🔥Lezione 3 🔥🔞 Capitolo 17🔞
3 lezione
Gli attrezzi
Quando torno a casa le emozioni provate in questa serata, mi tolgono talmente le forze che devo assolutamente mettermi nel letto.
Mi rimbocco le coperte e apro Instagram. La tentazione di cercarlo sui social è così forte che non resisto e compongono il suo nome.
Devo dire che contrariamente alle aspettative ha un profilo molto curato perché ha postato 100 post, ma ha l'account chiuso.
Maledizione!
Spulcio su Google qualche informazione e in quattro e quattro otto, attraverso il profilo di quel tonto di Gabriele Leone, scopro il nome della moglie del professore.
Anna D'Angelo.
Il suo profilo è aperto e subito comincio a stalkerare. Non dovrei farlo, non dovrei invadere la sua privacy ma non resisto proprio. Lei ha 40 anni, è un medico ed è l'opposto di me. Ha i capelli ricci neri, è alta ed è decisamente robusta. Ha il viso tondo e pieno, gli occhi marroni, la carnagione olivastra. Oserei dire che è una donna piuttosto ordinaria, non ha nessun tratto caratteristico ma non mi sbilancio. In fondo non deve piacere a me... è quello il problema.
Continuo a sbirciare le foto e Riccardo è presente nella stragrande maggioranza degli scatti di lei. Spesso sono abbracciati in eventi famigliari, come compleanni oppure gare sportive dei... bambini. La prima foto che vedo che li ritrae tutti e quattro insieme, mi paralizza completamente.
Rimango davanti lo schermo impietrita.
Comincio a sentirmi una miserabile, una poco di buono... io potrei potenzialmente distruggere la felicità di questi bambini. Un maschietto e una femminuccia: la bambina somiglia più alla madre mentre il maschietto, che avrà all'incirca 14 anni è uguale a Riccardo. Ha gli stessi capelli nerissimi, gli occhi verdi e le labbra carnose. Devo dire che per essere un adolescente non è male. La bambina invece, ha sugli 8 anni ed ha la stessa espressione un po' imbronciata della madre.
Attraverso le foto vengo a conoscenza della sua vita e il cuore mi diventa piccolissimo, so che la nostra relazione è solo improntata sul se*** ma fa comunque male sc***** brutalmente con un padre di famiglia. Purtroppo è il mio passato che mi spinge a pensarla in questa maniera: mio padre non ci ha messo niente ad andarsene di casa con la sua amante di 28 anni.
So che Riccardo non farebbe mai una cosa del genere ma la probabilità che qualcuno possa scoprire qualcosa e stare male per questo nostro rapporto puramente sessuale, non mi fa stare tranquilla.
Infatti la notte mi agito tantissimo ripensando alle parole che quella donna ha dedicato su Instagram all'uomo che è il mio padrone.
Ripenso ad una frase che lei gli ha dedicato per il loro 15esimo anniversario di matrimonio. Lei in quella foto era così felice e lui anche, direi che all'esterno sembrano proprio la coppia perfetta. Si trovavano in una piscina ed erano abbracciati mentre brindavano con un calice di prosecco. Lui mostra il suo fisico asciutto e tirato mentre sul corpo di lei, lo scorrere del tempo e le due gravidanze si vedono.
"La tua empatia, la tua sensibilità e la tua gentilezza ti rendono una persona davvero speciale, Riccardo. Sei un marito fantastico e un padre formidabile. Buon anniversario di matrimonio a noi, amore mio!❤️😍"
Respiro affannosamenete mentre cerco di cancellare questa dedica ma dentro di me so che è tutto vero. Riccardo è un uomo davvero sensibile e ne ho avuto la prova questa sera. Mai nessuno era riuscito a capirmi come lo aveva fatto lui solo attraverso uno sguardo. Mi lascio cullare del ricordo del suo abbraccio e mi riaddormento.
La mattina dopo mi sveglio presto per andare in università e mentre mi sto preparando mi rendo conto che lui, proprio lui mi ha inviato un messaggio su Telegram. So che non dovrei fare la sottona e dovrei leggerlo tra qualche minuto ma sono consapevole che lui non è reperibile sempre e quindi prima lo leggo e meglio è.
"Buongiorno piccolina. 😅🤣"
Diciamocelo è davvero troppo simpatico, ha una capacità di sdrammatizzare le situazioni che mi fa sentire leggera e sollevata.
"Oggi alle 15.00 devi stare in libreria. Si trova in centro, si chiama La Selva Oscura. Sono sicuro che la conosci. Il proprietario si chiama Aldo, sarà lui a farti il colloquio."
Io visualizzo e quando sto per rispondere mi rendo conto che lui mi ha scritto un altro messaggio.
"Mi raccomando: sii te stessa."
È così dolce... non dovrei pensarlo perché è il mio padrone quindi dovrebbe esercitare su di me un potere assolutamente distruttivo. Ma non posso negare che provo una sorta di compiacimento per le sue attenzioni. Nei miei riguardi è molto protettivo e mai nessuno ha avuto delle simili premure verso di me. Mia madre mi tratta come un peso e mio padre è stato da sempre distante ed assente.
"Grazie❤️"
Rispondo.
"Ma oggi vorrei vederti🥺..." continuo.
"Il tuo colloquio finirà alle 16.00 e se ti fa piacere posso venire a prenderti. Ci beviamo qualcosa? Per festeggiare questo tuo nuovo (VERO) lavoro 😜🤣"
"Per me va bene, professore.😅🤝"
"Però poi alle 18.00 ho un impegno, dovrò scappare.🙈 Sarà una sveltina🐷😅"
"E stasera non possiamo continuare ? 😛"
"Stasera non ci sono 😞"
"👍"
Da un lato meglio così che non ci sarà stasera perché devo andare al Night e dire a Nathan, il padrone del locale che non andrò più. In poche parole dovrò licenziarmi e non so quale reazione aspettarmi. Ma cerco di non pensarci e provo a rimanere tranquilla.
La giornata all'università passa con una certa velocità perché i corsi che sto seguendo sono in grado di farmi sognare ad occhi aperti. E quando alle 15.00 mi reco in libreria per il colloquio ho una marcia in più. Aldo, il proprietario della libreria è davvero una persona a modo che oltretutto mi rivela che Riccardo è anche un abile romanziere. Sta scrivendo il suo nuovo romanzo che presto uscirà in formato cartaceo. Direi, che il professore mi intriga e mi affascina sempre di più. Aldo mi spiega i turni che dovrò fare e sono tutti di pomeriggio dalle 16.00 sino alle 20.00, dal lunedì al venerdì. È un orario perfetto perché posso organizzarmi perfettamente con l'università.
Quando il colloquio termina, esco dalla libreria e trovo Riccardo davanti la sua automobile intento a fumare una sigaretta. È assolutamente bellissimo, nel suo completo grigio, con giacca e pantalone coordinati, camicia bianca e cravatta blu.
"Allora?" mi chiede aspirando avidamente il fumo della sua Wiston blu.
"È andata bene."
"Non avevo dubbi." mi sorride rimanendo composto e capisco che non si sta sbilanciando perché siamo per strada e giustamente ha paura che qualcosa possa vederci.
Mi fa cenno di entrare nell'automobile, prima di essersi guardato per almeno cento volte intorno, alla ricerca di qualcuno che possa beccarci.
"Sono felice. Grazie Riccardo per questa opportunità." esordisco io quando mi siedo sul lato del passeggero.
Lui si limita a sorridermi mettendo in moto. Per circa 10 minuti riceve una serie di chiamate che lo tengono impegnato, l'università lo attanaglia. Quando termina il ciclo di chiamate arresta la marcia dell'automobile e ci fermiamo nella casa abbandonata dove ci trovavamo ieri sera. Scendiamo e lui dal porta bagagli estrae una bottiglia di...
"Champagne? Ma sei pazzo? Sarà costosissimo."
"Ti avevo detto che dovevamo festeggiare." mi spiega lui mentre mi invita ad entrare portando con sé una sorta di ventiquattr'ore.
Non è il massimo vederci in un luogo così isolato ma devo ammettere che con lui, ogni momento diventa come prezioso. Riccardo mi invoglia ad aprire la bottiglia di champagne e io lo faccio, versandone il contenuto all'interno di due calici che ha portato lui stesso.
"Salute." dico.
"A te..."
Quando finiamo di bere, lui mi guarda con occhi di fuoco.
"Io direi che è il momento di cominciare la nostra terza lezione dato che oggi abbiamo poco tempo a disposizione." gnugnisce, la sua voce è cambiata. Non è più l'uomo protettivo ed empatico di cui parlavo prima: adesso è diventato il mio porco.
"Spogliati e inginocchiati." sottolineando il comando prendendomi la testa da dietro per i capelli.
Io eseguo e mi trovo nuda davanti ai suoi occhi da predatore. Quando mi guarda mi fa sentire davvero desiderata.
"La terza lezione sarà sugli attrezzi." mi spiega lui bendadomi con un foulard nero.
"Devi imparare a famigliare con questi gioiellini." uno strano oggetto raggiunge le mie labbra e percepisco il sapore del cuoio e riconosco l'impugnatura di una frusta.
"Non avere paura. Ti piacerà. Ricordati la safeword." Annuisco e mi sfugge un gemito che invande l'oscurità.
"Cominciamo. Da 1 a 10, quanto vorresti che ti sco**** in questo momento? Rispondi."
"10..." gemo mentre lui mi infila un violentemente dito tra le labbra.
"Hai paura?"
"Sì..." rispondo per farlo eccitare oltre ogni dire.
"Fai bene ad avere paura."
Lui inizia a colpirmi dai seni, con piccoli colpi cadenzati.
"Concentrati sul piacere." mi spiega.
"Prendi il dolore e cullalo. Rendilo tuo. Sentilo. Assaporalo e trasportarlo poi, nella tua fi**." prosegue più lievemente sul ventre e ancora lungo i fianchi, con fermezza.
"Cerca di trasformare il dolore in piacere. Impegnati." è sulle cosce e il loro interno che concentra l'energia, con colpi secchi e ravvicinati che mi fanno eccitare tantissimo.
"Vai Elena, ora godi." mi ordina e io lo faccio. Mi piace il dolore che sento. E il godimento. E l'unione tra le due cose è eccezionale.
"Non c'è la faccio a continuare ... ho troppa voglia di scop****. Non posso aspettare. Rimandiamo questa lezione a data da destinarsi." si lamenta lui facendomi accasciare a quattro zampe con un colpo secco sulla schiena; per poi penetrarmi senza che me ne potessi accorgere. Questa volta non mi ha dato il tempo di adattarmi alla sua presenza dentro di me. Ha un membro davvero enorme che in un uomo onestamente non mi è mai capito di goderne.
"C****, c****, c****..." biascica mentre con una mano mi tira i capelli all'indietro con un ritmo simile a quello delle pompate che mi sta oscenamente sfondando.
"Sei mia..." la sua voce è assatanata mentre entra in me a colpi serrati da sembrare un demone.
"Dillo!"
"Sono tua, padrone."
Dalla mia intimità , lentamente, fuoriesce un liquido viscoso che non ho mai visto in vita mia.
Che cavolo è?
L'eccitazione che sento è disumana, mai provato niente del genere. Lo sento ansimare forte. Continua con incessante decisione a dominare il mio corpo. La sua passione inarrestabile non mi lascia neppure il tempo di respirare.
"Padrone, continua, così, non fermarti." lui a quelle parole mi stringe in maniera fortissima il collo per premere fortissimo sulla mia gola, in un punto che mi fa venire in un orgasmo potentissimo. Le sue mani sanno esattamente come scatenare un brivido che dalla nuca si scarica in mezzo alle gambe.
L'ossigeno mi manca al cervello e godo come non mai, sento solo le sue mani premermi sulla mia gola e scoppio in un pianto disperato.
Sono venuta così forte che gli ho dato un morso sulla spalla per scaricarmi.
"Porca, sei una grandissima porca quando vieni. Dimmi che sei la mia put*****. Dimmelo!"
"Sono la tua put****." a quelle parole vengo a round, con colpi che mi lasciano senza fiato. Lui viene copiosamente in me e quando si svuota mi toglie la benda e mi fa sollevare.
"Io... domani continuiamo la lezione di oggi." mi spiega con il fiatone mentre mi abbraccia forte da dietro. Questo gesto così involontario ma naturale da parte sua mi ha decisamente stupita.
"Penso che tu abbia capito che..."
Lo blocco.
"Che non ti sei s*****? Sì l'ho capito. Beh, anch'io sono stata ferma, volevo te e non il mio ditino..."
Lui sorride lievemente e mentre si riveste nota d'avere il ventre sporco di una sostanza bianca che appartiene a me.
Oh mio Dio ma è quel liquido viscoso che ho sentito uscire poco fa, da me!
"Nessuna donna mi ha mai regalato in questa maniera il suo piacere. Mai!"
Mi metto le mani in faccia vergognandomi, ma lui mi impone di guardarlo negli occhi afferandomi il mento.
"Non vergognarti. È stata l'esperienza più eccitante della mia vita. Il tuo corpo mi ha fatto tuo. Adesso mi sento totalmente il tuo Padrone."
Si riveste frettolosamente e non capisco il perché non si pulisce quel liquido viscoso.
Ma è pazzo?
"Adesso deve andare perché stasera ho la recita di mia figlia..." mi spiega con un leggero imbarazzo e io faccio finta di non averlo mai stalkerato e di non sapere nulla della sua famiglia.
"Hai una figlia?"
"Sì." risponde secco lui senza darmi altre informazioni. Prima di andare via mi guarda ancora eccitato.
"Sai, quando tornerò a casa non farò la doccia. Voglio dormire così, stanotte, con te, con il tuo sapore ancora addosso. Il tuo odore sulla mia pelle è una sensazione meravigliosa." mi accarezza una guancia e a quel punto va via.
Non ho mai visto un uomo così in ecstasy per me.
Rimango a sorridere come una scema ripensando ai suoi occhi vogliosi di me.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top