussurra. Lisandra continua a guardarmi. Mi sento a disagio: per la prima volta in tutta la mia vita mi sono esposto con una persona.
Dopo tantissimo tempo mi sento bene e ho paura. Non posso permettermelo durante questa guerra, ma non posso nemmeno lasciare che Lisandra venga uccisa da quegli esseri.
<<Non fare cosa?>> domando confuso.
<<Pensare che io scapperei>>, sorride. <<Non sei l'unico che legge nella mente di qualcuno. L'unica differenza è che tu hai bisogno del contatto fisico>>.
Non sai che tipo di contatto vorrei in questo momento.
Sorrido e lei ricambia.
<<Il punto è che non mi sto concentrando nemmeno>>, ridacchia. <<Forse è perché siamo Ateyo. Forse è per questo che è più facile...>>
<<Come quando mi stavi spiando fuori dall'aula di musica. Io ti ho visto, mentre la guardia no>>, dico.
<<Non ti stavo spiando>>, sbuffa lei arricciando il labbro all'insù. Così è ancora più bella. Si stacca da me facendomi irrigidire. <<Vorrei provare una cosa>>, afferma allontanandosi.
<<Che cosa?>>
<<Provo a pensare a un colore e tu dirai qual è senza toccarmi>>, propone.
<<Non so quanto possa funzionare, ma va bene>>, rispondo.
Accenna un sorriso e annuisce. Vuol dire che ha già deciso il colore, perciò faccio quel che mi ha chiesto. Cerco di concentrarmi su di lei, ma non sento nulla. Tuttavia, quando tutto sembra perduto, sento la sua voce in lontananza.
Arancione.
Arancione.
Arancione.
<<Arancione?>> domando trattenendo una risata. Lei spalanca gli occhi e annuisce entusiasta.
<<Sì, sì, sì>>, risponde Lisandra. <<Un altro!>> insiste.
Nero.
Nero.
Nero.
<<Nero>>, rispondo.
<<Sì, funziona!>> esclama felice battendo le mani come una bambina che ha appena scoperto un nuovo gioco.
Sorrido. <<Che cosa dovrebbe funzionare?>>
<<Ho pensato: dato che siamo Ateyo... Ho visto più volte i miei nonni comunicare solo con il pensiero pur non avendo questo potere, perciò ho pensato di provare con noi... e ha funzionato>>, spiega Lisandra eccitata. <<Quindi tu sai già tutto di me?>> sussurra.
<<Sì>>.
All'improvviso, dopo un attimo di silenzio, le sue labbra si posano sulle mie, destando in me sorpresa e un'inaspettata sete. Ho ancora brama di lei. Le nostre ginocchia si sfiorano, le nostre labbra si toccano e le sue mani giocano con i miei capelli.
Non posso. Con atteggiamento ben più rude di quanto volessi, la afferro velocemente per i polsi. Il viso di Lisandra è il ritratto dello spavento.
<<Scusa, non avrei dovuto...>> sussurra a bassa voce, senza staccare gli occhi da me.
<<Lisandra...>> mormoro distogliendo lo sguardo e lasciandole i polsi.
<<Non vuoi che io... È normale>>, si giustifica.
<<Ti voglio come mai avevo pensato. Ho sete, Lisandra>>, affermo.
All'improvviso, percepisco la presenza di quattro vampiri maschi davanti alla mia porta: i miei fratelli, Sebastian e Nicolae, e il padre e il nonno di Lisandra. I quattro battono tre colpi forti sul legno pregiato della porta d'ingresso delle mie stanze.
Ringhio di nascosto e mi alzo per andare ad aprire agli ospiti inattesi.
<<Non potevate aspettare ancora?>> sibilo uccidendoli con lo sguardo.
Gli ospiti entrano nella stanza. Alucard e Pollux si mettono davanti, rigidi. Sto per chiudere la porta, quando Lisandra arriva e mi blocca.
<<Arrivo subito. Devo andare in bagno>>, afferma uscendo con nonchalance.
<<Va bene>>, mormoro con diffidenza, aggrottando la fronte.
Lisandra
<<Va bene>>, mormorò Lucius con diffidenza, aggrottando la fronte. Quando la porta si chiuse dietro di me, mi voltai verso Alucard, che mi rivolse uno sguardo confuso e sospettoso.
<<Alucard, avrei bisogno del tuo aiuto>>, dissi.
<<Come posso aiutarti?>> chiese lui educatamente.
<<Dov'è il bagno?>> domandai.
<<Da questa parte>>, mi rispose. Mi fece strada fino a una piccola porta grigia nuova di zecca.
Appoggiai una mano sul pomello. <<Potresti portarmi un bicchiere d'acqua? Ho la gola secca...>> chiesi ad Alucard prima di entrare.
Dopo qualche secondo, Alucard ricomparve con un bicchiere di cristallo pieno d'acqua cristallina.
<<Grazie>>, dissi sorridendo. Presi il bicchiere ed entrai rapidamente per evitare che Alucard mi facesse delle domande.
Buttai velocemente l'acqua nell'elegante lavandino di marmo. Mentre mi toglievo la collana di mio padre, cercai di tagliarmi il polso nel punto in cui la mia pelle era marcata dalla profonda cicatrice causata dalla tomba di Lucius. Il bicchiere si riempiva piano piano del mio sangue nero e sorrisi.
<<Lisandra, tutto bene?>> chiese Alucard fuori dalla porta.
<<Sì, sì>>.
D'un tratto la porta si aprì. Alucard buttò un occhio al bicchiere e mi rivolse uno sguardo turbato e al contempo stupito.
<<Che cosa hai fatto?>>
<<Sto bene>>, ribattei.
Mi bendò la piccola ferita sul polso con il suo fazzoletto bianco e sospirò.
<<Potresti entrare nella stanza con questo bicchiere cinque minuti dopo di me, per favore?>> dissi velocemente sentendo una strana emozione nascere nel petto. Era il senso di colpa nei confronti di Lucius: aveva sofferto così tanto per colpa mia e io avevo sempre pensato che fosse solo un egoista dispotico. Mi ero buttata su di lui ignorando il fatto che avesse sete e...
Le lacrime iniziarono a scendere lungo il mio viso e Alucard mi prese fra le sue braccia.
<<Perché non me l'hai detto? Perché?>> balbettai tra una lacrima e l'altra, colpendolo al petto.
<<Non mi avresti mai dato ascolto. Dovevi arrivarci da sola>>, affermò lui in tono triste e malinconico.
Mi asciugò il viso e mi sorrise. <<Sono contento per voi>>, disse.
<<Cosa dovrei fare?>>
<<Ora tornare in quella stanza>>, rispose sorridendo.
Annuii e tornai nella stanza in cui si trovavano i tre fratelli Romanov insieme a due membri della mia famiglia.
Entro proprio nel momento in cui la discussione si interrompe.
Che casualità.
<<Lisandra, tutto bene?>> chiede mio nonno.
Perché sono pallida?
Sono nata pallida, mi ricordo.
Ringrazio di essere una Skiarat, di aver imparato a mettere il blocco ai miei pensieri e ricordi. In questo modo, mio nonno Grigore non avrà la possibilità di leggere sempre tutto.
<<Sì>>, rispondo.
Mi accomodo accanto a Lucius, che mi guarda con sospetto.
<<Di cosa stavate parlando?>> domando.
<<Della vostra condizione>>, risponde Sebastian rivolgendo uno sguardo a me e a Lucius.
<<Cioè?>> chiedo. La porta si apre ed entrano Pollux e Alucard. Portano due vassoi sui quali poggiano dei calici di sangue.
<<Grazie, Alucard>>, dice Lucius prendendo il suo bicchiere con il viso contrariato. Se lo mette sotto il naso e mi rivolge uno sguardo stupito, come se mi stesse chiedendo "perché?". Tuttavia, se lo porta alla bocca senza dire nulla e deglutisce lentamente. Finito di bere, sorride maliziosamente a occhi bassi.
<<Che cosa significa?>> domando di nuovo dopo essermi accertata che tutti abbiano finito di bere.
<<Siamo in un momento critico sia dal punto di vista politico che da quello socio-culturale>>, afferma Nicolae. <<Queste creature, chiamate Akamu, hanno portato grande scompiglio: si sono presentati numerosi capifamiglia borghesi chiedendo spiegazioni, ma non abbiamo saputo dargliene e questo si è ritorto contro di noi>>.
<<È stata diffusa da pochi giorni anche la dipartita di Milena>>, interviene mio nonno.
<<Dare ulteriori notizie su Lucius non sarebbe vantaggioso per noi>>, dice Nicolae in tono serio e autoritario.
<<Non fraintendeteci. Siamo contenti per voi>>, interviene Sebastian.
<<Che cosa dicono i borghesi? E poi loro non sono quelli a cui non interessa vivere a corte?>> chiedo.
<<Sono famiglie solitarie>>, spiega mio padre.
<<Come i Cullen?>>
<<Quella è una fantasia di una scrittrice che ci ha definiti come esseri pieni di glitter>>, dice a denti stretti Sebastian.
<<Noi non ci illuminiamo, non ci sciogliamo, non bruciamo quando siamo al sole. Ovviamente preferiamo la notte, ma il giorno non ci nuoce tanto quanto dicono>>, chiarisce Lucius.
<<Quindi che cosa dovremmo fare? Che cosa dovrei fare?>> domando con insistenza.
<<Per un po' dovrete vedervi con cautela>>, risponde Nicolae.
<<Intendi di nascosto?>> ribatto alzando un sopracciglio e passando lo sguardo prima su Nicolae e poi su Lucius.
<<Solo finché le acque non si saranno calmate>>, risponde pacatamente mio padre.
<<Fatemi capire bene, adesso>>, intervengo. Sento la rabbia crescere dentro di me. Mi alzo dal divano. <<Prima insistete affinché io mi metta con Lucius al più presto e ora dovremmo avere una relazione di nascosto?>>
<<Lisandra!>> mi ammonisce mio padre.
<<Solo finché tutto non si sarà sistemato>>, ribadisce mio nonno.
<<Sai, nonno, che cosa ho imparato in questi anni passati in questo mondo? Ho capito che qui nulla si sistema, perché c'è sempre qualcosa di nuovo o di antico che torna a rovinare la quiete>>, affermo furiosa. Cammino velocemente verso la porta e la apro con forza. Gli altri mi guardano con stupore. Esco e corro verso la mia stanza.
Rimasi in piedi al centro della mia stanza per un tempo indefinito, in uno stato di trance inspiegabile.
La porta si aprì cigolando. Solo quando vidi Lucius davanti a me mi resi conto di essere ancora nello stesso stato.
<<Lisandra>>, sussurra.
<<No>>, dico voltandogli le spalle, ma me lo ritrovo di nuovo davanti.
<<Lisandra, per favore... Devi capire che c'è un bene superiore a noi. Siamo i re e dobbiamo tutelare tutti i sudditi. Non possiamo sterminarli perché non rispettano i nostri capricci. Guarda cosa è successo nella storia a tutti coloro che hanno compiuto quest'azione: sono stati uccisi e assassinati. Loro non vogliono altro che la mandria di Akamu che ultimamente si è diffusa in tutto il mondo se ne vada per sempre>>.
<<Ma un matrimonio non porta stabilità all'interno della corte?>>
<<Significa anche che il pensiero dei re non è rivolto esclusivamente alla guerra in atto>>, risponde in tono calmo ma distaccato.
<<Quindi non sarei una priorità?>>
<<Non sto dicendo questo>>, risponde Lucius irrigidendosi.
<<E allora cosa stai dicendo? Perché a me sembra di capire questo>>, ribatto a braccia conserte.
<<Un re deve sempre mettere i suoi sudditi davanti ai suoi bisogni. Io non l'ho fatto per molto tempo, ma ora è necessario. Non abbiamo mai affrontato una cosa del genere>>.
<<Va bene>>, rispondo mantenendo le distanze. Sono rigida, con le braccia conserte, e penso di essere sul punto di una crisi di nervi.
Lui corruga la fronte e capisco che sta cercando di leggermi nella mente da quella piccola incurvatura del sopracciglio che aveva fatto anche prima, quando eravamo soli, ma blocco tutto. Innalzo una barriera mentale così forte da essere invalicabile per chiunque. Niente e nessuno.
Lui fa un passo in avanti e io uno indietro. Continuiamo così, guardandoci dritti negli occhi. Lucius abbassa la testa, si dirige verso la porta ed esce, richiudendola dietro di sé.
<<No, non va bene, Lucius!>> urlo. <<Sono stanca di essere forte. Ho voglia di essere debole, ho voglia di dolcezza. Ho bisogno di qualcuno che mi scaldi il cuore e che lo protegga, perché è stanco di battere invano>>.
Dissi tutto questo pur sapendo che la mia stanza era insonorizzata e piansi finché non mi addormentai sul pavimento.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo!
Voi da che parte siete, con chi siete d'accordo? I Romanov o Lisandra?
Per sapere le date dei futuri aggiornamenti, guardate il mio sito Instagram, dove potrete trovare le date, citazioni e tante anticipazioni.
Vi chiedo, gentilmente, se vi è piaciuto, di lasciare una 🌟 e di commentare con le vostre opinioni 🌈 (Sono davvero curiosa). Se magari vorreste invitare i vostri follower a leggere la mia storia, ne sarei più che felice.
Vi aspetto❤️
Un saluto a tutti con amore ❤️
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