10-Chi sono?

La vita nella Casa continuava tranquilla.

Quella settimana però, Rekla aveva avuto problemi con Dubhe che si era dimostrata ribelle sotto tutti i punti di vista. Fu Fenula a consigliarle di non darle la pozione per almeno un giorno.

«Dovrà imparare prima a poi chi comanda qui, non trovi?»

Quando l'aveva sentita urlare di dolore, il suo cuore non si era mosso di pietà. Era giusto che accadesse. Era giusto che soffrisse. Si sentiva meschina, ma non poteva farci niente.

Quel pomeriggio andò ad allenarsi con Sherva.

Però non riusciva a sgombrare la mente. Le era tornato un pensiero che si era posta qualche anno prima. Chi fossero i suoi genitori.

Fu per questo che Sherva la disarmò subito.

«Fenula che hai? Non sei concentrata».

Fenula rimase titubante. Ma alla fine si arrese. Al diavolo. Era Sherva. La conosceva da quando era bambina.«Ricordate qualche anno fa? Vi avevo chiesto chi fossero i miei genitori. Ora voglio sapere».

Sherva rimase spiazzato.«Per oggi abbiamo finito»disse cambiando argomento.

«Sherva!»

L'uomo si girò.

«Perché non vuoi dirmi la verità? Perché?»

« A volte è meglio non saperla».

Se ne andò, lasciando Fenula confusa.

Sherva incrociò Rekla nel corridoio su cui davano le camere della Guardie.

Non aveva voglia di discutere con lei, ma la donna era abbastanza sveglia da capire che c'era qualcosa che non andava.

«è successo qualcosa, non è vero Sherva?»

I suoi occhi ricordavano molto quelli di Fenula, freddi e glaciali. Se ne sentì perforato.

«Oggi Fenula ha fatto di nuovo domande sui suoi genitori. So che la Suprema Guardia ci ha proibito di farne parola, ma non so quanto tempo riuscirò ancora a trattenermi. Vedi che brama di sapere la verità su si sé e il suo passato»

«Ne parlerò con Sua Eccellenza. Cercherò di fargli cambiare idea».

«è giusto che sappia la verità». Rekla era irremovibile.

Yeshol scosse la testa.«Non voglio rischiare di perdere un elemento importante come Fenula solo per un uomo morto quasi vent'anni fa».

«Ricordate qualche anno fa? Ha fatto domande a Sherva e a Voi. Ora è da poco che ha incominciato. E poi sono sicura che non ci si rivolterà contro. Ci considera la sua famiglia ormai».

«E sia. Ma sarete voi a farlo».

Trovò Fenula in biblioteca che consultava un tomo sostanzioso di Magia Proibita. Il Libro Nero. «Fenula».

La ragazza alzò la testa.«Rekla, cosa...»

«Sono qui per dirti la verità sul tuo passato» disse senza troppi preamboli.

Fenula non credette alle proprie orecchie. Davvero i suoi dubbi sulla sua identità sarebbero stati dissipati.

«è giusto che tu sappia».

Rekla prese un grosso respiro.

«Eri la figlia dell'ex re della Terra della Notte, Rewar».

Bianco. Fenula rimase inchiodata al suo posto, senza provare nulla.

«Quasi ventidue anni fa Rewar scoprì la nostra alleanza con Dohor, che attaccò immediatamente il palazzo. Venne salvato all'ultimo minuto dall'esercito delle Terre Libere, e condotto al sicuro a Salazar. Ma non è bastato. L'abbiamo stanato, e ucciso. A guidare l'operazione fu Sherva che ti condusse qui alla Casa, in quanto Bambina della Morte. All'epoca non avevi che pochi mesi. Tua madre era morta di parto, tuo padre...non so se ti volesse bene, o ti considerasse responsabile della morte della moglie».

Le si avvicinò. Nei suoi occhi Fenula scorse una nota di comprensione.«Ti abbiamo cresciuta come una madre fa con il figlio. Ora siamo noi la tua famiglia». Si morse il labbro.«Personalmente ho scoperto la verità poco tempo fa. Non ho mai avuto il coraggio di rivelartelo, e ti chiedo perdono per questo. Avevo paura che tu ci odiassi per questo».

La reazione di Fenula la colse alla sprovvista.

La ragazza le buttò le braccia al collo, piangendo ininterrottamente.

Rekla rimase spiazzata. Non sapeva come comportarsi in casi come quello. Non aveva mai dovuto consolare nessuno nei suoi anni di solitudine.

Per cui lasciò solamente che Fenula si sfogasse.

Quando la ragazza si staccò aveva gli occhi rossi, ma stava decisamente recuperando il controllo di sé. Nei suoi occhi Rekla vi lesse tutto lo smarrimento di quel mondo.

Le mise una mano sulla spalla.

«Capisco che sia dura per te fare i conti con questa nuova realtà, ma devi continuare a perseguire i tuoi obiettivi. So che ce la farai, perché hai una tempra forte».

Si allontanò di qualche passo.

«Fatti coraggio». E sparì nel buio.

Fenula non ci pensò due volte. Andò a cercare Demar. Lo trovò nella sua stanza che stava leggendo.

Alzò gli occhi non appena sentì la porta chiudersi.

«Fenula, cos'è successo?»domandò preoccupato. Non aveva una buona cera.

Fenula gli raccontò tutto d'un fiato.

Quando finì, fu come se si fosse liberata di un peso.

Demar notò subito l'umore della ragazza.«Sapevo che avevi qualcosa di principesco»disse per tirarle su di morale.

Fenula si asciugò una lacrima che si stava facendo strada giù per la guancia.

«Sono contenta di averlo scoperto, ma ora le mie convinzioni sono vacillate. Mio padre mi voleva bene, o mi considerava maledetta?»

Si rannicchiò a terra.«Non so cosa fare, né cosa pensare».

Demar provò un'infinita tenerezza. Si accovacciò alla sua altezza, e l'abbracciò forte.

«Qualsiasi cosa accada in qualsiasi insicurezza finirai, ricorda che io ci sarò sempre».

Fenula sorrise.«Lo so». Rimasero abbracciati per un tempo che sembrava un'infinità.

La ragazza si staccò per prima.

Demar la guardò perplesso.

«E ora che farai?»

Fenula lo guardò, perplessa.«Che intendi dire?»

«Abbandonerai la Gilda? Insomma sono gli artefici della morte di tuo padre».

«Non lo so. E ora scusami devo fare...una cosa».

Demar la bloccò prima che varcasse l'uscio.«Qualsiasi sia la tua scelta io ci sarò sempre. Ricorda, tu sei chi scegli e cerchi di essere».

Fenula gli sorrise. «Che poetico».

Lui, di tutta risposta le fece l'occhiolino.«Quando vuoi».

Ma prima di decidere se rimanere o meno, aveva bisogno di risposte. E sapeva da chi averle.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top