•La Chiave dell'Armonia - Fuyu_ki•

Fuyu_ki

Sinossi:

Elizabeth sta per compiere diciotto anni, eppure non è mai uscita dal suo piccolo mondo, il Ducato di Stahl. Per qualche strana, inspiegabile ragione, i suoi genitori gliel'hanno proibito. Confinata fra le altissime mura di cinta, Elizabeth ogni giorno guarda il cielo e gli offre il magnifico suono del suo flauto, forse sperando che la Dea della Musica scenda dal paradiso per liberarla.
Tutto cambia in un cupo giorno di pioggia. Quel giorno la madre di Elizabeth è strana, sussurra, piange, non sembra più la stessa. Sostiene che esista un motivo dietro l'isolamento della figlia, e che sia arrivato il momento di raccontarlo. Un segreto oscuro, forse una maledizione, forse un dono degli Antichi.
In un mondo in cui la musica e la magia sono la stessa cosa, Elizabeth, divenuta d'improvviso una reietta, s'imbarcherà in un lungo viaggio in compagnia di una bizzarra veggente, incontrando amici preziosi e svelando misteri dimenticati. Fra fumose città industriali, monasteri arroccati ai confini della terra e antiche rovine perdute, Concordia si rivelerà ai suoi occhi più grande di quanto mai avesse immaginato.
Ma un mondo come quello sarà degno di essere salvato?

Copertina:

Se devo essere sincera, dopo ventuno capitoli non ho ancora capito a cosa dovrebbe ricollegarsi la copertina. Al contempo, ci sono alcune cose della cover che andrebbero sistemate. Prima di tutto, la cornice dorata che circonda l'immagine è sfocata, soprattutto ai lati. Il titolo e il nome autore si leggono male, per via dell'ombreggiatura data e del colore, che cozzano un po' con lo sfondo. Un altro problema appare il font: quasi tutto basico, i ghirigori sulla L di "la", la C di "chiave" e la F del nome paiono fuori posto.
Per quanto riguarda l'immagine al centro, anche l'insetto è sfocato, e proprio come il cerchio dorato che lo attornia si vede chiaramente che è incollato.
L'ultimo problema è il marchio del grafico, che essendo scritto in nero passa quasi inosservato.

1) Trama:

Benvenuti, lettori, in questa nuova recensione! Oggi parleremo di La Chiave dell'Armonia, una sorta di medieval fantasy.
La trama ha come protagonista Elizabeth Vinci, figlia del Duca di Stahl, uno dei regni di Concordia, e la storia comincia a pochi giorni dal suo diciottesimo compleanno, quando uno dei Ducati vicini li attacca per appropriarsi non solo del territorio ma anche di un misterioso oggetto conservato all'interno del castello. È allora che Elizabeth scappa da Stahl, venendo salvata da due misteriosi viandanti, ed è così che inizia il suo viaggio, fino a quando non scoprirà di essere l'unica rimasta a poter impedire la fine di Concordia e si imbarcherà, insieme a un gruppo di personaggi molto singolari, in un'importante missione per la salvezza del mondo.
L'opera non si presenta subito interessante, i primi capitoli sono abbastanza lenti, e gli eventi ci mettono un po' a ingranare, ma già dal quinto le cose cambiano. Piano piano il lettore viene messo al corrente di informazioni importanti sparse qui e lì, che però potrà ricollegare solo con lo svolgersi della storia, e che fanno capire l'impegno che vi si trova dietro.
Tuttavia, ci sono varie falle e incongruenze, la maggior parte delle quali ho già segnalato all'interno dell'opera:

▪ la parte del capitolo 5 in cui Elizabeth ragiona su come Vaal sia riuscito a muoversi velocemente durante la battaglia appare forzata, perché troppo descrittiva. Sarebbe stato meglio diluire le informazioni un po' alla volta nella parte finale, magari facendo iniziare a parlare lei e facendo finire di spiegare a Kyn;

▪ nel capitolo 15 Elizabeth dice di essere pentita di aver fatto credere alla madre di odiarla appena prima che morisse... ma nel capitolo 1 ciò non si percepisce, anzi, perché il comportamento di lei era benevolo e affettuoso nei confronti della madre, al massimo un po' scocciato, ma di certo non pieno di odio. Una persona che ne odia un'altra non si avvicina a lei, non l'abbraccia, non si preoccupa;

▪ nel capitolo 16 parte 1 viene detto che Edward non ha detto nulla ad Elizabeth riguardo il padre, perché prima o poi sarebbe stata pronta, e allora ne avrebbe parlato... ma poi, quando Kyn entra in scena si viene a sapere che Edward invece glielo ha già rivelato;

▪ quando nel capitolo 18 appare Mairyn, l'autore dice nei commenti di averlo descritto fisicamente per far capire che fosse lui, ma che sia lui non si capisce, perché le descrizioni fisiche sono spesso molto superficiali.

Per quanto riguarda l'ambientazione è tutto molto vago. Concordia è descritta superficialmente come luogo, non si riescono a capire le distanze fra un posto e l'altro (es.: tra Steam City e Stahl), oppure che tipo di realtà abbiano, se moderna o fantasy: ci sono elementi tipici del medievale affiancati a cose più moderne. Un esempio può essere il caffè. Da dove lo prendono? Come lo fanno? Hanno macchinari come a Steam City? E allora perché usano i raptor per muoversi? E come fanno a esistere i raptor?
Ci sono tante cose che sono state lasciate al caso, e il fatto che dopo 21 capitoli l'ambientazione sia ancora così vaga non è un elemento positivo.

Tuttavia, è da riconoscere l'impegno e, soprattutto, il modo in cui, passati i primi capitoli, la storia diventa intrigante e capace di tenere incollato il lettore. Di certo personalmente continuerò a seguirla anche dopo la recensione, perché nonostante la presenza di molte falle ha del potenziale, e non mi stupirebbe un giorno trovare quest'opera sullo scaffale di una libreria.
Per ora, però, ci sono ancora delle cose da affinare.

2) Originalità:

La Chiave dell'Armonia ha un'idea di base abbastanza singolare, che ad oggi non credo di aver visto da nessun'altra parte. Tutto si basa sulla musica, sulla melodia, sull'armonia, e nel mondo di Concordia solo pochi (la Chiesa) hanno il permesso di suonare, mentre nessuno è capace di cantare. Elizabeth è una dei pochi ad avere il privilegio di suonare, perché le è stato regalato uno strumento dai genitori.
Di cliché del genere ce ne sono, come ad esempio il fatto che Elizabeth si trovi a essere l'unica a poter salvare il mondo, o il fatto che il mondo stia per finire, ma anche qui l'autore è stato in grado di dare delle sfumature proprie: Elizabeth è l'unica a poterlo fare perché i genitori sono morti, e la fine del mondo era già in atto, senza che nessuno lo sapesse, con fenomeni metereologici terribili come la pioggia nera.
Altro elemento di grande importanza è l'idea di aver aggiunto una parte inesplorata di Concordia, chiamata la Grande Perversione, piena di creature mostruose e in cui chiunque entri è destinato a morire per via dei pericoli. Anche il viaggio intrapreso dalla protagonista viene reso particolare, grazie ai compagni:
- Vaal, un guerriero grande come un armadio modificato geneticamente e dal carattere a dir poco burbero, anche relativamente pazzo;
- Kyn, un ragazzo normale dalla personalità gentile;
- Yara, una mercenaria psicopatica che lecca il sangue dalla sua katana dopo aver ucciso i propri bersagli (e qui, come fa ad avere una katana? Esisteva il Giappone in questo universo?);
- Astra, una bambina muta che prevede il futuro tramite disegni;
- Gardon, l'uomo che protegge Astra, a cui non importa assolutamente nulla del resto del gruppo.
Insomma, ci sono dei cliché, ma molto pochi e molto ben strutturati. L'unico problema, come già detto, è il fatto che l'ambientazione risulta ancora troppo vaga, e questo rischia da una parte di far perdere lettori per la poca comprensione, e dall'altra di andare a creare falle e incongruenze.

3) Sintassi:

Gli errori che non sono stati corretti nei commenti dell'opera saranno inviati tramite e-mail in un file word all'autore.

4) Narrazione:

a) la narrazione non è sempre comprensibile. Spesso accade sia poco fluida per via del modo in cui è scritto, eccessivamente descrittivo e forzatamente poetico. Le azioni durante i combattimenti sono veloci e non sempre si è in grado di stare dietro a chi fa cosa in che modo; al contempo, lo spazio temporale è molto confusionario: dall'attacco a Stahl dovrebbero passare mesi (es.: lo dice Yara quando devono trovare Elizabeth e lo dice la duchessa Clayborn nel capitolo 21), eppure sembra che tutto accada al massimo in due settimane, e ciò va a influire negativamente sia nella costruzione dell'ambientazione sia nella caratterizzazione dei personaggi;

b) le descrizioni sono spesso eccessive, non tanto perché i luoghi vengano descritti troppo, quanto più per via dello stile utilizzato. Le frasi sono piene di aggettivi e allegorie/metafore/similitudini che spesso non c'entrano nulla con quello a cui vengono affiancati, rendendo in questo modo le frasi pesanti e macchinose. In ogni caso, i luoghi esterni sono ben descritti (meglio di quelli interni), mentre al contrario i personaggi sono tratteggiati molto superficialmente. Questo si ricollega alla falla di Mairyn, ad esempio. I personaggi non vengono descritti interamente, con lineamenti, corporatura eccetera, ma solo in quanto a capelli e al massimo occhi. La stessa Elizabeth io non ho idea di come sia fatta, viene sempre detto che è bellissima e ha i capelli bicolori, ma non si sa che sembianze abbia né che di che colori sia la sua chioma;

c) i dialoghi sono coerenti con i personaggi, anche se appaiono molto moderni rispetto all'ambientazione, e qui ritorna sempre quel problema della vaghezza, mentre per quanto riguarda la forma sono molto spesso scorretti. Tra punteggiatura sbagliata, spazi mancati e punti finali dimenticati, i dialoghi cominciano a essere scritti in modo giusto solo verso gli ultimi capitoli. Consiglio la lettura del mio speciale per capire meglio come usare la punteggiatura esterna alle virgolette;

d) lo stile di narrazione scelto si adatta alla presenza di più PoV e permette di spaziare tra i personaggi rendendo il tutto più completo, inserendo così oltretutto le informazioni che serviranno al lettore per capire nei capitoli successivi. Qui non ho molto altro da dire, se non che i tempi verbali sono coniugati correttamente.

5) Caratterizzazione dei personaggi:

I personaggi, nonostante la vaghezza dell'ambientazione e l'inconsistenza dello spazio temporale in cui si svolgono gli eventi, appaiono dotati di spessore e di carattere proprio. Ogni personaggio che sia stato presentato e che abbia un ruolo principale o secondario, infatti, è a suo modo unico. Sotto questo punto di vista l'autore è stato capace di rendere il tutto coerente e concreto, oltre che interessante grazie ai caratteri particolari di alcuni personaggi.
Elizabeth non è la solita protagonista forte e indipendente. Lei vuole essere indipendente, ma in realtà è molto debole, e ho apprezzato tantissimo come Yara – uno dei personaggi più forti di cui abbia mai letto – abbia deciso di istruirla. Tra i vari personaggi difatti vengono a crearsi dei legami di causa-effetto inizialmente molto fini, ma che grazie agli eventi diventano sempre più forti agli occhi del lettore.
L'unico consiglio che do a riguardo, che mi ha fatto storcere un po' il naso, è quello di caratterizzare meglio Kyn, perché è molto vago come personaggio, ed è forse l'unico che non si riesce a inquadrare bene. Lo stesso vale per Gardon, anche se in misura minore.
Attenzione poi alla caratterizzazione di Elizabeth, perché tranne che per Yara c'è il rischio che diventi una Quasi-Sue. Non ha gli elementi della perfezione che ha la Mary-Sue in sé, ma quasi tutti i personaggi dell'ambientazione o provano affetto per lei o sono interessati a lei, e questo aspetto va trattato con i guanti per non sgarrare.

6) Stile di scrittura:

Lo stile di scrittura non è fluido, ma spesso meccanico; in somme, proprio come mi ha confermato l'autore, si vede che non è il suo stile abituale, che è uno stile che ha assunto per quest'opera. Come già gli ho accennato, ci sono molte parti nei capitoli in cui si nota chiaramente che la scrittura non è naturale, da frasi troppo complesse e piene di aggettivi superflui a parole auliche che non c'entrano con il contesto o similitudini che vorrebbero creare un'immagine poetica nel lettore ma che hanno la sola funzione di spaesarlo e rendere pesante la lettura. Attenzione, però, non sto dicendo che i termini ricercati non vadano bene, o che certe metafore poetiche nel descrivere qualcosa di specifico per renderlo accattivante siano sbagliate, bensì sto dicendo che va bene usarle, ma con criterio, senza esagerare. Probabilmente il problema è dovuto al fatto che l'autore si sta sforzando di scrivere così, e che non ci ha ancora preso la mano.
Inoltre, ci sono vari errori sistematici ripetuti più volte nei capitoli e dovuti a:

▪ punteggiatura;
- punti dimenticati alla fine delle frasi
- virgole che mancano ove sarebbe meglio metterle o inserite ove sono superflue
- ogni tanto sarebbe meglio usare dei punti e virgola per accorciare proposizioni lunghe
- spazio mancato dopo i puntini di sospensione;

▪ d eufoniche;

▪ frasi spesso meccaniche e complicate quando potrebbero essere scritte in modo più fluido;

▪ gli/le scambiati;

▪ è con l'apostrofo;

▪ preposizioni: è un errore dei primi capitoli, ma a volte le preposizioni scelte sono scorrette;

▪ aggettivi invertiti.

In definitiva, la storia ha vari punti da sistemare, principalmente dovuti alla coerenza/chiarezza e allo stile adottato, che rende a tratti pesante e di difficile comprensione una storia che ha già di per sé un problema di vaghezza alla base. Nonostante questo, le premesse sono molto buone, l'opera riesce ad andare oltre a questi problemi e a catturare il lettore con una trama particolare e cliché ben strutturati.
Il mio consiglio è quello di rivedere ciò che attualmente non va, visto che non sono troppi capitoli, in modo da non trovarsi più avanti con una falla di fondo. Tuttavia, dico all'autore di non scoraggiarsi, perché a ora questa è una delle storie lette su Wattpad che mi sono piaciute di più, e non è solito per me continuare la lettura anche dopo aver fatto la recensione. Pertanto voglio porgli i miei complimenti e dirgli di continuare così perché oltre gli aspetti grezzi c'è molto, molto potenziale.

Valutazioni:

- Trama: 7
- Originalità: 9
- Sintassi: 9
- Narrazione: 6
- Caratterizzazione: 8
- Stile: 7

Totale: 46 su 60

Questa storia verrà aggiunta alla lista di opere che consiglio.

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