18

James

«Che significa?! Chi altro è sparito?!» urlai. La voce mi si incrinò quando realizzai che la mia preoccupazione era diventata angoscia.

«Rob... E Jacqueline, la ragazza di Edmund...» mormorò Lucille.

Sbuffai: «Sul serio? Tutta questa storia sta cominciando a darmi sui nervi! Che cazzo vuole la vita da me!»

Lucille mi ignorò, con la mano sul mento intenta a ragionare: «Sono venuti al Ballo del Ceppo con noi... Devono sicuramente far parte della Prova... Mi chiedo-»

Il suo flusso di pensieri fu interrotto, quando la porta si spalancò magicamente, aprendosi sulla Sala Grande.

Una gigantesca tenda copriva il centro della stanza e davanti ad essa i Presidi erano in piedi con fare solenne. Tutto intorno, erano stati allestiti degli spalti su cui sedevano tutti gli studenti trepidanti.

Poco mi importava, però, perché avevo paura di esplodere, con tutte le emozioni che stavo provando. Preoccupazione, meraviglia, curiosità, ma soprattutto tanta rabbia e tristezza. Stava succedendo tutto così in fretta, pensavo di non riuscire a sostenerlo.

Quasi automaticamente passai lo sguardo tra tutte le persone presenti, forse sperando di trovare Ellie. Questo ebbe solo il risultato di farmi stringere i pugni e maledirmi per averlo pensato.

Madame Maxine si portò la bacchetta alla gola e cominciò a parlare: «Campioni, benvenuti alla Seconda Prova del Torneo Tremaghi! Questa sarà una prova di conoscenza, capacità di adattamento e velocità di pensiero. Niente di pericoloso! Almeno per voi.»

Il tono con cui lo disse mi mise a disagio ed evidentemente anche i miei compagni la pensavano allo stesso modo, dato che ci scambiammo tutti e tre uno sguardo preoccupato.

Ci ordinò di posizionarci di fronte al nostro Preside e così facemmo. Loro si spostarono, lasciandoci davanti solamente la tenda di seta delicata. La curiosità aumentava sempre di più, anche se sospettavo cosa ci fosse dall'altra parte.

Il tendone calò, rivelando tre letti in mezzo alla stanza. Sussultai, quando vidi Ellie in quello in mezzo. Sembrava stesse dormendo pacificamente, ma il mio primo istinto fu di correre verso di lei, anche se mi trattenni.

«Avrete sicuramente letto la fiaba che avete recuperato nella Prima Prova. Ecco i vostri accompagnatori al Ballo del Ceppo: le vostre principesse, o principi...» Madame Maxine fece un cenno verso il letto di fronte a me, dove russava Robert Whig.

La mezza gigantessa continuò: «Sapete meglio di me che il bacio del vero amore non funziona contro un potente Incantesimo del Sonno. Questo è un livello avanzato di magia, che non si apprende a scuola. Ebbene, avete quattro ore di tempo per risvegliare il bell addormentato davanti a noi o l'incantesimo diventerà irreversibile.»

Davanti? Non ricordavo di essere andato al Ballo del Ceppo con Roberto Whig. E nonostante fossi furioso con lei, non mi fidavo di lasciare Elizabeth nelle mani di qualcun altro.

Edmund diede voce ai miei dubbi, indicando Ellie davanti a lui: «Ma lei non è la ragazza con cui sono andato al Ballo!»

Una luce maliziosa si accese negli occhi di Madame Maxine: «Non ho specificato che avreste risvegliato il vostro accompagnatore. Sarebbe troppo semplice...»

Qualcuno tra il pubblico rise, ma presto l'atmosfera tornò tesa.

Fantastico. Dovevo affidare la vita di Elizabeth ad uno sconosciuto e salvare quella di Whig, che non era propriamente il mio migliore amico. In quattro ore.

La Preside alzò la bacchetta in alto: «Avete a disposizione tutto l'edificio, biblioteca e qualsiasi cosa che vi serva. Il tempo parte... Ora!»

La mia prima idea fu proprio quella di correre verso la biblioteca. Ci ero stato solo qualche, volta, quindi avrei potuto perdermi, ma mi importava poco. Dovevo vincere la Prova e non concentrarmi sul fatto che Elizabeth stava per morire.

Il cuore mi martellava nel petto, riportandomi alla mente tutti i ricordi con lei. Non volevo che morisse. Io la amavo. Lei non ricambiava e la odiavo per questo. Ma ero follemente innamorato di lei.

Svoltai a destra.

Ripensai alla prima volta in cui l'avevo vista. Era il primo anno ed ero appena stato smistato in Grifondoro. Lei si era seduta sullo sgabello con uno sguardo così sicuro, che pensavo che sarebbe stata una mia compagna di Casa. Invece il Cappello aveva urlato "Corvonero!"

Sempre dritto lungo questo corridoio.

La prima volta in cui ci eravamo sfidati a Quidditch mi ero reso conto di quanto fosse brava. I miei genitori mi avevano insegnato a giocare da piccolo, ma lei sembrava sempre una mossa davanti a me. E così era diventato mio obbiettivo superarla.

Salii due rampe di scale, c'ero quasi ormai.

Alla Coppa del Mondo, quando aveva alzato in mano quel trofeo, improvvisamente la mia visione di Elizabeth Bolt era cambiata. Era quello il momento in cui era diventata Ellie.

E il resto era storia.

Finalmente arrivai al portone della biblioteca. Lucille era già lì, conosceva il castello molto meglio di me. Decisi di cominciare a cercare un controincantesimo.

Tre ore, tanto francese e una montagna di libri dopo finalmente trovai quello che stavo cercando. Una parola magica. Mia cugina se ne era andata parlando di una pozione, mentre non avevo avuto nessuna notizia di Hoffmann.

Presi il libro con me e ripercorsi alla svelta i miei passi nella Sala Grande. A quanto pareva ognuno di noi doveva usare un metodo diverso, quindi speravo che il tedesco non avesse trovato la stessa soluzione.

Quando rientrai nella stanza, tutto il pubblico acclamò e notai i tre letti ancora intatti. Ero il primo, quindi.

Corsi verso Whig, cercando di ignorare la presenza di Ellie dietro di me, e mi concentrati sull'incantesimo, la bacchetta appoggiata sulla fronte del ragazzo.

Con qualche parola impronunciabile, lui aprì di scatto gli occhi, si alzò ritto in piedi e urlò: «Potter!»

Una campana suonò e Madame Maxine si avvicinò a me, poggiandomi una mano sulla spalla: «Abbiamo un vincitore! Signor Potter, lei e il signor Whig tornate nell'anticamera, rivedrete i vostri compagni a fine Prova, in modo che non ci sia possibilità di imbrogli.»

Questo significava che non avrei potuto controllare che Ellie si svegliasse. Dovevo fingere che non mi importasse, ma avevo bisogno che lei stesse bene.

Quando arrivammo nella stanzetta, crollai su una poltrona e mi lasciai andare, finalmente nel silenzio. Chiusi gli occhi e feci dei respiri profondi, almeno fino a quando Whig non cominciò a parlare: «Devo dirti una cosa importante. L'ho promesso a Liz.»

A sentire il suo nome alzai la testa: «Non voglio avere niente a che fare con lei.»

Sperai che non si sentisse la palese bugia nel tono della mia voce.

«Ascoltami solo un secondo. Questo può cambiare davvero la tua visione delle cose...»

La sua insistenza cominciò a darmi il nervoso quindi sbuffai e gli feci cenno di procedere. Almeno mi avrebbe lasciato tranquillo.

«Alexandre Dubois è suo fratello. Non ha voluto dirtelo finché non ne fosse stata certa, ma poi tu li hai visti e hai frainteso.» disse, con un tono serissimo.

La realizzazione mi colpì come un mattone. Era davvero possibile che lui stesse dicendo la verità. Tutto poteva avere un nuovo significato.

E rendere tutte le mie scenate di gelosia degli ultimi mesi completamente idiote.

Mi alzai in piedi di scatto: «Spiegami tutto. Per filo e per segno.»

Whig mi raccontò la storia di come avesse incontrato Ellie una notte, e lei gli avesse detto tutto. Poi dell'incontro del giorno prima, ma che non aveva avuto più il tempo di parlarmi dopo di esso.

Ogni parola era come un pugno in faccia, tutti i pezzi del puzzle combaciavano e io ero stato un cretino.

Mi sedetti di nuovo, le mani tra i capelli. Lanciai uno sguardo all'orologio: erano passati trenta minuti da quando ero entrato nell'anticamera. Solo più un'altra mezz'ora e la mia ragazza non si sarebbe mai più svegliata.

«Io- Io sono stato un idiota...» mormorai.

Nello stesso istante la porta si spalancò, rivelando Lucille e Jack dietro di lei, un po' frastornata.

«James...» il tono di voce della francese lasciava trasparire una seria preoccupazione: «Ed non ha ancora trovato una soluzione. Non ce la farà mai in così poco tempo...»

Incantesimo irreversibile. Non c'era un ritorno da quel sonno.

A/N:
Ciao amici cari! Ecco questo capitolo bello lungo e questa fantastica Seconda Prova! (Ovviamente ad orari indecenti...) Ce la farà Edmund in mezz'ora? Oppure, proprio ora che James ha capito tutto, Elizabeth si addormenterà per sempre? Lo scoprirete solo continuando a leggere!
Au revoir!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top