Gli YA
Questo pezzo mi metterà in cima alla lista delle persone più odiate di Wattpad, ma mi tocca scriverlo per un paio di motivi.
Il primo e' che sono rimasta veramente colpita dagli YA che ho letto. Era ora che pubblicassi una recensione della materia, ma nessuna opera mi è mai parsa sufficientemente solida per consigliarne la lettura sino in fondo. I testi che menzionerò da soli non sono solidi, ma in qualche modo tutti poggiano su un qualche tipo di roccia che merita menzione.
Poi, perché l'avevo preannunciato a @Dyonisia che avrei scritto qualcosa in materia (infatti questo mio segue quello che ha scritto lei), e perché, proprio lei, quella disgraziata, mi aveva introdotta a Junji Ito.
Vi direte "Chi è sto' Junji Ito?"
Junji Ito. È uno scrittore di manga. Ne ha scritti tanti. Uno in particolare risalta nella sua produzione, che si intitola Uzumaki.
E allora voi direte "Ah!Manga! Young Adult! Bene! Saranno hentai!"
No, non sono hentai: sono manga dell'orrore.
Uzumaki, particolarmente, è un manga che parla di ossessioni. O meglio di auto ossessioni. Parla del vuoto cosmico che, per cause personali o pregresse, alberga nella persona che è ossessionata da se stessa.
"Ecco!", già vi sento. "La solita critica meschina degli YA come luogo dell'incapacità di guardare al di fuori di se stessi, al di là del proprio naso".
Calma. Dico, calma gente. Dico calma perché, vedete, ho imparato, sto imparando, ad apprezzare quello che si vede al di qua di questo naso.
Prima definizione degli YA: sono uno specchio dove vedere riflessa l'immagine di chi scrive. Certo: difficile da cogliere. È un po' come guardare quelle figure che nascondono un ologramma sotto un'immagine a due dimensioni.
Mentre, storicamente, nei libri di pregio, l'immagine di chi scrive deve essere ben nascosta, anche in piena vista, dietro alle immagini della storia, negli YA avviene un po' il contrario. L'immagine di chi scrive è nascosta malamente, nei meandri di una storia che spesso quasi non esiste. Anzi, chi scrive, è il vero protagonista della storia.
Però ci vogliono occhietti aguzzi...oh! Occhietti belli aguzzi per guardare bene. Oltre agli errori di grammatica e di logica, agli svarioni nel costrutto narrativo, alle lunghissime descrizioni di sesso e corteggiamenti (che spesso non sono per niente sexy) per giungere al cuore di chi scrive.
È sempre un bel vedere? No. Ma, incredibile: è un vedere sempre vero.
Esempio 1: Two Worlds, di TombRaider0
Partiamo dalla giovane sicula che non ha idea di che senso abbia la vita (capita spesso, a qualsiasi latitudine). Che si sente enormemente sfigata. Per la quale le coordinate dell'essere quello che non è sono: una pletora di bei ragazzi, un padre che le ha lasciato un potere alieno (addirittura l'unica famiglia in grado di governare mezzo universo). Sfigata si, ma fieramente. Infatti il suo libro di fantascienza lo fa partire dal parco pubblico sotto casa. Il motivo? Nessuno: mi ha detto "Ma perché, un libro di fantascienza non può iniziare in Sicilia?" (dove arriva questo padre alieno, sbarcato prima in Alaska, con un nome che, pare, faccia tremare il cosmo intero: De Sanctis). "Sarà mica razzismo il suo?" Mah, non so: se un libro di fantascienza dovessi farlo iniziare a Pinerolo mi verrebbe da dire che gli alieni sono sbarcati per farsi un bicchiere di quello buono. In Sicilia, per cosa, i cannoli? Ma no! In Sicilia sono sbarcati per Lei! Tutti quei bad boys da Giove! Che la maltrattano, la calpestano. Ma lei resiste. Immacolata e bella! Tutto nel nome della guerra intergalattica contro i Grigi.
Insomma la storia è pessima, ma con un po' di metaletteratura si vede la protagonista, che è l'autrice, come un personaggio di Tolstoj. Una persona sola.
Si vede come quelle coordinate un po misere della sua storia, siano in realta' quelle della sua misera esistenza (nessuna ironia qui, benvenuti nel club), quella senza bad Boys.
En passant, per il livello di violenza che e' disponibile ad accettare da chi la circonda, credo un pochino sia anche una ragazza con il cuore un po' oscuro. Ma sono cosi' gli YA: libri pieni di un qualche tipo di cuore, che alle volte va preso con le pinze: chi tocca muore.
Esempio 2: Il Rumore Delle Ombre di occhidifuoco01
Bellissimo. Bellissimo al quadrato. Illeggibile ma veramente bello. Qui la protagonista (l'autrice appunto) ci mostra tutta la sua disperata sofferenza. Attraverso la sua mano, il Deus Ex Machina che continua a manipolare tutta la storia, sembra dirci "Mi vedete? Sono quii! Sono quiii! Sono anche quii!" Ecco. Mi ha stretto il cuore. Mi è parso che l'autrice nella vita si senta invisibile. Che quasi la sua storia si un modo di confezionarsi un abito di visibilità, il contrario del mantello di Harry Potter. La nostra protagonista ha una mamma stronza (al solito), vanno a vivere in California (al solito), in una casa da favola (al solito) guidando una macchina ancora più sconvolgente (al solito) che la mamma guida come fosse una Ferrari nelle strade della cittadina in sui si sono installati (va beh, nella vita reale sono 430$ di multa, sappiatelo).
Ecco, seconda definizione degli YA: Cerchiamo, magari nei soliti meandri del solito modello danaroso e un po' vacuo del sogno americano, la vita da sogno che, nell'incubo delle nostre vite pessime non ci può essere. Noi, noi stesse, non sappiamo chi siamo. Non sappiamo che vie d'uscita in questa vita di m...possiamo avere. Le nostre mamme che tanto si disperano per farci studiare, per insegnarci ad essere brave (tutte robe che universalmente, e lo dico senza un filo di retorica, si sono dimostrate completamente inutili), le facciamo sparire come delle stronze. I nostri babbi che non ci sono, spesso perché poveretti non ci possono essere, li ammazziamo (si, in questo come in quello precedente, padri morti).
Esempio 3: E ti renderai conto che in fondo non era così male la gioventù. Di @MiriamPaperone
Ancora più bello. Prima di tutto perché l'autrice ha talento, il libro parte bene, benissimo. Il suicidio della sorella visto dagli occhi della protagonista ancora bambina, impegnata con la Nintendo e col fidanzato eterno (avete presente i fidanzamenti che si fanno a 7 anni?)
Poi il libro precipita. Dopo la morte della sorella la bimba, a 11 anni, cade in uno degli incubi YA più angosciosi che io abbia mai letto. Alcool, droga, anoressia, autolesionismo, sesso, gelosie, solitudine. Genitori FOLLI, AUTOREFERENZIALI, EGOCENTRICI, PERSI, molto più infantili dei bambini del libro. Come se arrivati a 11 anni non si crescesse mai più. La protagonista si immerge in un incubo senza luce, senza speranza. Senza nessuno con cui parlare che non la scarichi come un fastidio. Eppure...eppure, da autrice mi dico, forse questa bambina si può salvare. Forse il sacrificio della sorella non è stato in vano.
Ma no. L'autrice, interrogata, adamantina, mi ha detto che la sua protagonista la vuole uccidere. In quel mondo assolutamente egoista ed egocentrico, le fa accadere una cosa terribile dietro l'altra. Aspetta il punto di rottura, mi ha detto. E io mi sono chiesta, se l'autrice oltre ad eliminare la sua protagonista, non ci stia preannunciando che sta pensando di eliminare se stessa.
Angoscioso come in un manga horror. Un altro cuore oscuro.
Esempio 4: The Grey Eye di @Marshia2001
Qui, ah! Qui! Qui ho veramente capito che c'è da imparare. Credevo di avere letto tutto il distopico del mondo, qui ho visto il distopico veramente. Questo è un libro scritto senza mezzi termini. La madre è una troia (si troia), i ragazzi si picchiano, esce sangue vero. Scrittura sgrammaticata? Macché', leggete bene, benissimo: scrittura vera. Si certo, difficile da leggere. Ma potentissimo.
Potrei menzionarne altri: c'è il sereno "It Was Worth it" di @itsfoscaa, dove l'autrice è contenta. La storia manca di alcuni elementi fondamentali di una storia (per esempio il conflitto che porta al cambiamento), ma la protagonista ci vuole dire di essere felice. Buttatela via la cosa coi tempi che corrono.
Sentite: io ho scritto un libro sul fatto che il mondo stia finendo. È un libro in primissima persona, non mi sono tirata indietro, Ma l'ho fatto con un certo pudore da letterata dilettante. Ho cercato di mettere prima una storia. Questi libri, invece, quelli più angosciosi intendo, sono libri di letteratura scritti all'interno del gorgo dove il mondo sta finendo. Sono libri di guerra. Scritti in prima linea. Un po' come Uzumaki di Junji Ito.
Certo: credo che siano pieni di errori. Errori da cui c'è molto da imparare perché credo che li facciamo tutti. Ma che li facciano soprattutto, in primis, coloro che nello scrivere ci mettano un po' di sangue, ai quali, proprio per questo, come minimo debba essere portato un po' di rispetto.
Concludo dicendo una cosa: credo che gli YA siano parte della cifra culturale del nostro tempo. Che per leggerli ci voglia un intento speciale, ma che siano ben lontani dal poterli considerare solo spazzatura.
PS: riporto un intervento che heartmind59 ha fatto relativamente a questo articolo. Credo che il suo intento fosse un pochino canzonatorio (ma non la giudico), certamente non lo e' il mio. Credo abbia ragione.
<<Un giorno di pioggia un bimbo annoiato piangeva così tanto che nessuno riusciva a calmarlo. Passò di là un figlio di papà pure un pò sfigato. "Ma perchè frigna così, fate qualcosa diamine! Nessuno però sapeva cosa fare. Il figlio di papà si fece venire un idea molto originale: Ponendosi davanti al polletto annoiato, mise con cura le mani a coppa sul suo viso, e disse "CUCU" poi, aprendo di scatto le mani, esordì, "SETTETEEE". Il bimbo sorpreso smise subito di piangere. Chi passava di là quel giorno rimase colpito dal primo cucusettete della storia. La notizia si sparse a macchia d'olio, lo sfigato non ci credeva nemmeno lui lo chiamarono perfino alla tv, Le case editrici dissero "pubblichiamolo." Altri lo contattarono per farne un film. Il ragazzotto divenne presto ricco e famoso.
La cosa però fu presto notata da un punto di vista un pò critico da alcuni giovanotti rampanti, "E che ci vuole a fare CUCUSETTETE," Si dissero. E cosi da quel giorno tutti a fare quel giochetto strano e a cercare di farsi notare: Speravano di diventere ricchi e famosi anche loro: Si sentirono versetti scopiazzati da tutte le parti. Chi faceva bubusettete, per essere diverso, chi lo faceva in falsetto, altri con la voce grossa grossa, perfino il presidente del consiglio ci provò ma alla fine nessun'altro BUBUSETTETE fu come il primo.Spero di non offendere nessuno con questa innocua storiella.la morale è, se un evento considerato straordinario si ripete senza crescita ma, al contrario la speculazione fa sprofondare il suddetto nella più totale banalità, a cosa serve riprodurlo?Se proprio vi scappa di scrivere un YA, fate in modo che sia strabiliante, scoppiettante, fresco, divertente, unico, come il primo CUCUSETTETE!>>
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