12 Dichiarazione -La bella e la bestia-

Claude era davanti alla camera di Bryce, avrebbe preferito stare nella sua camera e pensare ad una nuova storia da raccontare quella sera, ma Victor lo aveva costretto a dire chiaramente cosa provava per Bryce al diretto interessato.

Alla fine niente guerra, trovarono un compromesso. Claude avrebbe confessato il suo amore al compagno e tutti contenti.

Era davvero penoso, si stava facendo manipolare da un ragazzino... no. Se lui era lì era solo perché lo voleva. Più si ripeteva quelle parole meno si convinceva.

Ormai erano 10 minuti che fissava la porta, stava per andare via quando questa si aprì, mostrando il protagonista dei pensieri del rosso.

Si guardarono negli occhi qualche secondo, poi l'albino superò il tulipano, andando in salotto.

Victor uscì dal nascondiglio, da cui stava spiando Claude, per vedere se avrebbe confessato i suoi sentimenti al ghiacciolo, e gli assestò uno scappellotto alla nuca.

Claude:《Aia!》

Victor:《è mai possibile che un adulto come te non riesca a dire alla persona che ama di provare forti sentimenti per lui sapendo anche di essere ricambiato?!》

Claude:《Non voglio essere sdolcinato, né scontato.》

Victor:《quindi?》

Il tulipano rimase qualche secondo a riflettere, per poi avere un colpo di genio.

Claude:《mi è venuta un'idea! Raduna tutti in salotto, ci vediamo lì!》

Victor:《Sì...》

Seppure confuso il blu fece come gli era stato detto e in poco tempo tutti erano in salone, ad aspettare Claude. Arrivò anche lui.

Byron:《Claude, cosa succede?》

Claude:《È arrivata l'ora della storia.》

Inizio storia
In un tempo lontanissimo c'era una volta una città abitata quasi esclusivamente da mercanti.
Nel centro della città, una grande casa si distingueva dalle altre; qui viveva un ricco mercante con il suo unico figlio Bryce, un fanciullo semplice e buono, ma dal cuore di ghiaccio. Sul suo bellissimo viso splendevano due occhi chiari e freddi, sull'ampia fronte cadevano le ciocche bianche, il suo corpicino era snello e flessuoso.
Bryce amava tener compagnia al vecchio padre; per lui suonava il cembalo, leggeva le storie dei tempi passati. La sua bontà e la sua bellezza affascinavano tutti e molti sarebbero stati felici di poterlo avere in sposo. Ma Bryce rifiutava freddamente, non essendo intenzionato a sposarsi ma soltanto ad accudire il padre:
Il padre era felice; la grande tenerezza che Bryce gli dimostrava, nonostante il freddo carattere, gli riscaldava il cuore e gli procurava tanta serenità. Né l'affetto del fanciullo mutò quando il mercante cadde in disgrazia. L'uomo aveva impiegato quasi tutti i suoi beni per acquistare una grande quantità di merci provenienti dal lontano oriente. Aspettava con ansia l'arrivo delle navi che dovevano consegnare la mercanzia comprata. Ma i giorni si susseguivano e l'attesa sembrava vana. Il mercante taceva la sua pena per non rattristare il figliuolo. Quando fu certo che la sventura si era abbattuta sulla sua famiglia, pianse disperatamente annunciando al figlio la perdita di soldi, annunciando il loro trasferimento.
Bryce preoccupato per il dolore del padre, rispose senza esitazione di star tranquillo e il propose al vecchio di andare a vivere in campagna, fiducioso che sarebbero vissuti ugualmente bene.
Dopo alcuni giorni danno l'addio alla città e si recano in un piccolo villaggio. La casetta che li aspetta è piccola, bianca, circondata da tanto verde. Al pian terreno c'è una spaziosa cucina riscaldata da un camino, un tavolo, una madia, qualche seggiola. In un angolo una scaletta di legno un po' malandata porta alle camere da letto, anch'esse in cattivo stato: finestrelle piccole, soffitto basso. I guanciali dei letti odorano di foglie di granoturco, le pareti sono spoglie.
Il padre si sente umiliato; Bryce capisce il suo disagio e, aprendo un'imposta, esclama che il luogo era calmo, sperando che almeno questa notizia rallegrasse il cuore del padre.
Inizia per Bryce una nuova vita. All'alba va nei campi, dissoda la terra, semina, raccoglie. A sera è esausto, ma continua ad avere per il padre un sorriso, una parola gentile, un gesto d'affetto. Dopo qualche mese il ragazzo ha dimenticato la vita lussuosa della città. - È felice di vivere in campagna; il suo canto si diffonde per la casa, per i campi e si unisce al cinguettio degli uccelli.
Ma il vecchio mercante non si rassegna, vuole per il figlio una vita diversa. Di tanto in tanto si allontana e si reca in città. Spera sempre che qualche nave si salvi e giunga a destinazione con tutto il suo carico.
Una mattina, prima di partire per uno dei soliti viaggi, si rivolge a Bryce e, desiderando farle cosa gradita, le domanda cosa avrebbe voluto che egli gli portasse dal viaggio.
Il ragazzo rispose di non voler nulla.
Il padre insiste e allora Bryce, per dargli la gioia di recarle un dono, gli chiede una rosa. L'uomo sella il cavallo, vi sale in groppa e parte. Ancora una volta arriva in città e si dirige al porto. Come le altre volte ottiene le stesse notizie: le navi sono arrivate, il carico è andato perduto. Sfiduciato, si rassegna a ritornare più povero di quando era partito.
Giunto al bosco, non molto lontano da casa, un forte vento scuote con furore le cime degli alberi e lo sbalza dalla sella. Il pover'uomo si smarrisce e non riesce più a ritrovare la via del ritorno. In preda al terrore si guarda intorno e da lontano vede una luce. Pensa ad una sua immaginazione, guarda perciò più attentamente: è proprio una luce.
Si avvia in quella direzione, il chiarore aumenta e appare un castello. Nessuno gli impedisce di entrare; l'uomo sale uno scalone ed entra attraverso una porta intarsiata. Chiama, ma nessuno risponde.
Arriva fino ad una terrazza digradante verso un giardino. È bellissimo: piante fiorite, alberelli di ogni tipo circondano prati verdi e lussureggianti. Al centro un lungo viale, fiancheggiato da cespugli di rose. Il mercante lo percorre e, rammentando il desiderio di Bryce, ne coglie un ramo. Un rumore assordante lo costringe a voltarsi indietro e in quello stesso istante un essere mostruoso gli si para davanti gridando infuriato.
Il vecchio cade in ginocchio implorando perdono e spiegando il perché del suo gesto.
Il mostro sembra ammansirsi, ma con la stessa voce tonante aggiunge di esser salvo, a patto che suo figlio viva con lui, in caso contrario tra tre mesi l'uomo sarebbe dovuto ritornare e morire

Il poveretto certamente non vuole sacrificare il figlio, ma accetta perché in tal modo potrà restare ancora tre mesi con lui. Bestia, questo è il nome del mostro, lascia che il mercante riprenda la strada del ritorno, non appena la tempesta si placa.
Il vecchio arriva a casa stanco e smarrito e Bryce rimane impietrito nel vederlo. Allora egli gli porge il ramo di rose e tra le lacrime gli racconta la promessa fatta al mostro. Bryce è addolorato, si avvicina al padre con tenerezza e con voce dolce gli dicendogli che terminati i tre mesi lui sarebbe andato con lui dal mostro.
Rapidamente il tempo passa... Giunge il giorno della partenza.
Il mercante e suo figlio si dirigono verso il castello. Silenziosi attraversano il grande bosco, in preda ai più lugubri pensieri. Dal fondo appare la luce che, avvicinandosi inesorabilmente, diventa sempre più chiara. Il palazzo è ormai a pochi passi e il fanciullo lo guarda con freddezza.
Il mercante e il figlio tenendosi per mano entrano nel castello. Al centro di una grande sala c'è una tavola imbandita per due. Il pover'uomo singhiozza, ma Bryce lo rassicura: troverà il modo di convincere il mostro a lasciarli andare.
Ad un tratto si ode un forte rumore. Il vecchio ha un brivido, Bryce si guarda intorno calmo. Bestia appare e con una voce orribile si rivolge al fanciullo chiedendogli se fosse venuto di sua spontanea volontà o costretto dal padre.
Bryce, con la sua solita freddezza, risponde di essere venuto volontariamente e poi, spiega che è sua la colpa di quanto è successo e che il castigo perciò spetta a lui. Infine gli chiede con calma di non separarli.
Ma il mostro non si lascia impietosire e, rivolgendosi al mercante con tono deciso mentre si allontana dalla sala, ordina di partire l'indomani, poiché il fanciullo sarebbe restato con lui.
Il vecchio è sconvolto, piange disperatamente. Bryce cerca di tranquillizzarlo: è sicuro, il mostro avrà pietà di lui. Non sembra poi tanto cattivo. Il momento del distacco è straziante, ma il padre è costretto a lasciare il castello.
Rimasto solo, Bryce vaga per le sale e guarda incantato gli oggetti rari che vi si trovano. Arriva in giardino, ammira gli alberi maestosi, i fiori colorati e, in particolare, le rose dal profumo intenso. Riprende a girare per il castello, ha quasi dimenticato la triste sorte che l'attende quando, davanti ad una porta, appare una scritta «Appartamento di Bryce».
Il fanciullo, incuriosito, apre la porta. Che meraviglia!
Sul tavolo in un angolo di una bellissima stanza c'è un cembalo. Bryce lo comincia a suonare. Scorge in fondo uno scaffale con tanti libri, ne apre uno a caso. Sulla prima pagina legge «Benvenuto, re. Ordina ciò che desideri». Il primo pensiero del fanciullo è per il padre; Bryce vorrebbe rivederlo ed ecco che nello specchio posto sulla parete di fronte all'ingresso appare l'immagine del vecchio mercante, seduto tristemente accanto al caminetto. Dopo un attimo la scena scompare. La speranza si fa allora strada nel cuore del fanciullo. Il mostro è ricco di premure, lo circonda di tante cose belle. Non è cattivo e certamente non gli farà del male.
Si reca nella sala per il pranzo: quante buone cose Bestia ha fatto preparare per lui! E mentre Bryce siede a tavola, una musica melodiosa le tiene compagnia. Anche il pomeriggio trascorre rapidamente. Il giovane continua a girare per il castello e ovunque trova sorprese. Si convince sempre di più che il mostro ha un animo generoso.
A sera il fanciullo è di nuovo a tavola nella grande sala: Il solito forte rumore annuncia l'arrivo di Bestia. Bryce è calmo, alza lo sguardo e scorge ritto davanti a sé il mostro che le chiede con voce bassa e cupa se potesse fargli compagnia mentre cenava.
Il ragazzo gli risponde che la sua presenza non la disturba e parla a lungo con lui. Alla fine non ha più timori: Bestia è un essere mostruoso, ma sensibile e buono, nonostante sia arrogante e gli piaccia stuzzicarlo.
I giorni si susseguono così l'uno dietro l'altro. Bryce trascorre le giornate scoprendo le mille meraviglie del castello, guardando sbigottita lo spettacolo mirabile del giardino fiorito. Si diverte ad aprire le pagine dei libri dove trova i messaggi più strani. Attonito guarda lo specchio, formula un desiderio e subito lo vede realizzato. Il ragazzo non si annoia di vivere in quel luogo e le serate sono tranquille. Alle nove in punto ogni sera appare Bestia e Bryce lo aspetta.
Una sera però il mostro gli rivolge una domanda inaspettata.
- Vuoi diventare mio marito?
Il giovane è turbato, non vuole addolorarlo, ma deve essere sincero con lui e gli dice di non provare nulla oltre l'amicizia per lui, usando un tono pacato e non troppo freddo.
Bestia ha un momento di abbandono. Emette un lungo lamento e tutto il castello trema. Poi saluta con tristezza il fanciullo e si allontana. Bryce è dispiaciuto, non vorrebbe recargli dolore e in cuor suo dice: «Non è possibile, è solo una bestia, non posso diventare suo marito».
Trascorrono tre mesi e ancora altre volte il mostro chiede a Bryce se vuole sposarlo. Il fanciullo gli risponde sempre con calma glaciale:

- Non posso diventare tuo marito, ma avrai sempre la mia amicizia.
Un giorno Bryce chiede allo specchio di rivedere il padre e come sempre il suo desiderio è subito realizzato. Il vecchio genitore è assai ammalato perciò la fanciulla chiede a Bestia di concedergli otto giorni, per salutare il padre, temendo per la sua vita poiché il malanno gli sembrava assai grave.
Bestia gli concede di andare dal padre, chiedendogli però di non restare a lungo, dicendogli anche che altrimenti la propria vita su sarebbe spenta in poco tempo.
L'indomani, quando Bryce è sulla soglia del castello pronta per la partenza, il mostro lo saluta e gli dona un anello, poi gli dice che quando vorrà ritornare, deve ricordare di porlo sul suo comodino.
Bryce rigira tra le mani l'anello e, come per incanto, si trova a casa. Chiama ad alta voce il vecchio padre, che accorre in preda a una grande emozione, risultando gioioso per il ritorno del figlio.
I due si abbracciano teneramente e restano a lungo stretti l'uno all'altro. Poi quante cose hanno da dirsi! Bryce parla a lungo del mostro, delle sue continue attenzioni. La casa è invasa dal suo chiacchierio festoso mentre il padre ascolta commosso.
Il fanciullo vuole uscire con lui, andare in giro per la campagna e ritrovare le cose che da mesi non ha più visto. Si accorge all'improvviso di non aver portato con sé dei vestiti, ma con grande sorpresa nella sua cameretta trova un baule pieno di abiti e di libri.
Il ragazzo sospira nostalgico e accenna un sorriso, scutando attentamente il regalo del suo amico.
Sceglie la veste più semplice, la indossa e raggiunge di nuovo il padre. Ha ancora tante cose da raccontargli. I primi giorni trascorrono in fretta ma, passata l'emozione del primo momento, Bryce comincia ad essere inquieto. È afflitto dal pensiero che Bestia possa soffrire per la sua lontananza. S'accorge che nella sua vecchia casa si annoia mentre con Bestia era diverso: il tempo volava via rapidamente. L'inquietudine aumenta quando, allo scadere degli otto giorni, il vecchio genitore gli chiede di trattenersi ancora. Il ragazzo non vuole dispiacere al padre e acconsente. Ma durante il sonno è tormentata da continui incubi. Infine una notte ha una visione e sogna il mostro in fin di vita presso il ruscello che scorre nell'angolo più remoto del giardino. Si sveglia in lacrime, cerca febbrilmente l'anello e lo ripone al posto convenuto. Poi tra i singhiozzi si addormenta.
Quando si ridesta eccolo di nuovo nel castello nella sua bella camera. In preda a una grande agitazione il giovane corre per il palazzo chiamando Bestia, ma nessuno risponde. Si dirige allora verso il ruscello: il mostro è là che giace disteso ai piedi di un albero. Appena lo vede, apre gli occhi, vuole rialzarsi, ma ricade perché è troppo debole.
Bryce si inginocchia accanto a lui. Non prova più alcuna ripugnanza e lo abbraccia singhiozzando dolorante, dicendogli di non morire, che sarebbe rimasto al suo fianco e lo avrebbe sposato.
A quelle parole tutto il castello si illumina mentre una dolce melodia si diffonde nell'aria. Nello stesso momento il mostro scompare e al suo posto vi è un giovane bellissimo che le parla con voce armoniosa:
- Grazie Bryce, mi hai liberato dall'incantesimo. Ero stato condannato a vagare sotto le spoglie di Bestia finché qualcuno non avesse desiderato sposarmi nonostante il mio aspetto ripugnante. Non avevo più alcuna speranza e poi sei arrivato tu.
Bryce ascolta rapita le parole del giovane che dopo l'inattesa rivelazione aggiunge:
- Vuoi essere il mio sposo?
Bryce acconsente e felice gli porge la mano. Il giovane la stringe forte e come per magia i due vengono trasportati in un regno lontano dove una folla esultante accoglie il giovane che è il suo re. I sudditi conoscevano il terribile maleficio che aveva colpito il re Claude, ma non avevano mai perso la speranza di rivederlo.
La notizia si diffonde per i villaggi del regno e tutti accorrono per assistere alle nozze del loro sovrano con il fanciullo che col suo amore l'aveva liberato dal triste incantesimo.
Fine storia

Pov's Bryce
Sento che il cuore continua a battere veloce, lo fa da quando Claude mi ha nominato nella sua storia, per fortuna sono riuscito a non arrossire.
Tutti mi fissano e il tulipano si avvicina a me per poi inginocchiarsi.

Tulipano:《Bryce, vuoi metterti con me?》mi chiede abbozzando un sorriso.

Io mi accovaccio davanti a lui e lo bacio, mentre gli altri fischiano e urlano, complimentandosi con entrambi.

Ci stacchiamo poco dopo e mi sussurra un "ti amo", quasi arrossisco, è da tanto che aspettavo si facesse avanti quello scemo, mi ha anche fatto dubitare di quello che provava per me.
Sento Victor sospirare e guardare Claude.

Victor:《era questa la tua trovata originale per dichiararti?》

Tulipano:《Sì, perché?》

Terry:《già l'ho fatto io.》

Tulipano:《dettagli, io l'ho fatto meglio.》

Sospiro, quella testa bacata non cambierà mai.
Si intromette anche Xavier nel discorso.

Pomodoro:《Claude, un paio di giorni fa ti ho visto con un tulp-》

Tulipano:《TU NON HAI VISTO NIENTE!》

Sono capitato tra gli scemi... come ho fatto a sopportarli per vent'anni non lo so.
La giornata passa velocemente tra scherzi e rimproverate, e tutti andiamo a letto, curiosi di sapere chi sarà il prossimo a raccontare una storia e quale sarà.

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