Capitolo XXV
La stanza M-100 si mostrava accogliente e ricolma di cianfrusaglie come al solito, forse addirittura di più. Sembrava che le streghe si fossero divertite ad accumulare un maggior numero di soprammobili e oggettini inutili dall'ultima volta che Ella le aveva visitate.
Quando la Guardiana entrò nella camera, trovò le cinque donne sedute nelle stesse posizioni in cui le aveva lasciate qualche settimana prima. Per un attimo pensò che non si fossero affatto mosse.
- Lamia! - disse correndo incontro alla strega che meglio conosceva - Ho bisogno del vostro aiuto!
- Oh ma che sorpresa! - rispose l'anziana - Una Guardiana al nostro cospetto! E dimmi cara, come ti chiami?
- Cosa... - la giovane rimase perplessa - Sono Ella... Lamia, dovete aiutarmi, è molto importante!
- Ella! Ma che nome delizioso! Hai sete cara? Empusa! Empusa, vieni qui e renditi utile!
- No. - tagliò corto Ella, bloccando il cianciare della strega con un rapido gesto della mano - Non voglio né succo di radici né linfa di alberi. Ho bisogno del vostro aiuto. Ti avevo chiesto un incantesimo di contatto, ti ricordi? Era stato circa tre settimane fa, ricordi?
- E smettila di parlarmi così! Certo che mi ricordo! Non sono mica così vecchia da dimenticarmi le cose! Piuttosto, tu ti ricordi cosa ti avevo chiesto in cambio, vero? - domandò inarcando un sopracciglio.
Ella annuì in silenzio, poi sollevò leggermente il bordo della blusa della divisa ed afferrò un piccolo fagotto che aveva fissato alla gonna. Quando aprì il sottile fazzoletto, quattro piume bianche e delicate fecero bella mostra di sé, svolazzando lievemente. Lamia le scrutò con avidità, passandosi la lingua sulle labbra. Le altre tre streghe anziane scattarono in piedi con un'agilità inverosimile, quasi come se avessero sentito l'odore delle piume. Si avvicinarono al prezioso bottino, divorandolo letteralmente con gli occhi.
- Hai idea di cosa ci hai portato? - disse Medea, quasi urlando.
- Potete tenerle tutte e quattro. - precisò Ella - in cambio voglio l'incantesimo di contatto e una magia che mi permetta di regalare degli occhi azzurri ad una Imperiale.
Le streghe non sembravano ascoltarla. Erano troppo concentrate ad ammirare la loro ricompensa ad occhi spalancati.
- Guarda quante piume! Guarda quanta magia! Con queste potremmo diventare talmente potenti da piegare l'intero Vortice al nostro volere!
- Stai zitta Medea! Non dire queste cose davanti alla Guardiana!
Ad Ella si drizzarono le orecchie. Le parole dell'anziana donna avevano fatto scattare qualcosa nella sua testa. Forse avevano acceso una piccola speranza.
- Un momento... Che significa? Le piume sono magiche?
- Ma no, ma no! - tagliò corto Lamia - Che sciocchezze dici!
- Certo che lo sono. - rispose Ecate, incurante dei gesti di dissenso delle sue sorelle - Vedi, cara, ogni singola particella delle Guardiane è ricolma di magia. Però è un tipo di magia che non possiamo utilizzare. Le uniche due parti del corpo di una Guardiana da cui possiamo estrarla sono le sue piume e il suo cuore. Oh, il suo cuore! - esclamò - Il cuore è dimora di una magia infinita e potentissima! È l'ambizione più grande di ogni strega! Ti avremmo chiesto di portarci quello, ma sai, sul treno è vietato maneggiare pezzi di cadaveri.
Ella sgranò gli occhi in un gesto di incredulità.
- Ecate tu parli sempre troppo!
- Ah, ora è colpa mia! La Guardiana ha fatto una domanda e io le ho risposto!
- Sì! È colpa tua! Tappati quella boccaccia!
- Ascoltatemi! - la Guardiana cercò di smorzare il potenziale litigio - Se davvero potete estrarre la magia da queste piume, allora ho bisogno di un favore in più. Dovete fare in modo che l'incantesimo che protegge il treno venga spezzato, o meglio, che venga contrastato da un particolare oggetto. Potete farlo? Potete sfruttare le piume per questo scopo?
Lamia si fece pensierosa. Sembrava stesse riflettendo accuratamente su quelle parole.
- Guardiana... noi potremmo infondere in te la magia che ti serve, ma dovremmo utilizzare le arti oscure. E per fare questo, c'è un prezzo da pagare.
- Ma che dici Lamia! Ma non vedi che la ragazza ormai ha gli occhi completamente neri?
- Ma sei cieca? Sono marroni, si vede chiaramente!
- Siete orbe tutte entrambe! Sono dorati!
- Ma io veramente ci vedo ancora qualche pagliuzza blu.
- Tu il blu ce l'hai nella testa!
- E tu di nero hai solo i denti!
- Va bene! - Ella era esasperata - Pagherò il prezzo qualunque esso sia. Ma, vi prego, datemi la magia di Alma, è importante.
- E ora chi è questa Alma? Ma non si chiamava Ella?
- Stai zitta Nimue! - la rimproverò Lamia - Ma certo cara, - disse poi rivolta alla giovane Guardiana - lo faremo. Abbiamo solo bisogno di un luogo dove poter usare la magia. E per l'incantesimo che ci chiedi ci servirà anche il tuo sangue. Dovrà essere mischiato con una delle piume. Naturalmente le altre tre le terremo noi e le utilizzeremo a nostro piacimento.
- Ma io non ho capito, la Guardiana vuole la magia o vuole parlare con i morti?
- Io avevo capito che voleva un paio di occhi azzurri.
- Basta così! - Ella era nella confusione più totale - Vi porterò all'interno di una stanza dove potrete usare la vostra magia, però ora basta parlare, vi prego...
Le streghe diventavano più bizzarre ogni minuto che passava.
*****
Quando le quattro anziane arrivarono nella stanza di Eden pretesero di rimanere sole con Ella. Come già avevano accennato qualche settimana prima, Empusa non avrebbe partecipato al rituale.
- Rimarrà nella nostra stanza a rassettare! - aveva detto Lamia riferendosi alla bellissima fanciulla.
Le vecchie streghe, una volta giunte alla stanza dell'Infiltrata, presero immediatamente posto a sedere. Quasi certamente le loro gambe non riuscivano a mantenerle dritte in piedi per troppo tempo.
- Allora Guardiana... - iniziò Lamia - L'incantesimo per intervenire sul colore degli occhi è piuttosto semplice. Può eseguirlo una di noi da sola, senza nessuna fatica. Ci serve solo un pezzo di vetro qualsiasi.
Fece una breve pausa. Aveva dipinta in volto una serietà quasi preoccupante. Non assomigliava più alla strana vecchietta svampita che aveva dato l'impressione di essere fino a quel momento. Sembrava molto più risoluta e responsabile, in un certo qual mondo.
- L'incantesimo di contatto è più complicato - riprese - ma riusciremo ad eseguirlo. Per il momento, però, vogliamo concentrarci su di te e sulla tua specifica richiesta. Quello che ti serve è un incantesimo di magia nera molto pericoloso. Non pericoloso per il corpo, naturalmente, ma per l'anima. Capisco bene che questo rituale ti servirà per far succedere la fuga che stai progettando e dunque, suppongo, poco ti importa della definitiva perdizione a cui ti porteranno le arti oscure. Ma ho comunque voluto metterti in guardia.
La donna fece poi alcuni rapidi gesti in direzione delle sorelle, le quali si alzarono e afferrarono quattro sedie, posizionandole a formare i vertici di un quadrato.
- Prendi una piuma e mettila dentro una ciotola di metallo - disse, rivolta ad Ella, la strega, subito prima di prendere posto su una delle sedie. Le sue compagne si sedettero quasi in contemporanea, creando uno stregonesco quadrilatero.
La Guardiana ubbidì celere, afferrando una piccola scodella argentata. La porse poi a Lamia, la quale le fece cenno di posarla a terra.
Le streghe restarono immobili per qualche attimo. Il rumore dei loro respiri pesanti era l'unica cosa che si potesse udire.
Un lampo di luce sembrò attraversare i corpi delle quattro donne e i loro occhi si rovesciarono all'indietro. Sollevarono le mani all'unisono, dirigendole verso il soffitto.
- Offri il tuo sangue, Guardiana. - Lamia pronunciò quelle parole senza muovere le labbra, catturata da quello stato di trance in cui si trovava.
Ella afferrò un tagliente coltello dotato di una lunghissima lama. Si posizionò al centro del quadrato creato dalle streghe, proprio di fronte alla ciotola con dentro la piuma. Allungò le braccia, facendo in modo che le sue mani si trovassero proprio al di sopra del contenitore metallico posto sul pavimento. Con la mano destra strinse la lucente lama, che fece poi scivolare lungo il palmo con un movimento netto e deciso.
La ferita si rivelò fastidiosamente dolorosa, ma Ella riuscì a rimanere impassibile, puntando lo sguardo dritto davanti a sè.
Alcune gocce di sangue precipitarono in direzione della scodella, raggiungendo la candida piuma e macchiandola di un passionale rosso scarlatto.
Le streghe cominciarono a pronunciare delle parole che non sembravano appartenere a nessuna lingua conosciuta, forse si trattava di peculiari formule magiche. Parlavano tutte contemporaneamente, senza neppure dischiudere le labbra, creando una sorta di inquietante musica.
E poi la piuma prese fuoco. Bruciò per pochissimi istanti, forse nemmeno per il tempo di un battito di ciglia, e si dissolse lasciando al suo posto un banale mucchietto di cenere.
Le streghe urlarono all'unisono, inaspettatamente. Ma quello che spaventò Ella non furono le loro apparentemente insensate grida, bensì la dolorosa morsa che le stava opprimendo il petto e la gola. Era come se qualcuno stesse cercando di soffocarla, schiacciandola sotto il peso di un masso grande forse più di una montagna. La Guardiana boccheggiò disperata. Credette di morire. Pensò che il prezzo da pagare per la libertà sarebbe stato la sua stessa vita. Ogni parola spaventata ed ogni grido di terrore vennero bloccati da quella terribile sensazione di soffocamento. Dopo pochi secondi il suo corpo iniziò a cedere. Si piegò su sè stessa, nel vano tentativo di far ripartire i respiri.
Le streghe smisero di urlare altrettanto repentinamente ed Ella riuscì finalmente a sentire l'aria circolare di nuovo nei suoi polmoni. Prese un respiro disperato, spalancando la bocca e ansimando come se avesse passato troppo tempo sott'acqua e fosse stata in procinto di annegare. Istintivamente portò una mano alla gola, come a voler controllare che fosse finalmente libera.
- Ora puoi utilizzare la magia, Guardiana. - Lamia le parlava come se non fosse accaduto nulla e come se quel rituale fosse stata la cosa più semplice e naturale del mondo - Bada bene, però. Potrai usare un solo incantesimo e null'altro. Ma sono certa che sarà sufficiente.
Stranamente esausta e fin troppo spaventata, la giovane si accasciò a terra.
*****
Le streghe riacquistarono le energie necessarie ad eseguire l'incantesimo di contatto soltanto il giorno dopo.
Anche in questo caso pretesero di rimanere sole con il beneficiario dell'incantesimo. Fu Ella ad avvisare Abraham. Quando disse all'anziano uomo che avrebbe potuto rivedere per l'ultima volta il figlio, gli occhi di lui si erano riempiti di lacrime. Non fu nemmeno in grado di ringraziarla, tanta era la commozione. Di contro, lei non riuscì a fermare il fiume di parole che esprimevano tutta la sua gratitudine e il suo affetto nei confronti di quell'uomo.
L'anziano rimase in compagnia delle streghe, all'interno della stanza di Eden, per circa un'ora. Quando ne uscì aveva gli occhi rossi di pianto e sembrava a dir poco sconvolto.
- Spero che sia rimasto contento. - aveva detto Lamia alla Guardiana - Quando ha visto l'immagine del figlio non mi è sembrato particolarmente gioioso. Forse l'aspetto dello spirito del ragazzo lo ha spaventato. Sai, quando si usa un incantesimo di contatto, il defunto assume l'aspetto che aveva un istante prima di morire. Quel povero giovanotto era pieno di tagli, lividi, ustioni, sangue, ossa rotte...
A questo punto Lamia aveva accettato la richiesta di Ella di interrompere la tanto dettagliata quanto macabra descrizione.
l'ultima magia che le streghe eseguirono fu quella che avrebbe permesso ad Eden di ottenere i suoi preziosi occhi azzurri. Le quattro donne incantarono un pezzo di vetro, facendo sì che, chiunque vi avesse guardato attraverso per sette secondi, avrebbe avuto degli occhi azzurri come il cielo per sette ore.
*****
Il momento era ormai giunto.
Al treno mancavano solo due giorni per raggiungere il binario tortuoso.
E a quel punto l'idea della fuga sarebbe diventata una realtà concreta.
Ogni cosa era pronta, ogni mossa era stata studiata nei minimi dettagli.
Solo due giorni separavano un gruppo di insignificanti schiavi dalla libertà.
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