🔞 Capitolo 51🔞
"Papà? Sei tu?" è la voce della mia piccolina. Si è infilata sotto le coperte e mi fissa mentre mi trovo sull'uscio della sua cameretta.
"Certo amore... sono io." le rispondo sedendomi di fianco a lei. Sta stringendo un peluche tra le sue dolci ditine.
"Ti ricordi quando mi hai regalato questo peluche?"
"Certo amore, l'anno scorso per il tuo compleanno te l'ho regalato..."
"Quest'anno non mi hai regalato niente..." piagnucola lei.
"Amore sì, invece. Domani andiamo a Disneyland, non è un regalo?"
"La mamma dice che tu non verrai."
Anna mi sta facendo la guerra e la cosa mi spaventa tremendamente. Chiamatemi codardo, chiamatemi pisci*sotto, ma costruite una famiglia con due figli e dopo ne riparliamo.
"Sì che verrò amore. Non ascoltare la mamma. Ultimamente è molto nervosa per il lavoro."
Lei guarda per terra.
"Papà...?"
"Sì amore?"
"Ma tu e la mamma state litigando come i genitori di Mia?" Mia è la migliore amica di Rebecca, i suoi genitori hanno divorziato lo scorso anno. So dove vuole andare a parare mia figlia: i bambini scrutano il mondo in maniera introspettiva molto di più di quanto lo facciano gli adulti.
"Amore, succede di litigare fra adulti. Ma voglio che tu sappia che il tuo papà ti ama da morire e ti amerà per sempre amore. Qualsiasi cosa succeda tu rimarrai per sempre la mia bambina..." cerco di darle un bacio ma lei si sottrae.
"Papà, quindi è vero che tu e la mamma state litigando? Quindi non vivremo più tutti insieme! No papà! Non voglio!"
Rebecca inizia a piangere.
M*rda! M*RDA!
Sto per distruggere tutto. Sto per bruciare quello che ho costruito in tutti questi anni... No!
"No amore! La mamma ed io ci amiamo tanto... non pensare a queste cose brutte, ok? Calmati amore. Non succederà niente. Te lo prometto." lei si tranquillizza e io le asciugo le lacrime con il palmo della mano.
"Va bene papi. Ma oggi è il mio compleanno e non sei stato neanche un minutino con me. Prima andavamo sempre al parco, guardavamo i film Disney in tivù, mi leggevi tanti libri... adesso invece, non ci sei mai."
Queste parole sono delle pugnalate al centro del cuore. Credo di aver sbagliato tutto nella mia vita, davvero tutto.
Mi sento un fallito e sono disgustato dalle mie scelte di vita.
"Amore, papà sta scrivendo quel libro molto importante. Sai, a volte, alle persone grandi, capita di essere poco presenti; l'importante è rendersene conto e rimediare. Per 3 giorni staremo sempre insieme e cercheremo di recuperare il tempo perso. Quindi, papà ti chiede scusa se oggi pomeriggio ti ha lasciata al parco ma aveva iniziato a piovere e ho ricevuto una chiamata da lavoro. E poi credevo ti facesse piacere tornare a casa insieme a Mia..."
Rebecca non parla.
"Ah... ho un regalino per te..."
La bambina mi strappa un tenero sorriso.
"Cosa papà?"
Le porgo un pacchetto regalo che lei immediatamente scarta.
"Oooooh! Ma è il pupazzo di Dumbo! Grazie papà! È bellissimo! Lo desideravo così tanto!" urla lei buttandosi fra le mie braccia. "Grazie papà grazie! Ti voglio tanto bene!" mi mette le mani al collo e mi dà tanti baci in viso. Rebecca è una bambina dolcissima e non nego di avere assolutamente una preferenza verso di lei. Molte persone fanno il grande errore di credere che un uomo desideri esclusivamente un figlio maschio. In realtà quando è nata Rebecca per me è stata una gioia così grande tanto da aver scritto un libro di poesie su di lei.
Figuratevi, se dovessi mai perderla! Solo il pensiero mi uccide.
"Adesso amore, alzati da questo letto perché prima di andare a nanna, andiamo sotto in salotto e ci guardiamo un po' Dumbo, su..."
"Siiiii!!!" Rebecca esulta e sale sulla mia schiena come fosse una scimmietta, la stringo forte intorno a me e così scendiamo le scale, ridendo come due pazzi.
"Sei il papà migliore del mondo!!!" la sua vicina acuta mi addolcisce il cuore e in parte, lenisce le mie ferite. Mi sento uno sporco traditore, in tutti i sensi, nei riguardi della mia famiglia, dei miei doveri, dei miei obblighi e infine... anche dei miei piaceri. So che sarà difficile, per l'ennesima volta dire ad Elena che ho bisogno di te e sono convinto che non lo accetterà. Quella che si è presentata è una situazione terribile e io volevo seriamente aiutarla ma...
come diavolo faccio?
Ho sulla mia testa una taglia troppo grande: mia moglie mi ha minacciato e io non voglio perdere i miei figli.
Questo pensiero mi uccide.
Ad ogni modo, quando Rebecca ed io facciamo ingresso in salotto, lì ad attenderci c'è Anna a braccia conserte. Ha uno sguardo davvero sconcertante, se solo potesse sono sicuro che mi ucciderebbe.
"È tutto ok?" le chiedo.
"No." risponde lei secca.
"Reby vai a sederti. Vai ad aspettare a papà sul divano..." mi rivolgo a Rebecca che esegue quanto gli ho chiesto allontanandosi.
"Perché? Cosa c'è che non va?"
"Non posso venire a Disneyland."
"Come sarebbe?"
"Piero, il mio collega si è ammalato. Non posso prendere le ferie. Devo andare al lavoro domani."
Sgrano leggermente gli occhi.
"Ah... beh allora rimandiamo, no?"
Mi guarda come se avessi appena detto una blasfemia.
"No. Tu vai con i bambini."
"No, Anna. Non mi sembra una cosa bella da fare. È un viaggio che abbiamo pensato tutti insieme e..."
Mi blocca con le sue pupille indiavolate.
"Ho detto che tu andrai lo stesso, con i bambini! Se rimandassimo il viaggio, Rebecca ci rimarrebbe malissimo."
Alzo le mani verso l'alto.
"Non mi piace quanto dici. Siamo una famiglia. Non mi sposto senza di te."
"Da quando in qua non ti sposti senza di me? Stai sempre in giro SENZA DI ME!!!"
Roteo gli occhi verso l'alto.
Mamma mia quanto è pesante! Non sono un santo ma appresso a lei... ci sto lavorando, ecco, mettiamola così!
"Rebecca, ha dei presentimenti. Non è una bambina stupida. Non voglio confermare le sue paure partendo senza di te. Non se ne parla. È fuori discussione."
"L'unico ad aver diffuso in lei questi presentimenti sei tu, Riccardo! Ti rendi conto che persino una bambina di 10 anni si è accorto delle tue scelleratezze? Patetico... è davvero patetico. Quindi adesso risolvi tu questa situazione che hai creato. Negli ultimi mesi sei stato assente e adesso che stai per fare qualcosa di buono per i tuoi figli ti tiri indietro solo perché non ci sono io. Ti ricordo che negli ultimi mesi, per il tuoi figli, è stata presente solo la sottoscritta."
Mi girano le pa**e ad elica.
"Avrei dovuto morire. L'infarto avrebbe dovuto scroncarmi. Sono sicuro che la mia assenza permanente avrebbe risolto la vita di molti."
Lei sta per aprire la bocca ma la anticipo.
"Comunque hai ragione. Vado con i bambini, ok? Sei contenta?"
"Bravo..." mi posa un bacio sulla fronte. "Così ti voglio, vedo che hai capito come devi comportarti. Adesso vado a dormire, sono distrutta." poi guarda la bambina. "E tu tra mezz'ora a letto, domani partite con il papà e dovrete alzarvi presto."
Rebecca annuisce.
"Buonanotte."
"Buonanotte." rispondiamo Rebecca ed io insieme e poi quando la madre va via mi guarda.
"Papà, perché la mamma non viene? Allora è vero che state litigando come i genitori di Mia!"
"Piccola di papà, no! La mamma ha solo avuto una urgenza a lavoro e non può assentarsi."
Lei fa una smorfia e temo proprio che stia per scoppiare di nuovo a piangere.
"Ehi, guarda papà negli occhi..." le dico e lei fa ciò che gli dico. "Saranno dei giorni bellissimi. Ci divertiremo tantissimo e papà ti comprerà tanti ma tanti peluche. Ok? Ti fidi di papà?"
"Sì!" risponde lei mettendo la sua testa sul mio cuore.
"Ma per favore papà, non ti litigate tu e la mamma. Mia è sempre triste e quando vede il suo papà con quell'altra piange tanto. È così antipatica quella signora... lo dice anche la mamma di Mia che è brutta e cattiva."
Mi si gela il sangue. Linda, la mamma di Mia, si è separata da Alessio, perchè lui si era innamorato di un'altra donna.
"No amore... stai tranquilla. La mamma ed io non litighiamo..." lei mi accarezza il petto e resta così per un paio di minuti e poi si cade in un sonno profondo. Io ne approfitto per accarezzargli la testa e per coccolarla un po'.
Mi era davvero mancato un momento del genere.
Poco dopo sento il telefono vibrare e...
"Allora? Ci hai parlato?😞 Com'è andata?"
È Elena! Ca**o! Che ca**o gli dico adesso? Noooo. Sono davvero stremato e il mio cuore non reggerebbe l'ennesimo litigio. Questa sfuriata di Anna mi ha parecchio reso nervoso e...
"Meglio di quanto immaginassi🙏🏼"
"Posso chiamarti? Devo sapere 🫣..."
Esco fuori al balcone e con discrezione la chiamo.
"Beh, allora?"
"Tutto bene." rispondo secco.
"Quindi? Dai spiegami tutto! Non puoi rispondere in monosilabbi proprio ora! Voglio sapere come l'ha presa. Voglio dire le hai espressamente detto che... la lasci?"
"Sì..."
Mi sto per tirare un calcio sui cog***ni da solo per quanto sono scemo.
Le sto dicendo una vagonata di bugie ma non posso fare altrimenti.
Ho le mani legate!
Cosa dovrei dirle? Che non posso lasciare mia moglie perché sennò mi toglie i miei figli? Maledizione!
"E quindi cosa le hai detto?"
"Le ho detto che dovevamo prenderci le nostre rispettive responsabilità. Non potevamo più fingere di ignorare i nostri problemi solo per amore dei nostri figli. E lei mi ha dato ragione."
"E dunque...?"
"Beh... te lo spiego meglio quando ci vediamo. Ok? Adesso c'è mia figlia... non voglio correre il rischio che senta. Per il momento, di comune accordo, abbiamo deciso che i figli non devono saperlo."
"Ma quindi domani non parti?"
Silenzio...
"Proprio di questo volevo parlarti."
"Ok dimmi."
"Senti... stavo pensando... siccome non voglio rovinare il compleanno di mia figlia. Non mi sembra corretto annullare il viaggio. Vedi... ecco... siccome Anna naturalmente, si è defilata... emmm." sono seriamente in difficoltà. Ma una difficoltà assai pesante che non ho provato nemmeno quando ho fatto il concorso per diventare ordinario.
"Vuoi venire con me a Disneyland?"
"Oddio, Riccardo sì!"
M**da! Sono una fo**uta m**da!
Come farò a nascondere tutte queste bugie? Non lo so nemmeno io!
"Ecco senti però... dobbiamo essere discreti. Voglio dire ci sono i miei figli quindi... dobbiamo stare attenti. Niente passi falsi. Per il momento la cosa deve ancora rimanere nell'ombra."
"Oh certo, certo. Io posso prendere tranquillamente un'altra stanza. Anzi ti dirò di più: potrei chiedere ad Arianna (la mia migliore amica) di accompagnarmi. Così la mattina e il pomeriggio quando tu sarai con i tuoi figli potrò godermi Disneyland con lei. E poi... la sera potremo vederci."
Porca miseria... mi sto per menare da solo. Ma in che guaio mi sto ficcando?
"Mi sembra un'ottima idea. Anche se... mi piacerebbe che tu fossi sola. Se la sera io venissi in camera tua, ci sarebbe anche la tua amica. Non ci pensi?"
Lei ride.
"Hai ragione... ma così rimarrei da sola."
"Non rimarrai da sola; avremo comunque del tempo per noi. Mia figlia vuole andare al babyclub. Così come anche l'altro. Mi sembra coerente il discorso che vogliano socializzare anche con gli altri bambini e ragazzi."
"Ok... quindi? Come ci organizziamo?"
"Ti faccio io il biglietto, partirai nel pomeriggio. Ti mando tutto su Telegram appena ho fatto..." rispondo secco. "Adesso devo chiudere. Buonanotte." non le do nemmeno il tempo di rispondere che ho già chiuso la chiamata. Appena ho fatto il biglietto e prenotato la stanza per lei, mi addormento sul divano.
Svegliarsi la mattina è un trauma perché nessuno è venuto a destarmi e così io e la piccola siamo rimasti a dormire sul divano.
Maledizione!
Mi sento tutto indolenzito!
Mentre preparo gli zaini e sistemo le valigie, posso sentire l'energia e l'entusiasmo dei ragazzi nel salotto.
"Papà! Sono così felice!"
"Anch'io amore..." rispondo a Rebecca mentre è tutta un fremito. All'aeroporto, i suoi occhi brillano mentre guarda gli aerei in cielo. Evito di guardare il telefono perché non voglio rovinare questi momenti; tanto so che Elena avrà l'aereo dopo il mio quindi dovrebbe arrivare a Disneyland nel tardo pomeriggio. Durante il volo, è come se la magia stessa dell'infanzia avesse avvolto Rebecca e mi gusto queste scene. Infatti, l'arrivo a Disneyland è stato un vero spettacolo. Leonardo e Rebecca si sono subito immersi nell'atmosfera, correndo verso le giostre con un entusiasmo travolgente. Mentre li seguivo da una giostrella all'altra, non potevo fare a meno di sorridere vedendo quanto si divertissero insieme. Leonardo è più grandicello e potrebbe non provare particolare attenzione per questo luogo, eppure, a costo di far contento la sorellina, si fa vedere pieno di gioia. Rebecca mi ha poi costretto ad abbracciare Topolino e Minnie, per poi assistire a spettacoli incantevoli, ovviamente in compagnia di Dumbo, il personaggio preferito della mia piccolina.
È meraviglioso poterla vedere così felice!
Durante il pranzo, Rebecca ha voluto mandare foto alla madre e le ha voluto raccontare in dettaglio ogni momento speciale che stava vivendo.
"Passami tuo padre..." ho poi sentito.
"Riccardo?" mi ha chiamato lei.
"Ciao Anna, dimmi."
"Vedo che i ragazzi si stanno divertendo parecchio. Sono felice."
"Anch'io."
"Grazie a Dio sei tornato in te. Buon proseguo, mi aspettavo proprio questo da te..." e chiude la chiamata. A tardo pomeriggio, quando ho il telefono fra le mani, apro l'applicazione di Telegram e trovo un messaggio di Elena.
"Sono arrivata...😀😀😘😘"
"Ci vediamo questa sera, prenderò la scusa del fatto che amo il Casinò e verrò da te. 😍"
"Aspetterò con ansia quel momento 😏"
Verso sera, mentre aspettiamo i fuochi d'artificio sopra il castello, ho abbracciato Rebecca e Leonardo e ho sentito una gratitudine profonda per questo tempo trascorso insieme.
Ho una strana sensazione come se questi fossero gli ultimi momenti insieme.
Al sol pensiero il cuore mi si stringe e piange.
Sto rovinando tutto ma non riesco a smettere.
Infatti, quando finalmente arriva l'ora di far coricare i ragazzi, io subito, fuggo via dalla stanza con la scusa di recarmi al Casinò. Cammino lentamente lungo il corridoio silenzioso, il cuore mi batte forte nell'attesa di questo momento speciale. Il respiro ansimante e il brivido di eccitazione mi accompagnano mentre mi avvicino alla porta della sua camera. Quando la maniglia scende con delicatezza sotto la mia mano, il cuore mi inizia a battere ancora più velocemente.
"Sei finalmente qui..." dice con voce dolce mentre alzando lo sguardo noto che è nuda. Immediatamente il mio membro subisce una vertiginosa impennata.
"Woooow!" la osservo incantato: capelli lunghi bagnati, aria rilassata, due gambe da urlo e un asciugamano che si arrampica a fatica sulle sue te**e grandi e sode.
"Non posso crederci che sei finalmente mio..."
Sento il cuore battermi, un calore crescente sulla punta del pise**o.
"Sono sempre stato tuo..." Lei mi fa entrare e comincia ad accarezzarmi gli addominali con la mano sinistra.
"No, ti sbagli. Per molto tempo ti ho condiviso."
"Pensiamo a viverci questo momento..." poi scende fino a che sento la sua mano sfiorare il mio membro costretto a malapena nei boxer.
Mi scappa un gemito.
"Ti vog-..." Lei non mi da il tempo di finire la frase che mi abbassa i pantaloni. Mi prende il membro in mano e dopo aver dato due colpi di lingua sulla cappe**a, lo ingoia tutto.
Succhia e pompa in un modo tale che, finalmente, mi fa tranquillizzare. Mi sento libero da tutti i miei pensieri negativi ed opprimenti. Finalmente nella mia testa ci siamo solo io e lei e nessun'altro.
E allora comincio a muovermi con lei, spingendo tutto il ca** ocon foga tra le sue labbra roventi.
"Elena, ca**o fermati, fermati... sto per venire..."
Lei lo tira fuori dalla bocca e comincia a menarmelo furiosamente, rivolgendo la cap**lla verso le sue te**e.
"Dai amore... forza... ti sento che non ce la fai più.. dai... dai.... fammi il bagno..."
"Sì Elena, continua... più veloce... più veloce... così.... non la tengo più ... ecco.... ti ven*o addosso... ti inondoooo..."
Ed è così perché le tiro addosso un litro di seme che la colpisce in pieno il suo viso. Restiamo un minuto immobili, pronti a dare vita ad una notte meravigliosa.
"Stanotte fammi tutto quello che vuoi, Padrone..."
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