La Tomba

Il professor Solo e la collega, Miss Palpatine, si aprivano un varco tra le alte festuche che ostacolavano il passaggio.
Cercavano una chiesa sconsacrata, ritrovo della confraternita degli Skull and Bones. Indagavano riguardo l'omicidio di una studentessa del Boston College avvenuto anni addietro.

Torce alla mano, i colleghi si divisero. Doveva essere ancora il crepuscolo, al di sotto degli alberi però le ombre della sera avevano già ammantato ogni cosa.

La Tomba apparve davanti a Rey avvolta da una nebbia insalubre che si sollevava in spessi banchi.
La ragazza allungò una mano verso l'entrata ricoperta di muschio, fermata da un catenaccio intrappolato in un reticolo di ragnatele, quando le parve che il grosso lucchetto di ferro facesse cigolare il portone di legno sotto il suo peso, rilasciando un flebile stridio.

Un vociare lontano come di una moltitudine, le giunse.
Toccò la maniglia rugginosa e annerita e l'uscio, con sorpresa, si dischiuse.

A giudicare dall'interno, l'edificio giaceva in stato di abbandono forse addirittura da molto più tempo di quanto ci si aspettasse.
Rey avanzava a fatica tra le nerborute radici che avevano finito per invadere la pavimentazione.
Una soffocante cappa cinerea asserragliava tronchi secchi e ritorti, contribuendo a rendere l'ambiente raggelante.
Pareva di trovarsi in un prolungamento del bosco stesso.
Non si scorgeva traccia di qualunque riferimento al simulacro di un luogo, un tempo, circondato da mura.
Le ragnatele erano intessute di una sostanza vischiosa.
Rey si strinse nelle spalle e, nel sollevare le dita dalla manica del giaccone osservò i filamenti gelatinosi che, dalla stoffa, si allungavano tra le sue dita.
Colta da tremore convulso chiamò Ben, il fiato strozzato e gli occhi strabuzzanti le orbite.

"Ben, Ben," ma niente.

Assottigliò lo sguardo cercando di mettere a fuoco quel che riusciva a vedere, anche sollevare i piedi era difficoltoso, invischiati nel fondale melmoso. Le festuche erano ricoperte di spore biancastre e tra di esse scorse qualcosa.
Un lezzo putrescente rendeva opprimente ogni respiro, si avvicinò con una mano dinnanzi al naso e l'altra dietro la schiena, a mantenere l'orientamento verso la via di fuga da quel posto.

Tra quelle ramificazioni, il corpo semi decomposto di Jean O'Connel veniva orrendamente divorato da un'entità posta di spalle, dal sembiante umanoide e dall'epidermide viscida, capace di reggersi su due arti.

Mossa da un presentimento, la creatura si voltò di scatto verso Rey spaventandola a morte.
Non aveva volto tuttavia, accortasi della presenza di un ospite, spalancò la testa in quattro enormi opercoli, ruggendo.

Allungò uno dei suoi lunghi artigli verso la ragazza, la quale iniziò a correre e urlare senza che le sue corde vocali emettessero alcun suono.
Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, fino a che giunse in prossimità dell'entrata, ne cercava l'apertura a tastoni.
Un varco, coperto da una membrana viscosa, le si aprì davanti, nel legno, un braccio vi emerse finalmente udì la voce di Ben. La chiamava "Rey,
Rey!"

"Ben, Ben, mi senti? Sono qui! Aiutami, fa' presto!"

"Afferra il mio braccio. Ti tiro fuori!"

"Ben, mi ha presa! Mi ha presa, aiutami, ti prego!"

Solo prese un respiro e si immerse fino a metà busto attraverso il varco, fu come tuffarsi in una pozza di catrame, era difficile tenere gli occhi aperti. Con fatica mise a fuoco Rey e la creatura che la traeva con foga a sé.
Con tutta la forza che aveva, afferrò Miss Palpatine cercando di strapparla dalle grinfie rivoltanti di qualunque cosa fosse e, con la mano libera, scaricò contro quella cosa la calibro 38 detenuta per difesa personale.

Lo squarcio attraverso il legno si richiuse dietro di loro, lasciandoli tramortiti.

Note:

One shot scritta per la flashchallenge di WattpadBrividoIT

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