Capitolo 2: L'allievo
Erano passati solo due giorni dall'iniziazione di Demar quando accadde.
Si stava allenando nella sua danza letale con il pugnale, come ogni giorno, in palestra, quando voci confuse attirarono la sua attenzione.
I suoi compagni si erano radunati intorno a Jalo, che teneva per il bavero un ragazzino.
Fenula lo riconobbe subito. Era Demar.
«Cosa ci fai qui femminuccia? Perché non sei rimasto rintanato nel tuo paesino sperduto nel nulla?»lo derise.
«Non saranno i tuoi discorsi a fermarmi»ribatté Demar. La sua voce era animata da una forte determinazione.
Jalo gli assestò un gancio destro potentissimo.
«Come hai osato provocarmi»sibilò minaccioso.
Fino a quel momento Fenula era stata in disparte, ma ora doveva fare qualcosa.
Il Vittorioso stava per colpirlo nuovamente, quando Fenula gli bloccò il braccio. Jalo provò a divincolarsi, ma la presa della Guardia era ferrea.
«Togliti dai piedi Fenula!»gridò, incurante delle conseguenze.
Fenula non si lasciò intimorire.«Lascialo in pace»ordinò, indicando Demar con il viso tumefatto e il labbro inferiore spaccato.
«Sei una Guardia da poco e hai la mia età. Non mi fai paura»replicò Jalo con orgoglio.
Fenula atteggiò le labbra in un sorriso, e mormorò:«Flauga*».
Jalo cominciò a fluttuare. Iniziò a dimenarsi in aria, sotto le risate degli altri Assassini.
«Maledetta strega! Tirami giù!»sbraitò rosso in viso.
Fenula continuò a sorridere.
«Perché mai? Mi sto così...divertendo»disse soppesando bene le parole.
Notando il viso di Jalo livido, sbuffò annoiata.«E va bene ti tirerò giù. Non ci si può divertire con te».
Con uno schiocco di dita annullò l'incantesimo.
Jalo finì a terra, a faccia in giù.
Si alzò dolorante.«Me la pagherai»sibilò. E si allontanò verso l'uscita della palestra.
«Quando vuoi»gli urlò dietro lei, con evidente scherno.
I suoi compagni iniziarono a complimentarsi.
«Sei stata grande!».Turno.
«Complimenti! Un tocco di classe». Kerav.
Fenula si avvicinò a Demar, intento a pulirsi dal sangue che usciva copiosamente dal labbro.
Gli allontanò gentilmente la mano, appoggiò la sua e iniziò a mormorare la formula di guarigione.«Waìse heill**».
«Grazie»mormorò impacciato il ragazzo a operazione finita.
Leuca si proruppe in un fischio.«La recluta ha fatto colpo»disse trascinando teatralmente le parole.
Fenula gli lanciò un'occhiata agghiacciante.
«Morditi la lingua Leuca prima di parlare».
Leuca alzò le mani in segno di resa.«Va bene, va bene. Non ti scaldare».
Fenula gli lanciò un'ultima occhiata intimidatoria, poi riportò l'attenzione sul ragazzo.
«Chi è il tuo maestro?»
Demar la guardò spaesato.«Quale Maestro?».
«Ogni allievo è seguito da una o più Guardie»gli spiegò pazientemente.
«Io non ho nessuno».
«Quindi sei stato lasciato due giorni allo sbando?»esclamò sorpresa.
Demar si limitò ad annuire.
Doveva far qualcosa. E subito.
«Resta qui. Torno subito».
Si recò subito allo studio dela Suprema Guardia.
L'uomo la ricevette subito.
«Fenula. Vieni,accomodati»disse indicando la sedia davanti al suo pesante scanno.
«Sono qui per il nuovo allievo»disse senza troppi preamboli.
«Un ragazzo molto promettente, senza...»
«...senza guida»terminò, per lui.
«Non abbiamo abbastanza Guardie per tutte le nostre reclute».
«Con tutto rispetto, Mio Signore, io non ho alcun allievo».
«Sei troppo giovane»sentenziò Yeshol. «Sei diventata Guardia per le tue doti,perchè la setta ha bisogno della tua magia».
«Voi e Rekla mi avete insegnato tutto quello che so. Io mi sento sicura nell'affrontare questo compito.Sento che è per volere di Thenaar che devo addestrare quel ragazzo».
Aveva una tale determinazione,che Yeshol acconsentì. Sapeva che ce l'avrebbe fatta.
«Da domani comincerai il suo addestramento»dichiarò.
«Grazie per la fiducia che mi date Vostra Eccellenza»mormorò emozionata Fenula.
Trovò Demar dove l'aveva lasciato,in compagnia di Sherva.Gli aveva raccontato l'accaduto,e si era offerto di tenerlo d'occhio.
«Da domani si inizia. Al tempio dopo colazione».
* traduzione:vola
**traduzione:guarisci
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