𝟕. 𝐈 𝐬𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐛𝐨𝐦𝐛𝐞 𝐚 𝐨𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐞𝐫𝐢𝐚
Claire sta passeggiando avanti e indietro per il salotto del mio appartamento da più di dieci minuti. I capelli biondi le fluttuano sulle spalle, come spighe di grano cotte al sole, disseccati dall'aria viziata di una sera da dimenticare. Gli occhi, di un verde bosco più fitto del solito, schivano ostinatamente i miei, mentre nasconde le mani nelle tasche della giacca.
Non si sente altro rumore all'infuori del sonoro tacchettio dei suoi stivaletti beige sul pavimento di marmo, dato che entrambe conserviamo un silenzio rigido come un inverno siberiano.
<<Beh?>> Quelle tre lettere sfuggono d'improvviso al sigillo. Schizzano via dalle labbra come un proiettile e finiscono per trapassare il mutismo cocciuto della bionda, che si immobilizza di fronte a me. Mi studia per qualche istante, per poi decidere di lasciarsi cadere pesantemente sul divano come una bambola di pezza. Posa le mani in grembo e incomincia a torturarsi le pellicine con le unghie perfettamente laccate.
<<È stato Adam a scoprire che William mi tradiva>> esordisce finalmente, senza alzare gli occhi. <<E a starmi vicino nel momento peggiore della mia vita.>>
<<Frena, Claire.>> Confusa, mi piazzo di fronte a lei e levo una mano in aria per zittirla. <<William ti tradisce? E con chi? E perché io, che sono la tua migliore amica, non ne sapevo niente?>>.
Ma soprattutto: cosa c'entra il mio fidanzato in tutta questa storia?
Per il momento decido di tenere per me la domanda più importante. Forse perché non mi sento ancora all'altezza di affrontarne la risposta.
La bionda, ad ogni modo, sembra essere già stata punta sul vivo dalla mia serie concitata di interrogativi.
Si leva in piedi, sovrastandomi con la sua altezza. Le sue gambe chilometriche fagocitano con facilità il mio metro e settanta. A pochi centimetri da me, mi guarda dall'alto in basso con fare borioso.
Pare estremamente irritata, sebbene non riesca a comprenderne il motivo. Anzi, ad essere precisi, non riesco proprio più a capire cosa stia succedendo.
Prima si offre di chiarire la situazione, poi decide di nascondersi nei suoi silenzi. E, infine, quando finalmente pare essere giunta l'ora della verità, reagisce come se un serpente l'avesse morsa dall'interno.
Mentre continua ad osservarmi, due torrenti di veleno traboccano dai suoi occhi verdi. Si riversano sulle sue gote rosate, rilasciando una scia raccapricciante, che culmina nell'espressione accartocciata di chi è inequivocabilmente pronto ad armarsi; ad attaccare con parole taglienti.
All'ultimo istante, tuttavia, quando già incominciavo a intravedere l'ombra di un coltello affilato sulla punta della sua lingua, Claire sembra fare un passo indietro. Anziché sguainare la metaforica spada, decide di riporre le armi nel fodero.
E mi abbraccia.
Il gesto è talmente inaspettato da lasciarmi stordita. Inerme e sempre più confusa.
Sono probabilmente fatta della stessa sostanza del ghiaccio, mentre mi rifiuto di ricambiare quello che ha tutta l'aria di essere l'abbraccio di Giuda.
<<Avrei dovuto parlartene prima, hai ragione>> mugola dopo qualche secondo di silenzio, con le braccia ancora ormeggiate attorno al mio collo. <<Sei la mia migliore amica e...>>
<<Hai detto che è stato Adam a smascherare William...>> la interrompo, scrollandola di dosso senza troppe cerimonie.
<<È così>> conferma. <<È stato lui a trovarlo tra le braccia di quella... stronza che diceva essere la sua migliore amica. Adam mi ha confidato che aveva sospetti già da un po' - come me del resto. Ma William è pur sempre il suo migliore amico e ha voluto credere fino all'ultimo nella sua buona fede. Finché non li ha trovati avvinghiati nel bagno del locale...>>
Claire si butta nuovamente sul divano, come se il ricordo pesasse troppo per riuscire a continuare a reggersi sulle gambe. Poi, dopo aver immagazzinato una buona quantità d'aria, riprende a raccontare: <<È successo verso la fine di luglio. Quella sera - come molte altre volte - anziché raggiungerci al Lavo, hai preferito rimanere a casa a leggere un libro che avevi appena acquistato. William, Adam ed io, invece, abbiamo cenato insieme. Più tardi ci hanno raggiunto altri amici e conoscenti, tra i quali anche lei: Ariel.>>
La voce della bionda si spezza quando pronuncia il nome della rivale e la sua espressione si corruga in una smorfia sofferente.
Nonostante dubbi e sospetti, mi è impossibile non provare pietà per lei. Il cuore palpita di rabbia nei confronti di quell'Ariel, mentre davanti agli occhi compaiono chiaramente immagini dei suoi boccoli rossi come un campo di papaveri.
La storiella della "migliore amica" non ha mai convinto neppure me, a dire la verità: ogni qual volta vedevo Ariel ancheggiare pericolosamente con le sue curve scolpite, muoversi sui tacchi con la leggiadria di una ballerina, o fissarmi apertamente con quello sguardo di zaffiro, avevo la sensazione che nessun uomo sarebbe mai riuscito ad esserle solo amico.
<<Ho flashback piuttosto confusi sul resto della serata>> prosegue Claire. <<Come al solito, avevo bevuto parecchio. Ricordo solo lo sguardo indiavolato di Westwood farsi sempre più vicino; la sua mano afferrarmi per il polso e trascinarmi via dal locale, mentre un William disperato, con la camicia allacciata male e la faccia macchiata di rossetto, urlava il nome di Adam. E il mio. All'inizio non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Ma quando ho visto Ariel e il suo abito succinto coprirla meno di quanto avrebbe dovuto, ho compreso. E sono fuggita con Adam.>>
Claire si prende ancora qualche minuto di pausa. Respira in maniera ansante, intermittente. A tratti sembra singhiozzare silenziosamente, come se gli organi interni stessero piangendo al posto dei suoi occhi di bosco.
Dovrei abbracciarla. Confortarla. Ma il gelo che si è riversato all'interno continua a bloccarmi gli arti, impendendomi qualsiasi movimento.
E dopo qualche secondo, quando la mia amica del cuore riprende a parlare, mi rendo conto che il mio corpo, il mio istinto, in qualche modo, sapevano esattamente cosa non era il caso di fare.
<<Mi sono risvegliata a casa di Adam, in una delle stanze degli ospiti, con un mal di testa disumano e nessun ricordo a chiarire come ci sia arrivata>> confessa.
Mi allontano da lei di qualche passo e mi volto, dandole le spalle, incapace di continuare a guardarla in faccia.
<<È stato lui ad aiutarmi a ricordare: i miei erano fuori città per le vacanze e, visto la situazione, non voleva che rimanessi sola>> riprende subito il discorso la bionda, impedendo ai miei pensieri di imboccare un cammino che mi avrebbe sicuramente condotto ad un burrone senza fondo. <<Ero ubriaca persa e temeva che potessi commettere qualche sciocchezza. O forse si sentiva anche un po' in colpa per William, dato che è il suo migliore amico. Ad ogni modo, si è preso cura di me e gliene sono grata.>>
Le corde annodate intorno alla gola sembrano stringersi sempre di più e, ogni secondo che passa, mi tolgono un po' il respiro. Ma mi impongo finalmente di intervenire: <<Hai detto che ti è stato... vicino.>>
<<Non so come avrei fatto quella notte senza di lui, davvero. È stato semplicemente...>>
Mi volto di scatto. Il mio sguardo palesemente grondante di rabbia e sofferenza in egual misura è un tuono che la zittisce all'istante. Non mi rendo nemmeno conto di star digrignando i denti finché non sento dolermi la mascella.
La voce ormai ridotta a un ringhio, mi decido ad essere finalmente diretta: <<Quanto vicino, Claire?>>
La tua migliore amica se la fa con il tuo fidanzato e tu non ne sapevi niente. Risvolto piuttosto banale, non trovi, Jones? La voce arrogante di Adam si fa strada nella mia testa, in maniera talmente realistica da farmi accapponare la pelle. La sento rimbombare ovunque, allo stesso ritmo concitato del mio flusso sanguigno.
Mentre attendo la sentenza che potrebbe marcare radicalmente la mia esistenza e sbarrare definitivamente la via di ritorno ad Adam, non avverto nient'altro, a parte il battito delirante del mio cuore.
Le labbra naturalmente rosse della bionda sembrano aver assunto un'espressione sbigottita, mentre continua ad osservarmi senza pronunciarsi. Dopo diversi minuti, la sento sussurrare: <<Non starai insinuando...>>
<<Sì, Claire, insinuo. Insinuo eccome.>>
Il mio sguardo strilla e scalpita. La odia, la incenerisce, la sta già prendendo a pugni al posto mio. Ma il tono di voce rimane freddamente basso, immobile, come una lastra di ghiaccio pericolosamente sottile: un unico passo falso e la bionda cadrà tra le braccia mortali dell'acqua gelida.
<<Pensavo avessi capito...>>
<<Capito... cosa?>> La voce che raggiunge il picco di asprezza, il tono più affilato di una stalattite. <<Che la mia migliore amica se la fa, a mia insaputa, con il mio fidanzato da chissà quanto tempo?>>.
All'improvviso la bionda sembra sostituire nuovamente la maschera: la smorfia sbalordita lascia il posto ad uno sguardo glaciale. Quando incrocia le braccia al petto, restando a studiarmi in silenzio, vengo letteralmente travolta da una nuova ondata di freddo anomalo.
L'autunno sembra aver già ceduto il passo all'inverno. La temperatura precipita a picco, come se avessimo spalancato tutte le finestre del mondo e lasciato entrare ogni grammo di aria pregna di gelo, incuranti del freddo. Non mi stupirei di vedere danzare qualche fiocco di neve in giro per la stanza.
<<Se fossi Alice, credo che a questo punto mi ritroverei a dire qualcosa di banale tipo: stai scherzando? Non potrei mai! Oppure del genere più articolato, come: sei la mia migliore amica! Sai che non toccherei Adam nemmeno con un dito...>> dice, scimmiottando la voce della terza componente del gruppo.
<<Arriva al punto.>>
<<Non potrò mai essere l'eroina della tua storia, Jones, perché quel posto è già riservato. Ma non sono nemmeno così stronza da rubarti Westwood. So cosa significhi essere traditi e credo fermamente che nessuno dovrebbe passare per le strade che ho percorso io. Tuttavia...>>
<<Tuttavia?>>
<<Ti voglio bene, Skye, davvero. Devi credermi. Ma ad essere sincera... penso che non meriti Adam.>>
<<Questa sì che è una frase da vera amica>> ribatto con pungente ironia. Gli occhi ormai ridotti a due fessure quasi invisibili.
<<Quando tutti quei segreti che ti premuri tanto di occultare verranno a galla, onestamente, chi credi verrà ferito per
primo?>>
Colpita all'improvviso dal funesto iceberg, la voce mi si smorza in gola. A differenza del Titanic, io cado a picco in un istante e finisco per venire inghiottita dalle mie stesse acque mortali.
<<Non so cosa tu nasconda di preciso>> continua a colpire la bionda, incurante di aver già centrato il bersaglio. <<E non sono nemmeno affari miei. Ma so - per esperienza - che i segreti non sono basi affidabili su cui costruire relazioni.>>
Dice di non essere a conoscenza della verità. Eppure, esattamente com'è successo questa mattina con Adam, avverto la sensazione che anche lei sappia più di quanto dovrebbe.
Forse sto diventando semplicemente paranoica in maniera viscerale. Ma, improvvisamente, mi pare di intravedere maschere ovunque, impresse a fuoco sul volto di chiunque, come se mi trovassi catapultata in un'interminabile giornata di Carnevale.
E, per oggi, credo di averne davvero avuto abbastanza di segreti, confessioni e colpi di scena.
Stanca di starla ad ascoltare, mi dirigo a grandi falcate verso la porta d'ingresso. La spalanco completamente, invitandola ad uscire in maniera silenziosa.
La bionda, tuttavia, rimane immobile. Il fondoschiena affondato nel mio divano di pelle nera, sembra non aver colto l'antifona.
<<Puoi anche cacciarmi di casa, ma a nulla servirà chiudere gli occhi di fronte la verità: ha incominciato a fare troppa luce perché tu riesca a continuare ad ignorarla.>>
<<Al momento, però, farà scomparire te dalla mia vista. È già qualcosa>> mi obbligo a ribattere, sebbene senta le spire del serpente farmisi sempre più strette intorno al collo, tanto da strozzarmi le parole.
Alla fine, quella che fino a poche ore fa consideravo la mia amica del cuore, capisce che è arrivato il momento di uscire di scena.
Tengo gli occhi fissi nel vuoto mentre mi si avvicina, restia nel guardarla. Prima di varcare definitivamente la soglia, tuttavia, si ferma di nuovo accanto a me.
<<So che adesso mi ritieni una stronza senza cuore. Una traditrice. Ma credimi: voglio bene a te così come ne voglio ad Alice. E ad Adam. A lui devo la verità e il conforto in giorni bui. Niente di più, niente di meno.>>
Vedendo che non rispondo, si pronuncia un'ultima volta: <<I segreti sono bombe ad orologeria che, quando meno te lo aspetti, esplodono, facendo a pezzi chiunque si trovi nei paraggi. E io non voglio che qualcuno di voi si faccia male. Perciò, spero che tu sappia come disinnescarli.>>
Finalmente, la bionda mi sorpassa, lasciandosi la porta alle spalle.
Rabbia e delusione concentrate unicamente nelle mie braccia sottili, la sbatto violentemente, quasi a volerla scardinare.
Poi, ormai priva di forze, mi lascio scivolare sul legno, come una goccia di pioggia su un finestrino lurido.
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