Capitolo 3
E più i giorni passavano più ero convinto di una cosa: qualcosa non andava bene dentro di me.
I segnali eppure erano evidenti ma non li vedevo. O meglio, non volevo vederli.
Invece cominciavo a prendere delle abitudini un po' particolari.
Il mio vicino ritmava la mia quotidianità, la sua vita ritmava la mia.
La mattina mi alzavo, aprivo le tende e facevo arieggiare le stanze, il salotto e la camera del suo appartamento erano buie. Di solito dormiva fino all'ultimo momento. Correvo nel bagno per lavarmi la faccia e poi facevo colazione con i miei cereali davanti alla televisione, con lo sguardo vuoto. Andavo a lavarmi i denti e quando tornavo nel salotto, in quel momento Signor-il-vicino-di-fronte si svegliava, panicato, correva dappertutto prendendo i primi vestiti che gli capitavano sottomano prima di lanciarsi in bagno.
I nostri appartamenti erano identici, costruiti sullo stesso modello e trovavo questo dettaglio interessante visto che la vita del mio vicino non aveva niente a che fare con la mia. Solo i nostri ambienti erano come due gocce d'acqua, per il resto eravamo due opposti.
Visto che andavamo nella stessa università lasciavamo l'appartamento nello stesso momento e mi capitava spesso di dover aspettare l'autobus con lui. Non mi vedeva, il suo naso ogni volta sullo schermo del cellulare, le cuffie nelle orecchie.
Era strano, io lo vedevo da casa mia ma lui non mi vedeva mai di rimando.
La sera dopo le lezioni, tornavo dopo aver ripassato fino alla chiusura della biblioteca universitaria. Lavoravo sulla mia scrivania e quando vedevo la luce accendersi a casa sua sapevo che dovevano essere, più o meno, le ventuno. Mi alzavo per mangiare e cenavamo alla stessa ora, lui davanti alla sua tv io seduto con i miei appunti. Alla fine, quando vedevo che spegneva la luce del salotto sapevo che era mezzanotte e andavo a letto anche io.
Il ritmo della vita del mio vicino era un pendolo che mi diceva l'ora. Ogni giorno sapevo esattamente quello che faceva e in quale momento. La sera finiva tardi, specialmente il martedì è il giovedì, e rientrava completamente stremato, si faceva la doccia e andava direttamente a dormire. Il lunedì lavorava un po' sul tavolo del suo salotto, ma non sembrava che ripassasse visto che c'erano spesso dei suoi amici nell'appartamento. Specialmente il venerdì sera in cui le loro serate duravano per tanto tempo, finché non decidevano di uscire.
Spesso non erano le stessa persone, tranne un ragazzo a cui sembrava essere legato. Era più basso di lui e aveva spesso dei colori strani sui capelli e la pelle molto pallida. Questo tipo veniva spesso, a volte inaspettatamente e questo mi dava fastidio perché non me l'aspettavo mai. Era così imprevedibile anche con la scelta del colore per i suoi capelli.
Il mercoledì sera c'era spesso una ragazza, ma più le settimane passavano, più accadeva anche durante gli altri giorni della settimana, il sabato partiva alla sera e sonnecchiava tutta la domenica mattina.
Presto si stabilì non più un'abitudine, ma bensì una routine, qualcosa di ben avviato, ben regolato, infallibile. A volte c'erano devi imprevisti che non avevo predetto e guardavo dalla finestra la sua quotidianità cambiare, allietando la mia.
Non sapevo niente di lui, nella mia testa lo chiamavo solamente Signore-il-vicino-di-fronte, immaginavo che doveva avere la mia stessa borsa di studio per vivere in questo appartamento.
Non conoscevo il suo nome ed era meglio così.
Era peggio di un drama, ogni giorno avevo l'impressione di guardare un episodio della sua vita prima di chiudere le tende nello stesso modo in cui si spegne la televisione e prima di andare dormire.
Ma il peggio era vederlo giacere con queste ragazze, con le tende aperte.
Se all'inizio mi dava fastidio, mi contrariava, mi faceva sentire colpevole, presto mi misi a provare una certa fascinazione nel vederlo fare sesso.
Qui, di sicuro, avrei dovuto capire che che c'era un problema, ma non ci vedevo nulla di male. Trovavo solamente fascinoso osservare una vita che non assomigliava per niente alla mia, guardare i suoi atti e i suoi gesti con una certa attrazione come per comprendere il comportamento umano.
Signore-il-vicino-di-fronte portava a casa sua sempre il solito tipo di ragazza, come se avesse dei canoni da seguire. Delle ragazze alte un metro e settanta più o meno, magre, slanciate, con i capelli spesso neri oppure castano scuro, delle belle ragazze, quelle che ogni ragazzo sognerebbe di avere. Delle ragazze che assomigliavano alla prima, quella con i capelli rosa che sembrava lui avesse tanto amato e che non era mai più tornata.
Usciva con loro qualche giorno, qualche settimana, massimo un mese e poi ce n'era un'altra. Non potevo ascoltarli, ero troppo lontano e le nostre porte finestre erano chiuse, ma potevo vederli. Mi sentivo peccaminoso facendo questo, come se osservassi qualcosa sapendo di non avere il diritto di guardarla.
Eppure ero spesso ipnotizzato da questa visione.
Non per forza di lui o di lei, ma dell'atto in sé.
Di due corpi che diventavano uno solo.
Non sapevo niente di lui ma osservavo la sua vita sessuale dal mio salotto come se stessi guardando la televisione. Come se quello che stava succedendo dall'altro lato della mia strada non sarebbe dovuto esserci, come se non fosse reale.
Mi resi conto che avevo organizzato la mia vita in base alla sua, che ero dipendente da questa abitudine di guardarlo senza sosta. Il momento in cui capii fu durante le vacanze scolastiche durante le quali ero tornato dai miei nonni. Mi era mancato.
Mancato terribilmente al punto che avevo sentito un vuoto orribile. Ero come un drogato in astinenza. Volevo solamente una cosa: tornare nel mio appartamento per poter guardarlo di nuovo.
Dovevo affrontare la realtà, stalkeravo questa persona. Lo spiavo nella sua intimità.
Ero un pervertito.
☆*:.。. oo .。.:*☆
Spazio traduttrice 🦋
Ben ritrovati nell'aggiornamento settimanale
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Non so se riuscirò ad aggiornare anche venerdì prossimo perché, visto che ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno, ci hanno riempito di verifiche 😃.
Mi scuso se l'aggiornamento non arriverà
Piccolo spoiler: nel prossimo capitolo spiegherò meglio per quale motivo la storia si chiama "Le Voyeur" :)
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