Capitolo 5 Le ninfe al laghetto

La venuta di Alcyone sul pianeta non poteva essere delle peggiori; la pleiade giunse a velocità smodata precipitando come un meteorite. L'atterraggio lasciò un cratere fumante, scatenò un boato e fece tremare la terra, ma di tutto ciò alla ninfa non gliene poté fregare di meno.

Miraglio si mise la mano sulla fronte e sospirò: «Quella è arrivata per davvero...»

Pelago la guardò e le disse: «Che facciamo? Ce la filiamo e la lasciamo sola soletta col Cataclismio?»  

La driade annuì: «Sì dai, torniamocene a casa.»

Lo strano duo si dileguò dal campetto lasciando il povero faccione nelle grinfie dell'impetuosa pleiade.

Sulla strada del ritorno però, qualcosa interruppe il loro cammino: dal terreno sbucò fuori una caverna a forma di teschio, dalla quale uscì una fanciulla eterea dai lunghi capelli candidi, occhi rossi e due fiori di crisantemo adornavano il suo capo. Le vesti erano logore e lo sguardo triste e spaventato. 

Miraglio le chiese: «E tu chi diavolo saresti?»

«Voi piuttosto!» rispose la misteriosa fanciulla disperata: «Che accidenti avete combinato‽ Vi rendete conto che siamo tutti in pericolo‽ Hecate è furibonda!»

«Hecate? Ma chi, quella lugubrona dell'oltretomba?» disse Pelago: «Noi non abbiamo fatto nulla, siamo state ricattate da quella babbiona di Alcyone! Tu piagnona, dicci chi sei!»

«Io sono Gaspanina la lampade, però potete chiamarmi Ni...»

«Gaspa!» Tagliò corto la driade: «Sicché tu saresti un'abitante di quel mortorio?»  

«'scolta Gaspa...» aggiunse la Nereide: «Non so che cosa voglia quella darkona della tua capa, ma noi ce la filiamo. Piuttosto, quando scomparirà quel faccione scheletrico dal terreno? Mette soggezione sai? Siete tutte strane voi allampanate, neh?»

La lampade sbottò, in preda a una crisi isterica: «Ma mi state ascoltando, voi due‽»

Miraglio la stroncò: «Dacci un taglio Gaspa! Fa' sparire quel coso che deturpa il paesaggio...»

Gli occhi della ninfa dell'oltretomba divennero rosso sangue ed ella urlò: «TI TIRO UN TESCHIO!»

La mandritta di Gaspanina pescò all'interno di un varco dimensionale e tirò fuori un teschio che venne lanciato a tutta velocità contro la crapa della driade, la quale cadde tramortita.

Pelago vide la comare a terra con un bel bitorzolo in testa e rise: «Tanto su di me quella roba non funziona!»

La lampade non se lo fece ripetere due volte, materializzò la sua torcia spiritica e le scagliò contro un fuoco fatuo, il quale avvolse la nereide paralizzandola.

Gaspanina guardò le due, con aria tronfia le sfidò: «Volete fare ancora le gradasse con la sottoscritta‽»

La ninfa dell'acqua volle controbattere ma si udì un messaggio proveniente dallo smartnereid: «Tornate subito al laghetto, disgraziate!»

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