"Nel profondo della foresta" di Holly Black

Sinossi:

Nel profondo della foresta c'era una bara di vetro che giaceva sulla nuda terra.

Dentro vi riposava un ragazzo con le corna in testa e orecchie affilate come coltelli... Hazel e il fratello Ben sono cresciuti a Fairfold, una piccola città dove, da tempo, gli umani hanno imparato a convivere pacificamente con le creature fatate della vicina foresta. Un posto diventato meta di tanti turisti curiosi, attratti dalle magie che qui hanno luogo ma in particolare dal ragazzo con le corna che riposa dentro una bara di vetro, la meraviglia più grande di tutte.
Affascinati fin da bambini da questa presenza misteriosa, Hazel e Ben hanno provato più e più volte a immaginarne la storia. Nelle loro fantasie il giovane era a volte un principe dal cuore nobile e dalla natura buona e generosa, e altre un essere crudele e spietato.
Ora che è cresciuta, però, Hazel pensa che sia arrivato il momento di accantonare tutte quelle fantasie infantili accettando il fatto che, per quanto lo abbia desiderato a lungo con tutta se stessa, il ragazzo con le corna non si sveglierà mai.
Un giorno, però, quello che sembrava impossibile accade... sconvolgendo la vita della ragazza, di suo fratello e della loro città.

Tag:

#foresta, #principe, #corte, #amore, #magia, #fate, #folklore, #cittadina, #teenager

Recensione:

Bentornati, lettori!
Questa sera parleremo di un altro libro che ho atteso moltissimo di poter leggere e che – incredibile a dirsi – mi è davvero piaciuto. Mi sto riferendo a Nel profondo della foresta, di Holly Black.

La storia ha come protagonisti Hazel e Ben – per lo più Hazel –, due fratelli che vivono a Fairfold, una piccolissima cittadina sperduta nei boschi dove la magia e il folklore ancora hanno grande potere e attirano molti turisti. La maggiore attrattiva della città è una bara di vetro nel profondo della foresta, dove giace un ragazzo con le corna addormentato da secoli. Molti hanno provato a rompere il vetro per tirarlo fuori di lì, ma nessuno ci è mai riuscito.
Hazel è una diciassettenne incapace di legarsi in rapporti amorosi stabili e da bambina era una cacciatrice, uccideva le creature magiche che facevano del male agli umani. Ora ha smesso di credere nei sogni e che il giovane principe si sveglierà.
Fino a che un giorno, però, la città si sveglia, la bara è rotta e il ragazzo è sparito.
Sarà compito di Hazel imbracciare di nuovo la spada, ritrovare il principe e salvare Fairfold prima che sia troppo tardi.

La trama non è molto lineare, poiché sono presenti interi capitoli di flashback il cui scopo è raccontare o sottolineare degli aspetti precisi dei personaggi o della storia, che hanno determinato gli eventi a essere quello che sono nel presente. Devo ammettere che il libro è parecchio strano, almeno da questo punto di vista: il tutto sembra davvero una fiaba un po' dark e il modo in cui è scritto e l'organizzazione dei capitoli fomentano quest'impressione.
Ciò è tutt'altro che negativo, poiché trascina il lettore e lo catapulta nella storia, non dandogli modo di uscirne fino alla conclusione. Leggendo mi sono tornate alla mente le favole che mi raccontava mia madre quando ero piccola, quindi – almeno per me – è un grandissimo pollicione in su.

L'ambientazione è abbastanza precisa, sappiamo dove ci troviamo e per lo più anche in che anno (si presuppone che sia lo stesso in cui è stato pubblicato il libro). Ciò che mi ha convinto poco sono state le descrizioni ripetitive e abbastanza superficiali sul mondo magico, che si limitavano a nominare qualche tipo di creatura senza mai però spiegarne la natura o mostrarla. Una grande falla nell'ambientazione mi è parsa la storia di re Alno e della corte da cui è scappato per crearne una propria. Innanzitutto perché il modo in cui è raccontata è fin troppo semplicistico, non ci spiega chi fosse questo sovrano da cui Alno si è distaccato o cosa sia all'effettivo successo, e secondariamente perché per come il re ci viene presentato sembra IL re, di tutte le creature magiche, quando in realtà il suo non è che un piccolissimo regno in mezzo al nulla che lui VUOLE far diventare il più esteso e potente, ma che ancora non lo è.
Qui mi è parso che l'autrice avesse le idee poco chiare e il lato negativo è che essendo un'opera autoconclusiva, queste domande scaturite dalla superficialità non avranno risposta.

Di incongruenze ce ne sono alcune e principalmente sono dovute ai comportamenti dei personaggi umani, i quali alle volte non sembrano mossi dalla logica. Un esempio può essere la riunione dei cittadini per decidere se cacciare o meno Jack da Fairfold, cocciuti e decisi a non ascoltare chi non è d'accordo e cerca di sottolineare il fatto che lui non ha commesso nulla di male. Ecco, lì i cosiddetti "adulti" del libro – anche se il buon 90% del tempo i più maturi erano i ragazzini – si comportano come quattordicenni spaventati e accusano a destra e a manca.
Una falla vera e propria, invece, l'ho trovata nel personaggio del re, che viene dipinto come cattivo e spietato ma che in realtà si mostra irruento e incosciente e lascia – senza neanche volerlo? Ma dai – tutto il tempo ai buoni di intervenire e sistemare la situazione. La battaglia finale, sotto questo punto di vista, ne è l'emblema, estremamente velocizzata e piena di momenti wtf, come se l'autrice avesse voluto chiudere in fretta.

L'originalità non è da poco, poiché non vi sono molte opere di questo genere, e ho apprezzato come è stata svolta. Una delle pecche che ho visto potrebbe essere il fatto che, in generale, Nel profondo della foresta mi ricorda in modo un po' vago un'altra storia di quest'autrice, Il principe crudele (le connotazioni del principe, il mondo crudele da cui provengono le creature magiche, il re malvagio ecc.), ma non avendo ancora letto il libro in questione la mia è solo un'impressione soggettiva.
I problemi a riguardo dell'originalità che ho trovato ne Il profondo della foresta si possono ricondurre a tre punti principali [QUI DI SEGUITO CI SONO SPOILER]:
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▪ la protagonista ha i tratti tipici della Mary Sue, dato che tutto dipende da lei e bene o male ogni personaggio dell'ambientazione le gravita attorno, come se Hazel fosse il centro della storia;
▪ la storia d'amore fra Ben e Severin non sembra avere sinceramente senso, poiché che Ben sia pazzo di lui è sensato, ma che Severin lo ami di principio solo perché per anni il ragazzo è andato a parlare con lui mentre era dentro la bara... no. Soprattutto se consideriamo la natura di Severin, che odiava gli umani e ha ucciso il marito umano della sorella. Mi sarei aspettata una qualche descrizione dell'evoluzione subita da Severin, non che fosse data così per scontato;
▪ la storia procede molto velocemente, tanto che tutti gli eventi sembrano avere luogo in pochi giorni e ciò non ha molto senso dato come i rapporti fra personaggi sembrano evolversi.
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[FINE SPOILER]

La narrazione per la maggior parte funziona bene.
Gli eventi e le azioni sono pienamente comprensibili, anche durante le parti degli scontri, in cui le cose potrebbero sembrare un po' più confuse.
Le descrizioni sono un po' vaghe, soprattutto per quanto riguarda i luoghi, di cui non abbiamo che due tratteggi in croce. Quelle dei personaggi sono un po' più precise, ma ancora superficiali (per capire che Jack era di colore ci ho messo metà libro).
I dialoghi, per tutta la durata del libro, hanno pienamente senso per il loro contesto, ma nella parte finale della battaglia contro il re sembra che l'autrice sia andata del tutto a caso. Alno dice una serie di cose prive di senso e che non sembrano coerenti né con il personaggio né con l'ambientazione. Quella è l'unica parte che mi ha lasciata davvero perplessa.
Lo stile di narrazione va bene, poiché permette all'autrice di usare più PoV e di rafforzare il senso di fiaba dell'opera. Tuttavia non mi ha convinto appieno per quanto riguarda Hazel, che fa sembrare fredda e distaccata, come se il tell prevalesse sullo show. Empatizzare con lei non è facilissimo, perché le sue reazioni sembrano sempre distanti rispetto a quello che la Black dice (per esempio, se viene detto che Hazel è sorpresa, non sempre il lettore lo sente).

Per questo la caratterizzazione dei personaggi si suddivide in tre tipologie: Hazel, i personaggi ben caratterizzati e le comparse.
Hazel non è facile da capire, poiché questo suo essere distaccata non ha mai la stessa causa. A volte sembra che sia una mancanza da parte dell'autrice, altre sembra che questo suo problema di affettività si rispecchi nel modo in cui reagisce agli stimoli che le arrivano. Di lei ho ben distinto il coraggio, l'avventatezza e la costante paura che la spinge a dare del suo meglio, a non fermarsi mai. E soprattutto il dolore che l'infanzia problematica per via della distrazione dei genitori le ha dato. Tutto sommato, però, seppure non sempre sia facile sentirsi vicini a lei, a me è piaciuta. Trovo che i protagonisti più interessanti siano quelli più problematici o freddi, perché in quei casi è tutto merito dell'autore se il lettore riesce ad apprezzarli oltre l'essere cinici e distanti. E anche perché mi somigliano ma quelli sono dettagli, lol.
I personaggi ben caratterizzati sono Ben e Jack. Di loro si riesce a vedere chiaramente lo spessore e trovo che sia molto più facile empatizzare con loro che con Hazel, dato che la loro sensibilità e le loro emozioni escono molto più facilmente.
Poi ci sono le comparse, come Alno, i genitori di Hazel e Ben, il fratello di Jack, tutti gli altri ragazzi della scuola da loro frequentata e purtroppo anche Severin. Di questi traspare davvero poco e si distinguono solo grazie all'unica caratteristica della personalità che l'autrice assegna loro, come se un personaggio fosse un singolo riflesso di un insieme più grande invece che più aspetti insieme. Alno rappresenta la malvagità, i genitori la poca attenzione, il fratello di Jack la popolarità, i ragazzi della scuola (e di conseguenza anche gli umani di Fairfold) la paura verso il diverso e così via. Severin, a contrario loro, dimostra di possedere più sfaccettature, ma la velocità con cui la storia procede e il poco soffermarsi della Black sulla sua evoluzione non permette di districarle bene, lasciandolo più al caso che altro. Questo l'ho trovato un peccato, poiché lui era la ragione principale per cui volevo leggere il libro.
In generale quindi la caratterizzazione è altisonante, ma non ho trovato che crei grossi problemi, dato che la storia procede bene anche senza soffermarsi sui personaggi secondari.

Lo stile della Black in quest'opera è particolare, si adatta alla tipologia di storia, ai personaggi e al target (tipicamente teen). Leggendo alcune recensioni ho visto che molti hanno sottolineato la differenza del modo di scrivere dell'autrice fra questo libro e gli altri, ma su questo non posso dire nulla, poiché non ho ancora letto nient'altro di suo (sebbene abbia altri 3 libri suoi sullo scaffale).
La comprensione è facile e la terminologia semplice permette di seguirlo senza problemi – l'unica pecca, in effetti, potrebbe essere che a volte è un po' troppo semplice, ma lì si esonda nei gusti personali.
Di errori di stampa ce ne sono alcuni, ma come sempre niente che rechi disturbo alla lettura.

Questo libro vale? Mi sento di dire di sì. A me è davvero piaciuto, e sebbene sia rimasta un po' delusa dalla velocità con cui gli eventi si svolgono alla fine del libro e a quelle domande a cui non è stata trovata risposta, trovo che Nel profondo della foresta valga. Si vede che l'autrice ci ha messo impegno e questo è sottolineato dal fatto che, nel bene o nel male, l'opera trascina a sé il lettore e presenta una trama e uno svolgimento davvero interessanti.
Ho anche apprezzato il fatto che fosse un racconto autoconclusivo, non ce ne sono molti, in giro, e io personalmente mi gaso ogni volta che ne trovo uno.

Perciò, lo consiglio? Sì. Se vi piacciono le fiabe, le creature fantastiche, i tizi con le corna, le protagoniste cazzute e le cittadine strane perse nel nulla è il libro che fa per voi. Tenete comunque in considerazione il fatto che il target è quello degli adolescenti e ciò si percepisce, ma anche se siete un po' più grandicelli Nel profondo della foresta è una lettura leggera in cui potrete trovare degli elementi d'interesse.
Ovviamente dovete partire con il pensiero che non è un'opera impegnata e trattante temi delicati, quindi se siete quel genere di lettore mi sento di sconsigliarvelo.

Per ora questo è tutto,
ci vediamo con la prossima recensione
e nel frattempo vi auguro buonanotte!
Stay tuned!

Stelle: ⭐⭐⭐⭐

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