🔥 Lezione 6 🔥🔞 Capitolo 21🔞

Lezione 6

Gestire la paura

Siamo arrivati a Pescara e ci troviamo in prossimità del ponte del mare. Camminiamo per qualche metro e ci fermiamo ad ammirare la bellezza del mare poggiandoci sul parapetto del ponte.
Prima di lasciare i bagagli nella mia casa, ho deciso di mostrarle un po' la mia città natale; anche perché dopo questo breve momento di leggerezza, mi recherò in ospedale da mia madre, quindi ne voglio approfittare per godermi l'aria della mia Pescara.
La brezza marina mi penetra nelle narici e sono soddisfatto nel vedere che anche lei sia catturata dalla bellezza del paesaggio antistante. Infatti il ponte del mare di Pescara si erge sul mare e consente di godere di una splendida vista sul porto di Pescara, la Majella e una parte del Gran Sasso.

Mi perdo negli occhi blu di Elena e dal loro riflesso scruto la fusione tra mare, cielo e montagna. Da questa prospettiva la città si presenta in tutto la sua bellezza: riviere lunghissime che si perdono nell'orizzonte tra i trabocchi e i pescherecci.

"Ammirare la mia città mi fa sempre un certo effetto..." le spiego perdendomi ad ammirare il sole pomeridiano che illumina le spiagge dorate.

"Ho insistito così tanto nel venire con te perché volevo vedere la tua città."

"Non sei mai venuta qui? Credevo di sì, dato che mi hai detto che tua madre è abruzzese."

Lei abbassa lo sguardo scuotendo la testa.

"No, mia madre da quando si è trasferita al nord per poi sposarsi con mio padre non è più spostata e di conseguenza non sono mai venuta qui."

Nel frattempo un gabbiano vola verso di noi e si poggia anche lui sul parapetto e io sorrido davanti a questo piccolo miracolo della natura.

"Ti manca la tua città?" mi chiede lei.

"Molto. Ma ho troppi ricordi brutti legati a Pescara." sospiro intensamente.

"Anche mia madre dice così. Sai?" ci guardiamo intensamente negli occhi. I nostri sguardi si incrociano e tutto è cambiato in questo preciso istante: è come se si fosse aperta la porta di un nuovo mondo sconosciuto.

"E sai... hai il mare negli occhi. Proprio come lei."

Non abbassiamo lo sguardo nessuno dei due e inizio a sentire un certo prurito tra i paesi Bassi.

"Beh, non è facile vivere in una città dove non c'è il mare. Delle volte ti senti soffocare e non ti abitui mai a non vedere questa distesa d'acqua salata. Però cerco di conviverci."

"Mi racconterai cosa ti ha allontanato da qui?" mi chiede e io mi limito ad annuire freddamente. Lei inarca le labbra in un sorriso erotico.

"Adesso mostrami il mare, ossia ciò che ti manca di più."

In maniera spontanea e naturale le afferro la mano e la conduco verso il mare. Ad un certo punto, senza proferire parola, continuniamo a passeggiare mano nella mano, sotto i pini, entrambi felici di trovarci insieme.

"Ti porto su una spiaggetta dove non c'è mai nessuno, ci staremo solo io e te..."

"Ti facevo più esibizionista." ride lei.

"Lo sono, ma per quello che voglio fare, in pubblico, c'è l'arresto, sai?"

Ci fermiamo in un punto dove la natura ha fatto la sua parte mettendo dei grossi scogli in modo che le barche con relativi curiosi non si possano avvicinare turbando quella quiete particolare che ci circonda.

"È bellissimo..." commenta lei osservando il mare per poi respirare intensamente con le narici l'odore di salsedine.

"Tu sei bellissima, Elena."

Mi metto seduto sullo scoglio con i piedi nell'acqua e lei mi imita. L'urlo del vento, produce un rumore assordante, che impedisce qualsiasi conversazione. Nutro una strana sensazione quasi come se fossimo rimasti soli sulla faccia della terra a goderci questo paradiso.

"Se non sbaglio... adesso è il momento giusto per fare il bagno." grida lei tra il vento.
Dunque è lei a lanciare l'idea e io come fossi un ventenne, mi lascio convincere. Mentre si spoglia non posso fare a meno di notare i suoi bei seni che oscillano, grossi e pieni. Un anello piccolo e carino intacca l'ombelico, e mi fa pensare ad idee molto sconce.

"Ti sei fatta il piercing all'ombelico?" la guardo alzando un sopracciglio.

Accidenti, quando vedevo le ragazzette sfoggiare tatuaggi e piercing di vario tipo ho sempre speso giudizi negativi. E invece ora con lei sto sbavando sul suo ombelico completamente in balia di una perfetta tempesta ormonale.

"Sì. Non ti piace, caro professore? Ah già dimenticavo che fossi un tipo un po' pudico."

"Io pudico? Direi proprio di no. Semplicemente, non sono un estimatore di piercing o tatuaggi ma su di te mi piacerebbe qualsiasi cosa."

Lei si sente presa in giro e mentre si toglie il pantalone mi tira un leggero colpetto sulle spalle.

"Puoi crederci o no, però è così."

"Paraculo." mi risponde buttandosi nell'acqua dalla scoglio. In acqua è ancora più bella che sulla terra. La osservo a lungo.

È bellissima.

Cosa ho fatto per meritarmi questo? Niente o forse tutto.

"Eddai! Che fai rimani lì impalato a guardarmi?Vieni anche tu, Professore!" e io in men che non si dica mi tolgo i miei vestiti seriosi e mi tuffo nelle acque natie. Mi avvicino immediatamente a lei e la incastono al mio corpo. Abbracciata a me sento nettamente ogni fibra tesa dei suoi muscoli sul mio corpo. Il mio costume ormai regge a stento la mia erezione e anche lei se ne è accorta e mi sorride.

"Sei un porco!" mi dice ridendo. "Possibile che hai sempre voglia?"

"Elena, con questo corpo favoloso che ti ritrovi come posso starmene con le mani in mano?"

Finalmente sento anche quelle belle te*** contro il mio petto e il membro subisce una improvvisa impennata. Subito mi impossesso delle sue labbra carnose e la mia lingua entra nella sua bocca. Lei mette una mano sott'acqua per verificare il mio stato.

"Sempre pronto, eh?"

"Sempre per te. E adesso voglio la tua bocca sul mio c****."

"C-vosa? Ma sei pazzo? Siamo in acqua!"

"Tu devi fare quello che ti dico io, intensi?" le stringo forte una guancia quasi da farle uscire una lacrima.

"Sì."

"Oggi diamo il via alle lezione numero 6. Devi imparare a gestire la paura. Devi mostrarmi che ti fidi totalmente di me."

"E come?"

"Ti spiego quello che devi fare, è molto semplice: Restarai sott'acqua fino a quando non verrò, solo in quel momento ti farò risalire."

"Nooo! Ho paura." urla leggermente lei.

"Come ti ho detto poco fa, devi imparare a gestire la tua paura. E sai come devi fare? Annullandoti e consegnandoti a me. Ma cosa più importante devi mettere tra le mie mani la tua indole. Devi donarmi tutto di te, il tuo passato, il tuo presente, le tue paure e persino il tuo respiro."

"Il mio respiro?" mi fa l'eco lei.

"Sì, il respiro è quello che mi consegnerai proprio ora."

Senza che lei possa rispondermi la prendo per la testa e la butto in acqua. Prendo con la mano destra la mia erezione e gliela infilo violentemente in bocca. Farmelo prendere in acqua è stata sempre, sin da gioventù una mia fantasia che per mancanza di perversione delle mie partner non avevo mai attuato.

E dunque Elena è riuscita a farmi anche questo regalo, oltre il suo culetto.

Lei inizia a muoversi aiutandosi con la lingua per aumentare il mio piacere.
Non riesco a sentire i suoi lamenti né i suoi mugolii ma la sento stringermi con le labbra e intuisco che le piace.
Inizia a mancarmi l'aria mentre lei mi lecca i test***** e il sottopalla, per poi passare sulla zona intorno all'an*.
Stringo le gambe a terra e noto che iniziano a tremare: mi piace da morire.
Lei lecca e succhia la zona del mio sedere e non posso resistere quando mi Massaggia con delicatezza la prostata attraverso il perineo, ovvero la zona molto sensibile che si trova tra lo scro** e l'a**. Le sue mani tremano come le mie mentre le mie dita si infilano tra i suoi capelli. Poi, infila l'indice nel mio a** e tutto il mio corpo ha un sussulto, si muove alla ricerca della prostata, mentre con l'altra mano, continua a tastarmi il pene. È un lavoro estramamemte difficile perché sono due zone molto sensibili dell'uomo e se ti trovi sommersa dall'acqua ad un passo dal soffocamento penso che non sia molto semplice.

E io, maledizione sto impazzendo per una cosa che non credevo nemmeno che potesse mai piacermi!

Sto per venire grazie alla stimolazione della proposta, roba da pazzi, ragazzina impertinente, ne sa una più del diavolo!

Agli uomini la stimolazione della prostata piace, ma non tutti hanno il coraggio di ammetterlo. Forse io ero uno di questi, chissà perché fino a questo momento non ci avevo mai pensato che potesse piacermi una cosa del genere!

Lei intanto va alla ricerca del mio punto L e quando lo trova i miei testicoli sono così gonfi che potrei avere un infarto da un momento all'altro. Infatti, erutto nella sua bocca per poi premere fortissimo sulla sua gola, in un punto che la fa venire in un orgasmo potentissimo. Dopo poco le permetto di rivedere la luce del sole e lei quando esce dall'acqua scoppia a piangere per il piacere.

"Oh mio..." commenta attonita dalla sua reazione.

"Stai tranquilla. È del tutto normale. La deprivazione di ossigeno induce ad avere una reazione simile." spiego mentre le accarezzo i capelli e la stringo forte verso di me.

"Beh, ne è valsa la pena non avere paura." commenta lei.

"I tuoi occhi sono il mare che non posso più vedere..."

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