Sempre E Per Sempre.


Sabato, 13 Luglio 2019.

"Mamma.." sento pronunciare da una piccola vocina, in maniera abbastanza goffa, quando apro la portiera posteriore della macchina.

Istintivamente sorrido, e sono sicura che i miei occhi si saranno illuminati come ogni volta che lo guardo. Lentamente, dopo aver sganciato tutte le cinturine di sicurezza, prendendo in braccio, dal seggiolino della macchina, un piccolo fagottino di un anno appena che sarebbe mio figlio.

Eh già, sono diventata mamma di un bellissimo bimbo di nome..

"Amore, hai preso Giorgio?" chiede una voce maschile al mio fianco.

Istintivamente scoppio a ridere. "Si amore, il piccolo è qui. Prendi per favore la borsa con il necessario?"

"Subito mio tesoro." esclama con voce teatrale.

"Che scemo che sei." dico facendogli la linguaccia.

Ecco, come dicevo, sono diventata mamma di un bellissimo bambino dopo nove mesi di matrimonio circa, praticamente subito, e che dire se non che la gioia era letteralmente immensa quando lo scoprì. Adesso, sono quasi due anni, esattamente un anno e nove mesi, che sono una moglie e madre a tutti gli effetti.
E' vero, ho solo ventitré anni ma.. che importa? Quando c'è amore, c'è tutto.

Mi guardo intorno, e dei ricordi risalenti a circa tre anni fa, mi tornano alla mente.
Mi sembra come se fosse accaduto proprio in questo momento e invece è passato così tanto tempo da quella volta in cui la sua voce, mi sussurrava dolcemente quelle note d'amore. Quelle note che ti facevano sorridere, quelle parole che ti coinvolgevano, quelle frasi che ripensandoci, un po' di malinconia te la fanno tornare.
Chissà che cosa starà facendo, se sta bene, se è felice.

E' passato così tanto tempo, sono cambiate così tante cose.

Eravamo così giovani, così spensierati. Avevamo fame d'amore, di sentirci completi l'una con l'altro. Volevamo sentirci importanti, volevamo essere i ricordi fervidi di una notte d'estate. Una notte d'estate che si prolungò per tutta la durata di essa. Un amore bizzarro, fatto di sotterfugi, di sorrisi, di risate, di desiderio.
E' stata una di quelle estati che difficilmente dimenticherò, o che forse, mai potrò fare. Pensavamo a goderci quei momenti e basta, eravamo giovani, non potevamo pensare alle conseguenze di quella che fu l'estate migliore della mia vita, della nostra vita.

L'estate dove quella canzone sussurratami all'orecchio, faceva danzare le note dell'anima.

"Amore, a cosa pensi?" chiede mio marito riportandomi con la mente sul pianeta terra.

"Oh a nulla caro, andiamo a prendere posto. Hai prenotato l'ombrellone vero?" chiedo mentre lentamente ci incamminiamo verso la passerella che conduce al mare.

"Certo tesoro, Giuseppe ci ha riservato il solito ombrellone, quello dove ti chiesi di sposarmi." mi sussurra all'orecchio mio marito lasciandomi un bacio sulla tempia.

Eh già, questa spiaggia porta con se moltissimi ricordi, uno più bello dell'altro.

Ricordo che era un tiepido giorno di novembre quando ci siamo conosciuti con mio marito, nel lontano duemila sedici ormai. Mi faceva la corte, lo si vedeva lontano un miglio, ma io non ero interessata, avevo ancora 'lui' per la testa, il mio migliore amico. Poi, non so nemmeno io come, mi convinsi, ed iniziammo ad uscire.
Da quella prima uscita, iniziai a scoprire la fantastica persona che realmente è.
Così, dopo esserci conosciuti per bene, a dicembre di quell'anno iniziammo la nostra storia d'amore. Una storia d'amore fatta di tanta dolcezza, coccole, comprensione e voglia di viverci per davvero. Parlavamo già di un futuro insieme.
Ed infatti, a maggio del duemila diciassette, vale a dire dopo cinque mesi di relazione, mi chiese di sposarlo, proprio qui, in questa spiaggia, al calar del sole.
Che emozione, che gioia che fu.
Dal giorno dopo, iniziò la corsa contro il tempo, in quanto lui aveva già fissato la data. Infatti il tredici ottobre di quell'anno diventammo marito e moglie.
Dopo nemmeno un mese, scoprì d'aspettare mio figlio, che proprio tre giorni fa, ha compiuto un anno.

E così lentamente, fra ricordi, risate e morsetti alle guance di Giorgio ed i piccoli rigurgiti di latte per le troppe risate che si è fatto, arriviamo sani e salvi all'ombrellone dove, come di consueto, Giuseppe ci fa trovare una piccola sdraio da mare solo per Giorgino.

"Oggi fa caldo eh.." urla Giuseppe dal chiosco bar appena ci vede, rivolgendosi a mio marito che annuisce mentre si toglie la maglia.

Lo guardo, e non posso fare altro che rimanere affascinata.
Lo amo e basta, in tutte le sue sfaccettature.
Amo il modo in cui mi guarda, il modo in cui mi tratta ed in particolar modo, amo il modo in cui ama Giorgio. Sono complici, migliori amici direi.

"Adesso papà gonfia il canottino va bene? Così ci facciamo una bella passeggiatina in acqua." e come sempre, Giorgio scoppia a ridere. Ha il sole dentro il cuore sto bambino.

Così, mentre i maschietti si preparano per la loro immediata nuotata in acqua, io lentamente mi libero del copricostume e tranquillamente, sfoggio il mio corpo di una donna che ha partorito un figlio. E' vero, non avrò un fisico perfettamente asciutto e marmoreo, avrò pure qualche smagliatura sulle cosce e nella pancia ma.. che ben venga. Ho dato alla luce un bambino, è la gioia della mia vita, mio marito mi accetta così per come sono, ed io mi trovo perfettamente a mio agio.

Un respiro caldo si avvicina al mio orecchio, per poi lasciarmi un bacio sul collo.

"Ti amo." sussurra mio marito per poi prendere nostro figlio in braccio, il canottino nell'altra mano e avviarsi con una piccola corsetta verso il mare.

Li guardo totalmente innamorata, mentre lentamente mette Giorgio nel canottino che inizia a far schizzare l'acqua. Così, mentre loro sono in riva a divertirsi, io sistemo le borse con le cose mie, di mio marito e di nostro figlio per poi distendere l'asciugamano sulla sdraio e sdraiarmici su.

Socchiudo gli occhi leggermente quando ad un tratto...

"Oddio la protezione solare a Giorgio." dico alzandomi di scatto.

E così velocemente la recupero da dentro il borsone e mi dirigo verso la riva richiamando l'attenzione di mio marito che, con viso colpevole di chi riconosce di essersi dimenticato una cosa importante, riporta nostro figlio alla postazione per l'operazione 'cospargiamo il fagottino di crema'. E dopo una decina di minuti, che sono sembrati eterni a causa dello sgambettare di Giorgio e del suo 'pannolino puzzoso all'ultimo secondo', riusciamo a sistemarlo nuovamente dentro il canottino, pronto per la sua avventura in acqua.

Finalmente posso rilassarmi, o così spero.

Mio marito è in acqua con Giorgio che ha la protezione solare, cappellino, occhiali in miniatura da sole per proteggerlo dai raggi UV, braccioli ed i nuovi pannolini che esteriormente sembrano dei costumini. Prendo un profondo respiro e li guardo da lontano, seduta sulla mia sedia a sdraio, mentre mi cospargo un po' d'olio abbronzante. Chi lo sa che riesco a prendere un po' di sole, sono bianca mozzarella.

Mentre che lo spalmo sulla mia pelle, a causa delle mani scivolose, la bottiglietta mi cade sulla sabbia, creando così l'effetto di 'flaconcino impanato'.
Butto la testa indietro e, con il sorriso di una donna che un attimo seduta non riesce a starci, mi dirigo verso la riva per ripulirlo e approfitto per dare un occhiata ai miei 'uomini'. Forse meglio dire un uomo ed un quarto.

Ridacchio fra me e me, e così, velocemente mi giro per ritornare al mio posto, quando ad un tratto, sento qualcosa sbattermi contro il che mi fa inciampare sui miei stessi piedi. Chiudo gli occhi istintivamente come a voler attutire una possibile botta ma.. questa non avviene.

"Signora mi scusi, non volevo urtarla, sta bene?" chiede una voce abbastanza preoccupata.

Ma quando riapro gli occhi, sento il cuore fermarsi di battere. Tutto potevo immaginare, tranne ciò.

Dopo quasi tre anni, rivedere quegli occhi così profondi, così intensi, così marroni, per me è un duro colpo. Dopo quasi tre anni, dove è sparito per la milionesima volta, me lo ritrovo davanti, con un fagottino fra le braccia.

"E tu che ci fai qui?" chiedo istintivamente sulla difensiva, rimanendo letteralmente con il fiato sospeso.

Vedo che sorride, a differenza mia, sistemandosi gli occhiali sopra il suo ciuffo castano un po' scombinato. Ad un tratto, il piccolo fra le sue braccia, si muove scombinandosi un po', ed io lo osservo mentre gli sistema il cappellino da baseball bianco in miniatura, la maglia con il pantaloncino in cotone blu e bianco stile marinaretto ed il ciuccio.
Li guardo entrambi nel corso dell'operazione, e devo dire che il neonato che ha fra le braccia gli somiglia tremendamente.

Una volta finito, il suo sguardo si posa su di me.

"Vedo che passa il tempo, passano anche gli anni, ma il tuo repertorio è sempre quello, mia cara Lulu." dice divertito guardandomi abbastanza curioso.

"Oh ti prego, non iniziare con il tua perché.."

"Perché non so mantenere gli aggettivi possessivi, non ne sono mai stato in grado." conclude lui per me, con un espressione un po' seccata.

"Ecco, appunto." dico io, non riuscendo a togliere gli occhi di dosso a quel bambino.

Lui lo nota, e così, gli lascia un dolce bacio sulla fronte sorridendo proprio come fa mio marito con nostro figlio. E' così piccolo fra le sue braccia, dorme beatamente come un angioletto.

"Tuo figlio è bellissimo.." dico spontaneamente, quasi incantata, senza però riflettere più di tanto alle parole uscitemi dalla bocca.

"E chi ti dice sia mio figlio?" mi domanda con sguardo di sfida.

Inizialmente rimango un po' colpita, quasi come se fossi stata colta con le mani nel sacco ma poi, la sua risata, mi fa quasi tranquillizzare.

"Ti sto prendendo in giro, scema." dice divertito scuotendo la testa. "Ebbene si, è mio figlio. Sono riuscito a coronare il mio sogno, finalmente." dice con voce sognante, ancora un po' incredula.

Istintivamente sorrido alle sue parole, sapendo quanto lui desiderasse crearsi una famiglia.
E adesso, me lo ritrovo qui, sulla spiaggia, con suo figlio.
Già, suo figlio.
Chi mai lo avrebbe pensato tutto ciò.

Ma nuovamente la sua voce, mi fa distrarre dai miei pensieri.

"Che coincidenza eh.. dopo quasi tre anni ci ritroviamo qui." dice lui grattandosi la nuca un po' imbarazzato. "Come stai?" chiede poi titubante.

Lo guardo, e noto il suo viso più cresciuto, il suo corpo più scolpito ed il suo sguardo più maturo.

"Sto bene." inizio.. "E' passato tanto tempo, sono cambiate tante cose.." dico un po' malinconicamente. "Adesso sei un uomo, sei padre e suppongo tu sia sposato." concludo con lo sguardo di chi tutto si sarebbe aspettato tranne ciò.

Praticamente il tutto è avvenuto in gran segreto?
O forse, sono io che non sono stata molto dietro al gossip negli ultimi tempi?

Lo vedo abbassare lo sguardo un po' imbarazzato, ma io sorrido istintivamente, capendo già la sua risposta. Lo conosco meglio di me stessa.

"Ecco io.. vedi Ludovica.." inizia, ma io lo interrompo cercando di metterlo a suo agio.

"Anche io sono sposata, ed anche io ho un bambino. Si chiama Giorgio, è l'amore della mia vita ed ha un anno." dico di getto, quasi come se fosse un qualcosa di liberatorio.

Vedo il suo sguardo oscillare da me, alle mie mani dove splende la mia fede di matrimonio.

I suoi occhi già grandi, si granano ancora di più.
Nemmeno lui se lo aspettava questo grande cambiamento da parte mia.

"Da.. da quanto.." inizia lui un po' confuso.

"Sono sposata da quasi due anni. In verità un anno e nove mesi esattamente, e sono madre da un anno. Praticamente subito dopo che mi hai piantata in asso come uno stronzo, perché avevi la testa chissà a chi o chissà dove, io ho conosciuto mio marito ed è stato amore a prima vista. Ti ricordo che ciò che trascuri diventa di un altro che sa apprezzarlo veramente." dico guardandolo duramente. "Così, dopo pochi mesi di fidanzamento, nel quale abbiamo capito che veramente non potevamo vivere nemmeno per un attimo separati, mi ha chiesto di sposarlo. Quando mi hai mandato quel messaggio, ero ormai agli sgoccioli per quanto riguarda i preparativi del matrimonio, infatti dopo una settimana circa mi sono sposata. Lo abbiamo organizzato nel giro di pochi mesi ed è stata l'esperienza più bella della mia vita. Il mese dopo le nozze ho scoperto di aspettare mio figlio, che proprio tre giorni fa, ovvero il dieci luglio, ha compiuto il suo primo anno di vita." racconto felice, radiosa quasi.

Ed il volto dell'uomo di fronte a me, man mano vado raccontando la mia storia, cambia da sconvolto a dispiaciuto, per poi passare ad uno sguardo mortificato ed infine gioioso.

"Sono felice per te Lulu e.. mi dispiace per.. per la mia stupidaggine. Eravamo giovani e.." ma io lo interrompo con un sorriso.

"Avevamo voglia di divertirci, di sentirci voluti. La cosa ci è un po' sfuggita di mano ma.. non fa nulla. Ti ho perdonato con quel messaggio, pensavo lo avessi capito testa dura." dico sorridente. "E poi adesso siamo entrambi felici no?" chiedo io.

Ed è un attimo prima di sentire un suo braccio circondarmi i fianchi e baciarmi la tempia un po' goffamente a causa del suo figlioletto fra le braccia.

"Mi sei mancata Lulu.." sussurra al mio orecchio, ed io, sento le lacrime salire.

"Anche tu.." ammetto io.

Quando siamo nuovamente faccia a faccia, vedo che ha gli occhi lucidi e.. come se fosse stato il tocco magico per rompere l'incantesimo, ci ritroviamo a scoppiare a ridere insieme, proprio come gli anni passati.

Iniziamo a parlare di lui, del fatto che si è ritrovato ad innamorarsi perdutamente di sua moglie da un giorno all'altro. Ha iniziato a fare la stagista con Barbara, la loro assistente, nel duemila diciassette ed essendo sempre in viaggio insieme, in particolare negli ultimi due anni, è scattata quella scintilla. Subito hanno provato una grande attrazione e dopo un anno di fidanzamento, hanno deciso di sposarsi. Qualche giorno prima della cerimonia, tenutasi ad agosto duemila diciotto, hanno scoperto d'aspettare un bambino ed infatti, eccolo li. Lo hanno chiamato Alessandro, ed ha tre mesi.

"E tu? Dove ce l'hai il piccolino tuo?" mi chiede curioso.

Dai suoi occhi, capisco che non vede l'ora di vederlo. Mi aveva sempre detto in passato, che se un giorno fossimo diventati genitori, saremmo stati degli 'zii acquisiti' per i corrispettivi figli. Così, mi giro velocemente e dopo un po' lo avvisto in braccio a mio marito che parla con un amico, suppongo.

"Eccoli, sono li." dico indicandoglieli in acqua.

Lo vedo sorridere, e poi guardarmi. Ha gli occhi radiosi, veramente tanto.

"Sono contento per te Ludovica, veramente e.." ma lo vedo fermarsi in quanto Alessandro è scoppiato in lacrime facendo cadere il ciuccio che io prontamente raccolgo. Appena controlla l'orologio, mi chiede scusa, e velocemente si dirige verso l'ombrellone dove presumo, ci sia la moglie.

Nel mentre io mi incammino verso il mio, per posare la bottiglietta con l'olio abbronzante. Ma.. due mani fredde, giusto una manciata di secondi dopo, mi fanno sobbalzare al contatto con i miei fianchi.

"Eccomi, dicevamo?" mi chiede tutto allegro. "Scusami per prima, ma è arrivata l'ora della pappa per Alessandro." conclude poi, sedendosi sulla mia sdraio.

"Ma prego, fai con comodo." dico sarcasticamente sedendomi poi di fronte a lui.

E rimaniamo così, a guardarci per dei secondi interminabili come due idioti.

"Ci avresti mai pensato?" chiedo io abbassando lo sguardo un po' imbarazzata.

"A cosa?" mi chiede.

"Che dopo tutto ciò che abbiamo passato, che abbiamo provato, che abbiamo.. fatto, ci saremmo ritrovati così.." dico semplicemente.

"Così come? Seduti su una sdraio al mare?" chiede con voce innocente.

Lo guardo sconvolta e scoppio a ridere. Mi mancavano le sue battute del cavolo.

"Ma certo che sei sempre lo stesso scemo di tre anni fa eh. Io intendevo così: entrambi sposati e con dei bambini." concludo inizialmente divertita ma poi con tono leggermente più serio.

Vedo che anche lui cambia tono. "No Ludovica, non me lo sarei mai immaginato. E' stato tutto così veloce che certe volte, guardando mio figlio nella culla che dorme, penso se è veramente la realtà, se è veramente mio." dice con occhi lucidi.

Annuisco comprendendo perfettamente ciò che vuole dire. Anche io molte volte guardando Giorgio fra le mie braccia o che va gattonando in giro, mi chiedo se tutto questo è accaduto proprio a me.

"Ti capisco, ti capisco perfettamente. Ma dimmi, in quale parte del mondo hai preso residenza fissa?" chiedo curiosa.

"Non dovresti nemmeno chiedermelo signorina. Anzi, mi scusi, signora." dice ridendo, ed io istintivamente, lo spingo per un braccio ma poi, mi ritiro.

"Che succede?" chiede preoccupato.

"Nulla, solo che siamo entrambi sposati e.. l'ultima volta che ti ho sfiorato è finita male." ammetto molto imbarazzata.

"Ma il passato ormai è il passato." dice sorridente.

"Sei sempre nel mio cuore tu.." rivelo con voce flebile.

E senza rendermene conto, mi ritrovo fra le sue braccia a piangere piccole lacrime.

"Ludovica.." sussurra lui stupito, per poi prendermi il viso fra le mani e costringermi a guardarlo negli occhi. "Ascoltami piccola.." continua asciugandomi le lacrime. "Ricordati, che la nostra è stata una storia d'amore breve ma intensa, una storia d'amore senza eguali. Ci siamo voluti tanto, ci siamo amati fino a perdere il fiato ma il destino aveva altri progetti per noi. Evidentemente, questo doveva rimanere solo ed esclusivamente un amore estivo, che ci porteremo nel cuore per sempre. Adesso entrambi siamo sposati, con dei bambini, e mi spiace che purtroppo ci siamo nuovamente persi ma.. adesso ti prometto che non ci perderemo più Ludovica."

Lo guardo con gli occhi lucidi. Con gli occhi di una donna che ha amato fino allo sfinimento, con gli occhi di una donna che ha visto la sua vita sconvolgersi in pochissimi attimi. Il destino ha riservato per noi questo piccolo giochetto, che ci ha fatto comprendere però che non potremmo essere altro se non amici. Dei buoni amici. Gli sorrido, un sorriso sincero e per un attimo, mi tornano le parole che mi disse tre anni fa..

"Voglio essere i tuoi ricordi più vividi di una magnifica estate, i tuoi sorrisi più belli durante i tuoi sospiri più profondi, ed i tuoi pensieri più intimi durante la notte fonda. Voglio semplicemente amarti Ludovica, amarti come nessuno ha mai fatto prima d'ora."

Un altra lacrima solitaria scivola lungo la mia guancia, e lentamente, mi volto verso l'uomo che adesso è mio marito. Lui non sa nulla di questo accaduto, e mai lo saprà. Per me, i ricordi di quell'estate, sono un qualcosa di veramente personale.

"Perché piangi Lulu?" chiede preoccupato. Ed effettivamente, le mie piccole lacrime si sono trasformate in un pianto.

"Stavo ripensando ai nostri attimi felici, sono passati tre anni, e in tre anni sono cambiate parecchie cose." dico asciugandomi gli occhi. "Voglio augurarti solo una cosa: che la donna che hai sposato, ti ami più di come io abbia fatto. Perché credimi mio caro, ti meriti tutto l'amore di questo mondo." dico sincera.

Lo vedo sorridere, un sorriso di chi capisce, di chi comprende, di chi condivide.

"Lulu, promettimi una cosa.." dice cauto.

Abbozzo una piccola risata. "Cosa devo prometterti adesso? Ho paura delle promesse che mi fai fare."

Anche lui scoppia a ridere. Poi però, mi prende le mani e mi sorride dolcemente.

Non è quel sorriso che rivolgeva a me, è un sorriso ancora più bello, ancora più intimo. E' un sorriso complice.

"Promettimi che riprenderemo a sentirci, a vederci, ad uscire tutti insieme magari. Perché ricordati, mia piccola Lulu, che tu sei sempre stata la mia più cara amica.." dice serio, ma io lo interrompo.

"Certo un amica con cui hai fatto..." ma lui mi interrompe a sua volta.

"Vuoi fare scandalizzare i bambini? E se fossero qui con noi?" mi rimprovera bonariamente.

"Ops.. chiedo scusa.." ammetto mortificata, e lui scoppia a ridere.

"Sono passati anni, ti sei sposata, sei diventata madre ma.. non sei cambiata per niente." dice divertito.

"Lo sai che non cambierò mai."

Sorride e poi, mi accarezza la mano guardandomi negli occhi.

"Lulu, se solo tu lo vorrai, sempre e per sempre dalla stessa parte, mi troverai."

E con queste parole, mi lascia un piccolo bacio sulla guancia, per poi guardarmi, alzarsi e, dopo avermi fatto l'occhiolino, dirigersi verso la sua postazione.
Da lontano, lo vedo salire quei pochi gradini che lo conducono al chiosco e li, vedo che si scambia un tenero bacio con una donna, che in braccio tiene il piccolo Alessandro.

E come per magia, sento un senso di pace interiore e capisco che il mio posto è proprio questo, al suo fianco, ma come amica.

Improvvisamente, sento un braccio circondarmi i fianchi ed una piccola manina toccarmi la spalla. Mi volto e davanti a me compare mio marito con mio figlio in braccio.

"Amori miei." sussurro dolcemente, rifugiandomi fra le braccia di mio marito che mi stringe forte a se dandomi un bacio sui capelli.

E' bello, bellissimo mio marito. Alto, fisico asciutto che mette leggermente in risalto i muscoli, capelli corti di un castano intenso e degli occhi che ti ci vorresti perdere di continuo.

"Con chi stavi parlando cara?" chiede curioso guardandomi.

Ed io mi volto lentamente, rimanendo sempre fra le sue braccia e baciando la manina di mio figlio. Guardo verso la direzione del chiosco, e lo vedo seduto mentre che dialoga tranquillamente con la moglie che sta cullando il loro piccolo.

"Stavo parlando con un mio vecchio e carissimo amico, dopo tre anni ci siamo rivisti." racconto, mentre lo vedo girarsi e salutare nella mia direzione.

"E' lui, tesoro? Quello che saluta?" chiede un po' curioso.

"Si, è lui." confermo, mentre vedo che mi indica sua moglie che a sua volta ci fa segno d'avvicinarci con uno splendido sorriso.

"Credo proprio che il tuo amico ci stia invitando a sederci con lui e sua moglie, suppongo. E' sposato?" chiede, ed io annuisco distrattamente.

Ed è proprio vero, mio marito ha ragione. Ci stanno facendo segno d'avvicinarci dove sono loro.
Così, dopo esserci scambiati uno sguardo di intesa, essermi messa il pareo, aver riposto tutto in borsa ed aver avvisato Giuseppe che ci stavamo momentaneamente allontanando, mi incammino con al fianco mio marito con in braccio nostro figlio, verso il tavolino dove sono seduti il mio amico e la moglie.

Appena arriviamo, ci accoglie con un grandissimo sorriso, per poi abbracciarmi e darsi un cinque con mio marito a mo di saluto. Subito dopo, lo noto che ammira emozionato il mio Giorgino che istintivamente si mette il dito in bocca per poi rifugiarsi sulla spalla di mio marito.

"Non ci vieni da me?" chiede con un finto broncio che richiama l'attenzione di mio figlio che, appena vede il broncio, come un riflesso, allunga le sue braccine verso di lui che a sua volta, lo stringe fortissimo a se.

Inutile dire o trovare descrizioni per questo momento, è semplicemente tutto perfetto.

Ma la sua voce, mi fa concentrare su ciò che sta dicendo a mio marito e adesso, anche a me.

"Ho raccontato a mia moglie di te, di voi e di Giorgino, e mi ha fatto venire la splendida idea di passare il resto della giornata insieme e magari, perché no, andiamo al ristorante insieme questa sera, che ne pensate?" chiede il mio amico, guardandomi felice, con gli occhi che brillano mentre mio figlio tocca i suoi occhiali da sole. E' un vizio, lo fa anche con me.

Ad un tratto, una voce femminile molto dolce, attira la mia attenzione.

"Era così felice mentre mi diceva di essersi rivisto con una sua cara amica. Solitamente questa enfasi la riserva solo con i suoi parenti o con i suoi fratelli d'avventura. Tu devi essere veramente speciale per lui." dice la donna con un sorriso dolcissimo.

Ed io, all'udire queste parole, le sorrido un po' imbarazzata.
Ma prima che potessi aprire bocca..

"Che sbadato. Ludovica, lei è mia moglie Cinzia." prende parola il mio amico, capendo il mio enorme imbarazzo.

"Piacere." diciamo entrambe all'unisono scoppiando a ridere. Cinzia è ancora seduta con il piccolo Alessandro in braccio e la carrozzina al suo fianco.

"Comunque complimenti per il vostro bambino. Con due genitori come voi, non poteva che venire un capolavoro." dico sinceramente.

"Oh cara, non devi nemmeno dirlo. Tuo figlio è adorabile, veramente. Quanto ha?" chiede timidamente.

La guardo sedendomi nella sedia al suo fianco e devo dire che è bella, veramente tanto e al fianco del mio migliore amico, ci sta divinamente.
E poi, sembra una donna d'alta classe, molto dolce e gentile, che tiene a se e alle persone che la circondano.
Sembra pure simpatica ed ha un sorriso coinvolgente.

"Giorgio ha un anno fatto da tre giorni." le dico e lei stupita mi dice che le sembrava più grande.

Così, iniziamo a parlare fin da subito, scoprendo che abbiamo la stessa età e molti interessi in comune ma.. la voce del mio amico, mi distrae per l'ennesima volta dai miei pensieri.

"Lulu, capisco che voi donne abbiate la colla e la strana capacità di iniziare a discutere per tre giorni di fila e credimi, sono felice che con mia moglie ti trovi bene ma.. non ce lo presenti tuo marito?" chiede ridendo mentre Giorgio si avvicina piano ad Alessandro e gli lascia un bacino sulla testa.

Ammiro questa scena, come tutti noi presenti ma poi, ripensando a ciò che ha detto scoppio a ridere.

"Scusate ragazzi, che sbadata. Lui è Antonio, mio marito e lui è la piccola peste che credo abbiate già capito si chiami Giorgio." dico indicandoli a Cinzia ed al mio amico.

Cinzia e Antonio si stringono la mano, mentre Giorgino mio se ne rimane a fissare con occhi grandi grandi Cinzia che gli sta baciando la manina.

Nel mentre, vedo al mio caro e vecchio amico sorridere.
Un sorriso soddisfatto, un sorriso compiaciuto. Un sorriso simile a quello di un fratello che rimane compiaciuto, seppur geloso, della scelta che la sorella ha fatto.

Vedo che toglie i suoi immancabili occhiali da sole per poi porgergli la mano.

"Piacere Antonio, io sono Piero, Piero Barone." dice sorridendo.

Inutile descrivere lo stupore di mio marito quando ha collegato faccia e nome.
Per non parlare delle domande sul perché non gli avessi mai parlato di lui, a cui si è aggregata Cinzia, e del perchè non fossimo mai andati ad un loro concerto vista la grande amicizia.

A quella domanda, sia io che Piero ci siamo guardati negli occhi abbastanza imbarazzati, per poi uscircene con un.. "non c'erano più posti disponibili".

E così, proseguiamo quella giornata come due coppie d'amici che si conoscono da tanti anni, fra le mille risate ed i tanti aneddoti raccontati da Piero su Ignazio e Gianluca, che a quanto pare, con le rispettive donne, Alessandra e Martina, stanno iniziando anche loro a parlare di matrimonio. Quanto mi mancano quei ragazzi, li ho visti veramente poche volte ma sono di una simpatia e di una bontà unica.

Ma la cosa migliore di questa giornata, oltre ad essermi riconciliata con Piero, è vedere lui e mio marito ridere e scherzare insieme, e questo non può che rendermi piena di gioia.

E così, un altro ricordo importante si aggiunge alla lista delle estati indimenticabili. Un altro ricordo che farà vibrare il mio cuore e le note dell'anima, sempre e per sempre.


*************

Ebbene miei tesori, siamo arrivati qui, alla fine di questa breve ma intensa avventura. *-*

Inutile dire quanto io in questo momento sia commossa, perché mi ci sono veramente affezionata tantissimo a questa storia. E' stata un esperienza memorabile, e tutto grazie a voi. *-*

Quindi GRAZIE, GRAZIE GRAZIE. *-*

Grazie per avermi supportata in questa piccola avventura;
Grazie perché alla fine, lo scoprire il protagonista si è rivelato quasi un gioco;
Grazie perché mi mostrate costantemente tantissimo affetto. *-*

Ma adesso, passiamo alla storia. *-*

In molte inizialmente avete pensato a Gianluca per via dei modi di fare galanti del nostro ragazzo, ma purtroppo un piccolo dettaglio ha fatto in modo che non sia stato lui, ovvero, quello della patente.

Altre, pensavano fosse Ignazio per via dei modi di parlare, di agire, di come si atteggiava con Ludovica. Mi avete fatta morire con le battutine sul suo conto, come mi avete fatta intenerire quando avete detto che Ignazio è molto geloso delle cose sue, e quindi poteva essere un ipotesi valida. Ma Ignazio, non è nemmeno.

Molti indizi erano facilmente confondibili con Ignazio e Gianluca ma.. il modo di guidare, il modo di parlare, l'essere autoritario, il suo bellissimo fondoschiena, i vestiti, il ciuffo, gli occhiali da sole e chi più ne ha più ne metta, se ci fate caso, si rifanno a lui. Certo, magari il fattore del gelato con la brioche, vi ha un pochino destabilizzati ma.. esistono gli alimenti adatti, e molte gelaterie ne sono fornite.

Quindi, alla fine, dopo miriadi di ipotesi, abbiamo scoperto che il nostro misterioso protagonista, è proprio lui: Piero. *-*

Spero che nessuna ne sia rimasta delusa, siete state tutte bravissime e mi avete fatto delle osservazioni veramente magnifiche ragazze. Complimenti a tutte, e ancora grazie. *-* Certo, devo pur ammettere che sono stata anche un po' cattiva perché cercavo di togliervi dalla strada giusta ahahah ma alla fine, ci siamo divertite spero. *-*

Ci tenevo a precisare una cosa comunque.
Alcune di voi, avevano capito già a metà storia, che non ci sarebbe stato un lieto fine fra Piero e Ludovica. Il che è vero. Perché questa storia, è una storia che esalta i veri valori dell'amicizia, ovvero il perdono e l'affetto incondizionato.
Perché in un amicizia si potranno commettere errori, ci si potrà allontanare, ci si potrà anche urlare contro ma.. se c'è veramente un legame profondo, che va oltre tutto ciò, hai veramente fra le mani un tesoro inestimabile. *-*

Con questo, concludo qui le mie spiegazioni riguardo 'Le Note Dell'Anima', ringraziandovi ancora una volta per tutto ciò che avete fatto. *-*
Spero che sia stata un avventura piacevole e che, per chi ha iniziato a seguirmi adesso con questa storia, mi segua anche con l'altra mia storia. Si perché dalla prossima settimana, tenetevi pronti alla ripresa de 'L'amore Si Muove'. *-*

Ancora grazie infinite miei tesori, siete stati magnifici. *-*

Un bacione enorme, Alessia. *-*

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