🔥Lezione 5 🔥🔞 Capitolo 20🔞
Lezione 5
Gli strumenti
Quattro ore di macchina non passano più, lui è distante e mi sto maledicendo da sola per essere voluta venire con lui. È proprio uno str**** impenitente, scostante e lunatico. Prima ti vuole tr****** a sangue e poi è capace di non parlarti per ore. Il suo atteggiamento mi fa innervosire come una scimmia. Però al basso ventre sento questo tumulto pieno di brividi, quel classico sentire quando si ha voglia di pisello, di parecchio pisello a dire il vero.
Voglio i suoi baci profondi da togliere il respiro, le Sue mani che percorrono il mio corpo, il Suo membro duro e caldo.
"È una situazione assurda." boccheggia lui.
"Quale?"
"Quella che io ti stia portando con me."
"Come sei esagerato."
"Non sono esagerato. È una situazione assurda ma ce l'ho durissimo al pensiero che potrò s******* tutte le volte che voglio."
"Non vedo l'ora che mi metti le mani addosso!" lo stuzzico e lui allunga la mano verso di me e prende con forza la mia, obbligandomi a tastare la sua erezione. E devo dire che è dura come l'aveva immaginata. D'un tratto sullo schermo della sua automobile, arriva una chiamata da sua moglie. Lui tentenna un po' prima di rispondere e mi fa cenno di stare assolutamente in silenzio ma io non tolgo la mano dal suo pacco.
"Amore..."
"Riccardo, allora dove sei?"
Ecco che guizza la voce di sua moglie, un timbro sicuro ed autoritario, dalle sfumature basse ed intense. Direi che la sua tonalità vocalica è completamente opposta alla mia. Siamo veramente diverse in tutto.
"Quasi arrivato ... tra poco ci fermiamo all'autogrill."
"Ci fermiamo...?" ripete con enfasi la moglie mentre io piano piano gli abbasso la cerniera.
Maledizione, come diavolo gli è saltato in mente di usare il plurale?! Questa si vede tale e quale che è una rompic*****i di prima categoria.
"Hai portato Gabriele con te?"
"Ma no. Porto giù la figlia di quel mio amico, Carlo. Stefania te la ricordi?" la mia mano comincia ad armeggiare sulla sua erezione e lui diventa rosso in volto.
Scuote la testa. Forse si sente in colpa, non vuole che lo tocco mentre sta parlando con la moglie... ma io me ne frego e addirittura glielo prendo in bocca.
"Stefania?" lei è perplessa mentre io comincio a leccare l'uccello del suo maritino. Continuo e lui gode, inizia ad ansimare pianissimo.
Che pesantezza questa qui!
Sembra una cozza attaccata ad uno scoglio, adesso capisco perché lui ha sempre tutta quest'ansia. È lei che gli infligge tutte le pressioni del mondo.
"Sì. Stefania!"
Inizio a leccarlo pian piano,giocandoci e stuzzicandolo. Lui mi guarda come assattanato.
"Ah sì, quella che studia medicina?" per un pelo se l'è scampata mentre tenta di soffocare i gemiti mentre glielo lecco ad arte. Soffio sopra, lecco, succhio, lo faccio scivolare fino in fondo alla gola.
"Brava, proprio lei."
E mentre subisce il s**** orale arriva a toccarmi tra le gambe, giocando con il mio clitoride. Io intanto, succhio il suo membro e mi bagno sempre più.
"Mi manchi già Riccardo..." sospira lei. "Come vorrei essere venuta con te. È bruttissimo per me non poterti essere vicina in questo momento."
"Amore, stai tranquilla." risponde lui mentre io comincio a succhiare le palle e lui tiene gli occhi chiusi per il piacere.
Che porco, s***** come un maiale con me ma chiama la moglie "amore". Beh, non devo farmi strani pensieri... potrebbe s****** anche con la moglie così come un assassino.
"Mi sento in colpa. Tu ci sei sempre per me." mi viene da vomitare con tutto questo zucchero. Lei è davvero dipendente da lui e mi sta mettendo il nervoso.
Come può una donna annullarsi fino a questo punto?
Il tono con il quale lei parla a lui sembra quello di una mammina rincoglionita che sta giocando con un cagnolino.
"Ma anche tu... ci sei sempre per me."
Gli metto la bocca giusto al di sotto della cappella, leccando tutto intorno. Poi vado su e giù, poi lo ingoio cercando di muovere la lingua il più possibile. Lui si gode questo gesto trattenendosi.
"Mi stava venendo in mente di venire lo stesso. Non mi danno le ferie? Mi licenzio, pazienza. Sta morendo tua madre e io non posso non esserci."
Ah. Sta tornando in Abruzzo perché la madre sta morendo.
Adesso comprendo bene tutto questo suo sconforto. Forse ho sbagliato ad esigere di venire ma avevo bisogno di qualche giorno di sesso sfrenato, insomma un po' di leggerezza dopo l'accaduto al night. Anche perché lui poteva esserci per me solo ad intermittenza, seguirlo, nella mia mente era un modo per vivere la nostra sessualità totalmente.
O almeno credevo... se viene questa rompi******* io torno a casa a nuoto.
Intanto, lui sgrana gli occhi. Poi inizia a s******* la bocca, come volesse venire al più presto, mentre con le dita mi accarezza i capelli.
"Anna no. Stai tranquilla." balbetta.
"Sicuro amore?" io sbuffo e mi blocco perché non sopporto più questa donna petulante, è veramente una piovra altroché. Lui intanto, accosta al parcheggio dell'autogrill. Io imbarazzata e anche un po' in******* dalla situazione, apro lo sportello e me ne scappo. Mi immergo nel fetore dell'autogrill fingendo di dover comprare le sigarette. Compro il mio pacchetto di Wiston Blu. Il cuore comincia a martellarmi forte quando sento da dietro stringermi le natiche con forza. La carne comincia a bruciarmi.
Chi diavolo è?
Mi giro e...
"Chi diavolo ti ha dato il permesso di scendere dalla macchina? Dovevi farmi venire!" abbaia visibilmente in*******.
"Senti, vedi di moderare i toni e vattene a f****** dalla tua adorata mogliettina. Dovevo stare a sentire la vostra conversazione? Nemmeno morta!"
"Non ti azzardare a parlarmi così altrimenti te ne pentirai."
La sua rabbia mi sta facendo eccitare e innervosire contemporaneamente e il mio corpo sta fremendo.
"Parlo come voglio ai cogl*****."
"Ah sì? Vediamo..." mi butta nel bagno dell'autogrill e chiude la porta a chiave.
"Devi capire che la devi smettere di fare la super donna! C*****, basta! All'inizio con te sono stato buono, volevo provare a salvarti. Ma poi quando ho capito che mi avresti divorato, qualcosa dentro di me è cambiato."
Le sue parole mi fanno un po' paura.
"Cosa è cambiato?"
"Che non ti voglio più salvare." mi preme fortissimo la gola. "Voglio farti sprofondare nell'inferno con me, mentre ti scopo il c****."
Senza che me ne accorga mi abbassa la gonna e appoggia il glande sull'orifizio an**** e inizia a premere con insistenza.
"Non farlo, Riccardo." la mia è una supplica per compiacerlo, perché so che gli piace sentirmi arrendevole ma in realtà voglio solo che mi scopi senza alcuna pietà.
"Smettila di dirmi sempre quello che devo o non devo fare. Smettila. Stai zitta, c*****." inizio ad aver paura del dolore che mi provocherà.
"E adesso ti faccio vedere come mi diverto..." spinge e sento la punta che è già all'interno.
Maledizione... brucia.
Lentamente si fa strada fin quando con un colpo secco è tutto dentro e io mi irrigidisco.
"Non devi stringere. Devi allargarti come se stessi in bagno. Devi accogliermi, non respigermi!"
"Mi fa male..." boccheggio mentre con un mano tiene il pene saldo in me e con l'altra mi tira i capelli in una coda improvvisata.
"Non me ne frega un c*****... Dai maialina perversa, continua a muovere così questo culetto..." mi risponde lui furioso come se non avesse mai visto il mio sedere.
Mi fa impazzire questo lato di lui che perde letteralmente la testa per le mie forme!
"E poi lo so che ti piace quando ti faccio male." e ha ragione. Le sue spinte si fanno più forti e il dolore si mischia a quel profondo e proibito piacere che ho sempre cercato.
"Ecco, infatti, lo sapevo... sei bagnatissima." porta le mani sotto al mio sesso e con le dita mi titilla il clitoride, entrando e uscendo con ferocia dal mio orifizio a*****. Riccardo ruggisce e si muove ormai senza freni.
"Muovilo tutto, questo bel culetto, oppure ti fa talmente male da non riuscire a muoverti?"
Mi sta prendendo anche in giro lo st*****.
"Non mi fai male." mento per sfidarlo ma me ne pento appena lo sento appoggiarsi alla mia schiena e muovere il bacino.
"Ah no? Non mi sfidare."
"Ti sto dicendo che non mi fai male."
"Vediamo un po'. Oggi pomeriggio ho comprato un giochino oggi pomeriggio. Sono curioso di sapere se funziona. Riprendiamo la lezione dell'altro giorno, quella sugli strumenti. Te la ricordi?"
"Sì."
"Oggi ti tocca una sana punizione corporale."
"Scusa cosa vuol dire sana punizione corporale?"
"Proprio quello che pensi,ti farò male in modo che tu comprenda l'errore che hai fatto, così, ripensando alla punizione eviterai di rifare certe c****** da demente. Bene, oggi proviamo le Pinze per capezzoli. Adesso ti farò provare il Nipplegasm." mi spiega tirandomi giù il reggiseno e inserendo quegli strani strumenti sui miei capezzoli.
"Ma mi farai male ?" domando sperando non so perché in una risposta negativa.
"Certo che sarà doloroso, e anche molto. Tu adesso devi servirmi, obbedire senza esitazione in qualsiasi richiesta. Sarà doloroso inizialmente ma ti piacerà."
Ecco che comincia ad essere il dominatore più porco del pianeta Terra.
"Ok."
Le pinze sulle t**** cominciano a farmi male sempre di più. Tento di rimanere immobile, ogni movimento mi causa dolore.
"Possiamo smettere quando vuoi, ma non diventerai mai una schiava. Se vuoi veramente sottometterti devi avere coraggio. Coraggio non solo per opporti ma anche per affidarti a me. Devi farlo." la sua voce fuoriosa da master mi incendia.
"Ti devi mettere nelle mie mani." Sento il piacere che nasce nella mia vagina e si sposta sui miei capezzoli grazie a queste vibrazioni super intense.
"Tu ti fidi di me?"
"Sì padrone."
"Brava . Lo senti il piacere montare, vero?"
"Sì."Odio doverlo dire ma mi sta decisamente piacendo. "Ma siamo nel c**** di un autogrill!"
"Non me ne frega un c****. Concentrati sulle tue t****. Trasferisci il piacere lì. Il dolore del corpo si sposa e si fonde con il piacere della mente. " mi spiega cominciando a succhiarmi i capezzoli. È stupendo e lo è ancora di più quando le sue leccate si uniscono alle vibrazioni delle pinze. Le t**** sballonzolano fra le sue mani ed i capezzoli martoriati gridano di dolore nella mia testa ma sto esplodendo per il piacere.
"Godi p*******, dai. Vieni, su." Sono sul punto di venire. Quando lui se ne accorge mi toglie le pinze e vengo colpita da un piacere improvviso che mi fa esplodere in un orgasmo molto forte. Una grossa lacrima mi scende sul viso e lui la accoglie nelle sue labbra. Senza potermene rendere conto le pinze tornano a corredere i miei capezzoli e lui entra dentro di me prendendomi da dietro.
"Sei la mia Schiava e adesso ti cavalco." ghigna. "E ti voglio s******* come una p*******." Solo a sentire questa dichirazione perentoria esplodo di liquido bianco. Subisco una forte sculacciata che mi lascia il segno mentre vengo selvaggiamente. Cerco la sua bocca e le nostre lingue si incontrarono in una lunga effusione amorosa, torbida e perversa. A volte mi chiedo, se dopo di lui ci sarà qualcun'altro capace di farmi godere in questa maniera disperata.
No, che non ci sarà. Non potrai mai esistere un altro come lui, un demone trasvestito da Angelo.
"Allora ti è piaciuto essere punita dal tuo padrone, eh?"
"Sì, mi è piaciuto." ammetto.
Si aggrappa alle mie spalle, piegandosi su di me.
"Preparati per stasera perché ti sfondo. Con te non so perché, divento il peggio porco di sempre." commenta poco dopo uscendo dal bagno lasciandomi il sedere sporco del suo seme.
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