19
James
Mi gettai verso la porta, ma Jack e Robert mi trattennero.
«Non puoi andare di là, ti espelleranno dal Torneo!» esclamò Lucille.
Io mi liberai dalla presa dei ragazzi e mi voltai verso di lei: «Non mi importa dello stupido Torneo! Quello la ammazza, ti rendi conto?! Andiamo, perché la gente ci tiene così tanto ad ammazzare Ellie!»
Whig incrociò le braccia al petto: «Non sai cosa potrebbe succedere se dichiarano la Prova nulla. Non puoi rischiare che succeda qualcosa anche a Liz... Devi restare lucido.»
Il primo istinto fu quello di tirargli un pugno e tornare nella Sala Grande, ma realizzai che aveva ragione. Farmi squalificare non l'avrebbe salvata. Dovevo solo aspettare e sperare.
Sprofondai nuovamente nella poltrona e cercai di concentrarmi su un altro possibile metodo per svegliare qualcuno da un incantesimo del sonno. Scoprii presto che non era facile.
«Tu hai usato una pozione, vero?» chiesi a Lucille, che era andata a sedersi su un divanetto accanto a Robert e Jack.
Lei annuì cupamente: «E tu hai usato un incantesimo. Questo significa che i due metodi principali per contrastare una magia sono già stati utilizzati... Quali altre alternative abbiamo?»
Sbuffai, passandomi le mani tra i capelli: «Esiste una pianta o qualcosa del genere?»
Questa volta la bionda scosse la testa: «Non che io sappia e sicuramente non nella serra della scuola. Fuori non può uscire, quindi questa opzione è esclusa. In ogni caso non avrebbe abbastanza tempo...»
Lanciai un'occhiata all'orologio: dieci minuti.
«Non faremo mai in tempo...» singhiozzai.
Mi bruciavano gli occhi, mentre cercavo di trattenere le lacrime a tutti i costi. Passai la mano tra i capelli di nuovo, nel disperato tentativo di tenermi impegnato.
«La McGranitt non la lascerà morire, vero? Non può farlo...» cercai di autoconvincermi.
Lucille incrociò le braccia al petto, rimanendo in silenzio. Singhiozzai di nuovo, stringendo i braccioli della poltrona il più forte possibile cercando di evitare di piangere.
Non l'avrebbe mai uccisa. Non era da McGranitt. Ma non si poteva mai sapere con questo Torneo, erano già morte tante persone. Mio padre mi aveva raccontato la sua Seconda Prova, quando aveva dovuto salvare anche zia Gabrielle oltre allo zio Ron.
E se fosse capitata la stessa cosa? Se Edmund si fosse arreso e l'incantesimo fosse diventato irreversibile? Nemmeno Albus Silente in persona avrebbe potuto scioglierlo.
«Ci deve essere un piano B... Non lasceranno che ne paghi il prezzo una ragazza innocente...» Jack si stava rifacendo una treccia, osservando seria il pavimento.
Mi alzai in piedi, sfregandomi le mani e cominciando a camminare avanti e indietro: «Magari non si aspettavano che qualcuno non riuscisse a terminare la Prova. Non avevano programmato questa eventualità e ora non sanno cosa fare... La lasceranno morire e-»
«Adesso calmati.» Robert mi appoggiò una mano sulla spalla e mi guardò negli occhi con uno sguardo serio «Frignare non serve a niente. Andrà come deve andare, torna a sederti e abbi un minimo di fiducia in Hoffmann.»
Aprii la bocca per protestare, ma feci come mi aveva detto e affondai per la millesima volta nella poltrona dietro di me.
La cosa che più mi preoccupava era che non avevo neanche ascoltato Ellie. Non avevo voluto sentire la sua versione della storia, né provare a vederla da un altro punto di vista. Ora lei sarebbe rimasta per sempre con la convinzione che io la odiassi. Non si sarebbe mai svegliata e non avrei mai potuto chiederle scusa.
Mi sentivo un completo idiota. Per aver partecipato a quello stupido Torneo e per aver lasciato che la mettessero in mezzo. Avevo promesso che l'avrei protetta, ma ero stato proprio io a metterla in pericolo con le mie stupide manie di protagonismo.
Pensavo che mio padre sarebbe stato fiero di me. Invece molto probabilmente mi ero rovinato la vita, insieme a quella di tutta la famiglia della mia ragazza.
Kat non mi avrebbe mai perdonato se non le avessi riportato sua sorella a casa. Probabilmente anche Dubois, ora che aveva appena trovato la persona che tanto stava cercando. Tutta la scuola mi avrebbe odiato, come se l'anno prima non fosse stato sufficiente.
Tutto per un bicchiere gigante, un pezzettino di carta e il mio stupido ego.
Avrei tanto voluto che lei fosse lì per dirmi "te l'avevo detto". Mi avrebbe guardato con un sopracciglio alzato, con quell'espressione che diceva che avrei dovuto darle ascolto fin dall'inizio e che lei non sbagliava mai. E aveva ragione.
«Manca un minuto...» mormorò cupamente Jack.
Cominciai a tremare e non riuscii più a trattenere le lacrime. Ormai era troppo tardi. La mia paura più grande stava diventando realtà per la seconda volta in meno di ventiquattr'ore.
Ascoltai ogni ticchettio dell'orologio come al rallentatore, mentre invece il mio cuore batteva all'impazzata. Tic, tac.
Il suono di un gong mi fece sobbalzare sulla sedia. La Prova era finita. L'incantesimo era irreversibile, non si poteva più tornare indietro.
Sonno eterno. Nessun bacio del vero amore. Solo vuoto.
La porta si aprì, lasciando spazio ad Edmund Hoffmann. Aveva i capelli appiccicati alla fronte dal sudore e la fronte corrucciata.
Mi alzai in piedi, sperando in vano di veder comparire due occhi blu cielo dietro di lui. Invece, il ragazzo scosse la testa: «Mi dispiace, Potter...»
Rilasciai il fiato che avevo trattenuto fino a quel momento in un violento singhiozzo. Non ci era riuscito. Ellie stava ancora dormendo e non si sarebbe svegliata.
Lucille e Jack mi avvolsero in un abbraccio, lasciandomi gentili pacche sulla spalla, mentre io piangevo sulle loro spalle.
Sentivo una voragine aprirsi nel mio petto. Un conto era essere arrabbiato con lei, un altro era non vederla mai più. Ero convintissimo che non sarei potuto sopravvivere, a giudicare dal dolore che provavo in quel momento.
Fin troppa sofferenza per così poco tempo.
«Signor Potter, venga qui un secondo.» cercai di ricompormi quando sentii la voce della McGranitt.
La sua espressione di marmo non lasciava trasparire nessuna emozione, ma i suoi occhi luccicavano, come ogni volta che prevedeva le mie mosse. Dopo sette anni nella sua scuola, avevo imparato a conoscerla.
Tremante, seguii la donna al di là del portone, ritrovandomi di nuovo nella Sala Grande. Un serie di mormorii si levò tra le tribune, dove incrociai gli sguardi dei miei amici, sconcertati quanto il mio.
Madame Maxine e il Preside Krum si stagliavano sul letto centrale, ostruendomi la visuale. Ne fui grato, non avevo nessuna intenzione di vedere la mia ragazza addormentata lì in mezzo. Stavo soffrendo già abbastanza.
La McGranitt mi guardò, con un accenno di sorriso: «Lei mi ricorda molto suo padre... Così sfrontato, ingenuo, ma così leale. E ovviamente non molto lungimirante. Non crederà davvero che avrei lasciato morire una mia studentessa in questo modo?»
Non feci in tempo a metabolizzare quello che aveva appena detto quando la donna si spostò, rivelando i due occhi blu cielo più belli del mondo.
Ellie era davanti a me, con uno sguardo confuso, ma perfettamente sveglia.
Lei esitò un secondo, ma io mi fiondai tra le sue braccia, stringendola come se non la vedessi da anni. Sembrava essere passato davvero un sacco di tempo da quando avevo sentito il suo profumo di shampoo al latte di mandorla per l'ultima volta.
«Mi dispiace, mi dispiace tanto...» mormorai tra le lacrime.
La sentii sorridere, nell'incavo del mio collo. Si staccò da me e mi prese le mani: «Avrei dovuto dirtelo prima.»
Annuii, cercando di reprimere l'istinto di tirarla di nuovo a me: «Deve essere stata così dura... Ti prego, amore, promettimi che la prossima volta mi racconterai cosa ti preoccupa.»
Ellie abbassò lo sguardo: «Avevi così tante cose per la testa...»
Le accarezzai la mano, poi la guardai negli occhi: «Ma tu sei la mia priorità, Ellie. Sempre.»
A/N:
Ehi ehi ehi! Scusate per la falsa notifica, ho accidentalmente pubblicato il capitolo tipo un'ora fa e vi ho allertati tutti! Ebbene, eccolo qui! Un bel finale direi! La Seconda Prova si è conclusa e James e Liz si sono riappacificati. Cosa potrebbe mai andare storto?
Comunque, non mi piace usare prestavolto, ma ho trovato questa gif di Marie Avgeropoulos che somiglia così tanto alla mia idea di Liz che non potevo non metterla:
Direi che per oggi è tutto!
Au revoir!
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