•The Elements: La vendetta - KatjaCongiu•

KatjaCongiu

Sinossi:

In seguito alla scomparsa della madre, avvenuta quasi un anno prima, Perla Wells non è più la stessa ragazza di prima: tende sempre a chiudersi in se stessa, e nonostante abbia un padre che la ama alla follia e due amici che farebbero di tutto per lei, non riesce a viversi a pieno le esperienze che si dovrebbero fare alla sua età. Inoltre, spesso un incubo spaventoso la fa svegliare nel cuore della notte, madida di sudore e con il cuore che le batte all'impazzata. E ogni volta, prima di riaddormentarsi, ripensa a sua madre e a tutti i momenti passati insieme. Non le è rimasto nulla di lei, se non un piccolo medaglione di famiglia, donatole dalla donna un paio di giorni prima che morisse, e farebbe di tutto pur di non perderlo.
Poi, un giorno, appare Tyler Spark: Perla è sin da subito fortemente attratta da lui e avverte uno strano legame che li unisce. Incoraggiata da Sam, la sua migliore amica, una mattina sfrutta l'occasione che le si presenta e va a parlarci. Tyler, però, non sembra essere disponibile a fare nuove amicizie e la ragazza decide di stargli alla larga; tuttavia si ritrova sempre più spesso a scontrarsi con lui.
Una notte, tornata a casa da una festa, la vita di Perla viene messa seriamente in pericolo. Salva per miracolo, sarà allora che dovrà fare i conti con nuove e scomode realtà, e l'unica persona che potrà aiutarla a comprenderle sarà proprio il giovane Spark.

1) Trama:

Buonasera, lettori! È passato molto tempo dall'ultima volta in cui ho recensito una delle opere wattpadiane della lista, e oggi sono qui perché finalmente sono riuscita a completare la lettura di una di esse. Non me ne vogliate, ma tutte quelle che restano da recensire hanno tanti capitoli e lunghi, e mi ci vuole tempo.
In ogni caso, oggi parleremo di The Elements, primo libro della saga di Katja Congiu.
Il genere in cui si rispecchia è l'urban fantasy, con qualche piccola traccia di epic in quanto sia nella prima che nella seconda opera i personaggi saranno impegnati in lunghi viaggi alla ricerca di un modo per sconfiggere Mavrikòs, l'antagonista.
La protagonista è Perla, una semplice diciassettenne con una vita normale, segnata dalla morte della madre. Sarà quando un ragazzo singolare, Tyler Spark, entrerà nella sua esistenza, che i segreti che la madre si è portata nella tomba torneranno alla luce e che Perla scoprirà di essere una strega, nello specifico uno dei cinque Elementi: l'Acqua.

Prima di passare ad analizzare la trama, vorrei soffermarmi qualche istante a discutere della copertina. So che l'autrice non ha dato il consenso, pertanto non la recensirò. Voglio solo far notare che, da lettrice, non trovo adatta alla storia l'attuale cover, per il semplice fatto che non rispecchia il reale genere della storia. Quando l'ho vista ho pensato si trattasse di un dark-paranormal romance, mentre invece è un vero e proprio urban fantasy. Inoltre, quei ghirigori simili a fiori non sembrano c'entrare nulla con Perla, né con Tyler, in quanto sono rispettivamente l'Acqua e il Fuoco, non la Terra. Personalmente credo che dia un impatto sbagliato, fa intuire una categoria diversa.
Ma alla fine, è a discrezione dell'autrice.

Per quanto riguarda la trama, gli eventi si svolgono in maniera cronologica, eppure in più punti ho avuto l'impressione che tutto andasse in maniera troppo veloce. Questo può riguardare per esempio l'amore che nasce tra Perla e Tyler. È comprensibile che il loro rapporto venga fomentato dal legame che sin dall'inizio hanno, ma credo che dopo soli tre mesi sia troppo presto per considerarlo amore vero e proprio. Al contempo, lo stesso si applica a certi avvenimenti: un esempio può essere la guerra finale; ho avuto l'impressione che il viaggio in Cile e in Nuova Zelanda fosse stato trattato in modo superficiale – non abbiamo ad esempio un vero e consistente tratteggio dei luoghi, tanto che sembrano quasi uno sfondo poco importante (mi sarebbe piaciuto vedere più descrizioni di Wellington, vedere i nomi delle strade, vedere delle scene mentre i ragazzi girano per la città ecc.) – e che si giunga alla fine quasi con impazienza. La battaglia è stata lunga e a tratti epica, ma sul tutto gravava una sorta di sensazione meccanica, come se si fosse voluti arrivare presto alla fine.

Al contempo, nello svolgimento dell'opera ho trovato varie falle, che ho provveduto prontamente a segnalare nei commenti all'autrice. Altre incongruenze me le sono segnate a parte:
capitolo 16: come fa Perla a trovare le informazioni che le servono sul suo mondo, informazioni vere, su un libro a caso in una biblioteca pubblica? Biblioteca che tra l'altro ha una sezione apposita per l'occultismo? Non è un colpo di fortuna un po' troppo specifico?
capitolo 18: nel tempo che Perla impiega a usare la magia l'Oscuro avrebbe già ucciso Tyler. Nei commenti mi è stato spiegato che lei in realtà impiega solo pochi secondi, ma da come viene trattato l'uso della magia – nello specifico in quel momento – sembrano passare interi minuti. Sotto questo punto di vista, ho visto parecchia superficialità: mi sarebbe piaciuto, da lettrice, sapere cosa provano i personaggi quando usano la magia, che sensazioni hanno, se vengono scossi da brividi, se si sentono più leggeri, pesanti, se gli gira la testa ecc.;
non è proprio una falla ma tant'è: come ha fatto Zion ad arrivare in tempo a Stamford? È partito appena dopo di loro? Ha usato i venti? Qualche potere strano? Meglio specificarlo, o almeno far porre la domanda a Perla;
falla generale: ci sono tante cose che i personaggi non notano seppur palesi. La prima stessa ad avere gli occhi foderati è Perla, che con questa sua "abitudine" a non voler accettare l'ovvio spesso risulta fastidiosa; al contempo è considerabile falla che nessuno fra gli altri abbia notato gli indizi che portavano a scoprire la vera identità dell'Intruso. Insomma, non era difficile intuire chi fosse, e da personaggi svegli come Tyler, Rayen e Zion mi sarei aspettata di più. Lo stesso vale per Lex, che grazie alla sua natura di Elemento dello Spirito avrebbe dovuto scoprire subito chi era l'Intruso.

Oltre a questo, prima di parlare dell'ambientazione, vorrei dare un consiglio che penso potrebbe rendere il tutto più interessante: sarebbe carino far venire i quattro Elementi da Paesi diversi, visto che Rayen è cilena e Zion dovrebbe essere neozelandese. Uno tra Perla e Tyler potrebbe venire per esempio da un altro paese anglofono, o magari da Scozia/Wales/Irlanda. Darebbe quel tocco più particolare all'opera.

Infine, l'ambientazione non è niente male. Certo, l'America è un po' inflazionata come ambientazione – soprattutto negli urban – ma è apprezzabile che invece di città grandi e importanti come New York, Los Angeles eccetera venga usata Stamford. Inoltre è molto apprezzabile il fatto che i protagonisti debbano imbarcarsi in quella specie di avventura e andare in altri Paesi. L'unica cosa a cui consiglio di prestare attenzione è proprio la superficialità con cui è analizzato il viaggio e il poco che il lettore sa del mondo fantasy. Certo, chi legge è come incatenato a Perla, sa solo quello che sa lei, ma ciò dà quel senso di poco approfondito che – con anche solo qualche informazione in più – potrebbe dare allo svolgimento quella particolarità in più.

2) Originalità:

Per quanto riguarda l'originalità, credo di poter affermare ci siamo. The Elements, oltre che un urban fantasy, si riconosce perfettamente nello YA, senza però scadere nei suoi cliché. Ci sono parti in cui nel testo vengono inserite battute tipicamente adolescenziali, come per esempio citazioni a reali cose specifiche, che non rendono bene nel contesto perché danno l'impressione di abbassarne la serietà, ma generalmente parlando non ho notato gli stereotipi che di solito si possono trovare in uno young adult. Mi è piaciuto un sacco per esempio che la protagonista non sia completamente buona: Perla ha perso la madre per colpa degli Oscuri di Mavrikòs, e vuole vendicarsi. Lei vuole uccidere, vuole farla pagare all'uomo che ha distrutto la perfezione della sua famiglia, e nessuno dei suoi alleati vuole fermarla, anzi: anche gli altri hanno un motivo per cui vendicarsi. Sotto questo punto di vista, trovo perfettamente azzeccato il sottotitolo e faccio i complimenti all'autrice. Unico consiglio? Rendere meno debole e insicura Perla: cozza con il suo desiderio di vendetta, e vedere per una volta in uno YA una dark heroine sarebbe molto, molto interessante, senza il necessario bisogno di stravolgerla (basterebbe, ad esempio, accentuare le sue sensazioni quando uccide un Oscuro, far capire che non le dispiaccia e che vuole perseguire il suo scopo).
D'altro canto, ho apprezzato moltissimo anche la natura della relazione fra Tyler e Perla. Certo, lui è spesso un palo, e pecca di gelosia possessiva, ma il loro non è un odio-amore (forse solo all'inizio), bensì un rapporto molto dolce dove l'uno tiene all'altra e pone la sua salvaguardia di fronte alla propria. Sotto questo punto di vista, credo che Katja abbia fatto davvero un buon lavoro. Forse, l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è la prevedibilità di chi sia l'Intruso. Insomma, non è per nulla difficile capirlo.

3) Sintassi:

Gli errori sono stati corretti nei capitoli, e i restanti appunti inviati tramite e-mail.

4) Narrazione:

a) la narrazione degli eventi è fluida, la cronologia non presenta incongruenze. Tuttavia, spesso mi è capitato di dover rileggere alcuni paragrafi perché le azioni svolte non risultavano chiare a causa della forma: spesso le proporzioni sono lunghe e contorte, contornate da ripetizioni fastidiose che di per sé già si ripetono sistematicamente. Ho visto che la storia è in revisione, ma consiglio a Katja di apportare le modifiche non solo nel file privato, ma anche su Wattpad. In ogni caso, però, seppure in alcuni punti non appaiano limpidissimi, gli eventi non hanno altri grossi problemi;

b) i luoghi non sono sempre dettagliati, abbiamo un 50 e 50: le descrizioni degli interni risultano sì ben fatte, ma superficiali, limitandosi allo stretto necessario. Al contempo, gli esterni sono spesso lasciati al caso, tranne quando si tratta di una scena fra Tyler e Perla. Attenzione al fatto che la casa dei Wells non è descritta affatto.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, troviamo un grave deficit. Le descrizioni fisiche ci sono, ma sono generali (colore capelli, vaga corporatura, colore occhi); i lineamenti, il naso e altri aspetti dei personaggi sono lasciati al caso, tanto che non sapevo come immaginare Scott, Delia, Matt, Zion e Rayen. Per quanto riguarda Ted e John, invece la questione è ancora più grave perché non sono descritti affatto;

c) i dialoghi sono coerenti con contesto, ambientazione e personaggi, tuttavia la forma in cui sono scritti è scorretta: spesso si va a capo quando è lo stesso personaggio a parlare e la punteggiatura è per lo più errata. Consiglio pertanto di leggere lo speciale in questo servizio, perché ci sono vari errori a riguardo, spesso con la coerenza interna (punteggiatura) e le maiuscole/minuscole;

d) la scelta di narrare in terza persona e solo dal punto di vista di Perla è particolare e apprezzabile. Se da una parte preclude la caratterizzazione specifica degli altri personaggi, dall'altro rende la storia diversa dalla massa. Attenzione però alla coerenza della consecutio temporum, perché spesso i tempi verbali sono scorretti: ciò riguarda trapassati, imperfetti, congiuntivi e condizionali.

5) Caratterizzazione dei personaggi:

Ammetto che la parte della caratterizzazione è la più difficile da analizzare, qui, perché arrivata alla fine dell'opera non so dare un giudizio specifico. Più volte ho avuto l'impressione che i personaggi che non fossero Perla e Tyler fossero lasciati un po' al caso, mentre in altri punti nutrivo un sincero senso di vicinanza ad alcuni di loro, come Scott e Zion.
Per lo più lo spessore singolare dei personaggi non è ben fatto, non tutte le personalità sono chiare, e spesso ho trovato la mano troppo calcata su alcuni di loro. Visto che sono tanti, farò un piccolo commento su ognuno di loro, per analizzarli singolarmente e più facilmente.

Perla: Perla avrebbe potuto avere tanto, tanto potenziale, e distinguersi dalla massa per essere una protagonista chaotic good. Purtroppo, ho visto un'incoerenza intrinseca, in lei, divisa tra il volersi vendicare e la paura di farlo. Ciò non è per forza un male, ma sarebbe stato assai meglio vedere o un contrasto più duro o nessun contrasto in generale. Così è come se non sapendo bene da che parte situarla l'autrice si fosse tenuta al centro, senza pendere troppo da una parte o dall'altra. Allo stesso tempo, come detto la sua cecità di fronte alle ovvietà risulta forzata e fastidiosa.
Un po' l'aspetto da Mary Sue ce l'ha, ma non è troppo forte, con una piccola revisione si modifica senza problemi.

Tyler: lui al contrario mi piace. L'unico difetto che posso trovare a questo personaggio è quella manicale gelosia possessiva, che avrebbe potuto essere un ottimo spunto come difetto caratteriale, ma che invece viene narrato come fosse normale, come se l'incredibile gelosia che nutre nei confronti di Perla e l'aggressività che presenta verso gli altri ragazzi andasse bene. In realtà non è così, non è normale picchiare una persona solo perché rivolge la parola alla tua fidanzata. E lo dico da persona gelosa.

Matt: lui a dir la verità è uno di quelli che non ho capito. La sua personalità non è chiara, e se è dotato di spessore, non si sente, è un po' macchinoso. Non ho apprezzato il fatto che la sua azione, il suo intrappolare Perla contro un albero e baciarla a forza nonostante lei cercasse di toglierselo di dosso, sia stata fatta passare se non come normale come accettabile e perdonabile, tanto che l'indignazione di Perla dura un capitolo e poi amici come prima.

Scott: si capisce che è un po' il buffone della situazione, il pettegolo, quello che fa il cascamorto, e a quanto ho visto piace proprio per questo. Il suo spessore, però, si percepisce, si sente l'affetto che prova per Delia e l'amicizia che piano piano instaura con Perla. Per lui non ho punti negativi da far notare, solo un bel pollicione in un su. È un personaggio ben riuscito, è semplicemente quello che doveva essere.

Sam: Sam è il personaggio che ho apprezzato di meno, semplicemente perché il suo carattere vuole essere troppo forzato. Questo suo voler sempre e costantemente essere al corrente di ogni cosa, questo suo arrabbiarsi con Perla semplicemente perché non le risponde al telefono, è assurdo. Certo, sono migliori amiche, ma Sam non è la madre di Perla, e sinceramente il suo pare più desiderio di controllo: "voglio sapere tutto quello che fai, quando lo fai e come, voglio essere sempre al corrente di tutto" sarebbe soffocante da parte di un genitore, figuriamoci da un'amica.

Delia: sinceramente, come lettrice non provo nulla per lei. Ho letto nelle note che è uno dei personaggi preferiti dell'autrice, ma nello svolgimento Delia è quella che esce meno del gruppo dei buoni, tanto che alla fine mi è stato completamente indifferente quello che è successo. Inoltre, questo suo rapporto d'amicizia con Perla non si percepisce, perché semplicemente non è narrato. Magari, per introdurla meglio si potrebbe sfruttare il fatto di aggiungere qualche scena della ricerca di Zion in cui Perla e Delia girano per Wellington insieme e parlano. Sarebbe un ottimo modo per avvicinarla ai riflettori.

Rayen & Zion: su di loro non saprei cosa dire, sono stati abbastanza neutrali. Si percepisce che sono importanti, ma i riflettori non vengono mai realmente posti su di loro se non una o due volte a testa, troppo poche per farli emergere a dovere.

In sintesi, consiglio di giocare meglio con il PoV di Perla, quindi magari fare in modo di far emergere i personaggi secondari grazie a lei, magari facendola restare sola con uno o due di loro, senza che vi sia specificatamente di mezzo Tyler. Infatti, il loro rapporto seppur originale nel genere toglie molto spazio agli altri personaggi e all'ambientazione, a discapito della profondità.

6) Stile di scrittura:

Lo stile di scrittura è buono, ma molto semplicistico. Spesso ho avuto l'impressione che l'autrice fosse alle prime armi, soprattutto per la grammatica scorretta e per le ripetizioni sistematiche all'interno dei capitoli, come il termine "in quel momento", scritto almeno tre/quattro volte in ogni singolo capitolo. Riconosco del grande potenziale, ci sono state parti che mi hanno fatto venire i brividi dalla loro bellezza e poeticità, ma consiglio caldamente un ripasso della punteggiatura e della grammatica e una revisione approfondita. La storia presenta un senso di "innocenza" e "imprevedibilità" tipico degli autori adolescenti alle prime armi - insomma, si nota che spesso quello che accade è introdotto sul momento senza una base precedente - e la scrittura risulta a tratti artificiosa, che verso gli ultimi capitoli però fa un salto di qualità.
Ecco qui di seguito l'elenco degli errori sistematici:

d eufoniche: vanno inserite solo quando la vocale che segue è uguale alla precedente o in casi speciali come ad esempio, ad un tratto ecc.;
ripetizioni: esempio: "alzò lo sguardo e la guardò negli occhi";
punteggiatura: virgole non messe ove necessarie, presenti dove superflue e frasi in cui punti e virgola, punti, virgole e due punti prendono l'uno il posto dell'altro;
troppi avverbi in -mente;
stile ridondante: ad esempio, specifica cose nelle frasi che i termini usati già esplicitano di per sé: "tolse il casco dalla testa", "appoggiò la schiena allo schienale", "le occhiaie sotto agli occhi";
"quei... che": frasi come "sotto quello sguardo austero che", "quell'immagine a cui era", "quelle due persone che le mancavano";
coniugazione errata dei verbi;
preposizioni articolate e semplici errate;
frasi lunghe e contorte la cui comprensione risulta difficile;
dimenticanze;
errori di battitura.

In generale, quindi, lo stile non risulta fastidioso da leggere, ma vi sono molti errori che rendono necessaria una revisione. L'opera di per sé è molto coinvolgente, tanto che – una volta sistemata – non mi stupirebbe se riuscisse ad arrivare sullo scaffale di una libreria, perché ha del potenziale non indifferente. The Elements è una saga interessante, e una volta entrata nel vivo non sono più riuscita a fermarmi, dovevo sapere cosa sarebbe successo, e sono sicura che – una volta apportate le giuste correzioni – potrebbe diventare un vero e proprio gioiello. Già ora è un diamante allo stato grezzo, va solo limato!
E senza ombra di dubbio continuerò la lettura con il secondo volume, perché seppure non sia perfetto (ma quando mai un libro lo è?) ha delle indubbie qualità che mi hanno assolutamente rapita.

Valutazioni:

- Trama: 8
- Originalità: 9
- Sintassi: 7
- Narrazione: 6
- Caratterizzazione: 7
- Stile: 7

Totale: 44 su 60

Questa storia verrà aggiunta alla lista di opere che consiglio.

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