🔥Lezione 10🔥 🔞 Capitolo 30🔞

Lezione 10

La doppia pen*trazione

Apro gli occhi e mi guardo immediatamente intorno. Lui giace supino accanto a me , dorme ancora. Siamo entrambi nudi , la sera precedente abbiamo fatto l'amore fino a tardi. Scosto il lenzuolo e osservo il suo corpo virile e tonico.

È maschio da far paura.

Gioco un po' con la sua leggera peluria che copre il suo petto. Lui si sveglia e si volta su un fianco e aprendo gli occhi mi sorride. Un sorriso che mi fa sciogliere il cuore come un budino al sole.

Diavolo, è così bello...

"Buongiorno piccolina , sei già sveglia?"

"Sì, ti osservavo dormire..."

"Sei sveglia da molto?"

"No."

"Mmmm. Come sei bona..." mi dice accarezzandomi il sedere per poi strizzarlo fortissimo. Il suo ca**o è bellissimo mentre lo vedo ditrazzarsi per il gesto appena compiuto. Allungo una mano e lo accarezzo.

"Ah... ti sei appena svegliata e hai già voglia. Che porcellina."

Mi bacia e mi accendo subito di desiderio.

"Com'è possibile che ogni volta che mi sveglio mi sembri sempre più bella?"

Io sorrido mentre poggio la mia guancia sul suo petto.

"Sai, una volta ho letto un articolo in cui c'era scritto che fare se**o con regolarità abbia effetti positivi sullo charme."

"Ah... quindi tu, per essere bellissima, presumo che ti dessi molto da fare prima di conoscermi."

Arrosisco.

Ho sempre avuto una vita se**uale piuttosto bizzarra e parlarne con lui mi sta mettendo un po' soggezione.

"Beh, professore, considerando la tua spiccata bellezza alla tua età, immagino che anche tu ti sia dato un bel po'da fare."

"Insomma, come al tuo solito, non hai risposto alla mia provocazione." serra la mascella, come è il suo solito fare quando si stizzisce.
Dopo poco, la suoneria di un telefono ci interrompe, lui si volta di lato e si alza dal materasso, per poi frugare nelle tasche dei suoi pantaloni. Prende il telefono fra le mani e noto che è estremamente nervoso.

"Riccardo..." lo chiamo ma lui non alza la testa dallo schermo del suo cellulare.

"Scusami, adesso devo proprio rispondere ad una chiamata. Sarò subito da te." mi dice e la magia che si era creata svanisce in un nano secondo.

"Guarda che me lo puoi dire che è lei, eh." lui non mi risponde ed agitato si chiude nel bagno della mia camera. La decisione di non essere tornato a casa e di aver dormito qui con me, deve essergli costata molto cara.

Non sono l'unica nella sua vita.

C'è sua moglie prima di me.

Questa pesante costatazione è un tarlo così nevrastenico che mi spinge ad origliare la sua conversione telefonica.

"Sono rimasto un giorno in più giù , Anna. Tra poco riparto e vado direttamente all'università. Dopo il funerale ero distrutto e non ero in grado di guidare tutte quelle ore."

"Avresti dovuto avvertirmi. Ero molto preoccupata."

"Lo so amore. Scusami. Ma non volevo sentire nessuno."

"Amore" l'ha chiamata "amore"!

Dopo che ha trascorso tutta la notte con me, dopo tutto quello che ci siamo detti ieri sera!

Lui ha avuto il coraggio di chiamarla amore!

Serro i pugni e cerco di non fargli capire che sono dietro la porta.

"Non volevi sentire tua moglie e i tuoi figli? Ma che razza di marito e padre sei?"

Lui non risponde.

"Avrò chiamato tua sorella venti volte al telefono e non mi ha risposto!"

"Anna, cerca di capire... era un momento delicato per la nostra famiglia."

"Certo, un momento delicato, lo capisco, ma mi stupisco di te che non trovi un minuto per chiamare tua moglie e i tuoi figli. Mi risulta che ultimamente stai diventando un po' troppo egoista, Riccardo. A casa non ci sei mai e quando ci sei, sei sempre latinante e distratto. Cosa hai Riccardo?"

"Amore... io penso sempre alla mia famiglia, lo sai. È che ieri dopo il funerale era stanco e spostato. Ho preferito concedermi un bagno caldo e farmi una bella dormita. Non sono strano, semplicemente, ho solo tanto lavoro arretrato, sai bene che devo pubblicare quel romanzo e sono un po' a corto di idee. Ho delle date che dovrei rispettare e mi mettono molta pressione le scadenze che ho. Scusami. Questa sera per farmi perdonare, ti porto a mangiare in quel bel ristorantino che tanto ti piace. Solo io e te. Va bene amore?"

Direi che è stato abbastanza convincente. Anche se le budella mi si stanno attorcigliando dentro. Lui stasera va a cena con sua moglie mentre io rimarrò a casa a pensare a lui. Questo piano non mi piace neanche un po'. Uscirò con i miei amici che hanno in programma una serata alcolica in discoteca.

Lei sospira, sembra essersi convinta.

"D'accordo, ci vediamo stasera..."

"Ciao Anna."

"Ciao, Riccardo. Ti amo..."

"Anch'io. A stasera."

Ma che ca**o! Lui le ha risposto "anch'io".

Come sarebbe a dire?

Prima mi dice che tra noi NON è solo se**o, ed ha chiaramente alluso che anche per lui stia nascendo qualcosa e poi... dice alla moglie che la ama?

Dopo avermi presa in tutte le posizioni stanotte?

Non ci posso credere!

Ogni volta mi sento presa in giro e mi inc*** tantissimo, non so fino a quando potrò ancora mandare avanti questa storia.

Lei chiude la chiamata e sento lui imprecare a bassa voce. Io mi rimetto a letto e faccio finta di non avere ascoltato nulla. Sono nuda e dolorante per la notte di fuoco appena passata mentre lui, si è vestito di tutto punto e sorridente, mi osserva dalla testa ai piedi con un sorrisetto malizioso dipinto sulle labbra.

"Non sai che piaga dover andare a lavorare in questi casi..."

La sua eccitazione è ancora evidentemente dalla patta dei pantaloni che sta per esplodere.

"Non puoi rimanere ancora un po'?"

"No..."

Io metto il finto broncio da bambina pestifera, una espressione che di solito manda su di giri gli uomini e infatti ci ho beccato in pieno.

"Non ti va di assaggiare la mia fi** per colazione?" rispondo seducente e per l'ennesima volta vedo l'indecisione nei suoi occhi.

"Adesso ti faccio strillare!" ripete e libera la sua erezione, inchiodandomi al materasso per possedermi con veemenza. La sua carica se**uale mi trascina in un turbine di eccitazione e piacere che mi fa dimenticare la conversazione con sua moglie.

"Fammi tua..."

"Lo farò tra meno di un minuto, ma prima voglio che mi dai il tuo vibratore. Oggi lezione numero 10."

Io arrosisco.

"Non ho un vibratore."

"Bugiarda. Non fare la timida piccolina. Lo so che sei una maialina e ti piace toccarti."

"Non lo ho, Riccardo. Ho detto."

Fingo perché in realtà ne ho diversi di vibratori e anche di falli finti. L'autoerotismo è una pratica che mi sono sempre concessa nei periodo di profondo stress, soprattutto dopo l'abbandono di mio padre; quando non avevo voglia di parlare con nessuno, figuriamoci se avevo voglia di scop*** con un morto di fi** qualsiasi.

"Ah no? E questo cos'è?" chiede aprendo il cassetto ed estraendo il mio giochino fucsia e bianco. È proprio quello che ho acquistato qualche settimana fa prima di conoscerlo. È praticamente nuovo di zecca. E non riesco a comprendere come lui possa averlo trovato, probabilmente si sarà fidato del " luogo comune" che prevede il fatto che noi donne nascondiamo i nostri giochini nel cassetto della nostra camera da letto, come gli uomini nascondono i preservativi nel cruscotto dell'automobile.

"Come mi piacerebbe vedertelo usare per me. Questa sera mi mandi il video mentre lo usi e mi pensi. Hai capito?"

Annuisco.

"Hai capito? Me lo devi mandare, altrimenti ti punisco appena ci vediamo."

"Ho capito."

"Bene. Perché non amo ripetermi."

Mi fa distendere sul materasso e mi fa aprire le gambe.

"Ora però lo userò io con te. Lezione numero 10: la doppia pen*trazione."

Mi infila il vibratore dentro la vagi** e la spinge con le dita fino in fondo.

"Oddio!" gemo.

È una sensazione sublime.

Wow!

Mi sento stravolta.

Sento il vibratore vibrare dentro di me e sto per esplodere. Con il pollice lui invece, inizia a stuzzicarmi il clitorid*.

"Godi, dai. Su. Vieniii." mi ringhia e io vengo in fretta come mi ha ordinato lui.

Poi, appoggia il suo grosso membro sulla mia fessura ana** e inizia a premere, io mi irrigidisco.

"No Riccardo... è troppo."

"Shhhh. Non stringere. Lasciati andare, dai. Fidati di me."

Non può entrare insieme al vibratore!

E invece, piano piano, si fa strada e si immerge completamente in me, facendomi impazzire di piacere. 

Lui aziona il pulsante e sento vibrare il vibratore dentro la mia intimità mentre lui prende a muoversi avanti e indietro, con lentezza nel mio cu**.  Non credevo nemmeno che potessi provare un piacere simile.

"Ca**, Riccardo sto impazzendo." ammetto.

"Ti piace? Sì che ti piace, con due ca*** dentro, sì che ti piace. Sei una porca tu."

Sento l'orgasmo che si avvicina e inizio a stritolare fortissimo il suo membro e il vibratore. Vengo in un potente orgasmo, il più distruttivo che abbia mai avuto.  Sento un liquido che schizza dentro di me.

Accidenti! Sono venuta con flusso di liquido potentissimo!

"È stato pazzesco, sono venuta fortissimo." sorrido.

"Ah sì? Bene adesso lo vediamo. Fammi assaggiare la tua fi*a."

Il suo sorrisetto malizioso mi fa sciogliere liquidi nelle parti basse. Mi fa mettere a quattro zampe e lui si posiziona contro il bordo del letto.

Mi sento strapiena.

Inizia ad affondare con violenza, facendomi gridare. E piangere, proprio come piace a lui.

"Ti piace essere sfondata?" mi chiede montandomi come un pazzo, facendomi venire con un grido esagerato.

"Sì, c***o." dico lasciandomi andare completamento a letto.

"Sei una porcellina e ti farò venire in tutti i modi." mi dice poi, sfilandosi completamente da me.

E viene... fortissimo.

"Mi hai fatto impazzire... " mi dice poi, sfilandosi completamente da me. Geme ancora un po' e poi si riveste frettolosamente.

"Adesso devo proprio andare..." ammette dimesso.

"Stasera potremmo vederci?"

"Purtroppo no, ho una cena di lavoro." lui abbassa lo sguardo.

Non ci posso credere! Mi ha detto una ca**ata!

"Riccardo..."

"Sì?"

"Perché mi dici le ca**ate?"

Lui scoppia a ridere, mentre io incrocio le braccia sul petto con fare indispettito.

"Quanto sei gelosa, Elena! Guarda che per me mia moglie sta diventando davvero come un lavoro. E poi credi davvero che io sia così stupido da non pensare che tu stessi ascoltando la mia chiamata? Dai su... sciocchina." mi pizzica una guancia.

"Riccardo, non mi piace questo tuo modo di fare. Non sono stupida. Stavi per dirmi una ca**ata."

Lui serra la mascella.

"Ti ho detto di no."

Io rimango in silenzio poi prendo parola presa dalla rabbia.

"Te la sco*i stasera la tua mogliettina, dato che le hai detto che la ami?"

Lui sospira dimesso.

"Elena, credo proprio che ora devo darti una bella lezione prima di andare via."

Lui si siede sul materasso, mi prende per i capelli e mi poggia come se fossi una bambina sulle sue ginocchia. Mi fa voltare in posizione prono e si ritrova il mio cu** davanti la faccia.

Mi sento una bambina che sta per essere punita dal suo papà perché ha appena fatto una marachella.

"Ti punirò e proverai dolore, un dolore così intenso che lo ricorderai a vita. Così la prossima volta prima di aprire bocca ci ripenserai due volte. Tu... a volte, fai perdere la pazienza persino ad un santo."

Inizia a darmi forti sculacciate sul cul*. Sono fortissime tanto che sento il rumore del palmo della sua mano contro il mio sedere. Poi usa la cintura dei pantaloni.

Fa malissimo, ca***!

È violento e c'è qualcosa di strano sotto tutta sua asprezza, ma in questo momento non posso negare che mi piace terribilmente essere punita.

"Basta!"

Mi ignora.

"Fragola!"

"La safeword da questo momento non vale più un ca**o" ringhia. "La prossima volta impari a dire le str***zate."

Mi colpisce forte, prima su di un lato e poi sull'altro. Mi colpisce ancora e ancora: i miei glutei bruciano e, dopo otto sculacciate, con il pollice inizia a stuzzicarmi il clitoride, sferzandomi un'ultima sculacciata.

"Godi, dai... Vieni su!" mi ringhia e vengo. "Spero che tu abbia imparato la lezione." spiega mentre si risistema e mi fa alzare in piedi.

"Adesso vado..." dice posandomi un bacio sulle labbra e ficcandomi la lingua in gola.

"Ah... allora io questa sera ne approfitterò per uscire con i miei amici."

"Dove andrete?" chiede lui mentre si sistema i capelli.

"In discoteca."

"In discoteca?!" mi fa l'eco.

"Sì. Che c'è di strano? Ho vent'anni."

"No. Non ci vai. Te lo scordi."

"Non puoi dirmi cosa devo o non devo fare, quando tu sei il primo a fare il ca**o che ti pare."

Lui sbuffa e si avvicina a me.

"Come te lo devo dire che io vorrei stare con te ogni secondo?" mi ribadisce stritolandomi le guance tra i palmi delle sue mani.

"Non ho nessun piacere nell'andare a cena con lei. Lo sai bene."

"Ma ci vai, però."

"È mia moglie."

"E io chi sono? La tua zoc***a?! Non ho capito."

Lui non risponde.

"Dovrò semplicemente abituarmi all'idea che io per te sarò sempre la seconda."

"Elena, fai tutte le pietose considerazioni che vuoi. Ma tu stasera non ci vai a quella ca**o di discoteca."

"Ah no? E cosa dovrei fare? Rimanere a casa, aspettando il tuo ritorno per poi mandarti un video in cui mi masturbo con il vibratore, per farti fare una se*a perché tua moglie non te la da? Col ca**o!"

"Sì." chiede lui con gli occhi infuocati mentre comincia a premermi il collo molto forte.

"L'idea che tu vada con un vestitino corto, mostrando le tue te**e splendide e il tuo cu** meraviglioso a chiunque... mi fa impazzire. Ti rendi conto che tu saresti capace di far resuscitare anche il pisello di un morto?"

"Beh, e allora tu non andare a quella cena. No?"

"Non puoi chiedermelo."

"Nemmeno tu." lui mi lascia il collo e si allontana rassegnato  da me.

"Bene e allora ... torna pure a scullettare per tutti. Tanto è tua specialità." grida lui mentre sta per uscire dalla mia camera.

"Vaf*****o, Riccardo!" rispondo e lui sbatte con ferocia la porta lasciandomi sola.

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