•Ehorin-La stirpe spezzata - LadyMoonlightEfp•

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Sinossi:

Ehorin, la stirpe degli uomini-draghi.
Dhana è l'ultima discendente di una dinastia che ha visto sorgere e finire l'Era dei Draghi, l'unica sopravvissuta alla caduta di Menfhis. Per cinque anni è stata costretta a nascondersi e fuggire, celando un segreto che potrebbe salvarla o condannarla a morte.
Sfuggita alle insidie della Valle del Crepuscolo, Dhana cerca rifugio nelle miniere di damantis, lavorandovi come schiava. È lì che incontra Caleb, secondogenito del Marah e fratello dell'uomo che ha ucciso la sua famiglia.
Portata a Valantia viene obbligata a prendere parte ad una competizione e se vincerà potrà diventare cavaliere dell'ultimo drago vivente rimasto nel continente.
Tuttavia, dopo secoli di silenzio e oblio, in cui la magia e le creature nate da essa si credevano ormai perdute, qualcosa si agita sotto l'apparente superficie delle cose. Le leggende prendono vita e Gideon Ned'deq sembrerebbe essere l'unico alleato di Dhana, malgrado sia stato proprio lui a decretare la fine dei draghi e della sua famiglia.
Mentre segreti andati perduti nel tempo rischiano di far sprofondare il continente nel caos, Dhana scoprirà che, forse, la minaccia più grande è proprio se stessa.
Nel contempo la giovane Aisha si risveglia in una terra a lei ignota, incapace perfino di comprendere la lingua parlata dagli abitanti. La sua missione: trovare gli Ehorin e chiedere il loro aiuto. Salvata da Sif, guerriera al servizio del Marah, dovrà però fare i conti con una realtà che non aveva previsto: gli Ehorin sono morti e così i loro draghi.

1) Trama:

Prima di iniziare con la recensione, ci tengo a dire due cose: la storia che andremo ad analizzare oggi è provvista di soli cinque capitoli, quindi il tutto non è ancora entrato nel vivo, ma anche se ne avesse avuti venti la mia opinione non sarebbe cambiata, perché ciò di cui andrò a parlare è riconducibile alle basi concrete dell'opera.
La trama del romanzo è interessante, la sinossi cattura l'attenzione e incuriosisce il lettore, tuttavia non convince appieno. La storia sembra un mash-up di altre storie, ma andiamo per gradi:
• la situazione generale della dinastia caduta dei draghi ricorda fin troppo Game of Thrones;
• la situazione iniziale di Dhana mi ha invece ricordato i vecchi film fantasy che da bambina guardavo in tv, ma questo è un punto a favore, perché la presenza della protagonista in quel luogo è motivata e ben strutturata;
• in cinque capitoli il lettore viene "bombardato" di informazioni sul mondo fantastico in cui vive la protagonista, e questo non è un bene. Le informazioni che vengono dispensate al lettore devono essere, per l'appunto, date per gradi in tutta la durata della storia. Trovarsi a conoscere tutto il background già al capitolo tre non è un bene. Non solo perché in questo modo il lettore viene sommerso, ma anche perché con l'andare della narrazione si rischia di finire le informazioni da inserire o di ripetersi senza accorgersene;
• vengono spesso ripetute le stesse cose, come il fatto che Dhana abbia gli incubi sulla caduta di Menfhis. Il lettore sa già che lei sogna quell'evento, ripeterlo non fa che renderlo caricaturale;
• è assolutamente necessario trovare dei sinonimi per esporre eventi o azioni, perché vengono narrati sempre allo stesso modo. Esempio: "Dhana sentì Lazhar muoversi sul suo corpo", questa frase viene usata in tutti e cinque i capitoli, e va sistemato.

Durante la lettura non ho trovato falle, se non un'incongruenza nell'ultimo capitolo, in cui viene scritto che il maestro "lancia una fugace occhiata al suo braccio mancante", quando qualche paragrafo prima era stato scritto che gli mancava solamente la mano sinistra, non tutto il braccio. Forse volevi scrivere "arto mancante"?
Oltre a questo la storia non pare avere problemi, è interessante e riesce a catturare il lettore sin dalle prime righe del capitolo uno.

2) Originalità:

In quanto a originalità c'è già un problema. Ricordate cos'ho detto prima? Ecco, la storia somiglia troppo a Game of Thrones. Non in quanto a trama generale, ma più per:
• la protagonista, mi ricorda la situazione di Daenerys in chiave più "critica" e soprattutto Daenerys stessa. Non posso esserne convinta, perché non ho letto l'intera storia, ma dai primi capitoli c'è già il sentore che Dhana riuscirà a diventare un'ottima combattente e che riuscirà soprattutto a cavalcare il drago;
• la situazione della famiglia reale Ehorin, e soprattutto la notte della caduta di Menfhis, tra draghi che cadono, fulmini e la morte del piccolo James, si ricollega troppo;
• questo è un dubbio sorto spontaneo: perché c'è un Impero Persiano se ci troviamo in un mondo fantasy? E soprattutto, perché i due principi si chiamano Gideon e Caleb e non con nomi un po' più adatti al contesto?
• il fatto che la città dell'Impero si chiami Valantia. Ricorda troppo Volantis, città di Game of Thrones, ed è la prima cosa che ho notato quando ho iniziato a leggere;
• la presenza di una discendenza valyriana, o come viene scritto qui "valiryana". Questo è il punto peggiore, perché sembra copiato. È stato Martin a creare il cosiddetto valyriano o la cosiddetta Valyria, e tu, autrice, non puoi semplicemente prendere e utilizzarlo. Non è un nome, un cognome o il nome di una città, possibili da riutilizzare, è una delle basi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Dovresti provvedere, quindi, a cambiare il nome. Lo dico per te. Nell'insieme è troppo simile.

L'opera in generale non sprizza originalità, c'è il forte sentore di cliché, oltre a quelli già presenti:
• un imperatore cattivo che vuole conquistare tutto il continente;
• un principe odioso e insopportabile che fatalità trova la protagonista alle miniere;
• un principe che dovrebbe essere cattivo ma si scopre che in realtà è tutt'altro;
• Sif, la quale mi sembra troppo stereotipata e spero venga analizzata meglio;
• la stessa protagonista, una ragazzina incapace di difendersi e a volte abbastanza imbranata che tuttavia nasconde in sé un drago, l'ultima discendente di una dinastia caduta, che si trova a dover combattere all'interno di un'arena per domare il drago che da molto tempo cercava.

Nonostante i punti qui sopra citati sono presenti però anche cose positive e originali:
• il fatto che il drago sia dentro gli Ehorin, e che quindi gli Ehorin stessi diventino draghi. Ma quindi, se è così, come fa Furia a essere un drago privo di cavaliere? E soprattutto come faceva il cavaliere a cavalcarla se erano la stessa cosa?
• il fatto che i contendenti dell'arena vengano istruiti da maestri persiani per imparare a combattere;
• dalla sinossi si evince che i tanti personaggi saranno legati tra loro e le loro storie intrecciate. Incuriosisce molto infatti la premessa dell'arrivo di questa Aisha, svegliatasi in una terra ignota e trovata da Sif;
• il fatto che la stessa Dhana sia andata di proposito alle miniere;
• il fatto che sotto sembri esserci un intrigo che solo con l'andare della storia verrà chiarito.

La storia, in complesso, va rivista, in quanto ci sono molti punti che necessitano di essere cambiati o sistemati.

3) Sintassi:

Come l'autrice stessa sa, le correzioni sono state inviate tramite e-mail.

4) Narrazione:

a) gli eventi e le azioni narrate sono chiari e per nulla difficili da seguire, anzi. L'unico problema è questo fatto della mancanza di variazione nel riportare le azioni dei personaggi;
b) le descrizioni sono ottime, i luoghi vengono raccontati con una maestria tale da far sembrare al lettore di essere presente, tuttavia lo stesso non è per i personaggi, di cui vengono dette solo le caratteristiche base come colore dei capelli, degli occhi, altezza eccetera;
c) i dialoghi sono estremamente sensati e reggono se stessi, tuttavia la forma in cui sono scritti è scorretta. Prima di tutto, consiglio di leggere il mio speciale a riguardo, e in secondo luogo, ricordo che, nello scrivere un dialogo: se si decide di usare un dato modo di inserire il punto, quel modo deve essere portato fino alla fine. Se quindi viene deciso di mettere il punto all'interno delle caporali, ogni punto deve essere tale, non scritto fuori dalle caporali;
d) lo stile di narrazione funziona, non ci sono passaggi tra una persona e l'altra, tuttavia consiglio di prestare attenzione ai verbi, perché spesso i tempi vengono scambiati tra di loro e il trapassato non viene utilizzato quando necessario.

5) Caratterizzazione dei personaggi:

Data la presenza di soli cinque capitoli sono impossibilitata dall'analizzare in modo approfondito i personaggi, perché solo due di essi ci sono stati presentati ripetutamente: Dhana e Lazhar. Tuttavia proverò a schematizzarli uno a uno.

Dhana: nonostante il tutto sia quasi costantemente sotto il suo punto di vista, la presenza della profondità caratteriale e psicologica che si percepisce in lei non viene mai mostrata, mantenendo Dhana solo che un'ombra poco comprensibile nel suo insieme. Il che è leggermente strano visto che in cinque capitoli – abbastanza lunghi – il PoV è il 90% del tempo suo.
Le uniche cose di lei che ho trovato coerenti sono state la sua paura e il suo odio.

Lazhar: lui è l'unico altro "personaggio" che sia stato presentato alla stregua di Dhana. Tuttavia ciò che si evince di lui è solamente il carattere forte e la rabbia repressa, oltre che la grande intelligenza, che nasconde dentro di sé, in quanto drago.

Gideon: penso che Gideon riservi molte sorprese, come si capisce dai suoi due PoV. Si percepisce una profondità notevole, in lui, soprattutto durante il suo dialogo con Caleb. Nonostante questo il suo personaggio non è stato abbastanza approfondito da permettermi di avere un'idea chiara su di lui, ma ciò è apprezzabile: siamo ancora all'inizio, deve essere misterioso.

Caleb: è la perfetta riproduzione di un principino viziato, ma dalla lettura non sono riuscita a odiarlo completamente, data la rivelazione di Gideon: Caleb è stato manipolato fin da bambino, è stato quindi reso tale. I suoi comportamenti sono IC con ciò che si vuole far capire di lui, sempre coerenti.

Sif: nonostante sia stata presentata poco, Sif è uno dei personaggi che più mi incuriosisce della storia, e ciò che più mi ha colpito è stata la considerazione di Dhana, quando si è resa conto che, in un altro contesto e in un'altra situazione, lei e Sif avrebbero potuto essere grandi amiche. Spero davvero che con l'andare della storia questa guerriera diventi uno dei personaggi principali e venga più approfondita.

Il Marah: sebbene sia stato solo nominato e sebbene non sia mai propriamente apparso, il Marah sembra essere una presenza oscura che grava su ogni altro personaggio, rendendolo quasi un'entità superiore ed estremamente pericolosa, come in molti romanzi fantasy. Ciò è un'arma a doppio taglio, perché se in parte è un'ottima cosa per mantenere il mistero, dall'altra necessiterà particolare attenzione per introdurlo nel modo corretto all'interno della narrazione.

6) Stile di scrittura:

Lo stile è molto buono, il linguaggio fluido e né troppo semplice né troppo ricercato, capace di mantenersi coerente e caratteristico per tutta la durata del testo, tuttavia sono presenti degli errori sistematici:
- d eufoniche;
- virgole: vengono inserite nel modo sbagliato, dimenticate ove necessario (soprattutto dopo le incidentali), o inserite dove non devono essere inserite (tra soggetto e predicato o all'interno di frasi che necessitano di mancare di virgole);
- alcuni personaggi hanno modi di esprimersi troppo colloquiali, che non si addicono a un fantasy. Ad esempio, Lazhar ha un modo di parlare troppo "moderno", mentre viene ripetuto il fatto che sia un drago vecchio. Ciò stona, per lui andrebbe utilizzato uno stile più ricercato. Tuttavia questo problema si estende a tutti i personaggi;
- frasi: spesso frasi che potrebbero essere unite e così funzionare meglio e rendere la lettura più fluida vengono invece separate, inserendo punti ovunque. In questo modo il tutto risulta frammentato e leggere diventa faticoso e fastidioso. Consiglio quindi di prestare particolare attenzione alla punteggiatura;
- ripetizioni;
- verbi: spesso i tempi verbali vengono scambiati, come nel capitolo uno, quando viene scritto: "se uno sguardo avrebbe potuto uccidere quello sarebbe stato il suo". Ebbene, lì ci va un avesse, non un avrebbe. Il problema però si estende anche ad altri tempi, ci sono dei presenti qui e lì al posto del passato remoto, e i trapassati non vengono utilizzati;
- li/gli: vengono invertiti tra loro, consiglio quindi di fare una ricerca per capire nel dettaglio quando e come usarli;
- preposizioni: spesso vengono usate le preposizioni sbagliate, come "della" invece che "dalla" eccetera.

Nel complesso, quindi, l'opera necessita di una revisione non solo di forma ma anche di contenuto. Consiglio perciò, visto che i capitoli sono ancora pochi, di fermare la storia e sistemare il tutto, prima di andare avanti e trovarsi poi costretti a ricominciare da capo.
Lo stile di scrittura, come detto, è buono, ma ritengo che un piccolo ripasso della grammatica generale sia d'obbligo, soprattutto per punteggiatura e verbi. Il mio consiglio è quindi quello di esercitarsi un po' su qualche altra storia, come le fan fiction che sei solita scrivere, e poi, quando questi problemi si saranno risolti riprendere in mano questa. In questo modo parte del lavoro sarebbe fatta.

Valutazioni:

- Trama: 7
- Originalità: 3
- Sintassi: 7
- Narrazione: 6
- Caratterizzazione: 6
- Stile: 6

Totale: 35 su 60

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