Le Pietre non Brillano di Giorno (#4)
Non potevo rimanere fuori dopo il buio, ed ovviamente men che meno potevo uscire di notte, ma Carlo un giorno mi chiese di incontrarlo alle prime ore del mattino, voleva farmi vedere una cosa speciale.
Fu così che iniziai anch'io ad uscire di nascosto e di notte. Dormivo nella stanza superiore a destra della villetta, vicino alla mia finestra non cresceva neanche un albero, c'erano degli alberi da frutta dietro la casa, ma vicino alla mia camera non c'era niente. Sarebbe stato comodo avere un albero, ero bravissima ad arrampicarmi sugli alberi. In compenso c'era il tetto della cucina esattamente sotto, quindi mi esercitati per diversi giorni a scendere e risalire. Uscivo dalla finestra e appoggiavo i piedi sul tetto, poi sfruttavo alcuni mattoni che sporgevano, e a terra c'erano tre mattoni posti a scalino. Stavo attenta che non mi vedessero e sfruttavo l'edera che si arrampicava all'angolo della casa.
La mia prima uscita notturna fu paurosa e fantastica. Alle due della mattina la luna, un piccolo spicchio, era alta nel cielo, e la notte molto buia. Appena mi posai per terra, guardai per istinto in alto e pur avendo visto molte volte il cielo notturno e le stelle, in quel momento fuori casa senza permesso e da sola mi parvero ancora più numerose e scintillanti, ed il cielo più nero del nero. Il solito sentiero che seguivo per andare al fiume, era irriconoscibile. Avevo sette anni e mezzo, e una immaginazione esagerata. Percorsi di corsa la strada fino al capanno del Vecchio, dalle sue finestre una fievole luce si alzava e scendeva, ed un filo di fumo usciva dal camino. Sembrava che la casa respirasse. Mi sedetti lungo il recinto di pietre per riprendere fiato. In lontananza sentì un gufo, poi silenzio, ed un attimo dopo rumori che non mi erano per niente familiari. Presi coraggio e imboccai il sentiero del piccolo bosco. Gli alti alberi platani e querce coprivano il cielo e la poca luce della luna e delle stelle. Gli animali che di giorno popolavano il sottobosco, erano certamente a dormire. Avanzavo allerta sgranando gli occhi per guardare meglio. Non sentivo più neanche i miei passi probabilmente stavo camminando sull'erba. Ad un tratto un ramo spezzato, e l'odore inconfondibile di pelo bagnato. "Lupi?" pensai, ma non era possibile il Vecchio mi aveva detto che non c'erano lupi in zona.
" Se vuoi un amico lupo devi cercarlo più a nord ai pendii delle montagne" mi disse un giorno il Vecchio... Un altro ramo spezzato e un fruscio tra il fogliame. "Forse il Vecchio si sbaglia... forse i lupi ci sono" pensai terrorizzata. I miei passi si fecero pesanti, contrariamente alla mia volontà di correre. Il muoversi di un ramo proprio davanti a me mi fece scattare come una molla cacciai un urlo e iniziai a correre a perdi fiato verso il fiume. Ero concentrata nella fuga e sentivo solo lo sferzare dei rami e i piedi che calpestavano le foglie facendole volare in aria.
"Aline, Aline fermati, fermati" Carlo era dietro di me, ma io non lo sentivo.
"ALINE" urlo' "FERMATI" finalmente mi raggiunse la sua voce, mi fermai di scatto e voltandomi lo vidi. Aveva una lampada in mano, e la sua borsa a tracolla che sembrava più piena del solito.
"Carlo..." avevo il fiatone e misi le mani sulle ginocchia per riprendermi.
"Perché sei scappata via appena mi hai visto?"
"Cosa?" dissi esterrefatta "Eri tu?"
"Si...Ti sei spaventata?"
Ora ero arrabbiata "Certo che si! Idiota! Mi hai fatto prendere uno spavento pazzesco!"
"Ah Ah Ah, dovevi vedere che faccia hai fatto" più rideva e più io mi arrabbiavo.
"Sei uno stupido! Me ne torno a casa!"
"No, no, aspetta, dai non ti arrabbiare." Mi prese la mano "Seguimi" Attraversammo il fiume salimmo il sentiero dietro i pini, seguimmo l'argine per un po' e poi ci addentrammo in una caverna.
"Carlo, ma ci vive qualcuno qui?"
"Boh..." illuminava la strada davanti a noi con la sua luce, controllava le pareti ed ogni tanto trovava dei segni, erano stati fatti da lui certamente. Prima di una curva si fermò si sentiva il rumore di acqua corrente, il suo viso era eccitato e felice "Ti piacerà ne sono certo!" Svoltammo e fu uno spettacolo magico. C'erano pietre che brillavano incastonate nella roccia alcune erano sotto lo scroscio dell'acqua, era la cascata della gola, il cielo e le stelle si vedevano attraverso di essa.
"E', è meraviglioso, è un posto bellissimo"
"Già.." disse tutto soddisfatto, mi prese la mano e me la fece passare sotto l'acqua gelida. "Di giorno è bello ma non è magico, le pietre non brillano di giorno".
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