La grande scoperta
Ci siamo riusciti! Finalmente abbiamo trovato quello che stavamo cercando da più di 5 anni: il termine incognito di un equazione irrisolvibile. Il passo in più che mancava a spiegare il tutto. Uno dei tasselli mancanti di questo enorme puzzle. Io e Josh, il mio collega di ricerca, abbiamo fatto una scoperta sensazionale. Potenzialmente potrebbe risolvere la maggior parte dei dilemmi fino ad oggi rimasti irrisolti. Partendo dal principio, ci siamo interrogati sulle possibili interazione delle 4 forze fondamentali: la gravità, l'elettromagnetismo e le forze nucleari forti e deboli. Insieme ad esse abbiamo integrato gli studi di diversi scienziati come Einstein, Dirac, Newton e perfino matematici quali i grandi Euclide e Pitagora. Alla fine dopo diversi esperimenti, notti in bianco e fogli strappati, siamo arrivati alla tanto attesa conclusione...
Una sera, mentre facevamo cena a casa mia, Josh ebbe un sussulto. "E se non fossero vere le leggi della fisica in questo caso? Se Einstein si fosse sbagliato?" Disse lui con occhi sbalorditi.
Sembrava avesse avuto un'illuminazione. "Josh, ma che stai dicendo?" gli faccio confuso.
In parte ero perplesso, la sua affermazione in effetti era molto vaga. D'altro canto però, una buona parte di me era consapevole che lui fosse arrivato a qualche conclusione, o un punto di svolta. "Sono loro che si stanno sbagliando, non noi" replicò di nuovo, convinto della sua affermazione.
Sicuramente gli balenava in mente, già da giorni, questo pensiero. Di fatti, nell'ultima settimana, lo vedi molto distratto e pensieroso. Tendenzialmente non gli davo tanto peso, ma in quel momento, non so il perché, mi sembrava diverso. Nel frattempo stavo cucinando due belle bistecca di manzo. Le feci al sangue come piacevano a lui. Anche a me piaciono molto al sangue, ma di solito le preferisco leggermente più cotte. Il suo continuo porsi domande vaghe spinse la mia curiosità. Perché si esprimeva in quella maniera strana? Cosa aveva in mente? Rivolsi la domanda a lui, sperando in una risposta esauriente:"mi stai per caso dicendo che le condizioni di esistenza delle nostre equazioni sono in contrasto con la fisica classica?".
Non sembrava molto intenzionato a rispondermi, ma comunque si voltò verso di me. "Hai per caso un foglio di carta e una penna, con cui scrivere?" Risponse lui con una leggera fretta nella voce.
Aveva totalmente ignorato la mia domanda, ma allo stesso tempo cercava di farmi capire."Si, certo..." risposi "ma mi vuoi spiegare cosa stai pensando?" continuai.
Gli ribadii il concetto nel vano tentativo di sollecitare una risposta, ma lui non aprì bocca. Si alzò di colpo dal tavolo, e andò alla ricerca di carta e penna. "Stanno dentro al cassetto della scrivania" lo informai, sapendo che alla fine sarebbe riuscito a trovarli.
Tornò poco dopo, con un mazzetto di fogli e una biro in mano. Si sedette, scrisse velocemente tre o quattro equazioni fondamentali, poi iniziò a spiegare. Le cancellò tutte, una ad una, dicendo:"questa non vale! Questa non vale! Questa non vale! E anche questa non vale!".
Ma che stava facendo? Perché si è messo a cancellare delle equazioni sacre per la meccanica quantistica? "Ora hai capito?" Mi chiese lui un po' agitato.
"Sinceramente, non ti seguo" ammisi io, riluttante.
Non perse tempo a spiegarmi quello che aveva in mente. Provo a comporre un'equazione con condizioni di esistenza assolutamente paradossali. "Josh ma che-..." mi interruppe immediatamente, portandosi un dito davanti al muso.
Subito dopo, iniziò a farfugliare roba incomprensibile: "si allora, porto la massa fuori... divido per l'energia potenziale... mmmh...".
Stavo perdendo la pazienza. La carne che avevo preparato con tanta dedizione, si stava asciugando. L'avevo servita già da un pezzo, ma a quanto pareva non era il suo interesse primario mangiarla. "Josh mangia la carne che si sta seccando sul piatto. Pensi dopo a spiegarmi tutto, dai!" dissi innervosito.
Non ci volle molto affinché mi degnasse di una risposta, ma quel poco che avevo aspettato sembrava esser stata un'eternità. Alla fine girò il foglio verso di me dicendo: "vedi cosa intendo?".
Fece un sorrisetto che pian piano allargava, man mano che io leggevo. A vederlo sembrava pazzo, ma in realtà era solo la sua genialità che usciva fuori sotto forma di emozioni. Leggevo quel enorme papiro di equazioni, e rimasi come ipnotizzato da tanta paradossale logica. Assolutamente inaspettato fu il risultato. Certo, erano ancora delle ipotesi analitiche, ancora da sperimentare, ma comunque sembravano avere un fondo di verità. "Josh, ma è fantastico! Dico davvero, ma... ecco... non voglio smontare il tuo entusiasmo, ma dobbiamo fare molti esperimenti per provarlo, e tu sai cosa significa" gli dissi un po' a mal in cuore.
Lui non sembrò preoccupato, anzi tutt'altro, ne fu come illuminato. "Esattamente è proprio quello che ci manca, la prova scientifica che le nostre ipotesi analitiche sono corrette" rispose, convinto della sua idea.
Rimasi stupito dalla sua intraprendenza. Certe cose non sono da prendere alla leggera. Non che lui le prendesse poco seriamente, ma lo trovai comunque troppo convinto.
Passarono all'incirca 2 anni e mezzo di studi su queste benedette ipotesi, per arrivare a conclusione che gli esperimenti potessero essere fattibili ed effettuati in sicurezza. In quegli anni ci siamo confrontati con vari professori, anche di particolarmente celebri, discutendo e chiacchierando anche animatamente con loro. Ci furono state discussioni e dibattiti molto accesi, anche tra noi. Però per fortuna non abbiamo mai mollato e dopo tutto quel tempo, riuscimmo nel nostro intento.
Ripetemmo più prove nell'accelleratore, dato che prima di poter confermare le ipotesi si ha bisogno di ben 15 risultati certi su 20 eseguiti. Rimanemmo a bocca aperta non appena i primi 5 dati uscirono fuori. Erano perfettamente uguali, stessi valori, con un errore massimo calcolato a dir poco trascurabile.
Passarono altri sei mesi, ma erano stati pazzeschi, non ci potevamo credere. C'eravamo riusciti finalmente. Il sogno di tutta una vita che si stava realizzando. Che bello!...
Passarono altri 2 anni, e le nostre ricerche furono aspramente criticate da giornali e media. Uscirono in diversi quotidiani famosi, dichiarazioni assurde di tuttologi che reputavano i nostri studi infondati e privi di senso. Le nostre fatiche sembravano essere sprecate, come se scoprire qualcosa di nuovo fosse un crimine. Ce ne dissero di peste e di corna quando publicammo la teoria, ma nessuno mai ci difese.
Fu fatta eccezione però, per un grande scienziato statunitenze. Lui approvò, con grande piacere, i nostri esperimenti, e li finanziò affinché li sviluppassimo. Andammo subito a brevettare la nostra teoria e la chiamammo con i nostri nomi: "il paradosso di Josh-Martin".
Sì, esattamente, paradosso!
In realtà, esso non dovrebbe essere un vero e proprio paradosso, ne tanto meno prevedeva leggi fisiche. A dire la verità era più una semplice teoria con la sua relativa equazione. In buona sostanza, riesciva a prevedere microscopicamente delle cose che in apparenza dovrebbero essere casuali, ma che in realtà si manifestavano in modo sistematico.
Roba da non credere. Sembrava fantascienza qualche anno prima e ora, dopo 5 lunghi anni di sacrifici, siamo riusciti nell'impossibile. La nostra teoria fu approvata con successo e fummo premiati al Nobel.
Fine.
P.s.: so che non é proprio un gran che questa microstoria, però mi piaceva condividerla con voi. Fatemi sapere se vi é piaciuta ;)
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