Angolo autore: dopo tanto rieccomi qui. Questo capitolo è scritto in collaborazione con LuanaNardi . Ti voglio ringraziare pubblicamente per il tuo prezioso supporto. ✨
Le parti scritte da @luananardi sono in corsivo, dal punto di vista di Elena. Mentre le parti scritte in neretto sono scritte da me dal punto di vista di Riccardo. Spero che questo esperimento vi piaccia. A noi è piaciuto davvero tanto collaborare insieme. Spero che questa collaborazione vi piaccia 💗 buona lettura. 😀❤️
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Mi sveglio dopo la nottata di fuoco ai primi raggi di sole di questa mattina. Sento già il suo pise*o duro in mezzo alle chia*e e mugolo spingendolo contro esso.
Quest'uomo mi manda su di giri ogni minuto, ogni secondo ogni respiro. Fa finta ancora di dormire e io spingo le mie chia*e tonde contro il suo pise*o duro e pulsante.
Lo desidero.
Lo voglio.
Voglio sentirlo tutto dentro di me.
Al pensiero la mia va*ina è pulsante e sgocciolante.
Non appena apro gli occhi , mi rendo conto di averlo già duro poiché il suo cu** spinge insistentemente contro la mia erezi*ne. Mi accorgo d'essermi addormentato nella sua camera però... in questo momento non riesco proprio a staccarmi da lei.
"Adoro prenderti appena sveglio, sai?"
Sono sveglia fingo solo di dormire e così continuo per vedere fin dove si spinge. La sua voce calda la sento sulla mia pelle e la mia vagina inizia a sgocciolare spingendo di più il mio cule**o contro di lui.
Lo voglio da morire!!!
Voglio sentire il suo pise**o dentro di me fino a fondo. Così mi giro verso di lui non resistendo a far finta di dormire.
Mi volto portando una gamba sopra al suo bacino e prendo con le mani il suo viso incontrando quelle dannate iridi sexy.
"Riccardo ti voglio...ti prego"
Inizio a supplicarlo posando la mia vagina bagnata sulla sua mano.
"Cavalcami, Elena" le dico perché la mia mano è piena dei suoi umori e ormai il mio ca**o è bello in tiro.
Lei senza farselo dire due volte si pone sopra di me e prendendomi l'erezi**e in mano , se la spinge dentro con ingordigia. Il contatto con la sua pelle intima mi fa mugugnare.
"Ca**o... Elena... cosa ti farei..."
Una volta dentro mi sento viva, mi sento piena.
Poso le mani sul suo petto imponente ed inizio a muovere il bacino avanti e indietro sospirando dal piacere.
"Amore fammi quello che vuoi...anzi padrone...prendimi!!"
Sapevo che quelle parole lo avrebbero fatto accendere. Impazzire.
Ogni volta che sono dentro di lei, penso che questo è il mio posto nel mondo.
Il mio paradiso, ma anche il mio inferno.
Ma in questo momento non voglio affatto pensarci.
Non voglio pensare che sto annegando nella melma.
Non voglio pensare a tutte le bugie che ho costruito.
So che presto la maschera cadrà ed è per questo motivo che adesso voglio prendermi il piacere che mi spetta senza pensare alle conseguenze.
La afferro per i fianchi e inizio a pompare dentro di lei, con tutta la rabbia e la disperazione che sento sgorgarmi nelle vene.
Le mie stoccate sono vigorose e potenti e più sono irruento e più lei sembra godere. Impazzisco quando la vedo corruggiare il viso in una smorfia altamente erotico. Rotea gli occhi verso il cielo e sembra posseduta da chissà quale demone.
"Pronuncia il mio nome, ora. Voglio sentirti pronunciare il mio nome mentre il mio ca**o non ti dà pace"
Mi stava possedendo, sentivo il suo ca**o martellarmi fino alle budella e la cosa mi mandava in estasi..
Inizio a piangere di piacere prendendo la sua mano per portarla alla mia gola
" Riccardooo ti prego continua"
I miei umori sono sparsi sul suo pube e sul materasso.
Sento la mia fighe**a sgocciolare e contrarsi.
Sto venendo.
Siamo una cosa sola, siamo uniti ed è la sensazione più bella che io abbia mai provato.
Non penso a nulla, assorbo il mio male facendo brillare la mia anima.
Vorrei che questo momento si bloccasse, la visione di lui completamente sudato con i capelli che gli ricadano sulla fronte, le mani strette sui miei fianchi e il suo sguardo.
Wow!
Ca*o, il suo sguardo da pervertivo maniaco mi fa una paura fo*uta ma lo amo da morire.
Sento la sua vagina stringere il mio pene fortissimo e io devo trattenere l'orgasmo. Lo devo scacciare per godere più che posso.
E così decido di cambiare posizione, la prendo per i capelli e la faccio mettere a quattro zampe sul materasso.
Lei come una gentile ninfea, si piega appena appena e io le butto uno schiaffo sul sedere.
"Riccardooo!" grida lei in risposta a questo mio gesto. Io deciso affondo in lei con un colpo di reni fortissimo. La stoccata che le ho dato è stata così forte che quasi quasi le ho sentito l'utero. Comincio a pomparle dentro con vigore mentre le strizzo le tette fra le mie mani. La possiedo inarrestabile e lei si dondola sul mio pene come se fosse nata per fare questo.
"Sì, brava, così! Sei magnifica! Dai!!!" la invito a fare su e giù più velocemente.
Ad un tratto vedo che con le dita stringe forte le lenzuola, il mascara inizia a colarle e il respiro è ormai affannoso. Vederla così sottomessa a me, mi porta immediatamente alla perdizione.
"No, dai, così mi fai venire subito! Cazzo, sei tremenda!"
"Riccardo... Ahhh" si limita a gemere lei, completamente corrotta dal piacere. "Sì, dai, sei meraviglioso! Oddio, mi fai venire! Dai, che vengo!" mi incita lei e io divento un animale furioso.
Il sesso fra noi è un dolce martirio, ci completa e ci distrugge allo stesso tempo. Ci permette di essere noi stessi, in particolar modo io posso esprimere i miei desideri di dominanza più reconditi.
D'improvviso gemo quando le mie palle sbattono forte sulle sue chiappe. Infatti, dopo alcuni affondi mi lascio capitolare con un sonoro grugnito.
"Ah sì, cazzo, vengo!"
Non riesco più a controllarmi e vengo come fossi un adolescente. Il mio liquido è un fiume e le imbratta tutto il sedere. Lei mi imita, producendo una serie di contrazioni che le producono un forte tremolio.
Crollo sul letto con la faccia sul cuscino respirando affannosamente. Lo tiro affianco a me e mi avvicinai riprendendo respiro, lo guardo ed è così bello ed io così innamorata.
È un dio, il mio dio.
La vag**a mi pulsa ancora ricoperta dei miei umori e del suo liquido seminale. Sono golosa non mi basta mai ma devo trattenermi.
Mi avvicino prendendo il suo viso e deglutisco sospirando
""Amore ho la fig*etta ancora tutta pulsante..mi farei sco*re come una maiala ancora e ancora...ma ci sono i tuoi figli di là da portare al centro bambini "
Mi alzo e mi avvicino al bagno della stanza e mi poso al muro per guardarlo in tutta la sua nudezza e bellezza. Ha ancora il ca*o in tiro e il corpo sudato, i capelli che gli ricadano sul viso. La mia va*na pulsa di nuovo così levo lo sguardo da lui per cercare la pace un secondo.
Peccato che la pace me la sa dare solo lui.
Il mio professore.
Il mio padrone.
"Hai ragione, devo tornare assolutamente nella loro stanza. Però sappi, che questa sera non darò pace al tuo bel corpicino..." dico, con la grande voglia di prenderla ancora, ancora e ancora ma... devo desistere. Ci sono i miei figli a poche stanze di distanza e devo assolutamente andare a svegliarli.
"Mi mancherai molto..." le pronuncio mentre mi vesto.
"Anche tu professore..."
E io la guardo malizioso.
"Ti andrebbe di sentirmi sulla tua pelle anche se sono lontano?"
Lei mi guarda perplessa.
"Sì ma come?"
"Ecco, vedi... ho pensato di farti un regalino..." le spiego mentre estraggo dalla tasca del mio capotto nero un vibratore.
"Questo giochino vibra se lo comando io. Gli impulsi glieli do io tramite il cellulare. Che ne dici?"
Mi avvicino come una gatta a lui osservando il vibratore.
Lo prendo dalla sua mano per guardarlo, è come un ovetto bello grosso da infilarmi nella vagina e lui avrebbe dato impulsi per farmi godere.
Dio questo uomo è insaziabile.
Mi alzo in piedi davanti a lui e succhio il vibratore sotto il suo sguardo per poi strusciarlo fra le labbra ancora gonfie della mia vagi**a zuppa.
Sospiro infilandolo fino a fondo.
Riccardo mi morde e mi tocca ed ha di nuovo il ca**o impennato contro il mio ventre.
Ma no, devo fermarlo! Deve andare dai suoi figli!
"Amore stasera..vai dai tuoi figli ora" sussurro sulle sue labbra e lui sembra tornare alla realtà.
È tornato serio e cupo.
"Amore torno da te stasera... tutto il giorno però mi penserai " mi dice con un ghigno sul volto rubandomi un bacio per poi uscire quasi di corsa da quella stanza.
Non posso stare qui dentro tutto il giorno devo uscire assolutamente e svagarmi di questa situazione pesante come un macigno.
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