🔞Capitolo 9🔞

Ho la testa che è un tumulto di strane sensazioni, la fede che porta al dito però smorza ogni altra immaginazione. Quando entriamo nel locale sento i commenti degli uomini e dei ragazzi volteggiare intorno a me.  Ricchi schifosi che mi guardano le gambe, il culo e le tette sode esprimendo desideri sconci. Ci siamo appena accomodati ad un tavolo di un ristorante stellato e abbiamo la giusta privacy. Non vedo l'ora di conoscerlo bene. Ho letto su internet molto interviste che lo riguardano. La filologia è quello che gli interessa di più, per lui è un'ossessione, un morbo. Questa sera lui elegante ed impeccabile, toni e cravatta azzeccati, dettagli curati.

Sorseggio il drink e lo guardo intensamente, è decisamente l'uomo più bello che io abbia mai visto ma devo ammettere che anche il più misterioso in assoluto. Mi masturbo tantissimo al pensiero che lui gode mentre mi pensa, mentre mi immagina a succhiargli l'erezione... eppure siamo qui in un ristorante costosissimo e c'è un glaciale imbarazzato tra noi. Il sesso con lui è devastante e mi lascia addosso la consapevolezza che non ci sarà nessun altro all'infuori di lui. Adoro provare quella sensazione che mi porta a non resistere più e a perdere anche il più semplice senso di pudore. Posso considerarmi un'amante?  Sono alla mercé di un uomo, uno sconosciuto, un uomo probabilmente sposato e chissà, un padre di famiglia.

"Okkkkk, Professore. Facciamo che inizio a raccontarti io qualcosa di me, che ne dici?" mi sembra che il suo odore si mescoli a quello del mio cocktail e bevo ancora un sorso prima di appoggiare il bicchiere. Il silenzio che mi torna indietro è strano, ma anche denso e c'è qualcosa di erotico.

"Oh, certo, certo. Raccontami quello che vuoi sono tutto orecchie." risponde lui mentre i suoi occhi verdi mi incatenano e mi imbarazzano. Le sue iridi sono qualcosa di meraviglioso: è come perdersi nella foresta amazzonica, un'esperienza entusiasmante, ma anche pericolosa. Lui cerca di aggiustarsi la cravatta e ho notato che questo gesto lo compie quando è in imbarazzo.

"Beh... non so da dove cominciare." Balbetto.

Cavolo, non so perché comincio a parlare in questo modo, di solito sono più sfacciata, più diretta.

"Io comincerei con il dire che sei piuttosto timida."

"Timida io?" sospiro dolcemente, l'atmosfera è calda e mi eccita la situazione. Ride rilassando le spalle in modo sincero. Cavolo che sorriso, sarebbe capace di stendere qualsiasi donna e quelle fossette che gli si creano sulle guance mi stanno facendo svenire.

"Diciamo che hai uno strano modo di nascondere la tua timidezza. Ti fingi spavalda, ma non lo sei. Me ne sto rendendo conto proprio in questo momento."

È sexy, sfacciato ed è anche per questo che sono qui.

"E tu? Come mi vedi?" continua.

"Come un enigma, Bianchi."

"È uno strano elogio. Sai, forse il più strano che abbia mai ricevuto in trent'anni di insegnamento."

"Non è un elogio, Bianchi."

"Cosa sta cercando di dirmi, signorina?"

"Che gli enigmi vanno risolti. Non crede?" sospiro in parte scocciata in parte divertita.

"Mhhhh, interessante risposta ragazzina." quel suo mugolare mi eccita oltre ogni dire.

"Come posso decriptarti?"

In questa situazione, ed anche a causa dell'alcool, perdo ogni remora ed inibizione e mi lascio avvolgere dalle attenzioni di quest'uomo, sentendo che la gonna si è sollevata a mezza coscia.

"Oh no, signorina, questo deve capirlo lei!"

Il suo piede scivola nella mia gamba nuda verso il ginocchio. Rabbrividisco.

"Cosa vuole da me, Professore?"

"È una domanda molto sbagliata signorina, non trova?"

Lui continua a muovere il piede sulla mia gamba facendosi strada nel mio interno coscia. Provo un mix di emozioni, piacere, timore anche se sono al sicuro qui con lui.

"Trovo di sì, ma gradirei comunque una sua risposta. Voglio sapere la proposta che vuole farmi."

Mi fissa con un sorrisino da stronzo impunito.

"Facciamo così: lei cosa vuole da me?" mi eccita da morire la sua voce roca e soprattutto quando fingiamo quella parvenza di professionalità che tra di noi non c'è mai stata.

"Cerco spazio, leggerezza, voglio perdere il controllo, voglio qualcosa di nuovo, di diverso. Voglio spingermi fino ai più estremi confini della se**ualità. È questo che desidero." il mio sguardo cade sulla patta dei suoi pantaloni ma poi ho fatto finta di niente e ho abbassato gli occhi fingendo di guardare dentro la borsetta.

"E lei invece?"

"Cosa voglio, beh... non so se le piacerà."

Spostandosi più vicino a me mette la mano sulle mie gambe nude compiendo piccoli movimenti in su e giù. Le nostre facce non lasciano trapelare niente di anomalo fino a quando lui non inizia a dirigere le mani verso il mio monte di venere.

"Lasci decidere a me se mi piace la proposta..." rispondo giusto il tempo di cingere il suo pene eretto da sopra ai pantaloni.

"Voglio che tu diventi la mia Sottomessa. Ho bisogno di diventare il Padrone del tuo corpo."

Un nuovo brivido mi devasta il corpo; brivido di passione ed eccitazione. Mi sta chiedendo di praticare BDSM? Dio mio, sto prendendo fuoco. Ma veniamo interrotti dal cameriere che serve i primi piatti.

"Buon appetito Professore." dico chinandomi per raccogliere il tovagliolo caduto che ovviamente è caduto di fianco a lui. In un istante gli tocco il pacco ed è più duro che mai.

"Buon appetito." incredulo mi guarda eccitatissimo mentre lecco l'estremità della forchetta fingendo che fosse il suo pene. A lui comincia a tremare la mano e sono davvero compiaciuta del fatto che riesco a mandarlo in tilt.

"Beh, il mio saggio e onorato professore di libidine ha perso la parola?"

"No. Sto solo aspettando una tua risposta."

"Quindi mi stai chiedendo..." mi interrompe.

"Sì. Ti sto chiedendo di lasciarti andare completamente. Di consegnarti totalmente a me, di affidarti nelle mie mani e di diventare la mia schiava. Hai mai praticato bondage?"

"Io..."

"Tu?" mi guarda indagatore. "Dalla tua titubanza ciò mi lascia presagire che sei una novellina." la sua sicurezza mi eccita tantissimo.

"È così." rispondo secca.

"Avevo immaginato.  Ma quando ho capito che eri come me, che avevi la mia stessa natura, ho avuto la conferma che con te potevo spingermi sino a questo punto."

"Spiegami bene cosa intendi."

"Bene... Allora dunque ogni minima sbavatura sarà punita."

"Mi fai paura." rispondo imbarazzata. Lui scoppia a ridere.

"Ahahahahah no no, sono un pezzo di pane. Ma a livello se**uale, sono un porc** e perdo la testa per le donne con la tua indole."

"E io per l'uomo a cui piace dominare... che mi propone cose nuove, che mi provoca..."

Deglutisco, già troppo umida fra le gambe.

"Bene. Allora ti piacerà sapere che ti addestrerò per diventare la mia schiava. Faremo delle lezioni sessuali in cui ti introdurrò nel mondo del bondage e alla fine ci sarà un esame finale. Se le sbavature saranno troppe, oppure troppo marcate, non passerai l'esame: non potrai avere l'onore e il piacere di essere la mia schiava."

Sono davvero troppo eccitata, sto per sciogliermi sulla sedia. Quello che mi sta proponendo è qualcosa di nuovo, audace, eccitante e stimolante! Tutto ciò che ho sempre sognato!

"Ricordati che il tuo obiettivo sarà quello di diventare, la mia schiava, la mia sottomessa. Ogni tuo movimento dovrà sempre essere un invito a usarti. Dovrà sempre sottolineare, in ogni istante, la tua accessibilità e prontezza nel soddisfare il tuo Padrone."

Non rispondo perché sono troppo eccitata al punto che non mi escono nemmeno le parole. Comincio a sentirmi umida lì sotto. Non ci posso fare nulla. Lui riesce ad eccitarmi solo dicendomi queste cose.

"Allora? Posso?" mi chiede nell'invito di toccarmi proprio la vagina.

Annuisco e lui infila un dito nel micro-tanga viola per valutare chissà cosa.

"Bene, questo è il grado di umidità che esigerò in ogni istante, se tu passerai l'esame. Sei così porc** che sono sicuro che mi darai filo da torcere."

Sono completamente immobilizzata da questa nuova forma di piacere che non conosco. Un piacere ignoto ma devastante e infinito.

"Allora piccolaElena. Sì o no? Da che parte stai? Inferno o Paradiso?"

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