~ Sterek ~
Inverno
La neve scendeva lenta lungo le pendici delle montagne vestendo la natura con quello che si prospettava essere il suo abito invernale più freddo degli ultimi anni. Camminando attraverso gli alberi spogli, il gigantesco lupo nero si portò più in alto, roccia dopo roccia, fino a quando non ebbe una vista completa della zona circostante. Chiudendo gli occhi, si rese sordo allo schiamazzare proveniente dal villaggio e solo a quel punto sollevò il muso verso l'alto per godersi la brezza. Insieme al vento giungevano pochi odori rispetto al solito, una condizione piacevole per chi, come lui, era dotato di un olfatto fuori dal comune. All'arrivo del tramonto, tutti sapevano che, voltandosi verso la protuberanza rocciosa ad ovest, avrebbero potuto scorgere la figura del capobranco stagliarsi contro il cielo in fiamme. Sfortunatamente quel giorno l'orizzonte era ingrigito dalle nuvole, il solo modo di scorgerne uno spiraglio d'azzurro sarebbe stato scrutare attraverso le iridi del possente animale, di un freddo blu elettrico, ma in pochi erano in grado di sostenerne lo sguardo a lungo. Scuotendo la pelliccia per scacciare i fiocchi candidi prima che la inumidissero, Derek drizzò le orecchie e respirò profondamente producendo una nuvola di fiato condensato e colse l'arrivo di qualcosa. Da prima flebile, il fracasso crebbe di attimo in attimo divenendo un eco nell'intera vallata, era il richiamo ad annunciare il ritorno dei loro cacciatori. Dopo aver trascinato al centro le prede ed aver salutato con affetto i propri cari, i primi arrivati si voltarono verso la sua direzione ed emisero vari latrati per richiamarlo, doveva essere una questione urgente. Con un balzò, il capobranco li raggiunse, ma nessuno ebbe il tempo di dargli spiegazioni perché il resto della compagnia arrivò e, con essi, stretto per la collottola tra i denti di uno dei beta più vecchi e forti, un curioso prigioniero.
-Lasciami! Mettimi giù!-
Facendosi largo, il gruppo recuperò forma umana e lo stesso fece lui, pronto ad accoglierli. Chi era presente portò loro delle coperte e degli indumenti puliti, ma prima di accettare un'ampia mantella di pelliccia, Derek attese che tutti fossero al caldo. Avevano trascorso molti giorni nei boschi, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una quaglietta, cogliendo fino all'ultima occasione per fare scorta prima dell'arrivo del gelo, così da non rischiare di doversi spostare ancora in cerca di cibo. Quei lupi coraggiosi avevano diritto di riposare molto più di quanto ne avesse lui. Osservando incuriosito la misteriosa palla di pelo rosso e bianco dimenarsi, non poté fare a meno di porsi tante, troppe domande. Era una volpe, senza dubbio, eppure parlava, in più il suo odore non lasciava spazio a dubbi, apparteneva alla loro specie e si trattava di un omega per la precisione. Inginocchiandosi, Derek ne incrociò lo sguardo e subito l'altro abbassò le orecchie e perse tutta la propria combattività. I suoi occhi erano color del miele, così carichi di paura, eppure solidamente ancorati ai suoi, chiunque altro a quel punto avrebbe distolto lo sguardo, ma il loro misterioso ospite non lo fece. Di certo doveva aver capito chi aveva davanti, il modo in cui la sua aggressività era scemata lo dimostrava chiaramente, eppure non smetteva di sfidarlo. Era il momento di dargli una dimostrazione della propria forza. Afferrando per il collo la volpe, la tenne ben stretta, in modo che non facesse mosse false, e liberò il poprio sottoposto dall'onere di trattenerla. Il beta ebbe finalmente la possibilità di tornare umano e spiegargli come mai avessero portato lì quell'intruso. Voleva conoscere ogni dettaglio.
-Ci ha seguiti per più di un mese rubandoci la cacciagione!-
Sentendo il rosso cominciare ad agitarsi, Derek strinse la presa facendolo ugiolare e gli diede un'occhiata più attenta. Era la storia più assurda che avesse mai sentito, volevano davvero fargli credere che uno scricciolo simile fosse riuscito ad eludere un gruppo di dieci lupi mannari, fra i migliori del suo clan, senza farsi individuare per più di un mese. Con un odore così intenso di selvatico addosso e con quel mantello fiammeggiante in mezzo alla neve, anche un cucciolo lo avrebbe visto facilmente. Per finire, era troppo magro, se avesse rubato così tante prede da spingere gli altri a portarlo da lui, non sarebbe dovuto essere allo stremo delle forze e sul punto di morire di fame.
-Chi stai coprendo?-
Puntandogli contro lo sguardo aguzzo e dorato, la volpe ringhiò. Aveva un bel coraggio a reagire nonostante la posizione critica in cui si trovava.
-N-Nessuno!-
Aveva la voce rotta dalla mancanza di fiato, ma ciò non impedì al capobranco di stringere ancora. Graffiandolo con le zampe, l'altro emise lamenti ancora più forti, infine distolse lo sguardo e strinse i denti, pronto ad affrontare il proprio destino.
-Quanto ha rubato?-
-Una ventina di conigli-
Poco dopo si aggiunse un secondo cacciatore.
-E un numero imprecisato di volatili! Volevamo ucciderlo quando siamo riusciti a catturarlo, ma abbiamo pensato che, essendo una cosa così strana, volessi vederlo con i tuoi occhi-
In effetti una specie di volpe mannara non si vedeva tutti i giorni, anzi, era qualcosa di totalmente nuovo, mai visto prima. Sollevando la mano libera, Derek fece segno al gruppo di formare un cerchio intorno a sé dopodiché si abbassò in ginocchio e, tenendo lo sguardo fisso verso la volpe, gli fece riappoggiare le zampe a terra. Quando toccò il tappeto di neve, l'animale tornò a fissarlo, confuso ed ancora senza fiato.
-Adesso ti lascerò andare in modo che tu possa tornare umano. Tenta di scappare e ti sbranerò personalmente, chiaro?-
Diffidente, il piccolo prigioniero si guardò intorno e, compreso di non avere alcuna via d'uscita, annuì. Non appena Derek lo mollò, l'altro tossì con forza e, quando il suo respiro cominciò a calmarsi, mutò. Davanti agli occhi penetranti dell'alfa, prese forma un giovane dai capelli castani scompigliati e la carnagione candida. Acccovacciato e tremante di freddo senza più la soffice pelliccia, il ragazzo non riuscì più a nascondere il proprio fisico, pericolosamente magro, coperto ovunque da nèi e solcato da numerose cicatrici e ferite vecchie e nuove, compreso l'ematoma scuro intorno al collo sottile. L'alfa si pentì subito di non essere stato più delicato, era già tanto se l'altro riusciva a tenere gli occhi aperti. Si rivolse subito verso il branco, tutti erano stupefatti quanto lui.
-E questo mucchio d'ossa è stato in grado di ingannarvi? Non mi pare abbia lo stomaco pieno di lepri o pernici-
Un fragoroso brontolio riportò l'attenzione sul prigioniero il quale strinse le braccia intorno al petto ed arrossì. Abbassando il capo, piegò il petto mettendosi in posizione fetale ed il suono si attenuò.
-Non abbiamo mentito!-
Sì alzò una prima voce.
-Quello è più scaltro di quanto sembra!-
I toni si fecero accesi molto velocemente.
-Non possiamo lasciarlo libero!-
-Adesso conosce anche la posizione del villaggio! Ci ruberà tutte le scorte!-
-Risolviamo il problema alla radice! Uccidiamolo!-
Con un ringhio profondo, Derek riportò il silenzio e, tolto il mantello dalle spalle, lo appoggiò su quelle del giovane. Rialzando la testa, il prigioniero lo guardò e si strinse nella pelliccia. Sentendo il proprio odore mischiarsi a quello dell'altro attraverso il tessuto, l'alfa percepì un brivido lungo il corpo e fu certo di cogliere la stessa reazione anche nel castano, nonostante questi cercasse di nasconderla coprendosi di più.
-M-Mi dispiace... R-restituirò tutto!-
L'aria circostante si alleggerì.
-Quindi è la verità-
Il capobranco tornò in forma di lupo, tese i muscoli e girò intorno al castano il quale si paralizzò seguendolo con lo sguardo, con quegli occhi dorati che richiamavano i suoi con naturalezza, come se non potessero fare a meno di cercarsi a vicenda.
-Le prede sono al sicuro? Qualcuno potrebbe essere in grado di individuarle?-
All sue domande l'altro negò con sicurezza.
- Siamo... vicino a molti dei miei nascondigli... I tuoi non le hanno viste, anche quando ci sono passati sopra...-
I cacciatori si scambiarono occhiate confuse, ma Derek non aveva bisogno di ulteriori conferme, era già deciso su come agire.
-Guiderai me e un piccolo gruppo a recuperarne la metà. Se non farai mosse false, non solo ti lasceremo in vita...-
Il ragazzo sorrise ed il suo volto si illuminò.
- ...ma ti prenderemo con noi. Sarebbe da sciocchi lasciarsi sfuggire qualcuno con le tue capacità. Allora, accetti... volpe?-
Recuperando la forma animale, il fulvo lo annusò timidamente, con circospezione.
-Stiles... Il mio nome è Stiles. Se... Se quello che dici è vero, manterrò fede alla mia parte dell'accordo. Promesso, Mister Sourwolf!-
-Mister Sourwolf?-
Ma la volpe non si curò del suo brontolio, agitò la coda e si girò verso una direzione precisa, pronto a partire, ma si ritrovò bloccato dal cerchio di persone.
-Non così in fretta. Intendo prendere le mie precauzioni prima-
Uno dei beta, recuperata una corda, ne legò un capo al collo del volpacchiotto e l'altro a quello di Derek. Sospirando seccato, il ragazzo si rivolse verso il capobranco, ma questi non si lasciò catturare di nuovo dai suoi occhi e diede un piccolo strattone al guinzaglio.
-Ora, andiamo-
Primavera
L'aria fresca attraverso il pelo, una bella carcassa di fagiano selvatico davanti alle zampe pronta ad essere azzanata, la coda che si agita fremendo per l'emozione, Stiles poteva sentire tutte quelle emozioni premere dentro di sé e, il doverle contenere forzatamente, lo fece sentire in catene. La parte peggiore era che, in effetti, era sul serio in catene, una manetta metallica infatti gli stringeva il polso tenendolo ancorato a quello di Derek impedendogli di allontanasi troppo dalla visuale del tenebroso capobranco. Capiva le ragioni dell'altro, in parte, ed anche quelle del resto del gruppo, sapeva che nessuno lì si sarebbe mai fidato davvero di lui e che gran parte di quella diffidenza era causata dal suo strano aspetto volpino, così diverso da quello di un normale lupo mannaro. Non poteva fare a meno di sentirsi a disagio nello stare in forma umana, per molto tempo era vissuto come un animale, difficile tornare all'improvviso ad una civiltà da cui si era discostato da tanto tempo. Il pollo cotto nel piatto che gli stava davanti era buonissimo, certo, ma non lo faceva sentire altrettanto bene quanto l'affondare i denti in una preda ancora palpitante di vita. Fece per prenderne un boccone, ma fu frenato da delle occhiatacce provenienti dalla grande tavolata in cui tutto il villaggio si era riunito per festeggiare l'arrivo della primavera. Gli fecero passare la fame e passò il piatto a Derek, il quale si incupì.
-Mangia, Stiles-
Forzando un sorriso, il ragazzo si toccò la pancia.
-Sono pieno! Sai che le volpi hanno lo stomaco grande la metà rispetto a quello dei lupi!-
Non sembrò convinto dalle sue parole, per niente, infatti gli ripassò il piatto.
-Adesso non sei volpe, quindi mangia-
Il bisbigliare nella loro direzione si fece sempre più forte, si potevano udire anche alcuni ringhi sommessi e Stiles cominciò a sentire il nervosismo aumentare. Voleva solo che smettessero. Alzandosi di scatto, fronteggiò l'occhiata gelida di Derek.
-Non fare il solito, Sourwolf! Il tuo schifoso cibo da umani non lo mangio!-
Irrigidendosi, sentì le lacrime premere e si trasformò subito in volpe, sgusciò fuori dai propri vestiti umani e si infilò sotto il tavolo dove finì per appallottolarsi sotto la propria sedia. Da quando era arrivato lì aveva fatto di tutto per trattenere la propria aggressività, ma a volte proprio non ci riusciva, la negatività del prossimo la feceva aumentare sempre di più facendolo sentire arrabbiato, violento, anche quando non avrebbe voluto esserlo. Per quanto Derek fosse spaventoso e cupo, con lui non si sentiva mai in quel modo, capitava più spesso quando erano insieme ad altri componenti del branco. Persino ora, nonostante stsse tenendo le orecchie basse pur di non sentire le crudeltà degli altri commensali, esse lo raggiungevano comunque facendolo soffrire, riempiendolo di una furia cieca, risvegliando in lui un mostro. All'ennesima parola di troppo, fu sul punto di scattare quando delle grandi mani lo avvolsero con cura e, un attimo dopo, era di nuovo calmo, tra le braccia di Derek. L'alfa lo portò via dai festeggiamenti, il vociare si zittì e, grazie al contatto con il petto del maggiore ed al tocco delle sue mani, Stiles riottenne il controllo di sé. Di nuovo calmo, si lasciò portare fino alla grotta dell'alfa e, quando furono all'ingresso, venne posato a terra dove attese di venir incatenato all'interno, come ogni volta che l'altro non poteva portarselo dietro. Era praticamente diventato il suo cane, ma meglio a catena per tutta la vita che morire di fame nel rigido inverno. Il castano sapeva che il corvino, come capobranco, non poteva mancare al resto degli eventi e cercò di ricordare in che punto dello spazio adiacente all'ingresso aveva sotterrato il pettirosso acchiappato quella mattina. Almeno avrebbe messo comunque qualcosa sotto i denti. Ad un tratto, gli arrivò addosso dell'intimo, aveva un profumo intenso di selvatico, lo tranquillizzò all'istante facendolo sentire al sicuro, l'odore dell'altro gli faceva sempre quell'effetto. Voltandosi verso Derek poté ammirarne il corpo nudo e statuario da dietro, si soffermò soprattutto fra le scapole in modo da poter godere dell'attimo in cui la tripla spirale incisa sulla sua pelle sparì tra la folta pelliccia nera mentre mutava in lupo. Scuotendo il pelo, il corvino si voltò nella sua direzione e Stiles venne immediatamente catturato dai suoi occhi blu, così innaturali, simbolo del suo ruolo di alfa, gli stessi che lo avevano fatto fremere sin dal primo momento in cui vi aveva posato i propri. Senza riuscire a controllarlo, cominciò ad indietreggiare e questo spinse Derek ad aumentare il passo girandogli intorno.
-M-Mi dispiace, non avrei dovuto reagire così male! Solo... Non mi andava...-
Era in trappola, non serviva un genio per capire che gli stava chiudendo ogni via di fuga, ma, nonostante l'avesse chiaro, Stiles non era abbastanza lucido da connettere cervello e corpo.
-S-se vuoi tenermi incatenato qui per sempre, va bene, m-ma... Non... mandarmi via...-
Piangeva forte, aveva paura, principalmente di sé stesso, di non riuscire a controllarsi, di essere abbandonato ancora, per questo aveva lottato fino all'ultimo per soffocare quella strana attrazione che Derek gli suscitava. Non voleva affezionarsi a nessuno perché non poteva fidarsi di nessuno e quel giorno era stata solo l'ennesima prova, eppure la sola idea che l'altro lo cacciasse, lo distruggeva nel profondo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di restare lì con il corvino. Poco dopo fu esattamente dove l'altro lo voleva, si appallottolò e fu allora che l'alfa gli si stese accanto appoggiando il muso con delicatezza sulla sua pelliccia. Stiles poteva sentirne il respiro caldo su di sé ed alzò la coda scoprendo il musetto poco a poco per poi appoggiarlo a propria volta su quella montagna di pelo nero.
-Ti sei calmato ora?-
Nonostante il tono freddo, nelle parole del capobranco non ci fu la minima traccia di emozioni negative e ciò fece capire a Stiles che era sinceramente preoccupato. Agitando la coda, gli si strusciò addosso riempiendolo del proprio odore, umanamente parlando non era una cosa carina da fare, ma alla volpe non importò. I loro feromoni mescolati erano ancora meglio del solo profumo di Derek, infatti l'effetto fu istantaneo per entrambi e l'atmosfera si fece tenue, delicata e rilassata.
-Grazie... E scusa...-
-Stiles...-
Le orecchie dell'alfa compirono un paio di scatti, il lupo lo guardò per un momento, sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma poi portò la propria attenzione all'esterno e si alzò. Il fulvo lo osservò confuso, ma poi da fuori giunsero due beta del clan e ciò lo spinse a farsi di nuovo piccolo.
-Scusa il disturbo, Derek. Si chiedono tutti che fine tu abbia fatto. Vuoi che li avvisiamo che hai delle...-
Il ragazzo sentì lo sguardo del beta contro di sé, carico di rabbia, ciò gli fece rizzare il pelo.
-... questioni più importanti di cui occuparti?-
Alzandosi a propria volta, la volpe fece un passo avanti.
-No!-
Poi guardò Derek.
-Niente è più importante per un alfa del suo branco! Infatti mi stava lasciando qui per poi tornare fra voi! Non è un bene che me ne vada in giro a rovinare la festa a tutti. Giusto, Sourwolf?-
Sospirando, il corvino tornò in forma umana e, liberandosi dalla catena, ne fissò l'estremità al gancio alla parete.
-Giusto-
Facendo di tutto per non sembrare troppo intristito, Stiles si mise seduto ed osservò il corvino rivestirsi ed allontanarsi insieme agli altri. Quando sparirono dalla sua vista, si avvicinò all'uscita della grotta e li seguì con lo sguardo fino al punto in cui non sentì la zampa tirare fino al limite fisico. Era così che dovevano andare le cose, ne era consapevole, eppure continuava a far male. Lui e Derek non avevano nulla a che fare l'uno con l'altro, anche quella connessione che provavano ogni volta che stavano insieme non era altro che un'illusione, qualcosa che non avrebbero mai potuto vivere allo scoperto, accettati da tutti. Stendendosi sull'erba fresca davanti all'ingresso alla grotta, Stiles seguì il volo di una farfalla di fiore in fiore. D'improvviso lo colse una fitta dolorosa e un oscuro pensiero lo spinse a fare una considerazione disperata. Se fosse stato come tutti gli altri lupi mannari allora non sarebbe più stato un disturbo, lui e il corvino avrebbero potuto essere felici se solo non fosse stato diverso. Non riusciva più a ricordare cosa lo avesse reso una volpe o se, semplicemente, ci fosse nato, la cosa non gli aveva mai creato problemi prima, dopotutto restava sempre Stiles e gli piaceva essere ciò che era, amava essere sé stesso, o così credeva. Quel giorno, infatti, si ritrovò ad odiarsi.
Estate
Quella che era cominciata come una torrida giornata estiva, in pochi minuti si era trasformata in una tremenda tempesta con tanto di grandine, così forte da obbligare tutti gli animali del bosco a rintanarsi nelle proprie tane il più velocemente possibile. Derek amava la pioggia, soprattutto quando faceva particolarmente caldo, visto che preferiva la propria forma animale a quella umana, lo aiutava a mantenersi fresco in modo naturale nonostante la pelliccia. Seduto al riparo di una sporgenza rocciosa, non poteva fare a meno di voltarsi verso Stiles, al proprio fianco, il quale, nonostante tremasse evidentemente per il freddo, ancora non aveva assunto la propria forma di volpe. A dirla tutta erano diversi mesi che si rifiutava di cambiare aspetto e, anche se non aveva voluto rivelargli il motivo di quella decisione, era evidente che ne soffrisse parecchio. Stringendo le braccia al petto, il castano emise un sonoro starnuto e questo lo spinse a girargli attorno per cercare di scaldarlo con il proprio pelo, tentativo alquanto blado visto che era egli stesso bagnato di pioggia. Erano troppo lontani dal villaggio per provare ad avviarsi sui propri passi, meglio portare pazienza, tanto il sereno sarebbe tornato presto. Allungando il muso verso il braccio di Stiles vi appoggiò il naso e così si rese davvero conto di quanto l'altro fosse freddo e, preoccupato, ne attirò l'attenzione tirandogli un lembo della maglietta zuppa. Quando l'altro si voltò, aveva le guance rosse e gli occhi stanchi, appannati.
-Trasformati o andrai in ipotermia-
Sorridendogli, il castano si accovacciò ancora di più.
-S-Sto bene, non fare il solito Sourwolf brontolone-
Emettendo un ringhio basso, il lupo si alzò e, facendo leva sulle zampe posteriori, spinse il minore a terra. Prima che quest'ultimo potesse protestare, il lupo gli si stese sopra e lo tenne immobilizzato con il proprio peso.
-C-Che fai?! A-Alzati, mi schiacci!-
Derek lo ignorò, emise un lungo sbadiglio ed appoggiò il muso sulle zampe, preparandosi a fare un lungo pisolino. Per un po' Stiles cercò di spostarlo di peso, ma furono tentativi inutili.
-Mi si sta intorpidendo tutto! Pesi!-
-Se diventassi volpe potresti sgusciare fuori facilmente...-
Puntualizzò senza nemmeno aprire gli occhi. Per un po' le proteste cessarono e ciò gli fece temere che non avrebbe mai potuto rivedere ancora la magnifica pelliccia rossa dell'altro o sentirne l'odore intensamente mischiarsi al proprio. Quando Stiles era in forma animale e si emozionava le orecchie gli cominciavano a fremere, proprio come la punta del naso, poi c'era il suo modo tutto particolare di agitare la coda, così suadente mentre camminava o si preparava a balzare addosso a qualche animaletto che, prontamente, finiva ghermito tra le sue zanne, nessun volatile o roditore della foresta poteva sfuggirgli. Sì, gli mancava vederlo veramente a proprio agio nell'aspetto che preferiva, aveva sperato che quella umana sarebbe stata solo una fase, che si sarebbe ripreso dalle proprie paturnie sull'aspetto, ma non era successo. Per quello lo aveva invitato ad andare a caccia insieme quel giorno, solo loro, senza essere incarcerati l'uno all'altro, si era stufato di restare ad osservare passivamente la situazione degenerare, da bravo capobranco era suo compito occuparsi dei componenti della sua famiglia e Stiles ormai ne faceva pienamente parte. Ad un tratto, il petto del giovane cominciò a sollevarsi in modo irregolare e, quando Derek si girò a guardarlo, si rese conto che era scoppiato a piangere.
-N-Non capisci che non posso! S-Sai che tutti mi considerano strano! I-Io non... Non voglio che continuino ad odiarmi! Non voglio che anche tu cominci ad odiarmi!-
Cominciò a dargli dei pugni nel tentativo di farlo alzare, ma erano troppo deboli per causargli dolore, quindi lo lasciò sfogare, anche perché non durò a lungo. Il castano si aggrappò a lui con forza e Derek sentì il cuore stringersi in una morsa. Abbassando le orecchie, il corvino spostò il muso accanto al viso del ragazzo e, con docezza, gli leccò la fronte. Preso alla sprovvista dal suo gesto, Stiles divenne ancora più rosso e lo guardò imbambolato. I suoi occhi brillavano come stelle e, nel vederlo scosso dai singhiozzi e dal pianto, l'alfa lo trovò ancora più carino e lo baciò di nuovo sulle guance salate per asciugarle amorevolmente.
-Non potrei mai odiarti, Stiles. Io ti amo come sei-
Incredulo, l'altro cominciò a mutare poco a poco, ma poi bloccò la trasformzione e restò umano.
-N-Non possiamo! N-Non... T-Tu sei l'alfa e... e io...-
-Tu sei tu, per questo ho scelto te. Non importa cosa diranno gli altri. Non vorrò mai nessun altro-
Ed eccolo tornare alla forma giusta. L'intenso odore di volpe si mescolò istantaneamente al suo, unendosi anche a quello della pioggia, della foresta intorno a loro e Derek si sciolse. Appoggiando il muso contro la pelliccia bianca sul ventre ed il collo dell'altro, ci si strusciò contro, grazie al proprio udito poté percepirne anche il cuore battere all'impazzata, finalmente ogni cosa era di nuovo al suo posto. A un tratto, Stiles cominciò ad agitarsi e, poco dopo, sgusciò fuori dalla sua presa lasciando dietro di sé solo i vestiti fradici. Per un dolorosissimo attimo, il lupo nero temette di vederlo correre via attraverso la boscaglia e si preparò ad inseguirlo, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo fuggire, ma poi ne osservò le orecchie ed il naso vibrare per l'emozione, le pupille farsi più grandi, al punto da inghiottire le iridi color miele e, perdendo l'autocontrollo, cominciò a scodinzolare. Lasciandosi scappare una risatina, Stiles fece un balzo e tornò tra le sue zampe strusciandosi contro la pelliccia del suo collo, spostandosi lentamente verso il muso dove infine si fermò dandogli delle brevi leccatine affettuose.
-C'è solo una cosa che preferisco dell'essere umano...-
Trasformandosi, il castano gli portò le mani ai lati della testa passando le dita attraverso la sua pelliccia lentamente e poi, dopo avergli donato un ampio sorriso, lo baciò. Derek non perse tempo, tornò subito umano e strinse il corpo nudo di Stiles al proprio. Fu un bacio lento, si presero tutto il tempo per esplorarsi con le lingue, il corvino si godette le carezze del castano scorrere attraverso la barba, spostarsi lungo il collo, le spallle, il petto e continuare a scendere inesorabilmente. A propria volta, l'alfa ghermì tra le dita la schiena del compagno, poi i suoi fianchi ed infine il sedere spingendolo verso di sé, cominciando a strusciare l'intimità turgida contro la sua, quasi bestialmente a causa dell'impazienza. Non appena si separarono dal bacio per recuperare fiato, il capobranco ne approfittò subito per sollevare Stiles abbastanza da averne il petto a portata di labbra dopodiché ne ghermì un capezzolo, mordendolo e percorrendovi l'aoreola con la punta dellla lungua prima di lasciarvi un morso evidente.
-D-Derek...-
Era la prima volta che l'altro pronunciava il suo nome, non avrebbe potuto scegliere momento migliore per farlo. Prima che potesse farlo calare sul proprio membro, fu il minore a predere il controllo della situazione e, aggrappandosi alle sue spalle, si abbassò rilasciado un profondo gemito di piacere e dolore.
-Ti... Amo...-
Il corvino provò un'istinto bruciante dentro di sé e, tenendo saldamente il compagno, cominciò a dare le prime stoccate al suo interno mentre, con le labbra, si concentrò nel ghermirne uno dopo l'altro tutti i nèi a macchiargli la pelle. Ben presto Stiles fu coperto dei suoi morsi, ma anche Derek si ritrovò con la sua personale serie di segni di denti e artigliate. A quanto pare il suo volpacchiotto aveva una predilezione per le spalle ed il petto, in più, con le mani, finì per scarnificargli la schiena a forza di aggrapparvisi per non muoversi troppo e riuscire a farlo andare più in profondità. Sporchi di terra e fili d'erba, bagnati fradici a causa della pioggia, eppure bollenti, come fuochi vivi, continuarono quella danza carnale ed animalesca fino a notte inoltrata, fermandosi solo il tempo necessario per recuperare le energie, ma senza che al corvino fosse concesso di uscire dalle calde carni del castano. Ogni tanto passavano alla forma animale, ma solo per godere meglio dei propri odori mescolati, così forti da ubriacarli, accompagnati dal profumo ferroso del sangue reciproco versato. Era quest'ultimo infatti a mantenere lucidi i loro istinti primordiali e, nonostante le ferite inferte si rimarginassero in entrambi molto velocemente, non persero comunque l'occasione di leccarsele a vicenda, ciò li fece sentire ancora più uniti e li rassicurò, una coccola nata dal dolore e dal piacere. Derek si risvegliò alle prime luci dell'alba, infastidito da una libellula appoggiataglisi sul naso e, osservando la propria mano umana imbrattata di sangue e terra, per un momento rimase confuso, quasi annebbiato, ma poi sentì i capelli castani di Stiles solleticargli il petto e si ritrovò a sorridere. Vedere l'altro serenamente addormentato tra le proprie braccia gli fece ricordare tutto e lo riempì di gioia. Provò a muoversi per cercare una posizione più comoda, ma si rese conto di essere ancora dentro il ragazzo e si paralizzò. Erano entrambi sudati, sporchi e appiccicosi, non si era mai lasciato andare fino a quel punto, rendersene conto lo fece sentire incredibilmente vivo, libero, avrebbe voluto correre nella foresta fino a perdere il respiro ed ululare a tutti la propria felicità, ma si contenne. Abbracciò Stiles avvinghiandosi più stretto a lui e cominciò a strusciare il naso contro i suoi capelli ed il viso, noncurante di poterlo svegliare. Com'era logico, in poco tempo il ragazzo si svegliò, si stropicciò gli occhi e poi li sollevò nei suoi. Quando ne vide la tinta blu elettrica, Derek sentì il cuore partire all'impazzata e si abbassò quanto bastava per baciarlo.
-Sei il mio alfa, Stiles-
Autunno
Stiles aveva sempre amato l'autunno, l'intera foresta si trasformava in uno sterminato parco giochi in cui riusciva a mimetizzarsi alla perfezione grazie alla propria pelliccia fulva. Saltando da un mucchio di foglie all'altro, la volpe ne agguantò un paio in procinto di finire al suolo e poi scosse la testa tenendole saldamente fra i denti godendosi il loro scrocchiare nelle orecchie. Chiudendo gli occhi per concentrarsi su di esso, colse l'arrivo di qualcos'altro e, sorridendo fra sé e sé, cominciò a scavare nel tappeto autunnale con le zampe fino a crearsi un pertugio nel quale si infilò rapidamente. Attese tirando indietro le orecchie, grattando con gli artigli nel terreno per assicurarsi che non ci fossero sassolini intorno su cui sarebbe potuto inciampare e poi agitò i fianchi, pronto a balzare. Quando Derek entrò nella piccola radura lo fece con tutta calma, portando sulle spalle un grosso cervo senza la minima fatica, il che rese il rosso ancora più ansioso.
-Stiles, lo so che sei qui-
Appoggiando la preda in un angolo, il grosso lupo annusò l'aria intorno a sé e drizzò le orecchie. Trattenendo il respiro, Stiles rimase perfettamente immobile mentre l'altro si spostava nell'area circostante seguendo il suo odore, ma sarebbe stato del tutto inutile, aveva lasciato tracce olfattive ovunque appositamente per confonderlo.
-Vieni fuori, dobbiamo tornare al villaggio! Non mi va di giocare adesso!-
Il solito brontolone, forse un tempo si sarebbe lasciato convincere dal quel tono burbero e dal ringhio basso che il compagno emetteva direttamente dalle profondità della propria gola per incutere timore, ma ora le cose erano diverse. Sapeva che in realtà quella piccola caccia giocosa lo stuzzicava. Anche perché di rado riusciva a batterlo, era una questione di orgoglio ormai. L'occasione perfetta non tardò ad arrivare, il corvino si trovava poco distante dalla sua posizine, di spalle, intento a frugare nel mucchio di foglie in cui aveva nascosto parte delle prede catturate quella mattina, troppo distratto per accorgersi del suo impercettibile avvicinarsi. Il fulvo era ormai pronto a balzare, i muscoli tesi, i polmoni stretti per la mancanza d'ossigeno, ed ecco l'istante perfetto. Derek si voltò per proseguire la ricerca e fu allora che Stiles gli saltò addosso spaventandolo e spingendolo a fare un balzo indietro, era proprio il tipo di sbilanciamento di cui necessitava per ritorcere contro il lupo la sua stessa gigantesca mole e farlo capitolare sul tappeto di foglie instabile e scivoloso. Finendo sulla schiena, il corvino ringhiò seccato, ma fu un'arrabbiatura che non durò a lungo, a Stiles bastò struscirsi un po' sul suo petto e il compagno rilassò i muscoli e si lasciò leccare il muso senza nascondere il proprio scodinzolio.
-Odio questo gioco-
Brontolò girando la testa a lato, ma restando a pancia all'aria.
-La tua coda dice tutt'altro, Mister Sourwolf-
Ridacchiando, il fulvo cominciò ad impastarne il pelo con le zampe dopodiché si accucciò comodamente senza smettere di passare sul ventre del capobranco il muso e la folta coda in modo da marchiarlo ancora di più con il proprio odore. Ad un tratto, Derek si girò sul fianco e, poco dopo, Stiles fu intrappolato sotto di lui, metaforicamente visto che avrebbe potuto facilmente sgusciare via, ma non ne aveva alcuna intenzione, stava bene dov'era. Il lupo cominciò a a leccarlo lentamente ai lati della testa, sulla fronte, senza mai smettere di scrutarlo con quei suoi occhi blu elettrico, abissali e tenebrosi, eppure così pieni d'amore che Stiles non poteva proprio evitare di rimanerci incastrato. Quello era il suo posto, il suo mondo, il motivo per cui aveva a lungo vagato in solitudine, ben oltre il luogo in cui era nato, più lontano di quanto qualsiasi altra volpe avesse mai tentato prima. Una voce, sussurrando attraverso gli alberi, aveva chiamato il suo nome verso l'orizzonte conducendolo fin lì senza che stanchezza o fame potessero frenarlo o preoccuparlo in alcun modo. Ora sapeva il perché, Derek era il suo perché, tutto ciò che poteva chiedere alla vita era di essere libero e felice al suo fianco, insieme nonostante le proprie differenze.
-Derek...-
-Oggi cerchi proprio guai-
Il corvino lo guardò eccitato, aveva ragione. Stiles sapeva perfettamente che tipo di reazione provocava nell'altro venir chiamato per nome, ma non era proprio riuscito a trattenersi. Agitando la coda, la volpe solleticò i bassoventre del compagno rilasciando i propri feromoni e, in automatico, l'altro chiuse gli occhi e tirò indietro le orecchie emettendo un gorgoglio profondo e rilasciando un quantitativo di feromoni impressionante che il fulvo non ricordava di aver mai percepito prima. In quel momento, Derek si alzò di scatto e, scuotendo la testa, si allontanò dal fulvo lasciandolo interdetto.
-Che succede?-
Inclinando il capo, Stiles osservò il compagno tornare verso il cervo e lo seguì, frustrato ed abbastanza seccato a dirla tutta.
-Mi sembrava avessi piuttosto voglia poco fa. Che succede, Derek?-
Lo incalzò di nuovo, ma non ebbe l'effetto sperato, l'alfa infatti si fece scuro in volto ed accelerò il passo lasciandolo indietro.
-Non adesso, torniamo a casa-
Abbassando le orecchie e la coda, il ragazzo comiciò a preoccuparsi. Dall'altro aveva iniziato a liberarsi della negatività, la percepiva venire a sé e ciò lo fece sentire sempre più arrabbiato, così indietreggiò andando subito a recuperare la coppia di lepri grassocce che aveva preso poco prima. La distanza lo aiutò a mantenere il controllo, ma non la propria ansia. Doveva aver combinato qualcosa senza accorgersene, ma non riusciva a capire di cosa potesse trattarsi, se solo Derek non si fosse comportato come il solito acido brontolone, aprendosi con lui, avrebbero potuto chiarire e risolvere tutto subito. Senza dirsi neanche una parola o scambiarsi uno sguardo, tornarono al villaggio e, dopo aver depositato le prede, il ragazzo fece un altro tentativo con il corvino, ma quest'ultimo semplicemente lo ignorò tornando ai propri doveri di capobranco. Ritirandosi nella grotta, la volpe attese il ritorno del compagno per ore, desiderava solo avere un confronto con lui, ma il tramonto giunse senza che Derek si facesse rivedere e ciò lo preoccupò parecchio.
-Stupido Sourwolf...-
Accucciandosi, Stiles sbadigliò, ormai le prime stelle erano comparse nel cielo notturno e la stanchezza dopo la giornata di caccia si faceva sentire. C'era una splendida luna piena nel cielo, molto più grande del solito ed il suo consueto pallore si era tinto di rosso rendendola ancora più maestosa e minacciosa. Nel guardarla, si sentì formicolare nel profondo e finì ben presto preda del suo incantesimo. Il suo corpo cominciò a trasformarsi, divenne più grande, snello e la sua pelliccia si fece più accesa al punto che, le nove code che ora si aprivano a ventaglio alle sue spalle, sarebbero potute essere facilmente scambiate per un alto fuoco. Vari ululati si alzarono nell'aria catturando la sua attenzione, ma solo il più alto e feroce di essi lo spinse a correre verso il villaggio. Superò le case e proseguì oltre, verso la montagna, leggero e veloce come il vento, fino a quando non incrociò un profondo paio di occhi blu elettrico da dietro le sbarre di una prigione scavata nella roccia.
-S-Stiles...-
La bestia a chiamare il suo nome era ben più grande del suo Derek, eppure la voce era la sua, la riconobbe subito. Stringendo i denti, il lupo indietreggiò verso l'interno nascondendosi alla sua vista e solcò la parete della propria cella con un'artigliata.
-...va via! Finirò per farti del male!-
Non avrebbe potuto ascoltarlo nemmeno se avesse voluto farlo. Con quel corpo sottile fu semplice per la volpe passare attraverso le sbarre e, grazie alle numerose code, poté rilasciare nella stanza i propri feromoni con un'intensità da capogiro.
-Che carino... Ancora non hai capito che, quello davvero pericoloso fra noi due, sono io-
La luna rossa illuminò con i suoi raggi insanguinati la cella attraversando la volta stellata accarezzando i corpi dei due amanti, creando riflessi su ogni singolo pelo delle loro forme bestiali e poi lungo la pelle quando, ormai prossimi a compiere l'atto, tornarono umani. L'istinto ormai aveva preso possesso di loro unendoli per adempiere allo scopo primario che la natura impone ad ogni essere vivente. Al risveglio, né Stiles né Derek avevano ben chiaro cosa fosse accaduto, ma il fulvo non provò alcuna paura a riguardo e si ritrovò a dover rasicurare a lungo il compagno sul proprio stato di salute, mortificato di aver ceduto alla parte animale di sé.
-Per questa ragione volevo starti lontano durante la luna rossa... Sei proprio sicuro di non sentirti... strano? Diverso magari?-
-Te l'ho già detto, no. Non devi preoccuparti per me, ma la prossima volta dimmelo se ci sono problemi. Come oggi, lo affronteremo insieme-
Affermò con sicurezza baciando il corvino.
-Sì, insieme-
E, la promessa reciproca che si scambiarono quel giorno, contro le prime luci dell'alba, venne mantenuta, sia nel rigido inverno seguente, ma, in particolar modo, dopo di esso quando, in un gentile pomeriggio primaverile la loro grotta si riempì degli acuti ugiolii di cinque, teneri cuccioli.
Nota Autore
Voi non potete immaginare che epopea sia stata scrivere questa one-shot 😅 È la più lunga che io abbia mai scritto, ma non riuscivo a fermarmi! 😂
Era da una vita che volevo scrivere una Sterek e ringrazio @lilias14 per avermi proposto questa coppia nel primo capitolo 💚
Premetto che non ho mai visto Teen Wolf, ma ho letto molte storie su di loro ed ho fatto un bel po' di ricerche in modo che, sia la loro parte umana che quella animale fossero il più fedeli possibile. Se ho commesso errori in merito alla mia ignoranza, scusatemi e fatemeli pure notare 😅
Detto questo, ringrazio chi è arrivato fino alla fine e alla prossima one-shot!
Corvix ~
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