Anniversario

Le foglie cadevano sulla strada che mi portava a scuola.
Intorno a me solo foglie e nient'altro, foglie dal colore arancione che tendevano ad imbrunirsi con il passar del tempo, l'autunno era arrivato.
Odiavo questo periodo, odiavo ciò che portava l'autunno, odiavo tutto. Desideravo cancellare tutto, desideravo vivere una vita diversa, avrei voluto sorridere mentre passeggiavo tra le foglie colorate pensando "non vedo l'ora di tornare a casa da mamma e papà" ma niente mi avrebbe ridato queste sensazioni, queste gioie.
Odiavo vedere la nonna triste accendere dei ceri, odiavo guardare la foto del nonno senza poter parlare con lui della mia giornata.
Calpestavo con rabbia le foglie, non volevo andare a scuola in queste condizioni... Era frustrante farsi vedere così dai propri amici, detestavo quelle odiose domande opportunistiche: "come stai Kenta?" O "Tua nonna come sta?" A nessuno di loro interessava davvero della mia condizione, nessuno voleva davvero sapere se mia nonna stesse bene.
Trovavo irritante dover ricevere trattamenti di favore dagli adulti, detestavo le amiche della nonna che puntualmente credevano di capirmi.
Avrei voluto sparire, sparire fino a che non arrivava l'inverno lì mi sarei dovuto subire nuovamente frasi opportunistiche ma, erano solo per le feste niente di più.
Trovavo dannatamente sconfortante dover sentirmi dire dai sei adulto dovresti superarla ormai, nessuno capirà mai cosa dovetti sopportare.
"Kenta tutto bene?" Sentivo di star per impazzire, odiavo dover parlare con lei, odiavo il fatto che mi trovassi dannatamente bene con lei... Perché tra tutte proprio con l'autunno.

"Lasciami stare strega, da oggi io e te non ci conosciamo."

Freddai la conversazione così, lei che sembrava stesse per toccarmi la spalla rimase lì impalata a guardarmi andare via.
Mi ripetevo continuamente di non voltarmi, non volevo vedere il suo volto... Odiavo l'autunno lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo... Lo odiavo... Io odiavo... L'autunno. Non mi ero mai sentito così prima d'ora, esitavo nel pensarci? Cosa odiavo davvero? Chiaki era sempre lì per me... Perché? Perché mi tratta in questo modo, sono un idiota che non comprende come gli adulti debbano comportarsi, non ero maturo come Junpei diceva e ne ero abbastanza forte come Natsume raccontava.
Mi voltai appena, Chiaki era lì immobile che sorrideva genuinamente... Cosa aveva da sorridere in questo modo? L'avevo appena trattata male e lei era ancora lì che mi aspettava... Cosa aveva di sbagliato quella ragazza? E cosa avevo di sbagliato io?
Tornai indietro da lei e non dissi nulla, lei al contrario mi abbracciò come se fosse normale, per quanto lei fosse un poco più bassa di me il suo abbraccio fu come quello di un grande orso di peluche, mi sentivo così confortato e felice in quel momento.
"È l'anniversario vero?" Era una domanda retorica, dal suo tono di voce avevo intuito che sapesse già che era oggi.

"Sì, mi manca da morire."

Replicai, avevo bisogno di dirlo, avevo bisogno di far sentire la mia voce a qualcuno che non fosse la nonna.
"Vuoi saltare scuola per andarlo a trovare?" Domandò accarezzandomi dolcemente i capelli, ero diventato un grosso bambinone in quel momento.
"Scusa hai ragione, la tomba si trova in città vero? Insieme a quella dei tuoi genitori..." Sussurrò dispiaciuta, la sua voce mi faceva intuire che anche lei era sull'orlo di piangere.
Annuii solamente, era bizzarro come sapesse tutti questi dettagli ma non ci feci molto caso in quel momento, la situazione mi fece crollare... Iniziai a piangere senza poter smettere.
"Kentai te lo ripeterò ancora, vuoi saltare scuola con me?" Aggiunse balbettando appena, anche lei si era arresa alle lacrime.

"Sì, va bene..."

Sussurrai, non avevo ne la voglia e ne la forza di separarmi da lei in quel momento... Odiavo il fatto di volerle davvero così tanto bene.
Chiaki mi prese per mano e così facendo mi portò in giro per il paese, non sembrava temere il giudizio altrui e nemmeno i rimproveri che si sarebbe beccata... Lei voleva stare con me in quel momento, voleva far di tutto per rendermi felice.
Percorremmo le strade che da bambino facevo con mio nonno durante le passeggiate, ricordavo le sue calde mani giganti e il suo sorriso nascosto da quella lunga barba bianca, quel suo modo bizzarro di parlare nel dialetto del Kanto, sentivo tanta malinconia.
Chiaki mi prese la mia bevanda preferita, non ricordavo nemmeno di averglielo accennato, non si fece alcun problema di offrirmi tutto ciò di cui avevo bisogno per sentirmi meglio... Era dannatamente frustrante doversi farsi aiutare in questo modo, quanto patetico ero.
"Sai Kenta cosa mi piace di te?" La domanda fece sussultare il mio cuore, era davvero l'inizio di una dichiarazione? Non era possibile a lei piaceva il suo amico di infanzia... Perché doveva dichiararsi a me? "Mi piace il fatto che sei sempre Kenta." Chiaki iniziò a ridere non appena disse quella frase, era insensata... cosa voleva dire con quello? Non era per niente una dichiarazione, perché doveva esser sempre così criptica... Odiavo queste cose, mi sentivo così frustrato... Forse mi aspettavo troppo.

"Mi spieghi cosa significa?"

Domandai irritato, a momenti facevo rovesciare la lattina.
"Un giorno te lo spiegherò, fino ad allora dovrai rimanere il piccolo Kenta di sempre!" Esclamò correndo via da me, la sua risata era dolce e melodiosa in quel momento, Odiavo il fatto di trovarla così carina.
La nonna mi chiamò quel pomeriggio per sapere dove ero finito, Junpei le aveva riferito che non ero andato a scuola... Non si arrabbiò anzi era contenta del fatto che quel giorno specifico lo avessi passato al meglio che potevo e non chiuso in me stesso, volevo davvero bene alla nonna.
Tornai a casa dopo la chiamata della nonna, Chiaki mi salutò con il sorriso... Odiavo il fatto di aver reso felice l'autunno ma soprattutto odiavo il fatto di aver pensato di amare l'autunno.

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