🔥 Lezione 9 🔥 🔞Capitolo 25🔞
Lezione 9
L'arte della fell****
"Buongiorno..." sento nel mio orecchio una voce femminile diversa da quella di mia moglie. Il mio pene è in erezione e picchia come l'acciaio su natiche tondeggianti e ben fatte. Mi sfioro con la mano destra il pisello e rimango sorpreso di come possa essere così duro; non mi succedeva da parecchio tempo di svegliarmi con una erezione così imponente. Quando apro gli occhi trovo davanti a me una chioma di capelli ramata e mi rendo conto d'aver dormito al fianco di un'altra donna che non è mia moglie.
Ma è il mio peccato.
E adesso si spiega perché ce l'ho così duro: persino il mio corpo è assueffato a lei. La sua pelle, ha un profumo selvaggio e travolgente.
"Buongiorno." rispondo con un groppo in gola. Lei comincia a strusciare come una gattina il suo c*** sul mio pisello. Mi sta provocando è inutile che finge di starsi rannicchiando perché sta usando questo espediente innocuo per farmi ammattire. Le piace sentire il mio pisello contro il suo culetto d'oro.
"Maiale!" esclama fingendosi scioccata, in realtà so che è compiaciuta dell'effetto che riesce a farmi con il solo movimento del suo culetto.
Mmmm. Quanto mi piace. Mi fa impazzire!
Un culetto tutto da palpare ed una fi** accogliente e gustosa come poche.
Insomma una donna fatta per regalarmi piacere.
La mia schiava.
E io che dovrei essere triste per la morte di mia madre, mi ritrovo invece, qui, in un letto con una donna che non è mia moglie, con il pisello durissimo!
"Non sai quanto! Ma lo scoprirai presto..."
La guardo con occhi languidi; la fisso un poco all'altezza dei suoi seni e poi nuovamente nei suoi occhi.
"Sai qual è la cosa che più amo al mondo?" ribatto malizioso mentre mi alzo dal materasso e la fisso intensamente. La prendo per le spalle e la sollevo, la sbatto al muro e la intrappolo, portandomi a un soffio dalla sua bocca.
"No, ma posso immaginarlo, professore." risponde lei con una voce da panterona pronta a prenderlo dritto in bocca.
"Ricevere un bel pom***o appena sveglio. E quindi adesso diamo il via alla nostra lezione numero 9. La fell***o è un'arte e io esigo che tu sia una eccellenza." spiego.
"Inginocchiati e succhiamelo." continuo categorico e senza che lei può rendersene conto glielo infilo in bocca in quattro e quattr'otto.
"Succhiami il c**** forte..."
Godo mentre la vedo annaspare per l'eccitazione e inizia a succhiarmelo forte come gli ho chiesto.
"C****, che p******i che fai!" ruggisco fremendo per le sue leccate superlative.
Non c'è che dire, lei è unica nel suo genere perché non ho mai ricevuto un lavoretto orale così sublime.
"Se fai così ti riempio in un secondo." le dico all'orecchio. "Mi porti fuori di testa." continuo.
"Mi piace il tuo sapore. Lo adoro." commenta lei tra una leccata e l'altra mentre io faccio i conti con quella strana sensazione di farfalle allo stomaco.
La sua bocca è un paradiso di cui non potrei fare mai più a meno. L'orgasmo sta bussando impetuoso. Per fortuna riesco a ricacciarlo indietro.
Non posso venire così.
"Non voglio venire così." spiego.
Quindi la sollevo contro il muro e le scivolo dentro con forza. Al primo affondo veniamo insieme in un orgasmo che ci fa tremare come due foglie al gelo.
"Wow..." commenta lei mentre guarda un punto fisso nel vuoto.
"Voglio sentire sulle tue labbra il mio sapore. Fatti baciare." dico delicatamente mentre le poso un bacio sulle labbra ed effettivamente sento il mio odore intimo acre e pungente.
"Direi che merito un risveglio del genere ogni volta mattina."
"Che vuoi dire?"
"Che dovrai svegliarmi così ogni volta che mi addormento." rispondo mentre mi pettino il ciuffo nero.
"Quindi mi assumi come sveglia personale?"
Io rido di cuore.
"È un'idea magnifica. Ma poi, sai, con l'avanzare dell'età, una volta superati i cinquanta potrei avere problemi di insonnia, quindi potrei chiederti molto spesso queste straordinarie performance per conciliare il sonno."
Lei ride.
"Ne sai una più del diavolo." mi deride lei. "Ma quindi sono o non sono una eccellenza?" sussurra mentre la abbraccio da dietro.
"Lo sei." le rispondo massaggiandole le spalle per poi poggiarle un bacio sulla schiena. Instintivamente abbasso le sguardo e fisso il suo sedere che è martoriato dai lividi che le ho procurato la sera precedente.
Direi che fa un certo effetto vedere i miei segni sul suo cu**. La sento totalmente e completamente mia.
"Comunque io stavo andando a farmi una doccia, vieni con me?"
Il mio sguardo ricade anche sui miei seni e lei arrosisce nel constatare che le ho lasciato una serie di succhiotti sulle t**** e sul collo. Forse la faccio sentire desiderata come mai nessuno ha fatto in vita sua.
"Sì."
"E allora andiamo, ne voglio approfittare per divertirmi un po' , dato che oggi pomeriggio non ci sarò per niente..."
"C'è il funerale di tua madre?"
Vengo scosso da una scarica elettrica potentissima che cerca di riportarmi alla realtà ma io non ho nessuna intenzione di tornarvici.
"Sì." rispondo secco.
"Diventi taciturno quando si parla della tua vita."
"È vero, non posso negarlo."
"Come mai?"
Sono stupito del fatto che lei voglia conoscere i miei pensieri ma allo stesso tempo la cosa mi turba.
"Io..." sto per divagare ma lei non me lo permette perché apre bocca prima di me.
"Sento che c'è qualcosa che ti turba in tutta questa faccenda."
Incredibile! Come ha fatto a cogliere questo mio pensiero?
"È così."
"E cosa?"
"Non ne voglio parlare. Adesso andiamo in bagno a fare la doccia." la sollevo da terra prendendola in braccio e portandola in bagno. Con uno sguardo infuocato la sbatto all'interno del box della doccia.
"Ti-vo-glio." scandisco ogni sillaba e libero di nuovo la mia erezione.
"Sai, professore, con te mi sono resa conto che amo l'estremo." ammette stringendomi il mento fortissimo strappandomi un bacio che mi toglie ogni respiro che mi era rimasto.
"Stiamo a vedere, signorina..."
Il rubinetto della doccia si accende e l'acqua comincia a bagnarci ad entrambi. Io sposto il doccino della doccia verso il suo nucleo principale e il getto dell'acqua così forte la fa godere oltre ogni dire.
"Stai diventando una schiava perfetta." ho il fiato corto.
Voglio godere senza pesare a tutti i casini della mia vita: al fatto che mia madre è morta, al fatto che sono lontano da casa e mi trovo con un'altra donna, al fatto che sto rovinando e distruggendo il mio matrimonio.
Stop pensieri.
"E tu un padrone esemplare..." a quella risposta la penetro di nuovo senza indugiare. Il mio se**o scivola violento dentro di lei, togliendomi il respiro. È così duro da farmi male quando entro perché lei è stretta ma incredibilmente calda e bagnata. Io le sbatto le guance contro la parete e mentre la penetro da dietro, il doccino della doccia la masturba con il suo getto.
"Con questo voglio preparti ad una cosa importante." le spiego mentre il getto dell'acqua la fa godere il contemporanea alla mia penetrazione.
"Cioè?"
"Mai sentito parlare di doppia pentrazione?"
Lei deglutisce preoccupata.
"Non vorrai mica..." la blocco subito.
"Assolutamente no! Sai bene che tu sei solo mia. Tranquilla. Vedrai che ti piacerà. Ho dei giochini che gradirai molto."
Sospira di sollievo mentre capisce che verrà penetrata solo da me e da qualche ordigno maledetto e non da una terza persona. Intanto la sbatto contro le piastrelle in maniera tale che il suo corpo sia accasciato verticalmente contro il muro. La afferro per i fianchi e la domino, le mie spinte le mozzano il respiro e viene rapidamente.
Nel frattempo, il suo collo è diventato viola perché non ho mai smesso di baciarlo. Dopo pochi secondi esco fuori da lei e le vengo sulla gamba gemendo, con gli occhi fissi nei suoi. Gemo ancora un po' poi mi rivesto frettolosamente.
"Adesso devo proprio andare..." ammetto dimesso pensando che in fin dei conti lei mi sta regalando le più belle scop*** della mia vita.
"Quindi andrai al funerale?"
"Sì , vado prima a casa di mia sorella e poi al funerale."
Lei mi guarda introspettiva, alla ricerca di qualcosa di furtivo nel mio sguardo.
"E poi?"
"E poi torno qui da te."
"Ah quindi io dovrò rimanere chiusa qui ad aspettarti?"
Annuisco.
"Non ci pensare."
"Come?! Elena per favore. Rimani qui."
Ecco che ricomincia a farmi innervosire. Sempre la solita bambina capricciosa!
"No! Perché dovrei?!"
Inspiro poi espiro perché gli scenari che mi si stanno proiettando nella testa mi stanno spaventando e non poco.
"Perché mia sorella è piuttosto perspicace. Se dovessimo mai capitare insieme nella stessa stanza lei si accorgerebbe di tutto. Ne sono sicuro."
"Parli di tua sorella come fosse l'oracolo di Delfi."
"Elena, fidati so di cosa parlo. È troppo pericoloso. Rimani a casa."
"Hai paura di essere scoperto?"
Il cuore mi batte forte nel ricordare il mio passato: quando vedevo Eva mia sorella, sotto indicazione di mia madre, aveva iniziato a seguirmi.
"Sì." i suoi occhi blu mi catturano e mi incatenano in una rete di dipendenza, bugie e omissioni. "Per favore, ascolta quello che ti dico, Elena. So di cosa è capace la mia famiglia e voglio evitare come la peste situazioni terribili sia per me che per te."
Lei ha una espressione in volto decisamente troppo beffarda come se credesse che io stessi dicendo esclusivamente bazzecole.
"Riccardo, mi pare che tu stia esagerando."
Mi avvicino con passi lenti verso di lei. La guardo dritto negli occhi per poi posarle la mano sulla giugulare premendo sul suo punto erogeno del collo.
"Elena vuoi fare succedere un casino?"
Lei scuote la testa arrendevole.
"No, ma voglio stare con te." mette il broncio da bambina indispettita e mi scatena una reazione tra le gambe.
Maledizione!
"Elena, per l'amore del cielo, rimani a casa se non vuoi scatenare un inferno."
Lei mi guarda sorridendo maliziosamente, inarca leggermente gli angoli della bocca con una faccetta da diavolo tentatore stampata su quelle diavolo di labbra.
"Ci vediamo, Professore...."
Mi posa un bacio sulla fronte per poi chiudersi in bagno.
"Elena rimani a casa!" strillo ma lei mi ha sbattuto la porta in faccia.
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