"Damned" di Claudia Palumbo
Sinossi:
Le canzoni non ti tradiscono ha detto Ligabue.Ma le persone, a volte, sì. Cathy, occhi blu e una ciocca viola tra i capelli nerissimi, lo ha scoperto quando Mirko, il suo primo amore, l'ha irrimediabilmente ferita. È per questo che ha messo in valigia la sua chitarra e i suoi diciott'anni, e ha lasciato la sua Napoli per raggiungere la madre in Germania e cercare di rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Ma non sa che a Madenburg, cupa cittadina tedesca, la sta aspettando il destino.Durante un concerto a scuola su di lei si posano gli occhi indagatori di Tristan e Konstantin Von Schaden, voce e basso della band del momento, i Damned. Due gemelli che si assomigliano per un solo particolare: la straordinaria bellezza. E il potere quasi ipnotico che i loro sguardi, e la loro musica, esercitano su Cathy. Tristan e Konstantin entrano nella sua vita, sconvolgendone ogni certezza: perché i due fratelli custodiscono un segreto celato al mondo da secoli, e la loro è una storia maledetta, e maledettamente affascinante.Quando Cathy, attratta da entrambi, capirà di amare davvero uno solo, scoprirà anche che non sempre l'amore basta. A volte s'intromette il destino, e quello di Cathy è di lottare contro il Male. E contro le creature dell'ombra come i fratelli Von Schaden.Una scelta che solo il cuore può compiere, un duplice amore che sfida il tempo, una lotta epica e mortale tra il Bene e il Male: Damned è un romanzo che emoziona e cattura, una grande storia destinata a conquistare ogni lettore.
Recensione:
Prima di iniziare devo dire una cosa: ... io... io ci ho provato, davvero, io ci ho provato a rileggerlo tutto... ma sono crollata al capitolo tre.
Ebbene, buonsalve carissimi lettori, ed eccomi qui con una nuova recensione sul... libro più trash che io abbia mai letto in. Tutta. La. Mia. Vita.
Oggi parliamo di Damned, libro cartaceo pubblicato nel 2012 scritto da Claudia Palumbo. Sì, avete capito bene, oggi recensirò un libro italiano. E prima o poi capirò perché voglio così male a me stessa.
Damned parla di questa ragazza, Cathy, che si trasferisce in Germania dalla madre, a Madenburg, lasciando la sua amata Napoli. Dopo un inizio tanto lento da avermi fatto riconsiderare la definizione del tempo stesso, Cathy inizia la sua nuova vita, andando a scuola (ovviamente, poteva mai mancare questo elemento?), facendosi un'amica – sì, una, perché nessuno se la fila di striscio –, conoscendo un tipo strano che sembra uno di quei maniaci sessuali usciti da una delle ff riguardanti i 1D su Wattpad, e alla fine viene a conoscere i due bellissimi, fighissimi, levissimi gemelli a cui gravita attorno la storia.
Da qui si apre il resto, un ammasso di cose totalmente insensate, come vampiri frignoni, orsi mannari, migliori amiche che si trasformano in pipistrello e triangoli amorosi che sinceramente non vale nemmeno la pena spiegare.
Che dire della trama di base di questo libro, quindi? Semplice, è Twilight. È un Twilight senza lupi mannari ambientato in Germania. Punto.
Ma oltre a essere la fotocopia dell'opera della Meyer, questo libro è pieno di falle che non vengono riempite e che mai lo saranno – perché, udite udite, è un'autoconclusiva! – e cose che mi hanno lasciata totalmente spiazzata. Ma per farvi capire bene, vi riassumerò tutto quello che ho notato leggendo i primi tre capitoli. Sostanzialmente, vi copierò qui di seguito quello che mi sono appuntata durante la lettura.
1. Per la protagonista, tutti i tedeschi sono ovviamente biondi e con gli occhi azzurri, capelli neri/castani e occhi verdi/marroni in Germania ovviamente non esistono.
2. Perché Cathy si trasferisce in Germania dalla madre nonostante odi a morte il posto in cui vive? La stessa madre che quando era piccola ha mollato il marito e la figlia per sposarsi e crearsi un'altra famiglia? Semplice, perché il suo fidanzatino l'ha tradita con la sua migliore amica. Se io avessi dovuto trasferirmi per ogni persona che in passato ha tradito la mia fiducia ormai avrei fatto il giro del mondo.
3. Nel rileggere questo libro mi sono accorta di quanto io odi le protagoniste che nel primo capitolo iniziano a descriversi fisicamente. Perché? Qual è lo scopo? E un'altra cosa che mi ha dato particolarmente fastidio è il fatto che Cathy si definisca dark e poi dica che indossa vestiti dai colori stravaganti... mi spiace dirlo ma se sei dark ti vesti di nero, se ti vesti dei colori più improponibili sei emo.
4. Quest'opera è davvero la cosa più trash che abbia mai letto. Volete un esempio per capire la gravità della situazione? Dal capitolo uno: "«Siamo di buonumore stamattina, eh?» disse il mio gemello con un mezzo sorriso. Decisi di ignorarlo e filai in bagno perché me la stavo facendo addosso. La tavoletta del cesso sbatté con forza sul muro: i miei stessi gesti mi sfuggivano di mano."
... Cioè, ma siamo seri?
5. Per la protagonista la genetica è una cosa magica e incomprensibile: due gemelli, se non sono u-g-u-a-l-i in tutto e per tutto e se hanno i capelli di colore diverso, non sono gemelli.
6. Ma vogliamo parlare piuttosto del fatto che Cathy inizia a spettegolare con sua madre su due ragazzi adolescenti? E che la madre le dica "molti sostengono abbiano una relazione", eccitandosi tutta come una ragazzina in preda agli ormoni? Cosa. Accidenti. Ho. Letto. E la reazione di Cathy, poi? "Una relazione???" perché ovviamente un solo punto interrogativo non avrebbe reso la cosa abbastanza trash.
7. Quando la protagonista entra nella sua nuova camera inizia a piagnucolare come una bambina perché le pareti, le coperte e i mobili sono rosa. Okay, sono rosa, e allora? È un colore come un altro, non ti viene una colica renale perché hai la stanza rosa.
8. "Mi accorsi che stavo ridendo nel sonno. Possibile? No, forse ero sveglio. Aprii gli occhi lentamente." ... Prendiamoci un attimo per ammirare la profondità di questa descrizione.
9. Il rapporto tra i due gemelli sembra quello di due amanti, e la cosa mi ha lasciato abbastanza sconvolta.
10. I Damned? I Tokyo Hotel dei poveri.
Io ho solo una domanda: perché?
Ma no, non è finita qui.
Ora passiamo a parlare dei personaggi.
Vi ricordate cosa dico sempre? Quando parlo della cosiddetta "profondità", dello "spessore" di un personaggio? Quella cosa mistica che lo rende reale? Ecco, qui non esiste. Nel libro abbiamo tre PoV diversi, quello di Cathy, quello di Tristan e quello di Konstantin, che si alternano tra loro all'interno di ogni capitolo. Questo potrebbe andare bene, se fosse trattato con i guanti e fosse stato ben reso, tuttavia niente potrebbe discostarsi di più dalla realtà. I tre PoV non hanno nessuna differenza tra loro, tanto che se non ci fosse scritto il nome del personaggio che narra all'inizio del PoV stesso nessuno riuscirebbe a distinguerli tra loro. Questo vi fa capire quindi che i personaggi non hanno spessore e che sono totalmente piatti, privi di qualunque caratteristica.
La protagonista è la perfetta Mary Sue, tanto che se mi girasse e andassi a fare il test su internet so che prenderebbe 100% di punteggio. E ovviamente ha la vagina magnetica. Sì, è una sfigata bellissima che nessun normale essere umano si fila, che ovviamente scopre di essere destinata a far parte del mondo sovrannaturale – e non sbatte ciglio, quando lo scopre, la sua reazione semplicemente è: "ah, beh, figo" – e che i suoi amici sono tutti creature paranormali, che senza ombra di dubbio (perché, poteva essercene?) attira l'attenzione dei due strafighi di turno, gemelli che se la contendono perché lei è bellissima e magica.
Insomma, roba da tutti i giorni no? Ah, e se ve lo steste chiedendo, no, non viene spiegato il suo ruolo nel mondo sovrannaturale, viene detto che è destinata a fare cose (senza che si sappia cosa debba fare) e la cosa si ferma lì.
Ma passiamo piuttosto a parlare di Tristan e Konstantin. L'esatta definizione per questi due poveretti? "Tokio Hotel incestuosi e vampiri che si contendono la stessa ragazza e che poi le dicono: 'eh, non posso portarti a letto, poi sennò ti ammazzo'"... E mi fermerei qui, ma voglio farvi capire fino in fondo il disagio di quest'opera: tutti piangono. I protagonisti frignano costantemente per ogni minima idiozia una pagina sì e l'altra pure. Konstantin ritarda? Piangiamo. Tristan è triste (ha-ha, lo so, sono simpatica)? Piangiamo. Piove? Piangiamo. La stanza è rosa? Piangiamo. Ci rompiamo un'unghia? Piangiamo.
Davvero, perché?
Lo stile di questa autrice è quanto di più semplicistico e povero io abbia mai letto in un libro cartaceo. La profondità percepibile dalle pagine di questo libro è nulla, non esiste, così come per lo spessore dei personaggi, e mi chiedo cosa si siano bevuti gli editori quando hanno accettato quest'opera e l'hanno "editata".
Perché scrivo "editata" tra virgolette?
Semplice, non ho mai visto così tanti errori con i tempi verbali in un libro cartaceo. Persino My Dilemma Is You in confronto ha una grammatica migliore. Davvero, tra trapassati prossimi mancati, passati prossimi trucidati nei modi più improponibili, condizionali passati scambiati con il presente come fossero accessori intercambiabili su una Barbie... come hanno potuto pubblicare questa cosa? Ma l'editore si era drogato di crack prima di dire "okay, pubblichiamolo"?
Ma non è finita qui, perché la punteggiatura in questa storia è un optional: "Si girò per gettarmi un'occhiataccia. Ma la sua espressione si addolcì quando incontrò i miei occhi." Pff, a cosa servono le virgole quando possiamo scrivere paragrafi pieni di punti e frasi lunghe al massimo cinque parole?
E soprattutto, prendiamo di nuovo un attimo ad analizzare la storia dei PoV. Come avrete capito, qui abbiamo i punti di vista dei tre protagonisti, e fino a qui okay, sono scritti male ma niente di strano... Poi mi sono accorta di una cosa: perché nei PoV dei personaggi che poi alla fine del libro muoiono certe cose vengono definite al presente? Come se quei personaggi fossero ancora vivi? Per esempio, Konstantin nel capitolo due dice: "Il suo sguardo era vuoto e stanco, e per me che lo conosco fin troppo bene era chiaro che qualcosa non andava". La cosa che più mi lascia perplessa è questa: i personaggi che poi alla fine muoiono (sottolineiamolo) raccontano in prima persona al passato. Ma se quei disgraziati sono morti, come diamine fanno?!
Il libro (se così si può chiamare) è privo di colpi di scena, o meglio, essi sono presenti, tuttavia sono talmente stereotipati che il lettore li indovina già capitoli e capitoli prima. L'unica cosa che mi ha trasmesso questo libro è la passione per gli Evanescence, perché quando l'ho letto la prima volta non li conoscevo ancora e avevo gusti musicali abbastanza discutibili.
Insomma, l'unica cosa che mi piace di questo libro è la fine, e nemmeno tanto, visto che è stereotipata anche quella. Volete sapere cosa succede? No? Allora saltate ciò che sto per scrivere.
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[SPOILER ALERT]
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Alla fine Konstantin viene ucciso dai mitici e incredibili orsi mannari, i leggendari nemici dei vampiri – come tutti sappiamo –, Cathy Vagina-Magnetica viene privata di uno dei suoi giocattolini quindi si rifugia da Tristan per non restare da sola e con lui cresce il figlio che ha fatto con Konstantin (a diciassette anni), dandogli il nome del padre, morto insieme alla migliore amica pipistrello che per tutto il libro ha avuto la stessa importanza di un rotolo di carta igienica finito.
The End.
E io mi domando... la motivazione?
Che senso ha quest'opera?
Perché è ancora in commercio?
Quindi passiamo al punto finale di questa recensione, in cui mi sono trattenuta dall'imprecare ogni due righe. Lo consiglio? ASSOLUTAMENTE NO. E non ci sono "se" e "ma". Non leggetelo, fine. Credetemi, lo ritengo persino peggiore di My Dilemma Is You, quindi questo dovrebbe farvi capire il livello di degrado.
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