Odore di limone
"Ehilà!" lo raggiungo dall'altra parte del marciapiede
"Ehi! Tutto ok?" mi risponde con un sorriso. Ebbene sì, ho voluto dare ascolto a Jade.
"Sì tutto a posto tu?"
"Diciamo che potrebbe andare meglio"
"Per via del test?"
Si volta di scatto verso di me e solo in quel momento vedo che i suoi occhi hanno cambiato colore.
Sono neri. Ho sentito parlare di persone con occhi che da azzurri diventano grigi, ma mai che da verdi diventano neri.
"Ma non avevi gli occhi verdi?" mi esce d'impulso questa domanda e lui per un attimo con lo sguardo cambia direzione guardando davanti a se ma poi me li rimette addosso e...sono verdi.
"Cosa scusa?" esclama con fare un po' beffardo
"N..no..niente, mi era sembrato di vedere...niente...starò diventando schizzofrenica" e scoppio a ridere e di conseguenza ride anche lui. Ha ragione Jade nel dire che è molto carino, sopratutto ora che ride. Il dottoressa Tessa mi dice sempre che ridere fa bene all'anima e solo ridendo gli altri vedono il tuo IO più vero senza maschere che siamo costretti a mettere tutti i giorni in base a quello che dobbiamo fare o a chi dobbiamo incontrare, sei semplicemente te stesso quando ridi.
"Allora, cos'hai preso nel test?"
"Uff....un bel 4, io sto diventando un asino!" e si rimette a ridere
"Guarda il lato positivo, per la schizzofrenia non c'è un rimedio ma per l'ignoranza sì"
"E quale sarebbe questo rimedio sentiamo" mi chiede trattenendo la risata
Mi sale un po' di ansia nel propormi perchè ho paura che fraintenda il mio comportamento, non voglio passare per la tipica ragazza che ci prova con qualsiasi cosa che respiri o dimostrarmi tropo sfacciata.
"Potrei aiutarti"
"Mi daresti ripetizioni?! Quindi schizzofrenica ma secchiona"
Scoppio a ridere, sembra a suo agio in questa conversazione e mai avrei pensato che fosse così simpatico e sarcastico nello stesso tempo.
"Sempre se vuoi..."
"Perchè non dovrei volerlo?"
Mi sorprende con questa domanda e questo rispondere con un quesito mi rende nervosa e insicura, se non vuole, che me lo dica e basta. Ma voglio reggere il suo gioco.
"E perchè invece vorresti volerlo?"
"Forse perchè voglio passare l'anno" mi risponde con tono ironico.
Rimango in silenzio. Non so più cosa dire, mi sento solo stupida e di conseguenza il suo viso si ricopre di quel suo sguardo scuro e cupo. Continuiamo a camminare e arriviamo davanti al mio cancello.
"Cosa fai ora?" mi chiede
"Pranzo e andrò in camera a studiare"
"Ah...sei già stata nel bosco?"
- Tutte le notti ci vado, nel mio sogno! Anzi incubo! - penso fra me e me e a momenti mi scappa dalle labbra questa affermazione.
"No non sono mai stata, mia nonna dice che è pericoloso"
"Ha ragione, ma io lo conosco molto bene. Allora vuoi venire?"
Effettivamente mi va di passare dell'altro tempo con lui. Fra noi sento che c'è una chimica speciale ma ho paura di sentirla solo io e che invece per lui sia una delle tante dato che ieri ha stretto amicizia molto facilmente con Nancy.
"Sì certo, però fammi preparare un panino che sto morendo di fame"
"Fai pure, ti aspetto"
"Puoi entrare se vuoi"
E' pensieroso e rimane per un attimo sulla soglia, tira un sospiro ed entra con me.
"Nonna!"
"Arrivo!" esclama dal piano superiore e sento i suoi passi sulle scale ma poi si fermano. Non si aspettava ospiti.
"Lui è Arzel, mi faccio un panino e usciamo, gli ho detto io di entrare"
Mia nonna ha un viso scuro, è ferma sull'ultimo scalino e rimane a fissarlo per un istante che sembra durare un'eternità. Non è affatto contenta di questo ragazzo e non ne capisco la ragione. Non è mica il mio fidanzato?! Forse avrei dovuto annunciarlo quando sono entrata ma non rimaniamo qui.
Arzel abbassa lo sguardo e fa cenno di uscire:
"Aspetto fuori Rox non è un problema"
"Ma...." non finisco la frase che lui è già uscito. Fisso mia nonna e aprendo le braccia e stralunando gli occhi le dico:
"Che c'è!? L'hai sbattuto fuori, non gli hai dato nemmeno il tempo di presentarsi. Non sai nemmeno chi è"
Finalmente la vedo rilassarsi, scende lo scalino e viene verso di me.
"Oh no cara, so benissimo chi è lui e quelli come lui non li voglio in casa mia" mi fredda all'istante e rimango allibita. Non capisco il perchè di questa sua opposizione ma non ho voglia di discutere ne di fare aspettare Arzel fuori come un cane. Finisco di prepararmi il panino ed esco.
"Torni per cena?" mi chiede mentre chiudo la porta d'ingresso, gli urlo un "sì" e vado verso il cancellino dove vedo Arzel seduto sul marciapiede con in mano il cellulare.
Riesco a fare in tempo a vedere il display per leggere una conversazione con Nancy. Ha il suo numero di cellulare?! Mi ribolle il sangue ma maschero sfoggiando un sorriso.
"Ehi" appena mi sente si alza di scatto e si mette il telefonino in tasca
"Mi spiace per mia nonna non so il perchè si sia comportata così. Di solito è sempre gentile e buona. Non so proprio cosa le sia saltato in mente"
"Non ti preoccupare"
Ci incamminiamo verso il bosco e inizio ad addentare il mio panino, mi volto indietro e vedo mia nonna che mi guarda dalla finestra della cucina. Immagino che la serata sarà all'insegna di discussioni.
"Tutto bene?" mi chiede nel notare la mia faccia preoccupata.
Sospiro.
"Mia nonna non ha mai voluto che venissi nel bosco e..." mi interrompe
"E frequentare la gente che arriva da esso"
Lo guardo un po' sorpreso ma per lui non sembrerebbe una novità. Non voglio trasformare questa uscita in una noiosa conversazione di emarginati quindi mi zittisco e continuo a mangiare il mio panino.
"Ne vuoi un pezzo?"
"No grazie, non ho fame"
Solo ora penso di non averlo mai visto mangiare. Anche in mensa non mi sembra che avesse il vassoio.
Mi guardo intorno e tutto mi ricorda il sogno. Il suolo che calpesto, l'odore di muschio, i vari sentieri che so perfettamente dove portano e credo che Arzel lo abbia notato perchè mi sento molto a mio agio qui.
"Vieni ti faccio vedere una cosa"
Mi afferra la mano e tutto inizia andare a rallentatore: l'ultimo boccone che mi cade dalle mani, il suo tocco diventa gelido, l'angoscia inizia ad invadere il mio corpo. Sta succedendo ancora...di nuovo. Il bosco inizia a sparire dalla mia vista e vedo fiamme che invadono il corpo di un uomo, e sento le sue urla strazianti ma tutto ad un tratto sparisce e vedo di nuovo il bosco e il suo viso preoccupato vicino al mio
"Rox! Stai bene?"
Non so cosa rispondergli, cosa succede quando mi tocca? Non è stato un caso allora..è lui il problema. Era una visione? Ho mille domande che mi centrifugano nella testa.
"Rox! Rispondimi" sta quasi urlando e vedo di nuovo quel riflesso oscuro negli occhi.
Inizio ad avere paura di questa persona. Chi è veramente?
"S..si" balbetto e mi guardo intorno per cercare la via per tornare indietro.
"Oddio mi dispiace Rox, non volevo urlare..è..che mi hai spaventato, sei diventata bianca come uno straccio, hai iniziato a tremare e..." lo interrompo prima che vada oltre
"Non è l'urlo il problema" non so se continuare ma è lui a fare il primo passo.
"Sì..lo so. Non succederà più. Ti riporto a casa"
La persona che prima mi faceva paura adesso mi fa pena.
E' indecifrabile.
Voglio restare qua con lui.
"No sto bene, cosa volevi farmi vedere?"
"Il cimitero degli angeli"
Mia nonna mi ha raccontato molto di questo cimitero. E' stato creato per onorare gli angeli e ricordarci la loro funzione nel mondo . Ci soffermiamo a guardare le statue che raffigurano le varie battaglie fra gli angeli benevoli e le creature dell'inferno che per molti sembrerebbero raffigurazioni mitologiche ma io so che esistono.
Quello che è successo prima ha creato un muro fra noi e avere un dialogo sta diventando difficile.
"Credi negli angeli?" li domando
"Sì ci credo e tu?"
Annuisco
"Vorrei farmi perdonare" mentre lo dice si passa una mano fra i capelli e mi si schiera davanti. Ecco che ritorna a farmi paura.
"Dammi le mani" vuole che appoggio le mie mani sulle sue e il solo pensiero di ricadere in un'altra visione mi mette ansia.
"Fidati di me" rimane in attesa con i palmi rivolti verso di me.
Ho paura ma decido di fidarmi di lui.
Delicatamente gliele appoggio sulle sue, chiudo gli occhi in attesa di sentire il gelo che mi entra nelle ossa ma non succede nulla, sento solo la sua pelle morbida. Le sue dita si stringono alle mie e accorcia la distanza fra noi. Sento profumo di limone che mi invade le narici, il suo respiro lo sento vicino. Aprendo gli occhi vedo che è a pochi cm dalle mie labbra - Che diavolo sta succedendo? - ha gli occhi chiusi e percepisco il suo ansimare - Vuole baciarmi? - si avvicina ancora sfiorando con le labbra la mia guancia ed è una sensazione bellissima ma non nego che tutta la situazione mi stia stordendo. Dalla guancia passa ad appoggiare il suo mento sulla mia spalla e inaspettatamente mi lascia le mani per avvolgermi in un abbraccio.
"Mi sei mancata" mi sussurra all'orecchio che delicatamente inizia a baciare per poi passare di nuovo alla guancia e si sofferma vicino alla bocca.
"Ti prego non farlo" non sono pronta a questo adesso. E' tutto così confuso e ci sono ancora troppe domande a cui devo una risposta. Se ci baciassimo complicherebbe solo la situazione.
Riapre gli occhi e vedo il mio volto riflesso, ma quello che vedo non sono io o per lo meno, sono io ma ho i capelli raccolti in uno chignon, sembro più grande e tutto ridiventa freddo, le sensazioni d'amore vengono sostituite dall'angoscia ed ecco che il bosco svanisce. Vedo una donna molto simile a me con un abito lungo tipico degli anni '800 che corre disperatamente. In lontananza le urla dell'uomo che sta bruciando e nell'aria sento di nuovo quell'odore.
Odore di limone.
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