Sakamichi no Apollon

Ciao amici lettori!

Non ci si legge da tanto qui, eh?

Ho deciso di tornare con una bomba fatta manga, anime, film, e chi più ne ha più ne metta!
Ebbene sì, signori, stiamo parlando di:

Sakamichi no Apollon
o
Jammin' Apollon
o, ancora,
Kids on the Slope.

Di questa opera che nasce come manga ne hanno tratto un film e una serie anime di cui vi lascerò nel corso del capitolo immagini e informazioni succulenti eheh.
Non è una serie recente (ormai parliamo di più di quindici anni fa), ma penso sia rilevante tanto nel panorama dei fumetti giapponesi quanto in quello dell'animazione; soprattutto per quanto riguarda regia, musica e, più alla larga e più nel manga, storia.

Non mi dilungo troppo qua solo perché sapete che lo farò dopo avervi lasciato i dati importanti per voi che volete approcciarvi all'opera.

Iniziamo con autore, trama, episodi e tutto quello che c'è da sapere in generale.

Autore:

Yuki Kodama è l'autrice del manga, l'anime invece è diretto da Shin'ichirō Watanabe - Cowboy Bebop, per intenderci -, con le musiche di Yōko Kanno.

Trama:

A causa del lavoro di suo padre, Kaoru Nishimi si è sempre spostato di città in città e di scuola in scuola. Ciò che per gli altri ha un sapore speciale, il primo giorno di scuola, per lui è semplice routine.
A causa dei continui trasferimenti, ed essendo un tipo intellettuale e poco espansivo, viene sempre visto dagli altri come un disadattato, e Kaoru è abituato ormai ad accettare questa situazione ogni volta che si ripropone, tollerandola pacatamente fino al prossimo trasferimento.
Questa volta però le cose sono un po' diverse. Infatti sembra andare d'accordo con il capoclasse Ritsuko Mukae e inoltre, malgrado le aspettative, lui e Sentaro Kawabuchi sviluppano un forte affiatamento.
Sentaro infatti è noto per essere un rissoso che salta spesso le lezioni.
I tre hanno in comune la passione per la musica, il jazz, e Kaoru si trova finalmente bene in questa nuova città...

Episodi anime:

12 episodi da 24 minuti l'uno.

Secondo il mio parere, troppo pochi per raggiungere la stessa profondità del manga, ma abbastanza per farcene assaporare l'essenza.

Volumi manga:

9 volumi + 1 Bonus Track in cui ci vengono regalati stralci di vita post-opera principale che riguardano i personaggi protagonisti della storia e non solo.

Una delle cose più belle che un autore o autrice possa fare </3.


Ora comincerò con la parte più attesa, una bella recensione - cosiddetta - che cercherò di scrivere nella maniera più completa possibile racchiudendo pareri e opinioni a partire dal manga, per poi inserire riferimenti e confronti con anime e film. Sempre utile ribadirlo: in caso di spoiler, avviserò prima!

Vi introduco questa opera partendo prima di tutto da come e quando l'ho cominciata.

Se c'è una cosa che riconosco di aver fatto nel 2021 appena passato, oltre a cercare di non ammazzarm-, è stato provare a leggere più manga, e in particolare recuperarne alcuni che avevo in lista da secoli e non avevo mai avuto il coraggio di comprare/leggere. Non perché ne avessi paura, ma sapete che a volte non è tanto semplice trovarli, perché sono vecchi o non li stampano più, o anche solo comprarli - che le tasche piangono. Questa volontà nasceva anche dal fatto che leggo, ahimè, sempre meno libri, quindi in qualche modo mi sono avvicinata ai manga quasi inconsapevolmente per compensare questa mancanza. Tutto questa premessa per dire cosa?

Jammin' Apollon è l'opera che mi ha fatto riscoprire l'amore per i manga, il quale ho sempre avuto ma poco coltivato negli ultimi anni a parte acquisti sporadici di tanto in tanto; è anche quella che desideravo da tanto, tantissimo tempo, ma non avevo avuto la forza di mettermi a cercare, perché in quanto ormai fuori produzione avrei dovuto trovare qualcuno che vendesse tutti i volumi a un prezzo decente, e non so se voi abbiate mai fatto giri tra mercatini dell'usato o cose del genere, ma le offerte e i colpi di fortuna sono veramente rari.

Forse la sto facendo veramente lunga, ma concedetemi qualche sentimentalismo per questa volta (e forse anche qualche altra); Jammin' Apollon si merita una giusta pubblicità e io sono riconosciuta da tutti come una che parte a raccontare una storia da ancora prima che sia nata o sia necessario raccontarla, quindi vi avviso che sarà una recensione lunga, forse più del solito? Chissà.

Ma, per favore, torniamo a noi. Grazie Sen per aver richiamato a te l'attenzione.

Avevo messo in lista questo manga perché mi avevano attirato sia la parte di crescita personale e relazionale dei personaggi, sia quella riguardante il ruolo quasi centrale della musica jazz. Dovete sapere che io sono un'amante di questo genere, come di quello classico - ascolto di tutto, davvero, ma non tutti ascoltano questi due generi ecco -, quindi se mi ritrovo un'opera come Your Lie in April o Jammin' Apollon non posso che fermarmi e, come dire, beh... Stargli sotto.
(Tralasciando la parte drammatica e deleteria di alcune parti, sapete a cosa mi riferisco, vero?)

Poi averne sentito parlare tanto bene da una persona che seguo e in cui mi ritrovo come gusti in fatto di manga e anime non faceva che spingermi sempre di più ad adoperarmi per recuperarlo. Beh, vi risparmio tutta la parte della ricerca - dalla disperazione ho acquistato i primi tre volumi e subito dopo tutta la serie completa perché l'avevo trovata come un affare, entrambi usati, e quindi mi ero ritrovata dei doppioni, vabbè -, alla fine ci sono riuscita. L'avevo tutta tra le mani, potevo immergermi, ed ero certa non so nemmeno perché che mi sarebbe piaciuta da morire.
E per questo ultimamente ho fatto rilettura e rewatch di tutto, e sono qua a parlarne.

FINALMENTE LAT, GRAZIE, PARLACENE.

D'accordo. Ve ne parlo.

A Sentaro oggi piace farci compagnia. Grazie Sen.

Dunque. Iniziare è sempre difficile, ma partirò dalla cosa più semplice che ci sia per me: la musica. Come vi anticipavo in precedenza, parliamo di un'opera che mette al centro personaggi uniti inevitabilmente dalla musica, in particolare quella jazz, e leggendo il manga ci si sente trasportati da quello che loro fanno, pensano, interpretano insieme e con essa.
Kaoru è un ragazzo intelligente, poco espansivo, che si trasferisce di scuola in scuola e che ha sviluppato una sorta di meccanismo di difesa per riuscire a gestire la pressione di essere osservato, giudicato, isolato ed etichettato ogni volta in maniera differente. Eppure non sempre riesce a resistere e per quelle volte in cui crolla, ha trovato un luogo dove calmarsi: il tetto della scuola. A indicarglielo la prima volta, appena trasferito, è Ritsuko, Ritsuko-chan, Ricchan, Rikko, insomma, la rappresentante di classe di cui si innamorerà presto. Capita praticamente come un colpo di fulmine all'inizio della storia, non vi ho fatto alcuno spoiler, tranquilli!
Una volta pronto a uscire sul tetto, la sua strada viene sbarrata da una visione intensa e angelica, spirituale; nel manga la scena mi ha fatto venire i brividi e averla rivista nell'anime e di nuovo nel film me ne fa incantare sempre di più. Sentaro gli prende la mano, e lo scambia per un Angelo, rivolgendogli delle parole un po' mormorate nel sonno, un po' sussurrate come una supplica dolce e velata.

"Ah... Sei venuto a portarmi via, eh?"

Questo è l'inizio, il principio, il momento esatto in cui i destini dei tre personaggi si intrecciano per non slegarsi mai. Tutti e tre i protagonisti riusciranno a sentirsi uniti e affiatati in maniera naturale, spontanea e genuina sin da subito.
La solitudine del non sentirsi compresi, la sensazione di essere fuori posto e di non meritare la vita che si possiede come se dovesse essere qualcun altro a darci sia l'autorizzazione per continuarla sia la giustificazione delle nostre scelte; la volontà di farsi sentire è un desiderio egoistico, oppure è la necessità di cui ogni essere umano si nutre?
Sentaro e Kaoru sono due ragazzi opposti nei loro modi di fare e vivere, l'uno ribelle e incostante, l'altro preciso e ben educato, persino la loro vita è diversa; il primo ha una famiglia numerosa e accogliente, il secondo è benestante e ha una grande casa. Ma per entrambi è la musica ciò che rappresenta la loro tranquillità, la stabilità, l'essere senza alcun pensiero se non quello di sentirsi liberi e suonare. Perché? Sembrano avere tutto l'uno per l'altro, quasi si invidiano; ma se la loro condizione è ciò che li fa sentire fuori posto e gli fa desiderare di scappare via, essere portati altrove dal vento o da una mano che li afferra e li tira a sé, allora forse l'invidia è davvero l'ultima cosa che davvero conta.

"Dopo le lezioni non è che rimanga molto tempo libero. Appena suona la campanella, io e Sentaro schizziamo fuori come proiettili... e corriamo giù per la solita discesa. Fino a poco tempo fa, mi veniva subito il fiatone su questa strada. Ma ora direi che mi sono abituato."

Penso che ognuno veda nella musica che unisce Kaoru e Sentaro ciò che vuole, che sia voglia di fuggire la realtà, un semplice spazio sicuro in cui rifugiarsi, o un modo per divertirsi e intrattenere (intrattenendosi); dal mio punto di vista, quel voler andare via da qualche parte, sparire in quanto essere vivente, cercare la fuga più vicina come in un sogno da cui non ci si riesce a svegliare, condividere ciò che si sente attraverso la musica e attraverso quel singolo istante sempre differente dagli altri, tutto questo per me è ciò che vuol dire il jazz di questi due adolescenti e la maniera in cui io vivo la musica.
La prendo molto sul personale perché quando suono e sto male, mi sento persa o arrabbiata, nervosa o afflitta, tutte queste emozioni spariscono, forse si annullano, e l'unica cosa che rimane nella mia mente è ciò che sto producendo con le mie mani e quale spinta interiore mi sta dando. Non associo per forza qualcosa al suono che creo, lo creo e basta. E questa sensazione io l'ho vissuta quando li ho visti suonare per la prima volta, per caso, e divertirsi tanto senza pensare ad altro; ho continuato a viverla per tutta la durata della storia nei momenti più intensi e sentiti, ed è inevitabile che poi mi ritrovi a rileggere il manga percependo ancora più della prima volta le note che vogliono produrre e i loro sentimenti.

La musica, però, non unisce solamente Sentaro e Kaoru; ogni personaggio di questa storia ne è legato e sente il bisogno di averla nella propria vita, che sia da spettatore, star, musicista o puro e semplice amante. Per questo vorrei fare un piccolo appunto riguardo alcuni personaggi, cominciando da Ritsuko e suo padre del quale avremo una prospettiva più ampia e approfondita grazie al volume special Bonus Track (non smetterò mai di dire quanto questo volume extra sia prezioso).

"Ricchan, la ferita che hai nel tuo cuore... dev'essere molto più dolorosa della mia."

Ricchan è una dei protagonisti dell'opera e centro focale, tra l'altro, delle dinamiche sentimentali e relazionali di molti i personaggi: non penso che abbia la stessa profondità spirituale di Sentaro né quella intima di Kaoru, a confronto il modo in cui è caratterizzata è un po' più superficiale del loro, ma spesso mi sono ritrovata ad apprezzarla e stare dalla sua parte in molte occasioni quasi come se fosse l'unica persona in quel momento che si stesse comportando nella maniera più corretta - o più vicina a me.
A prescindere da tutto, è una ragazza poco eccentrica, umile e che ama vedere le persone a cui vuole bene divertirsi ed essere felici. E proprio per questo, quando nota una certa affinità tra i due compagni di classe, cerca in tutti i modi di farli avvicinare e farli suonare insieme.

"[Kaoru a Sen]
Si dice che sotto il faro faccia buio. La luce del tuo faro è troppo forte... e, forse, vicino ai tuoi piedi è buio pesto. Prova a fare luce intorno a te.
È giunto il momento che tu te ne accorga."

Ritsuko è una ragazza che non si è mai esposta con nessuno, tenendo dentro di sé i sentimenti che la facevano soffrire pur di non dare dolore a qualcun altro. È sensibile e dolce, e non che sia poco, ma non c'è molto più di questo.
Non vi aspettate una rappresentazione innovativa e diversa dello stereotipo femminile, non è un personaggio nuovo e la poca rilevanza che ha in certe situazioni potrebbe non essere piacevole, più che altro perché ormai abbiamo visto in anime, serie TV e film donne e figure femminili di tutto rispetto sia a livello di costruzione sia di caratterizzazione; però se la prendete per com'è, consapevoli del suo ruolo, sarà comunque apprezzata la sua presenza e il suo modo di essere, che non è banale come può sembrare.

Suo padre l'ho trovato meraviglioso. Suona il contrabbasso, ama il jazz, il suo negozio di musica trasuda passione e storia - soprattutto per noi, dato che per loro è il presente -, e si emoziona come un bambino quando prende il mano il suo strumento e lo accorda per accompagnare i suoi amici. Le sue poche apparizioni mettono gioia ed esprimono l'amore che ha per ciò che fa e per ciò che lo circonda, dal negozio stesso, a sua figlia, agli altri musicisti; quando si trova la sua storia nel Bonus Track ce ne si innamora ancora di più, in maniera quasi inevitabile. Mi ha ricordato il protagonista del film dello studio Ghibli Si alza il vento, nella sua vita da giovane, anche se in maniera vaga e lontana e in un contesto differente. Mi ha dato la stessa sensazione, ecco, un po' nostalgica.
La stanza sotto al negozio è un luogo importante per tutti, e il fatto che lui lo viva come qualcosa di speciale e riservato ai pochi scelti, lo rende ancora più unico e pieno di valore. Sentaro e tutti gli altri personaggi che avranno l'onore di andarci saranno i primi a difendere il loro posto sicuro, non appena qualcuno ci entrerà senza meritarlo.

"[...] Non c'è bisogno che tu mi chieda niente. Kaoru mi conosce meglio di chiunque altro. Agli estranei qui è vietato l'accesso. E ovviamente non può entrare nessuno che ridicolizza il jazz in questo modo.
Ora basta.
Non disonorare... il nostro luogo sacro."

Il luogo sacro di cui parla Sentaro è non solo dove si allenano e provano tutti insieme, ma anche il posto in cui si ritroveranno nei bei momenti e nei peggiori: è quello che li unisce, dove l'uno scopre l'altro e la musica reciproca, e anche dove le loro emozioni diventano più intense e forti.

"Il ritmo da sagra estiva ci ha fatto riconciliare. È divertentissimo! Mi rendo conto di quanto io ami il jazz e di quanto riesca ad amarlo... quando suono insieme lui."

Ma, senza continuare a parlare di questo "luogo sacro", un dualismo secondo me importante di quest'opera è il rapporto tra la musica e i conflitti, le discussioni. È splendido come la musica, appunto, sia in grado di unire animi, spiriti contrapposti e riappacificare le menti nervose e scomposte. Capiterà spesso durante il manga/l'anime di assistere a eventuali litigi tra Sentaro e Kaoru, o tra altri personaggi; e sarà sempre il suonare insieme a, in qualche modo, farli riavvicinare e riunire. Ovviamente non ci sarà solo quello, le questioni irrisolte verranno comunque affrontate prima o poi. Ma è come se la musica riuscisse a mettere pace e serenità nei momenti in cui sembra non esserci altro modo.

Il rapporto tra Sen e Kaoru poi non fa che rafforzarsi quando suonano insieme, e la loro musica diventa sempre più necessaria per vivere l'attimo di felicità che riesce a regalare loro. La trovo una cosa molto comprensibile e attuabile nella realtà, conosco le loro stesse sensazioni quindi lo apprezzo ancora di più quando lo vedo rappresentato. Gli sguardi che si mandano, i ritmi che seguono a vicenda, tutti quei piccoli gesti che puoi notare solo se senti l'affinità giusta e ti ritrovi in quello che l'altro fa.

Ma andiamo avanti.

"Per loro, io sono un traditore. Non smetteranno mai di denigrarmi. Ma d'ora in avanti... mi impegnerò a trovare dei metodi diversi dai loro. Farò a modo mio."

Un altro dei personaggi su cui vorrei soffermarmi è Jun'ichi, Jun, il trombettista del gruppo. Avete presente il classico personaggio affascinante, dalla bellezza un po' misteriosa, che attrae qualsiasi tipo di persona ed è ammirato e apprezzato da tutti? Ecco, lui sarebbe Jun. Se non fosse che, lo devo proprio dire, nell'anime si vede solo un terzo di quello che realmente è il suo potenziale.
C'è un motivo se personaggi come il padre di Ritsuko e Jun mi attraggono e mi fanno innamorare di loro: è il legame con la storia, con l'attualità del loro tempo, è la realtà che li circonda che plasma ciò che sono ma senza nulla togliere a ciò che desiderano essere. Vedere muovere personaggi di questo tipo in un manga con tematiche classiche fa acquisire a tutta l'opera un senso molto più ampio e vicino a chiunque, non solo a degli adolescenti.

Yuki Kodama ambienta l'opera dal 1966 in poi, passando per il '68 e per gli anni successivi. Parliamo di un periodo storico in cui le proteste universitarie e l' associazionismo erano più che sentiti, parte fondamentale della vita di uno studente dell'università, soprattutto per chi nel dibattito portava avanti la voce dell'insofferenza generale e della gestione di alcune attività. Non entrerò nel merito delle lotte studentesche o di altri fatti storici più che conosciuti; volevo solo dare il contesto dentro il quale si muovono i personaggi, e in particolare Jun, l'universitario del gruppo.
Come Sentaro lo ammira, anch'io ne sono rimasta attratta per forza di cose; sarà che sono una debole, sarà che gli uomini maturi - o che si mostrano tali -, hanno un effetto su di me che non riesco a controllare, ma io ho davvero amato Jun e la sua storia. È un personaggio profondo e tormentato, che si svela solo più in là nella storia e che non scade mai in azioni forzate o funzionali; quando perde la testa e il fascino che lo caratterizzano si crea una sorta di tristezza e curiosità attorno alla sua figura - alimentate poi dai sentimenti di Sen che lo vede in quello stato.

Jun è un uomo carismatico ed eloquente, riesce ad affrontare discussioni accese e rispondere a tono con classe, dimostrandosi intelligente, autorevole ma anche pacato nella gestione dei conflitti; e proprio per questo motivo si tormenta quando questo suo modo di essere spinge altre persone a lui care a farsi del male o a perdere sempre più velocemente la meraviglia di ciò che li rappresenta. Si sente in colpa, allontana la gente per non ferirla, eppure c'è una persona che sembra non dare conto a questi suoi tentativi di isolamento e autocommiserazione. Yurika è colei che può salvarlo dalle tenebre, e il modo in cui lo fa o ci prova è molto più arrogante di quanto lo sia Jun. Per questo motivo ho apprezzato il loro rapporto e le conseguenze delle loro azioni; sono umane, mature rispetto alle dinamiche dei tre protagonisti principali, ma mostrano anche una fragilità estrema che può spezzare il filo su cui camminano entrambi da un momento all'altro.

*Momento di sclero sul fatto che poi lui suoni quella tromba in maniera COSÌ dannatamente sensuale grazie prego addio.*

Insomma, parlando seriamente, la rappresentazione grafica di questo personaggio è fondamentale per capirne gli atteggiamenti, per innamorarsene, appunto, come è capitato a me. I modi in cui si muove mentre suona, gli sguardi che indirizza alle persone che osserva... Grazie Yuki, davvero, grazie.
Non voglio dire adesso che sia il mio personaggio preferito; se dovessi scegliere, non penso ci riuscirei. Ma sicuramente i disegni nel manga e l'animazione nell'anime giocano un ruolo fondamentale per legarsi a qualcuno.

Vorrei fare una menzione d'onore al lavoro dello studio MAPPA nel curare le animazioni di Sakamichi no Apollon perché penso abbiano veramente fatto la differenza nell'anime, sono la cosa più bella e rendono la visione un gioiellino. Ha molte cose che mancano e che non sono perfette, ma sulle animazioni di quando suonano... Nulla dire. Precise, sincronizzate, dinamiche. Perfette.

"Che sbadato, me n'ero dimenticato. Fin da quando ero piccolo ho sempre fatto fatica ad avere dei buoni rapporti con le altre persone, ma da quando mi sono trasferito qui... me n'ero totalmente scordato. Lui era il primo amico di cui sentivo di potermi fidare. Per questo mi è venuta paura... che non mi volesse più con lui. E per evitare che ciò accadesse, ho finito per distruggere io stesso la nostra amicizia."

Siamo tutti in grado di frantumare qualcosa di bello ancor prima che questo si sgretoli da solo. Siamo tutti dei distruttori in cerca di conflitti, scuse e moventi per arrabbiarci o accusare qualcuno. E allo stesso tempo, ci sentiamo tutti egoisti nel farlo, e male quando realizziamo che tutto ciò non era necessario. Kaoru è sempre stato solo, anche quando aveva amici; si affidava a loro, alle loro promesse, alle loro parole così colme di speranze e progetti, per poi rimanere scottato se non bruciato dalla cruda verità. E cioè che non li aveva avuti mai, dei veri amici; la maggior parte di loro gli aveva mentito e quelle speranze su cui aveva riposto fiducia erano state infrante più e più volte. E così, col tempo e i trasferimenti, la corazza è diventata sempre più spessa e dura da scalfire.
Questo può essere però una giustificazione per distruggere da sé qualcosa? Può essere per caso la conseguenza naturale, oppure c'è un altro modo per reagire alle delusioni, o ai fraintendimenti, al dolore?

Kaoru è un personaggio ben caratterizzato, segnato da esperienze dolorose, da una famiglia che non lo fa sentire amato o parte integrante della stessa, e dall'unica consolazione che trova in suo padre e nel pianoforte che gli ha regalato. Una delle cose che mi ha fatto storcere il naso nell'anime è il modo di trattare questo rapporto e l'importante che per Kaoru ha la presenza del genitore e l'assenza dell'altro. Leggendo l'opera si percepisce la frustrazione e la solitudine di Kaoru, ma anche la felicità che ritrova nella musica e nell'affidarsi a pochi soggetti come il padre, o Sen e Ricchan; quello che invece non ho sentito durante la visione dell'anime e che mi è mancato molto, guardandolo.

La sua corazza spaccata con un martello pesante da Sentaro e Ritsuko lo farà vivere e gli farà riscoprire tanti sentimenti che aveva in qualche modo represso; e allo stesso tempo soffrirà, coinvolto dall'amore per Ritsuko e dall'amicizia di Sentaro, e si comporterà per quello che è: un adolescente immaturo e talvolta impulsivo, al quale non mi sento di condannare niente, ma nemmeno passare sopra certi atteggiamenti davvero ingiusti e superficiali nei confronti dei suoi amici.
È però vera, e da riconoscere, l'importanza della sua presenza nella vita di queste persone e la forza che infonde nonostante sia prima di tutto lui molto fragile e ancora incompleto. Mi ha fatto spesso ridere, di tenerezza s'intende, il modo in cui lo vedevo affrontare certi eventi, da persona così grande e matura, nascondendo in realtà dentro di sé dolori e sofferenze che svelavano le sue vere debolezze.

"Ma tu... da quando sei diventato così vigliacco? Cos'è che ti spaventa tanto?
Dalla paura non nasce niente di buono.
Non eri tu che lo avevi detto?"

L'ho accennato all'inizio. Tra questi due protagonisti permea sempre in tutta la durata del manga questo senso di inadeguatezza, o forse il semplice fatto di non sentire il merito di stare al mondo; è un sentimento che vivono tutti, eppure per Sentaro non è solo un malessere che a volta va e a volte viene. Per lui diventa una questione troppo grande da gestire, il suo voler fuggire e pensare "cosa ci faccio qui?" lo logora in una maniera esagerata e lo porta a prendere decisioni estreme e incontrollate. Per lui, Kaoru è un amico fondamentale, una parte che gli era sempre mancata e a cui riesce ad affidarsi nonostante le incertezze, la paura, le insicurezze più oscure. È Kaoru ad aprirgli la mente quando si trova in difficoltà e nemmeno Sentaro se ne rende conto; ed è con Kaoru che Sen riesce ad aprirsi, raccontando di sua spontanea volontà la propria infanzia e le proprie preoccupazioni su di sé.

Sentaro è prezioso. Ha un cuore buono e ama prendersi cura dei suoi fratelli, dei suoi amici ed è genuino in tutto ciò che prova, dall'amore, al dispiacere, all'ammirazione per qualcuno. È un libro aperto e sembrerà di conoscerlo da una vita, ma è chiaro che nessuno può conoscere qualcuno in maniera profonda se alla fine non ci si discute e confida. Evita di parlare di sé perché non si sente di meritare la propria famiglia e l'amore che lo circonda; è traumatizzato da eventi passati e continuerà a esserlo finché non arriverà al limite.

Anche se appare come un teppista temuto dai compagni di classe, non ama la scuola e viene coinvolto subito nelle risse, Sen è invece ha un animo dolce e protettivo, si affeziona a Kaoru e soffre se ne viene separato; è una persona a cui è facile legarsi perché nonostante l'aura spaventosa iniziale, in realtà non ha nulla che metta davvero terrore. A meno che non si tocchino tasti dolenti, ma vorrei vedere se a quel punto chiunque saprebbe mantenere la calma.

Da questo momento fino al prossimo avviso farò uno spoiler sul finale in particolare, quindi vi raccomando di non leggere se non volete rovinarvi la lettura/visione. Alla fine dello spoiler metterò un avviso per concludere la recensione, quindi scorrete se volete leggerla!

SPOILER

Non mi soffermerò a lungo su questa parte perché ho già scritto molto, ma mi sembrava doveroso fornirvi un mio parere sul finale di quest'opera e su come l'ho presa anche io personalmente subito dopo aver concluso la lettura.
Devo dire che all'inizio è stato... strano. Quasi traumatico. Cioè, non me l'aspettavo proprio.

Partiamo dall'inizio.
Quando Sentaro è scomparso, mi sentivo davvero arrabbiata. Non potevo credere che li avesse abbandonati tutti così. All'inizio ero preoccupata per lui, come tutti, penso, ma a un certo punto la sua mancanza diventa qualcosa di costante e ci si abitua, quindi entrano in gioco altre emozioni, non solo la tristezza della sua assenza.
Sentaro è un personaggio centrale per la storia, lo spiritualismo che lo circonda è affascinante e lo rende profondo, quindi quando sparisce viene a mancare proprio una colonna portante per tutti i protagonisti.
Immaginavo che più avanti si sarebbe rivisto, ma tutto il periodo della sua assenza lo rende come un morto, quindi abbastanza traumatizzante.
Per non parlare poi della sua fine. Diventa prete. Sentaro.

Potreste pensare che non approvo, o "che cazz" generale, ma dopo un po' di tempo a elaborarlo, in realtà io approvo eccome. Ma che finale è? È differente da tutto quello che si vede in giro, è spiazzante, è perfetto. Sentaro che diventa un prete e che si prende cura degli orfani della chiesa, come il padre il una grande famiglia... solo a scriverlo ho i brividi.

Ripeto che non voglio dilungarmi, ci tenevo solo a farvi sapere cosa pensavo, soprattutto a chi conosce l'opera, quindi fatevi avanti piccoli timidi lettori.

Anche perché avrei troppe altre cose da diree.

FINE SPOILER e CONCLUSIONE

È crescita e formazione, scoperta di sé e dei sentimenti altrui. È immedesimazione, un po' improvvisazione, come nel jazz. Lasciatevi trasportare dalla musica di questa opera, lasciatevi prendere per mano da Sentaro, Kaoru e Ritsuko, innamoratevi di loro e arrabbiatevi con loro perché è normale che sia così. È questo cioè che vuole provocare Jammin' Apollon.

Del manga: godetevi la delicatezza dei tratti, il vintage dei disegni e delle ambientazioni, chiudete gli occhi quando vi descrive le esibizioni e immaginate di essere lì, a sorprendervi come degli spettatori ignari;
Dell'anime: ascoltate le loro parole, i suoni delle cicale, i passi dei protagonisti lungo la salita verso la scuola, inebriatevi della bellezza dell'animazione mentre suonano e godetevi la loro musica;
Del film: apprezzatene lo sforzo di rendere giustizia al manga, di adattare la sceneggiatura all'opera originale, emozionatevi di fronte agli attori che si confidano fra loro, ma soprattutto con voi e, anche qui, prestate ascolto alla musica e ai gesti di tutti.

Concedetevi la sensibilità adolescenziale e l'impetuosa passione per il jazz presenti in ogni singola produzione.

Sono sicura che Sakamichi no Apollon vi saprà accogliere a braccia aperte.

(fanart con Sentaro e Kaoru)

(da sinistra: Ritsuko, Kaoru e Sentaro nel film)

(Sentarino super riconoscibile)

(pagina del manga in cui suonano Sentaro alla batteria, il signor Mukae al contrabbasso - il padre di Ritsuko -, Jun alla tromba e Kaoru al pianoforte)

(fanart di Sen e Rikko da bambini)

Bene, io ho parlato veramente un sacco in questa specie di recensione quindi capisco se non volete avere più niente a che fare con me, MA ci tengo veramente a una vostra opinione, se lo conoscete già oppure vi ho in qualche modo incuriosito - spero non allontanato. Fatemi sapere che ne pensate, insomma! Io vorrei dire altre cose ma ho davvero esagerato... Quindi vi saluto, dai, se volete parlarne ci sono sempre i commenti.

FINE.

Speriamo di sentirci presto, ciao!

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