CAPITOLO 5 La famiglia
Puntuali come il Big Ben della Elizabeth's Tower, si presentarono dalla famiglia Fisher. La detective Bruni aveva fatto la cosa giusta e, con buona pace di Crow, alle dieci di quel mattino poterono avviare le indagini.
Quando Mr. Fisher aprì la porta, li riconobbe subito: erano gli stessi poliziotti che aveva conosciuto, in quella terribile circostanza, all'obitorio. Li fece accomodare in salotto dove la moglie, seduta sulla poltrona, sembrava li stesse aspettando.
<<Ci dispiace immensamente per la perdita di suo figlio, Mrs. Fisher.>> esordì Sarah, raggiungendo la donna. Quando le fu davanti ebbe il desiderio di abbracciarla, forse perché le ricordava un po' sua madre che non vedeva ormai da troppo tempo ma, pensando di risultare inopportuna, finì col darle una calorosa stretta di mano doppia. <<Potrebbe esserle doloroso parlare con noi adesso, ma desideriamo catturare l'assassino al più presto; perciò la ringraziamo per aver trovato la forza di riceverci oggi.>>
Al netto della sua tristezza, la donna appariva ancora attraente a dispetto dell'età. Quella mattina, i lunghi capelli grigi, che raccolti dietro l'orecchio destro giravano dietro al collo e le scendevano morbidi sopra la spalla sinistra, incorniciavano il suo volto, notevolmente provato dalla sofferenza. Gli occhi liquidi e rimpiccioliti dalle palpebre rigonfie, guardarono Sarah in un tremolio di dolce commozione mentre gli angoli della bocca si sollevarono in un mesto sorriso.
<<Se le riesce, potrebbe essere davvero utile nelle indagini.. con delle banali osservazioni o ricordi della routine di suo figlio..>> la incoraggiò O'Connor, emulando, a suo modo, la gentilezza di Sarah.
I detectives si erano seduti sul divano mentre Mr. Fisher aveva preferito rimanere in piedi, vicino alla moglie. Era un omone con ancora tutti i capelli, bianchi come la neve.
<<Ucciderlo in quella maniera..>> cominciò Mrs. Fisher dopo un lungo sospiro <<Non me ne capacito, sapete? Oliver era una persona così gentile, premuroso con tutti.. come avrebbe potuto inimicarsi qualcuno?>> riuscì a dire prima di spegnere il suo sguardo nel vuoto.
<<Cosa sa della sua vita sentimentale?>> Thomas andò subito al punto.
<<Di questo non parlavamo molto.>> gli rispose guardandolo in volto, anche se in realtà non lo stava vedendo affatto, perché i ricordi di Oliver si stavano framettendo tra lei e il detective, dandole l'impressione di non avere di fronte O'Connor ma suo figlio.
<<Sull'argomento era piuttosto riservato. Avrà avuto delle storielle, immagino, come tutti i giovani..>> rallentò di poco la narrazione preoccupandosi di spolverare con una certa insistenza la manica sinistra del proprio abito <<Poi, un giorno, quando ancora frequentava l'Università, ci presentò Meghan.>>
<<Il cognome lo conosce?>> domandò Sarah, mentre lo stava annotando sul suo taccuino assieme a quel suo gesto, apparentemente insignificante.
Mrs. Fisher sollevò ora l'avambraccio destro inclinando contemporaneamente la testa verso il medesimo lato e, lasciando il gomito appuntellato sul bracciolo della poltrona, cominciò a picchiettarsi la fronte con le dita.
<<Gray.>> le venne in aiuto il marito.
<<Sì, giusto, si chiamava Gray. Grazie caro.>> disse, accarezzandogli il dorso della mano da lui appoggiata sulla sua spalla sinistra.
<<Che tipo di donna è, secondo lei, Meghan Gray? Voglio dire.. si è mai dimostrata aggressiva con suo figlio?>> chiese la Bruni.
<<State forse sospettando di lei?>> replicò, meravigliata, con un fil di voce.
<<E' il nostro mestiere, sospettare di tutti.>> dichiarò Thomas, guardando anche il marito.
<<Ma non può essere stata lei! Gli voleva un gran bene, al mio Oliver! Gli era sempre accanto, non lo perdeva di vista un attimo. Anche se non è durata..>> una micro espressione di delusione attraversò il suo volto <<Alla fine, si sono lasciati.>>
<<Si ricorda quando?>> domandò Sarah, sempre attenta ai minimi particolari.
<<Saranno passati due anni.. Vero, Scott?>> il marito annuì e fu annotato anche questo.
<<Siete a conoscenza del motivo?>> nonostante Mrs. Fisher avesse già dichiarato che il figlio non era solito confidarsi con lei, O'Connor fece comunque un tentativo.
<<Poco dopo la laurea in architettura Oliver aveva trovato lavoro; aveva cominciato a viaggiare per incontrare i suoi clienti.. Lavorava su progetto.>> Mrs. Fisher emise un breve sospiro prima di condividere il suo pensiero <<Forse, la lontananza non ha fatto bene alla loro relazione.>>
<<O forse, Meghan era diventata gelosa e molto possessiva.>> disse Sarah, fra i denti; e annotò pure questa sua sensazione, cerchiandola ben due volte a margine della pagina.
<<Come, prego?>> a Mrs. Fisher sembrò di aver udito la parola gelosia e per un attimo sembrò irrigidirsi.
<<Mi stavo solo chiedendo se, a distanza di due anni, si fossero rivisti..>> Sarah non raccolse, volutamente, la richiesta della Signora e preferì passare oltre <<Lei ce lo saprebbe dire?>>
<<Qui, a casa nostra, non si è più presentata; comunque Oliver era andato a vivere da solo.. Non so se qualche volta si incontrassero.>> altre immagini, di quando suo figlio era in vita, riaffiorarono assieme alle lacrime, che presto le rigarono il viso.
<<Non si preoccupi, Mrs. Fisher, lasciamo stare per adesso..>> Sarah fece una lunga pausa e con sguardo preoccupato la osservò tamponarsi gli occhi con il fazzoletto. Le dette alcuni minuti per ricomporsi e poi le chiese <<Come va adesso? Riproviamo?>> la donna annuì con il capo e tirando su col naso accennò un sorriso di gratitudine verso la premurosa detective. <<Mi sa dire qualcosa sui clienti di Oliver?>> fu l'altro ambito entro il quale Sarah voleva indagare.
<<Per quanto ne so, rimanevano sempre soddisfatti dei suoi progetti.>>
<<Sì, Oliver era molto apprezzato.>> confermò il marito, con una punta di orgoglio paterno.
<<Veniva sempre pagato dai suoi clienti o qualche volta è nato un contenzioso?>> domandò O'Connor, rivolgendosi più che altro al padre di Oliver.
<<No, non credo. Lo vedevamo economicamente tranquillo.>> rispose per prima Mrs. Fisher.
<<Se avesse avuto dei problemi economici me lo avrebbe senz'altro detto.>> si accodò il marito.
<<D'accordo.>> disse Sarah quasi distrattamente mentre scriveva sul suo taccuino; batté due volte con la punta della penna sopra il nome della ex fidanzata, da lei scritto poco prima, e, perseguendo la sua teoria della gelosia, avanzò un'altra domanda <<Vorrei ritornare un secondo alla vita amorosa di suo figlio: dopo Meghan non c'è stata nessun'altra?>>
<<E chi lo sa, era pieno di lavoro; lo vedevamo sempre di meno!>> dichiarò la Signora.
Thomas provò a chiedere se almeno con gli amici s'incontrava qualche volta.
<<Soltanto la domenica.>> disse Scott Fisher <<Credo prendesse una birra con alcuni dei suoi vecchi compagni delle Superiori.>>
<<Avete delle foto da mostrarci? Dei compagni e di Meghan, magari?>> domandò Sarah, guardando prima la moglie e poi il marito.
<<Se avete la pazienza di aspettare, vado nella stanza di Oliver a cercarle.>>
<<Non c'è problema, Mrs. Fisher. E magari l'accompagno, che dice? Nel caso in cui si emozionasse troppo nel vedere certe foto..>>
<<Ma certo! Grazie, cara.>> la dolcezza di Sarah fu l'unica cosa buona in mezzo alla sua grande tragedia.
Mentre la detective Bruni e la Signora Fisher, scomparse nella zona notte, erano impegnate in quella ricerca, il detective O'Connor, che era rimasto da solo con Scott, approfittò dell'occasione e, puntando a una conversazione più esplicita, da uomo a uomo, non esitò a chiedergli se Oliver avesse avuto l'abitudine, o anche soltanto una curiosità momentanea, a frequentare donne a pagamento.
Mr. Fisher rispose senza alcun problema alla sua domanda, ma quando sentì arrivare la moglie si zittì all'istante.
<<Con l'aiuto della detective abbiamo trovato queste foto.. te le ricordi, Scott?>> la voce si fece malferma <<Te lo ricordi il nostro Oliver? Guarda che fisico, il mio Oliver! Quanto è bello! E Forte! E..>> com'era prevedibile, il pianto arrestò ogni altra parola.
<<Si faccia coraggio, Mrs. Fisher.>> disse Sarah, prima di guardare il collega e fargli cenno di andare via.
<<Prendetelo quel mostro di assassino!>> tuonò Mr. Fisher mentre sosteneva la moglie nel suo possente abbraccio.
<<Certo! Non la passerà liscia.>> affermò O'Connor.
<<Prenderemo queste foto, se per voi va bene!>> disse Sarah, alzandole in alto come preludio di vittoria. <<Ci potranno aiutare nelle indagini.>>
Era più che evidente che Mrs. Fisher fosse esausta, tanto che non riusciva più a controllare il proprio dolore; per i detectives, trattenersi oltre sarebbe stato davvero perverso, così Thomas e Sarah si congedarono lasciando un loro recapito telefonico sul tavolo.
<<Poveretti! Una famiglia distrutta!>> disse Sarah, appena fuori da quella casa.
<<E tu?>>
<<Io cosa?>>
<<Tu come stai?>> Thomas stava imparando a conoscere i punti di forza della sua partner ma anche le sue fragilità.
Lavoravano insieme ormai da quasi un anno, ma non si poteva certo dire che si conoscessero bene. Soltanto di recente, dopo aver allentato la difesa dei loro personali desideri e delle frustrazioni più intime, avevano maturato l'intenzione di esplorarsi seriamente. Un'evoluzione ben auspicabile vista la natura del loro lavoro, il cui successo dipendeva anche da un buon affiatamento della coppia professionale. Quella fu la prima volta che un dongiovanni come lui smise di considerare la collega come una possibile preda, in quanto femmina e riuscì così a vedere in lei non solo una donna sensibile, ma anche una persona su cui poter contare e da cui poter imparare ad analizzare gli eventi da prospettive diverse.
<<Bè, sento come un pugno nello stomaco.>> disse, indirizzandogli un sorrisetto compiaciuto e lo ringraziò per averglielo chiesto.
<<Figurati!>> le rispose, quando il cellulare squillò <<E' Sir Pause!>> disse lui con l'occhietto beffardo.
<<No! Anche tu lo chiami così, adesso?>> sbuffò lei.
Alle una e dieci del pomeriggio l'Ispettore Edward Crow fremeva di conoscere i nuovi dettagli delle indagini. I suoi detectives erano già stati richiamati al Quartiere generale e lui, in piedi, con le mani sui fianchi, se ne stava in silenzio di fronte alla vetrata, a fissare l'orizzonte. Un silenzio che non andava però confuso con la pace della mente; al contrario, intendeva una guerra spietata tra le preoccupazioni del lavoro e la sofferenza dovuta alla sua incapacità di risanare il rapporto con Sharon.
Non appena O'Connor e la Bruni dettero prova di essere presenti, lui si voltò per interagire con l'intera squadra.
<<Adesso vorrei sentirvi dire che abbiamo una cazzo di pista!>> esordì, secco.
Sarah prese il suo taccuino e si posizionò a lato della lavagna magnetica, su cui erano già presenti le foto più significative della scena del crimine e alcune note sintetiche sull'ora della morte, sui turni dei vigilantes e il parziale ritratto dell'assassino.
Quando la detective aggiunse il nome di Meghan Gray come prima sospettata, Crow, drizzando bene le orecchie e alzando il suo sopracciglio destro, si lasciò andare ad un moto di prudente speranza.
<<Mrs. Fisher, madre della vittima>> cominciò a dire Sarah, tenendo d'occhio ogni sfumatura del volto di Crow <<ha descritto Meghan Gray, la ex fidanzata di Oliver, con parole che lasciavano intuire un morboso attaccamento verso suo figlio ..>>
<<Detective Bruni!>> la interruppe bruscamente l'Ispettore <<Lei ci sta parlando del suo intuito e non di prove indiziarie, se ne rende conto, sì?>> sottolineò, con profonda delusione.
<<Sì, certo Capo, ma per affrettare le indagini credo sia meglio avvalersi di tutto. Le parole sono importanti e, all'interno di ogni narrazione, la scelta di alcuni vocaboli rispetto ad altri comunica inconsciamente delle verità che l'oratore, per vari motivi personali, potrebbe cercare di nascondere a se stesso, ancor prima che agli altri.>> leggendo disapprovazione sul volto di Crow, Sarah si fece forza e, battendolo sul tempo, non gli lasciò spazio di replica <<Con tutto il rispetto, Capo, ho studiato psicolinguistica e so che attraverso il linguaggio comunichiamo non solo contenuti ma anche le nostre caratteristiche cognitivo-comportamentali. Nel nostro campo, potrei affermare senza troppo azzardo che il linguaggio equivalga all'impronta digitale: il lessico, la sintassi o il gergo da me scelti in una conversazione mi rendono unica e, dal punto di vista forense, individuabile.>>
<<Wow, Sarah Bruni.>> commentò piano Jodie Bennett <<Con te dovremmo misurare bene le parole..>>
<<Ci sono persone che riescono ad imbrogliare anche il poligrafo..>> disse Taylor
<<lo sanno tutti che è affidabile solo al cinquanta per cento, infatti nessun paese considera i suoi risultati una prova da portare in tribunale.>> aggiunse Crow
<<Sì, ho capito cosa volevi dire, Greg, e naturalmente le persone possono tentare di mascherare chi sono e pilotare il loro messaggio ma, in un modo o nell'altro, i tratti della loro personalità o le loro intenzioni verranno comunque rivelati. Non esistono mai parole dette a caso. Ogni volta che parliamo o scriviamo il nostro cervello compie una scelta inconscia.>> cercò di chiarire meglio, Sarah.
<<Se gli studi hanno potuto dimostrare che il linguaggio non può mai essere spersonalizzato, dovremmo avere un maggiore rispetto del nostro linguaggio!>> commentò O'Connor.
<<Ma c'è dell'altro. Il linguaggio non rappresenta solo un tratto distintivo di un individuo ma può fornirci prove indiziarie della menzogna, e in questo caso si prende in esame anche il linguaggio non verbale. Pertanto, ritornando alla narrazione fatta dalla Signora Fisher, ho ragione di credere che di fronte ad una realtà per lei inaccettabile abbia assunto un atteggiamento di negazione a livello conscio, mentre il suo inconscio la stava sabotando suggerendole determinate parole da usare come una richiesta di aiuto all'indirizzo del suo interlocutore, cioè me e O'Connor.>>
<<In sostanza, Mrs. Fisher censurava se stessa nel raccontare la verità mentre la parte inconscia seminava indizi affinché voi potevate scoprirli?>> riassunse l'Ispettore.
<<Credo proprio che sia accaduto questo durante il nostro interrogatorio.>> confermò la Bruni. <<Anche il linguaggio del corpo non faceva che avvalorare il non detto.>>
<<Mrs. Fisher non avrebbe perciò mentito di proposito?>> domandò conferma O'Connor.
<<No, era solo vittima di un autoinganno.>> rispose Sarah.
<<Bene, allora andiamo avanti con questa Meghan Gray.>> disse Crow
<<L'atteggiamento possessivo di Meghan verso Oliver>> continuò Sarah, raddrizzando la schiena con un sospiro, soddisfatta che Crow avesse compreso il valore dell'indagine psicolinguistica <<si è rivelato quando lui, per motivi di lavoro, ha cominciato a viaggiare per raggiungere anche i clienti fuori Londra..>>
<<Un classico: cambiata la routine, la fidanzata che non poteva più controllarlo è diventata sempre più possessiva, lui si è sentito soffocare e alla fine l'ha mollata..>> ipotizzò l'agente Bennett.
<<Da quanto tempo si sono lasciati?>> volle sapere Crow
<<Due anni,>> rispose O'Connor <<durante i quali, Oliver si vedeva con un'altra donna e quando Meghan lo ha visto con lei, ha pianificato di ucciderlo.>>
<<Come lo sai?>> gli domandò, stupita, Sarah.
<<Me lo ha confidato Mr. Fisher quando tu e la moglie siete andate a cercare le foto, ricordi?>>
<<Sì, certo.>>
<<Bè, sai, quando gli uomini parlano tra di loro, senza presenze femminili, si raccontano cose che altrimenti non direbbero mai.>>
<<Dai, vieni al dunque!>> lo incalzò Sarah, togliendo le parole di bocca allo stesso Crow che era sul punto di esplodere d'impazienza.
<<Okay.. Oliver, non avendo tempo per iniziare e portare avanti una relazione sentimentale, si era iscritto ad un sito di appuntamenti.>>
<<Ti ha detto quale?>>
<<Purtroppo Scott Fisher non lo sapeva.>>
<<E pensate veramente che il movente della gelosia possa reggere?>> Crow li fissò pensieroso per qualche istante, dopodiché decise di mandarli a verificare quelle congetture <<D'accordo interrogate questa Meghan e vediamo cosa salta fuori!>>
<<Ma la vittima non aveva una sorella?>> ricordò l'agente Taylor <<Spesso tra fratelli non corre buon sangue.. potremmo avere un altro sospettato.>>
<<Esatto! Contattate prima la sorella. Anche se non credo possibile che una sorella possa uccidere in quel modo: massacrare i genitali, lo vedo più roba da mogli o amanti tradite. Potreste però ottenere altre informazioni sulla relazione di Oliver con Meghan!>>
<<Ricevuto, Capo!>>
<<Voi invece>> disse, all'indirizzo di Taylor e Bennett <<Trovatemi altre informazioni su Meghan Gray attraverso i social networks: FaceBook, Instagram... tutti quanti, insomma!>>
Mentre Crow si stava dirigendo verso il suo ufficio, i due agenti cominciarono subito a far danzare i polpastrelli sulle tastiere dei rispettivi computer.
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