Capitolo 4: Il libro
N.A. La canzone di questo capitolo è...
https://youtu.be/HzNFwxsSPwU
𝓛𝓲𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪
È passato un po' di tempo dal nostro arrivo. Mi sono abituata facilmente al ritmo della casa: al mattino Alexandru e Alina mi svegliano intorno alle sette e mezza, mi lavo, mi vesto, faccio colazione e vado in biblioteca per procedere con la lettura del romanzo della settimana; al pomeriggio, subito dopo pranzo, mi concedono un minimo di riposo mentale per poi torturarmi a livello fisico con gli allenamenti di crossfit e altri sport; di sera vado in biblioteca di mia spontanea volontà a leggere dei libri a mio piacimento.
In queste settimane ho letto svariati romanzi. Ho finito Dracula in tre giorni, sono passata poi a Guerra e pace e Anna Karenina di Lev Tolstoj, Ulisse di James Joyce, Moby Dick di Hermann Melville, Il signore degli anelli di J.R. Tolkien, I miserabili di Victor Hugo, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Il buio oltre la siepe di Harper Lee, Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, Jane Eyre di Charlotte Brontë, Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez e Cime tempestose di Emily Brontë.
Inoltre, ho imparato davvero tante cose: dalla postura all'educazione e a come ci si veste. Ho sempre adorato i vestiti che da quando sono arrivata sono nel mio armadio, ma che non mi sono mai sentita in grado di portare, mentre ora li indosso in modo così naturale. Sembro essere nata per questo tipo di vita.
La parte difficile è l'allenamento, che dura circa tre ore ed è molto pesante: Alexandru mi mostra gli esercizi passo per passo, mentre Alina mi osserva attentamente seduta su una panchina della palestra, scrivendo il piano di studi del giorno successivo.
La grande tenuta ospita una palestra grande e bellissima, come avevo sospettato. Si trova in fondo al corridoio del piano terra dell'ala destra della casa e ha qualunque tipo di strumento per allenarsi. Ha dei morbidi tappetini blu sulla superficie del pavimento; sul muro si trovano grandi specchi e sul soffitto ci sono grandi lampade al neon. Nonostante sia una palestra fantastica, sono convinta che il tipo di illuminazione rovini l'atmosfera misteriosa e macabra della casa.
«Buongiorno», mi sveglia Alina, come ogni mattina, con voce acuta.
Apro gli occhi, mi tolgo le coperte di dosso e mi alzo. Vado nella cabina armadio e mi metto un top rosso, una gonna a quadri bianchi e neri, dei collant neri e delle scarpe con il tacco. Esco subito dopo essermi truccata leggermente.
«Stai bene, ragazza», dice Alexandru, mentre Alina approva l'outfit alzando il pollice.
«Grazie», rispondo sorridendo.
Usciamo dalla mia stanza e andiamo in sala da pranzo.
«Buongiorno, cara», mi saluta mio nonno non appena entro nella stanza.
«Buongiorno, nonno», mormoro sorridendo.
Ogni mattina sono qui con i miei nonni: mentre loro mangiano un semplice cornetto integrale, io faccio una colazione abbondante. Licano e mia madre non ci sono mai.
«Come sta andando il tuo addestramento?»mi chiede mia nonna Crina.
«Chiedetelo ai miei padroni», rispondo sarcastica tagliando la brioche a metà.
L'uomo che dice di essere mio nonno sorride. «Alexandru!»esclama mio nonno.
Il mio tutore fa un passo in avanti e si presenta accanto alla sedia del capo tavola, portando le mani dietro alla schiena e tenendo la testa fissa davanti a sé. «Signore?»domanda il tutore.
«Come procede l'addestramento?»chiede mio nonno.
«Bene, signore», risponde Alexandru.
«Vieni nel mio studio», continua nonno Grigore in tono serio, alzandosi e uscendo dalla stanza, seguito da Alexandru, sempre molto serio e rigido.
«Cara! Alina mi ha detto che vorresti comprare dei libri». Mia nonna cerca di distrarmi dal comportamento strano di mio nonno.
«Sì», affermo annuendo.
Alina si avvicina al tavolo e si mette accanto alla sedia di mia nonna.
«Nonna, mia madre come sta? E Licano dov'è?»domando cambiando argomento.
In questi giorni ho visto mia madre solo poche volte e ancor meno Licano. Da quanto mi è stato raccontato, mia madre ha preso la mononucleosi due settimane dopo il nostro arrivo ed è in quarantena, mentre mio fratello sta affrontando il mio stesso tipo di addestramento. Per questo è molto occupato. È davvero così occupato da non potermi nemmeno salutare?
«Purtroppo, cara, tua madre non ha miglioramenti, mentre tuo fratello ha finito il suo addestramento e ha finalmente capito qual è il suo posto», dice nonna Crina in tono serio mentre finisce di mangiare il suo cornetto integrale. Alina è ancora immobile accanto a lei e fissa un punto in fondo alla stanza.
«Cosa significa?»chiedo. «Cosa significa ha finalmente capito qual è il suo posto?» insisto.
«Lo capirai, cara. Alina?»chiama mia nonna.
«Quali libri vorresti comprare?»mi chiede Alina.
Il rumore di qualcosa in lontananza che infrange sul pavimento mi fa sussultare e alzare dalla sedia di scatto. Mia nonna Crina e Alina corrono con eleganza verso la porta e io le seguo. Spalanco la porta della sala da pranzo e mi dirigo verso l'ingresso.
«Io l'ammazzo!»qualcuno urla.
Oltrepasso Alina e mia nonna, che si mettono davanti a me, e sulle scale riconosco le spalle di Licano, con indosso un completo nero.
Ci sono anche mio nonno, Alexandru e l'uomo-triangolo. Mio nonno e il maggiordomo si trovano in alto sulle scale, prima della diramazione, e mi impediscono di vedere Licano, mentre il mio tutore si trova ai piedi delle scale, con lo sguardo rivolto verso mio fratello.
«Lasciatemi passare». È Licano a rompere il silenzio. Quella che sento, sembra la sua voce, ma ha qualcosa di diverso, qualcosa di più profondo. Qualcosa di oscuro.
L'unica cosa che riesco a vedere della sua figura sono le spalle: molto larghe e minacciose.
«Io l'ammazzo!»ribadisce facendo un passo in avanti. Fritz e mio nonno si mettono davanti a lui con fare minaccioso e la tensione si alza sempre più.
A chi si riferisce? Mio fratello?
Ho il fiato corto.
Cosa sta succedendo? chiedo tra me e me.
Accanto a me, Alina e nonna Crina bisbigliano qualcosa, ma non riesco a sentirle.
«Licano?»bisbiglio.
Lui si gira di scatto e tutti gli si mettono davanti per impedirmi di vederlo bene.
«Lis!»grugnisce.
Alina mi prende per mano e mi trascina in biblioteca. Apre la porta, mi butta all'interno e la richiude, lasciandomi da sola lì dentro.
«Alina!»urlo battendo un pugno sulla porta.
«Alina!»riprovo senza alcun risultato.
Mi volto e osservo la stanza: gli scaffali sono in ordine, e senza polvere, e il fuoco è acceso e scoppiettante.
Sospiro.
Cosa è appena successo?
Non vedevo Licano da settimane. E adesso... Perché sembra così diverso?
A partire dalla voce: più violenta, profonda e oscura, mentre prima aveva quasi sempre un tono calmo e affettuoso, almeno nei miei confronti. Nell'aspetto, per quel che ho visto, pare più grande, in forma, e più rigido.
Quanto tempo è passato? Uno, due, tre minuti? Non lo so più. Mi avvicino al fuoco, mi siedo sulla poltrona e mi addormento.
***
Sono in dormiveglia: inizio a sentire i rumori esterni, ma tengo gli occhi chiusi.
«È tempo di dirglielo! È pronta», bisbiglia nonna Crina.
«Sono d'accordo! Alexandru, Alina, cosa ne pensate? In fondo siete voi i suoi tutori». È la voce di nonno Grigore.
«Reputiamo che sia pronta. È eccellente. Si vede che è una Mikelaus, ce l'ha nel sangue», risponde il tutore maschio.
«Figliolo, cosa ne pensi tu?»chiede mio nonno.
«Non so se sia pronta, ma ha il diritto di sapere», risponde Licano respirando pesantemente e incrociando le braccia al petto.
«Lasciamola riposare ancora un po'», bisbiglia nonna Crina.
«La ragazza è sveglia», commenta qualcuno. Sembra la voce dell'uomo-triangolo.
Apro gli occhi di scatto e vengo raggiunta da un capogiro. Ho la vista sfocata e per questo non riesco a distinguere le figure presenti nella stanza.
«Buongiorno, ragazza», dice Alexandru sorridendo e avvicinandosi alla poltrona. Quando rimetto a fuoco la vista, noto che ho addosso una coperta di velluto rosso.
Il mio tutore si avvicina e dal fondo della stanza si sente un ringhio. Alzo lo sguardo e, con mio stupore, vedo che è Licano. È appoggiato con la schiena al muro, indossa il completo nero e ha la testa china, il che mi impedisce di vedere il suo viso. Sembra diverso. È cambiato. Sembra più pallido.
Perché ringhia?
«Licano? Stai bene?»sussurro guardandolo e muovendomi lentamente. Mi tolgo la coperta e cerco di alzarmi. Lui alza leggermente la testa, facendomi vedere le labbra. Apre la porta e se ne va mormorando qualcosa che non afferro.
«Perché non mi parla? Vorrei capire cosa sta succedendo!»esclamo esasperata alzando le mani.
«Lisandra! Siediti, cara», dice mio nonno Grigore con tono dolce ma fermo.
Mi siedo e, visto che fa leggermente freddo, mi rimetto addosso la coperta.
Mio nonno si allontana e si dirige verso uno scaffale fuori dalla mia visuale, mentre il silenzio si fa largo nella stanza. Sono tutti intorno a me e hanno un'espressione seria sul volto, immobili, in attesa del ritorno di mio nonno.
Dov'è andato Licano? Starà bene? E, soprattutto, che cosa gli starà capitando?
Il rumore delle scarpe di mio nonno interrompe il silenzio, ormai diventato imbarazzante. La sua espressione è severa e la sua postura rigida. Ha con sé un libro di media grandezza, con la copertina nera e dei ricami bianchi.
«Lisandra, figliola. Leggi questo libro e tutto ti sarà più chiaro. È della nostra famiglia», afferma consegnandomi delicatamente il libro.
Abbasso lo sguardo e lo accarezzo: ha la copertina ruvida e rigida. Alzo lo sguardo e mi accorgo di essere da sola. Non li ho proprio sentiti andare via. Come hanno fatto?
Apro il libro e leggo il titolo sulla prima pagina: Famiglia Mikelaus.
Giro la pagina.
Quello che tu, mio caro lettore, andrai a leggere è la nascita, la vita e la morte dei componenti della famiglia Mikelaus dal momento in cui essa entrò nella storia oscura.
Se non sai, lettore, che cosa sia la storia oscura, eccotene un breve riassunto.
La storia oscura risale a un tempo assai remoto. Non si sa quando abbia avuto origine, ma tutto si riconduce al clan Romanov. Il clan Romanov è composto da venti elementi al cui vertice si trovano Nicolae Romanov, Sebastian Romanov e Lucius Romanov, definiti i re della società oscura.
La storia di questa famiglia, molto legata al clan Romanov, iniziò con Grigore Mikelaus.
Questo libro è strettamente riservato al clan e mai nessuno dovrà appropriarsene.
Giro la pagina.
Grigore Mikelaus
Nacque nel 1452 in una famiglia povera della società portoghese. All'età di trentacinque anni, mentre vagabondava ubriaco al porto, conobbe Nicolae Romanov e venne trasformato. Fu uno scrittore, pur non avendo mai pubblicato nulla per non destare sospetti nella società umana, ma fu fonte di ispirazione e compartecipante in molte opere di diversi scrittori e poeti, tra i quali Stendhal. Incontrò l'umana Crina Salina nel 1630, mentre si trovava in Croazia durante una spedizione per conto del clan Romanov, e se ne innamorò. Trasformò l'umana nel 1633, quando ella prese la peste, si ammalò, e la sposò l'anno successivo.
Vive tutt'ora con lei e ha creato un nuovo clan, sempre collegato ai Romanov: i Mikelaus.
Egli possiede il potere di leggere le menti delle altre persone.
Accanto alla descrizione è presente un disegno a colori che rappresenta perfettamente tutti i lineamenti di mio nonno Grigore. Indossa un completo diverso dal solito: pantaloni neri, una camicia nera sotto a una giacca scura con orli rossi e dorati e un grosso mantello, all'apparenza pesante, di velluto nero con gli bordi bianchi e rossi. Ha i capelli raccolti in una coda di cavallo bassa e morbida e legati dal suo nastro, che usa ancora oggi, e ha lo sguardo fisso.
Giro la pagina.
Crina Mikelaus
Crina Mikelaus, prima Crina Salina, nacque nel 1600 da un'abbiente famiglia croata. Nel 1630 conobbe Grigore Mikelaus durante un ballo del paese e se ne innamorò. Nel 1633 si ammalò di peste, favorendo la trasformazione da parte del suo amante. L'anno successivo i due vampiri si sposarono e tutt'ora vivono insieme.
Crina Mikelaus è una donna forte, intraprendente e sempre al passo con i tempi. Per questo è stata ben accolta dalla grande famiglia Romanov.
Ella non possiede alcun potere se non la fedeltà, l'onestà e la modernità.
Accanto alla descrizione di mia nonna Crina, così come per Grigore, è presente un disegno molto dettagliato della donna. Indossa un vestito nero antico con delle decorazioni d'oro sul corpetto e una grande gonna lunga e larga. Al polso, proprio come oggi, porta il suo bracciale rosso.
Giro la pagina.
Emilian Mikelaus
Chiudo di colpo il libro.
Non sono pronta. È il capitolo che parla di mio padre. Faccio un profondo respiro.
Emilian Mikelaus, una volta Emilian Daraboi, nacque nel 1700 da una famiglia aristocratica della Romania. A ventun'anni organizzò una festa nella sua grande tenuta per celebrare la sua maggiore età, in occasione della quale incontrò gli amanti Mikelaus. Durante i festeggiamenti egli cadde da tre rampe di scale e la coppia decise di salvarlo. Da quel giorno divenne loro figlio. Emilian Mikelaus, sebbene non sia davvero imparentato con lui, di corporatura assomiglia al Mikelaus originale in modo incredibile; è un uomo astuto, intelligente e un ottimo combattente. Per questo motivo fu accolto nel clan Mikelaus così come in quello dei Romanov. Il clan Mikelaus, composto da tre elementi, si stabilì nella tenuta Daraboi, ora Mikelaus. Nel 1750, grazie ad una strega, si scoprì che Emilian e Grigore provenivano dallo stesso ramo della famiglia Mikelaus.
Nel 1980 Emilian fu rapito da alcuni cacciatori americani e tenuto in ostaggio prima da Peter Stiel e poi, dopo la sua morte, da sua figlia Jennyfer Stiel.
Alzo la testa per un secondo. Devo riordinare le idee. Devo capire tutto ciò che sto leggendo. Faccio un gran respiro, ascolto per un attimo lo scoppiettio del fuoco e ricomincio a leggere.
Inizialmente l'umana cacciatrice Jennyfer Stiel lo tenne in una prigione, poi in una casa usandolo solo ed esclusivamente per il suo piacere, dando vita a due ibridi: Licano e Lisandra Mikelaus.
Dopo alcuni anni dalla nascita della figlia femmina, Emilian tentò di reagire ai soprusi della guardia, ma ella lo eliminò.
Nota: Ancora oggi Jennyfer Stiel è viva e si trova all'interno della tenuta Mikelaus, ex Daraboi, insieme ai figli.
Emilian possedeva un grande potere difensivo e mentale, oltre a quello fisico, che gli permetteva di difendere sé e gli altri attraverso il controllo della mente.
Come per gli altri membri della mia famiglia, c'è un disegno di mio padre.
Le lacrime iniziano a salire, ma le trattengo finché la mia gola diventa stretta e asciutta.
È in piedi e indossa un completo uguale a quello del nonno. Si rivolge a me con uno sguardo fermo, deciso, forte. Emana potenza già solo attraverso gli occhi. Un bracciale rosso sottile spunta dalla manica sinistra. È proprio come quello della nonna e del nonno.
Ma cosa significano quei bracciali o nastri che siano? penso.
Giro la pagina e faccio un respiro profondo.
Anca Mikelaus
Questo nome mi è molto familiare: chi sei? Perché mi sembra di conoscerti?
Anca Mikelaus nacque nel 1770 da una famiglia borghese della società francese. Allo scoppio della rivoluzione, nel 1789, conobbe Emilian Mikelaus quando venne ferita dall'esercito del re durante una rivolta. Il giovane Mikelaus la riconobbe subito come sua compagna nella vita e la trasformò. Rimasero insieme fino a quando lui non venne rapito dai cacciatori americani.
Oggi la giovane Mikelaus gira il mondo in cerca di vendetta nei confronti di tutti coloro che furono coinvolti nel rapimento e nella tortura del suo amante.
Ella possiede il potere della telecinesi.
Osservo attentamente il disegno della donna: è seduta su una sedia antica e indossa un lungo vestito verde. Ha i capelli color oro sistemati in un'acconciatura perfetta, decorata con forcine particolari. Il suo sguardo è rivolto verso il lettore, ma è spento, come se non avesse più alcuna ragione per vivere, come se non avesse più l'anima.
Questa donna era la compagna di mio padre, dico nella mia mente.
Giro la pagina.
Licano Mikelaus
È un ibrido nato dalla fusione del vampiro Emilian Mikelaus e Jennyfer Stiel nel 1998. Nel 2016 scoprì la verità sulle sue origini e chiese la trasformazione, che venne accettata.
Egli è un giovane rinato, destinato a essere un guerriero, e possiede il potere dell'idromanzia.
Giro la pagina.
Lisandra Mikelaus
È un ibrido nato nel 2002 dalla fusione del vampiro Emilian Mikelaus e Jennyfer Stiel e in questo momento sta leggendo la storia del suo clan.
Sobbalzo. È strano: di fianco alla breve biografia mia e di Licano non ci sono disegni né ritratti.
Giro l'ultima pagina e chiudo il libro, cercando di elaborare tutte le informazioni che ho letto.
Ecco perché dovevano addestrarmi. Ecco perché mia madre mi vietava di leggere tutti quei libri.
Chi sono i Romanov? Chi è, anzi, cosa è la mia famiglia? Sono un ibrido? Mio padre è stato ucciso?
Mia madre ha rapito mio padre e ha abusato di lui a livello fisico e psicologico per avere noi due. Pur non sapendo come abbia fatto, visto che lui era un vampiro, non capisco le sue ragioni. Licano è stato trasformato. Io sono un ibrido. Un ibrido. Com'è possibile?
Questo libro è magico. Non viene scritto da qualcuno, ma si modifica da solo in base agli eventi della mia famiglia.
Jennyfer mi ha tenuta lontana da tutto questo. Mi ha tenuta lontana da ciò che sono. Il mio cuore si riempie di una tristezza amara e di rabbia.
Perché lo ha fatto? Quando eravamo tutti insieme, sembrava andare tutto bene. Non so cosa pensare.
Il rumore della porta scricchiolante disturba i miei pensieri.
«C'è qualcuno?»La voce tremante di mia madre irrompe nella stanza.
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